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Nel mare dell’intimità


Illyricum65

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Buongiorno,

In questi giorni si è conclusa a Trieste la mostra

“Nel mare dell’intimità.”

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Il nome della mostra prende spunto da una frase dello scrittore Predrag Matvejevic:

 Il Mediterraneo è il mare della vicinanza, l’Adriatico è il mare dell’intimità ̀(Predrag Matvejević, da Breviario mediterraneo, ed. Garzanti 2007).

L’Adriatico in effetti, con il suo profilo allungato si addentra nell’Europa; non solo, ma la distanza tra le due sponde, ampia ma non insuperabile, non ha mai isolato gli abitanti nelle rispettive terre. Anzi, spesso le stesse correnti hanno favorito contatti in antico tra popoli più o meno lontani (mi vengono subito a mente gli antichi Greci e la loro mitologia che collocava imprese di Giasone e degli Argonauti nel Caput Adriae, i resti micenei rinvenuti in Istria Meridionale e i vada dauni rinvenuti in Dalmazia) e questo mare ha svolto funzione quasi da comunicazione, più che da ostacolo. Così per la prima volta sono stati raccolti migliaia di reperti provenienti da musei italiani, croati, sloveni e montenegrini per raccontare a tutti le rotte, i paesaggi, gli uomini e le storie del Mare Adriatico.

La mostra è stata organizzata da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della regione Friuli Venezia Giulia - Servizio catalogazione, formazione e ricerca e Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura; in collaborazione con Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Polo Museale Regionale del Friuli Venezia Giulia, Federazione Archeologi Subacquei, Croatian Conservation Institute (Zagabria), ICUA-International Centre for Underwater Archaeology (Zara); con il patrocinio di Ministero beni e attività culturali e turismo (MiBACT), Ministero della Cultura Croato, Ministero della Cultura Sloveno, Ministero del Turismo Croato e Promoturismo Fvg. Grazie a: FIAS, TIARE Shopping Centre. Con il contributo di: Fondazione CRTrieste. Media Partner: Il Piccolo.

Senza tediarvi ulteriormente vi invio al sito

http://www.nelmaredellintimita.it/

nel quale potete osservare anche un bel video che vi permetterà di apprezzare sia l’esposizione che lo stesso spazio espositivo, un palazzo sul mare una volta adibito a Pescheria Centrale e che per la forma e per questo motivo... "ittico" rinominato dai triestini dei tempi passati “Santa Maria dei guati” ovvero “Santa Maria dei ghiozzi”.

Di seguito posto alcune foto dei materiali esposti. Nella maggior parte si tratta di materiali romani.

 

  • Grazie 1
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 Lo spazio espositivo con i modelli delle imbarcazioni che hanno solcato le acque e i principali porti adriatici.

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Carte geografiche rinascimentali e mappamondi antichi.

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Carta geografica veneziana. Curiosa per l’orientamento dell’Adriatico ma soprattutto perché questo è denominato “Golfo di Venezia” e si estende fino al Canale d’Otranto!

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Canale Anfora (Ud). Tavolette cerate (venivano utilizzate per scriverci con gli stili) dotazione di navi romane.

Nel 1988, nell'antico Canale Anfora - probabile porto-canale di Aquileia - vennero scoperte due tavole di fasciame, lunghe 10 m, una sezione di una terza ed un frammento sconnesso di ordinata. Le tavole, lungo le giunzioni, conservavano ancora la stoppa di calafataggio stretta dalle corde. La tavola centrale presenta, ad un'estremità, un giunto a S e, all'altra, una riparazione con cucitura.

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Vari manufatti romani provenienti da relitti rinvenuti nell’Adriatico.

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Monete romane, quelle a sinistra con rappresentazioni navali.

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Rappresentazioni navali su steli e fregi da Aquileia

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Ascia bipenne, roncola e altri manufatti dal relitto del I secolo d.C. del Fiume Stella (Anaxum).

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Vari tipi di ancore romane.

 

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Tripode e resti di statue bronzee (divinità) dalla nave di Grado IVLIA FELIX.

https://www.galileonet.it/1999/06/operazione-iulia-felix/

https://www.academia.edu/9839586/Lo_studio_ricostruttivo_della_nave_romana_di_Grado

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Ricostruzione di una sezione dello scafo della Iulia Felix.

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Insegna d'asta ottomana del XVI secolo (a destra) e statue (una piccola statua in bronzo di Ercole con i pomi delle Esperidi di produzione siriaca, databile al II-III secolo d.C.) dal relitto di Malamocco. La presenza di reperti romani frammisti a quelli ottomani fa supporre che nello stesso sito siano affondate due navi in tempi diversi, con quella di epoca romana completamente scomparsa come fasciami.

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Statua in marmo di Ercole rinvenuta nel 1905, in circostanze ignote, nel porto interno di Salona (portus interior), situato in corrispondenza del delta del fiume Jadro (antico Salon – attuale Krka). La scultura è priva della testa e della parte inferiore delle gambe. Conservata per un'altezza di 0,39 m.

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Arte statuaria: a destra statua dell’Atleta di Lussino (I-II secolo prima di Cristo, copia), in centro il “principe” di Punta Serrone (Brindisi) sullo sfondo il Navarca di Aquileia.

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Statua funeraria in marmo del cosiddetto Navarca da Cavenzano nei pressi di Aquileia, fine del I secolo a.C.Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. Si tratta in pratica della rappresentazione eroica di una ammiraglio della classis romana. Trovata come detto a Cavenzano (UD) nel fondo S. Concina nel 1953, è acefala, priva del braccio destro e del piede sinistro, è seminuda e presenta dimensioni superiori al vero (2,35 m). Aveva una funzione funeraria dall’impostazione eroica. L’atteggiamento del soggetto, con la corazza deposta e la spada impugnata fanno capire che si tratta di un personaggio di alto rango militare, verosimilmente il comandante di una flotta. Come dimostra il ritrovamento di un rostro di nave nell’area sepolcrale in cui è stata ritrovata la statua. Lo schema di realizzazione è chiaramente ellenistico. La ricca cadenza del mantello enfatizzata da un ricco effetto di pieghe fa datare l’opera nell’età augustea.

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Frammenti di statua bronzea ritrovata su un relitto e destinata alla fusione.

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Spadone medioevale rinvenuto in un relitto.

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Polena di nave raffigurante Medusa.

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Statua di Francesco Giuseppe ripescata in Istria. Probabilmente fu gettata in mare dopo la caduta dell’Impero Austroungarico.

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Modello di MAS della seconda guerra mondiale.

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Le lettere (originariamente applicate sullo scafo) del transatlantico Rex.  Fu più grande transatlantico Italiano costruito e motivo di orgoglio della Marina in epoca fascista in quanto unica nave Italiana trans-oceanica in grado di competere con quelle straniere (vinse un Nastro d’oro). Fu affondato nel 1944 nel tratto costiero tra Capodistria e Isola (attuale Slovenia).

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Minisommergibile tascabile Moloch tedesco ripescato a poca distanza dalla base sommergibili di Sistiana. Tra il 1944 e il 1945 in Germania furono costruiti circa 390 esemplari del sommergibile tascabile monoposto Molch da impiegare nella difesa delle zone costiere. Un secondo esemplare è tuttora in loco, lo potete vedere qui.

Ciao

Illyricum

;)

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Grazie@adelchi . Probabilmente la visita esprime meglio i concetti di "intimitá" di quanto non lo faccia il web. Nella mia esperienza personale posso dire che la mia sensazione in riva al mare (sulla riva destra adriatica) no muta dall' Istria fino alla Dalmazia... vivo come un senso di "perdita della distanza e del tempo". Immagino navi greche, romane, bizantine, etc... come un comune filo conduttore. A dispetto di quanto accaduto sulla terraferma vivo una sensazione di comunanza che va oltre i confini artificiali ed arbitrari creati dalla politica. Posso affermare che anche in Dalmazia parlando in inglese (non parlo le lingue slave) quando dicevo di essere di Trieste percepivo una specie di "fratellanza", un senso di appartenenza allo stesso gruppo. Ritengo che questo sia ció che voleva trasmettere la mostra: il senso di appartenenza ad un ceppo "adriatico" comune che i vari imperi e stati non hanno cancellato.

Ciao
Illyricum
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A proposito della statua del probabile Navarca da Cavenzano trovata nei pressi di Aquileia e risalente alla fine del I secolo a.C. , Museo Archeologico Nazionale di Aquileia , postata da @Illyricum65 , allego l' elenco dei Prefetti della flotta (classis) ravennate  ufficialmente conosciuti ,

tra questi la statua in oggetto potrebbe appartenere ad un personaggio vissuto entro il I secolo d.C.

Al tempo dell'Imperatore Nerone , il Praefectus classis Ravennatis era Publio Clodio Quirinale . Accusato di empietà per aver oppresso con la sua dissoluta crudeltà l'Italia , come se fosse l'ultima delle nazioni , fu condannato a morte . Evitò l'onta dell'esecuzione con il veleno .

Al tempo della guerra civile degli anni 68-69 , l'imperatore Vitellio affidò il comando delle flotte Ravennatis e Misenis a un membro dell'ordine equestre di nome Sesto Lucilio Basso . Quest'ultimo , però , poco dopo tradì Vitellio e passò dalla parte di Vespasiano , consegnandogli la flotta Ravennatis .

Sotto Vespasiano , il comando passò nelle mani del sostenitore dei Flavi , Cornelio Fusco . Con i marinai della flotta Ravennatis , nel 70 d.C. fu formata una nuova legione , la II Adiutrix .

Tito Appalio Alfino Secondo , verso la seconda parte del II secolo .

Tito Cornasidio Sabino , tra la fine del II e la prima parte del III secolo .

Gneo Marcio Rustio Rufino , al tempo di Settimio Severo e Caracalla .

Una probabile ricostruzione di come poteva apparire il Porto di Classe , Ravenna

Fonte Wikipedia .

Navarca.jpg

Porto di Ravenna.jpg

Modificato da Legio II Italica
Porto di Classe
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