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Statere arcaico di Cizico dal diritto molto particolare


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Esemplare della Nomos 15.

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GREEK COINS
Mysia. Kyzikos. Circa 550-500 BC. Stater (Electrum, 21 mm, 16.03 g). Galley prow to left, the ram in the form of the forepart of a winged wolf. Rev. Quadripartite incuse square. Von Fritze I 80. Extremely rare. Minor edge breaks, otherwise, good very fine.
Ex Triton XVIII 6 January 2015, 571 and from the Antiqua FPL of 2012.
 

This is one of five known examples: 1) The de Luÿnes example in Paris, de Luÿnes 2459 = Greenwell 170 = von Fritze I 80 = Traité II 2797, pl. CLXXVII, 33 = SNG BN 210; 2) Berlin, ex Imhoof-Blumer; 3) Leu 52, 1991, 82; 4) Ars Classica XII, 1926, 1721 = Egger XXXIX, 1912, 304; 5) The present example. The use of a prow as a coin type during the late 6th and early 5th centuries is only paralleled by the coinage of Phaselis, though those coins were not as well designed as this one. It has been suggested that this represents Jason's ship the Argo (named after its builder Argus), which was supposedly the first ship to sail on the ocean, and which carried the Argonauts to Colchis in the quest for the Golden Fleece.

 

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Esemplare della NAC 84.

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Greek Coins 
Mysia, Cyzicus 
Stater late 6th century BC, EL 15.63 g. Prow of galley to l., with ram in the form of a winged forepart of a collared wolf or dog; below, tunny to l. Rev. Quadripartite incuse square.
Traité II 2797. von Fritze 80. SNG France 210 (this obverse die). 
Extremely rare, the finest of five specimens known of which only three are 
in private hands. A very fascinating and interesting representation 
well struck in high relief on a full flan. Extremely fine
Ex Leu sale 52, 1991, Distinguished American Collector, 82.

One mythical episode revered at Cyzicus was the Argonautic expedition to Colchis. It had a direct and personal connection to the city since along their journey the Argonauts had docked at Cyzicus and were treated hospitably. But after leaving, the Argo was blown back toward the city and was mistaken for enemies, at which point hostilities broke out. The leader of the Aeolians who then occupied the city, the eponymous Cyzicus, was killed in combat by Jason or by Heracles. In the aftermath his wife Cleite took her life as Argonauts and Cyzicenes, alike, mourned his deathBecause of the involvement of Cyzicus in the legendary Argonautic expedition, Greenwell identified it as one of several themes for the designs employed on Cyzicene electrum. With this in mind, he suggests that this prow likely was meant to represent the ship Argo. Eduardo Levante, in SNG France 5, accepts that proposition. Greenwell notes that the common appearance of a prow on the coinage of Cius, another city on the southern shore of the Propontis closely connected to the Argonautic myth, may be explained in the same way.

 

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Modificato da apollonia

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interessante il rostro della nave  con forma di lupo o cane alato. Qualcuno conosce riferimenti riguardo a questo animale'


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E’ noto che l’associazione dell’ariete della nave con il cinghiale è una caratteristica fondamentale degli argenti arcaici di Faselide, dove il fatto che l’ariete, la principale arma offensiva di un’antica Galea, assume l’aspetto minaccioso di un cinghiale si può spiegare con l’analogia fra una nave da guerra d’attacco e un animale che carica.

Nel caso degli stateri di Cizico, questa forma particolare assunta dall’ariete può essere correlata alla nave Argo per l’episodio mitico verificatosi in questa città durante la spedizione degli Argonauti nella Colchide. Ricordo che secondo alcune versioni del mito relativo alla nave che portò Giasone e compagnia alla conquista del vello d’oro, essa conteneva nella sua prua un frammento di legno magico proveniente dalla foresta di Dodona che poteva parlare e fornire profezie.

Forse questo, o un altro mito legato alla nave Argo, può dare lo spunto per trovare una spiegazione della 'winged forepart of a collared wolf or dog'. Personalmente credo che il collare si adatti più a un cane che a un lupo, dato che è il cane a guardia del bestiame che deve proteggersi dai lupi.

 

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Statere di Faselide con la prua della nave terminante con la parte anteriore di un cinghiale (da http://www.wildwinds.com/coins/greece/lycia/phaselis/i.html )

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Phaselis, Lycia. AR stater. 530-480 BC. 10.81 g. Prow of galley right with forepart of boar, three shields on deck / Double incuse punch each divided into three sections by raised lines. Heipp-Tamer 16; Pozzi 2777; Coin Hoards I, 1644; Hunter 1; Niggeler I 424; Jameson 2598.

 

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Modificato da apollonia

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Altro statere di Faselide con la prua della nave terminante con la parte anteriore di un cinghiale (da http://www.wildwinds.com/coins/greece/lycia/phaselis/i.html )

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Phaselis, Lycia. AR stater. 530-480 BC. 10.96 g. Prow of galley with forepart of boar left, three shields on deck / Double incuse punch divided into five sections by two raised straight lines and an angled line. Heipp-Tamer 37-40; Babelon Traité II-1, 846.

 

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Anche l'animale sulla prua della nave raffigurata sullo statere di Cizico è un cinghiale. Il tipo di nave che reca questa prua era detto "samaina".

vedi al riguardo:

http://www.roth37.it/COINS/Samaina/monetazione.html

Segnalo, inoltre, l'ottimo studio sulla samaina  di Antonio Morello: "Samos, Zankle e la Samaina" in "Quaderno di Studi" 2017 dell'Associazione Culturale Numismatica Italiana

e questo precedente lavoro:

http://www.classicadiana.it/libreria/content/campana-morello-samos-zankle-e-la-samaina

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Forse questo, o un altro mito legato alla nave Argo, può dare lo spunto per trovare una spiegazione della 'winged forepart of a collared wolf or dog'. Personalmente credo che il collare si adatti più a un cane che a un lupo, dato che è il cane a guardia del bestiame che deve proteggersi dai lupi.

 Proprio questo sto cercando, un mito , magari legato agli argonauti, che ci ricolleghi al cane o lupo alato. Mi stò rinfrescando con la storia di Giasone , al momento non ho trovato correlazioni valide,

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Il tonno di Cizico caratterizza la ricca città portuale con uno dei suoi principali settori economici: la pesca. Però vi sono molti altri animali che accompagnano il tonno sulle monete, tra i quali il lupo, a volte per intero, a volte come protome. Secondo me non è da escludere l’ipotesi che il rostro della nave (molto probabilmente Argo) a forma di lupo sia connesso alla città di Cizico dove la nave ha fatto approdo.

 

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Inviato (modificato)

Le samaine erano navi prive del ponte di combattimento rialzato, rispetto al ponte principale, presente invece nelle navi di età ellenistica. Erano navi molto concave e larghe di ventre che erano una via di mezzo tra una nave militare e una da carico e si distinguevano per la prora con rostro a forma di cinghiale. Caratteristiche simili avevano le navi raffigurate sul kylix (calice o coppa) attico a figure nere del 520-510 a.C, qui postato, firmato da Nikosthenes e proveniente da Vulci. Fonte di queste informazioni: Antonio Morello: "Samos, Zankle e la Samaina" in "Quaderno di Studi" 2017 dell'Associazione Culturale Numismatica Italiana.

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Modificato da King John
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Argomento a favore della tesi che l'animale sulla prua sia un cane o un lupo alato: un "Winged hound or wolf" raffigurato su un'altra moneta di Cizico.

Numismatik Naumann (formerly Gitbud & Naumann)
Auction 44, lot 208, 7/08/2016

MYSIA. Kyzikos. EL Hekte (Circa 500-450 BC).
Obv: Winged hound or wolf crouching left, head right; below, tunny left.
Rev: Quadripartite incuse square.
Nomisma VII 104; SNG France 246-7.
Condition: Very fine.
Weight: 2.66 g.
Diameter: 10 mm.

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@danielealberti

Nel commento allo statere di Cizico con cui ho aperto la discussione si fa notare che la tipologia della prua di nave su una moneta di fine VI sec. e inizio V sec. trova corrispondenza solo sulle emissioni di Faselide, che non sono d’elettro o d’oro (di non facile disponibilità nel luogo) come gli stateri ciziceni, ma d’argento.

Ora, negli stateri arcaici di Faselide è vero che il rostro della nave è adattato a forma di protome di cinghiale verosimilmente per l’analogia fra una nave da guerra d’attacco e un animale che carica, ma una caratteristica importante è il prominente occhio apotropatico che si vede molto bene su questo esemplare della Leu Numismatik 91.

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Asia Minor
Phaselis, Lycia
Estimate: CHF 3'000.00
Stater (Silver, 10.88 g), c. 540-520. Prow of war galley to right, with prominent apotropaic eye. Rev. Irregular incuse. Heipp-Tanner – (but cf. 1 = SNG von Aulock 4389). Apparently unpublished. Nicely toned. Extremely fine and virtually as struck. This coin, which comes from a group to be published in a forthcoming article by A.–P. Weiss and P. van Alfen, is probably part of the second issue of Phaselis, coming just after the very archaic looking Heipp-Tanner 1. Later issues show a rather more developed looking prow, clearly in the form of a boar’s head.

 

Questo ‘occhio contro il malocchio’ l’ho visto sulla riproduzione della nave Argo, ma non lo vedo sulla prua dello statere ciziceno.

 

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Alcune riproduzioni delle nave Argo dalla rete.

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Da http://lecronachedegliargonauti.blogspot.com/p/intervista-collargonauta.html

 

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Da https://ytali.com/2018/03/31/giasone-gli-argonauti-il-mito-ricorrente-nel-nuovo-libro-di-andrea-marcolongo/

 

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Da http://lacajadepandorayreflexionesalternas.blogspot.com/2016/04/movimiento-politico-argo.html

 

Riguardo a quello che ho definito ‘occhio contro il malocchio’, l’evoluzione e la funzione degli ‘Ships’ Eyes’ è ampiamente discussa nell’articolo di Deborah N. Carlson Seeing the Sea Ships’ Eyes in Classical Greece in HESPERIA 78 (2009) 347-365.

 

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La nave Argo a Cizico.

Dopo il varo la poderosa Argo uscì dal golfo di Pagase e risalì l’Egeo fino all’isola di Lemno dove fece la sua prima sosta nel lungo viaggio verso la Colchide. Quindì ripartì facendo rotta verso Est ed entrando nell’Ellesponto. Superato lo stretto, all’alba uscì in mare aperto dove apparve all’equipaggio una grande penisola sulla quale si ergeva una montagna da cui si poteva scrutare l’orizzonte per esaminare quelle acque sconosciute prima di addentrarvisi ulteriormente. La nave fu diretta verso una baia ai piedi del monte per lo scalo e fece così la sua seconda sosta in quello che era il territorio dei dolioni con capitale Cizico. Lascio la descrizione degli eventi alle pagine del libro Giasone e gli argonauti della collana ‘Mitologia – Le epiche imprese di eroi e divinità’ n. 7 (1917) edita dalla RBA Italia (MI).

« L'allegria regnava nelle strade di Cizico, la capitale del territorio dei dolioni, poiché il sovrano, il giovanissimo re omonimo, celebrava le sue nozze con la bella Clite. Proprio quel giorno l'aveva portata via dalla casa di suo padre, e tuttavia, non appena fu informato dell'arrivo della Argo, guidò una grande ambasciata per andare ad accoglierla. Un oracolo gli aveva rivelato che sarebbe approdata sulle sue coste un'eroica spedizione e, seguendo il consiglio degli dei, accolse i nuovi venuti con cortese ospitalità. Offrì loro vino e agnelli, e li informò sulle città e i popoli più vicini, ma non seppe dir loro nulla su ciò che avrebbero potuto trovare oltre i confini del suo regno, giacché erano terre nelle quali non si era mai avventurato. Giasone e i suoi uomini lo ringraziarono per l'ospitalità e tornarono a bordo. Per diverse ore navigarono a vela spiegata in mare aperto, ma al calar della notte i venti si risvegliarono con straordinaria violenza. Raffiche impetuose, che cambiavano direzione di continuo, alteravano del tutto la rotta della nave. Senza luna né stelle in vista, gli argonauti non poterono far altro che issare a bordo i remi, ammainare la vela e lasciarsi trasportare dalle correnti. Dopo lunghe ore alla mercé delle onde, toccarono terra. Sfiniti, sbarcarono su una piccola spiaggia senza sapere dove si trovassero, immersi com'erano nella totale oscurità. Poco dopo si udirono grida di guerra. Erano sotto attacco, ma non potevano vedere il nemico. Chiunque fosse, dovevano difendersi. Volgendo le spalle al mare, formarono un semicerchio e avanzarono, brandendo le armi, fino a quando scudi e lance non si urtarono in feroce combattimento. Sporco di sangue, con la sua mazza Ercole abbatteva un uomo dopo l'altro; accanto a lui, i suoi compagni affondavano le spade nel collo e nel ventre dei nemici, e ne attraversavano il petto con la punta della lama. Dopo aver perso varie decine di uomini, il nemico si ritirò. Al fragore della battaglia seguì un sinistro silenzio che gli argonauti, nella notte tenebrosa, ruppero chiamandosi a gran voce e rispondendo, uno dopo 1'altro. Erano tutti salvi. All'alba, quando il sole illuminò la spiaggia ricoperta di cadaveri, un dolore immenso trafisse i cuori degli eroi. Il sangue che inzuppava la sabbia era quello dei medesimi uomini che il giorno precedente avevano offerto loro ospitalità. Erano i dolioni, che, credendo si trattasse di invasori, si erano scagliati contro di loro. La tormenta aveva riportato gli argonauti nel regno che credevano di essersi lasciati alle spalle, e né loro né gli altri, nella totale oscurità, avevano saputo riconoscersi. Trafitto da una spada giaceva il giovanissimo re Cizico. Il figlio di Esone, in ginocchio dinanzi alla sua scomposta figura, si strappava i capelli invocando gli dei. Si scatenarono allora violente tempeste che si protrassero per dodici giorni e dodici notti. Gli argonauti rimanevano al riparo a bordo della nave, ancorata nel porto, rammaricandosi del loro terribile errore. La pioggia scrosciava incessante e nel cielo, dove rimbombavano tuoni assordanti, i fulmini squarciavano le tenebre scaricando la loro furia sul mare. Quella notte, sul ponte, Idmone vegliava il sonno dei compagni quando un martin pescatore volteggiò sopra la panca dove Giasone dormiva, gorgheggiò più volte nell'aria e poi si posò sulla poppa della nave. Gli dei inviavano un segnale. La dea Cibele, madre venerata di quella regione chiamata Frigia, mostrava la sua ira per il sanguinoso errore. »

 

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