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Un controverso divisionale di Crotone: pentonkion (?), tetartemorion (?), obolo (?)


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Nella prossima asta “Triton” un divisionale di Crotone di notevole interesse:

D/Tripode su base lineare con anello di raccordo tra i sostegni e alto collo sormontato da tre anelli di cui il centrale di prospetto ed i laterali di profilo. A s., :Greek_Koppa:. Bordo lineare.

R/ :Greek_Tau: entro :Greek_Pi:. Bordo lineare.

 

CNG-Triton XXII, 8/1/2019, 96

from the Gasvoda Collection. Ex Waddell inventory 51903 (August 2015); Roma VII (22 March 2014), lot 55

thumb00096.jpg

 

Della stessa tipologia ulteriori quattro pezzi differenziati dalla presenza di :Greek_Kappa: al posto di :Greek_Koppa: sul D/.

 

SNG Catanzaro, II, 417

(= Attianese 1992, p. 166, n. 176 con peso errato =  Id. 1977, p. 291 n. 477a = Bruni 1977, tav. 46.a)

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CNG 61, 25/9/2002, 356

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SNG Cop., 1816

KroCop_1816_ha.jpg

 

Ripostiglio di Montegiordano, 2 (Polosa 2009, p. 43 n. 2  e p. 48, 2)

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L’emissione, nota già nei secoli scorsi (Garrucci 1885, p. 152, tav. CX, 13) presenta complesse problematiche inerenti la non immediata ed univoca interpretazione delle lettere al R/, l’esatta definizione del nominale e non per ultimo, l’inquadramento cronologico.

Studi di vecchia data interpretavano le lettere :Greek_Pi: e :Greek_Tau: come iniziali dei centri di Pandosia (:Greek_Pi:) e di Terina (:Greek_Tau:), ipotizzandone una presunta (e non documentata) alleanza con Crotone (Ambrosoli 1908, p. 31, n. 925; Bruni 1977, tav. 46.a). Disamine più e meno recenti hanno adombrato nei grafemi, pur non senza incertezze, una specifica allusione alla tipologia del nominale, in particolare al pentonkion (CNG 61, 2002, 356; Attianese 1992, p. 166 n. 176 con riserve; Id. 1977, p. 291 n. 477a).

Per una diversa identificazione del nominale come obolo propendono invece gli editori di SNG Cop. 1816 e di SNG CZ II, 417.

 

 

 

 

 

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Modificato da dracma
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Della questione si occupa anche Rutter (HN, p. 173 n. 2187 e p. 153 n. 1884) che colloca il nominale (identificato come 5 tetartemorion) all’interno di un gruppo di emissioni della prima metà del IV secolo a.C. la cui scala dei valori risulta come segue:

 

TRIOBOLO

BFA, 15, 2015, 56

56.jpg

 

OBOLO

SNG Cop. 1814

KroCop_1814_ha.jpg

 

5 TETARTEMORIA

SNG Cop. 1816

KroCop_1816_ha.jpg

 

EMIOBOLO

CNG-Triton XXII, 8/1/2019, 97

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Alla denominazione pentonkion Rutter preferisce quella corrispondente a 5 tetartemoria sulla base dell’interpretazione della

lettera T come iniziale del nominale (tetartemorion) di cui :Greek_Pi: (pente: 5) rappresenterebbe il moltiplicatore:

1 tetartemorion x 5 = 5/4 di obolo oppure 1 obolo + ¼

Modificato da dracma

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Una tipologia simile risulta attestata sul divisionale di Thurii McClean 1372 (= Rutter, HN 1884, gr. 0,45) con D/ t. di Athena con elmo attico e R/T entro :Greek_Pi:, NY e legenda abbreviata :Greek_Theta::Greek_Omicron::Greek_Upsilon: nonché su alcune serie attribuite ad Argo con t. di Hera/X entro :Greek_Pi: , questi ultimi interpretati da Imhoof-Blumer come segno del valore indicante il pentechalkon, nominale citato anche in un passo del comico Aristophon (v. Polosa 2009, p. 46 con bibl. prec.).

Rutter, HN 1884

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 Argo, pentechalkon (?) - G. Hirsch Nachfolger, 284, 2012, 2378

image02378.jpg

 

Tali interpretazioni, seppur suggestive, vanno tuttavia accolte con le dovute cautele sia per la mancanza di uno studio complessivo delle monetazioni di Thurii e di Crotone, sia per la scarsa consistenza degli esemplari e sia per il non semplice e immediato aggancio con le unità maggiori, elemento che discrimina fortemente l’individuazione dei pesi teorici.

Pur considerando il calo ponderale dello statere acheo-corinzio, che a partire dall'inizio della seconda metà del V secolo si attesta intorno a gr. 7,76 (cosiddetto nomos italiotikòs) e ipotizzando, nel sistema di partizione ternario, una dracma di gr. 2,58, ne deriverebbe un obolo di gr. 0,43 e cinque tetartemoria di gr. 0,53. Valore, quest’ultimo, alquanto eccedente la fascia ponderale dei divisionali crotoniati in oggetto (tripode/:Greek_Pi::Greek_Tau:), come indicano gli esemplari noti:

 

1)      gr. 0,42   mm. 8.5   SNG Catanzaro, II, 417

2)      gr. 0,40                     CNG 61, 25/9/2002, 356

3)      gr. 0,36   mm 9.4     SNG Cop., 1816

4)      gr. 0,31   mm 9        Ripostiglio di Montegiordano, 2 (Polosa 2009, pp. 43, 48)

5)      gr. 0,26   mm 9        CNG-Triton XXII, 8/1/2019, 96

 

Sul piano tipologico è inoltre possibile qualche altra osservazione.

Uno degli esemplari meglio conservati della serie (CNG 61, 2002, 356 - foto 1) presenta uno schema iconografico del tripode che per la presenza delle volute (?) alla base, parzialmente visibili tra i sostegni laterali, si presenta alquanto simile a quello delle emissioni con testa di Apollo/tripode (foto 2) datate da Rutter, sulla scia di Kraay, alla fine del IV secolo a.C. (Rutter, HN, p. 172):

1- CNG 61, 25/9/2002, 356 

610356.jpg

 

2 - CNG-Triton XXII, 8/1/2019, 100

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Tale emissione presenta un carattere singolare sia per lo scadimento ponderale degli esemplari, i cui pesi medi si addensano intorno a gr. 7,40/7,30 sia per la presenza di un divisionale (foto 3) connotato dai medesimi tipi ma alquanto controverso e per il quale sono state avanzate ipotesi differenti:

3 - Roma Numismatics Ltd., XIV, 21/9/2017, 40

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a)       Taliercio Mensitieri 1989, 41-2; Ead. 1993, 120.

Frazione equivalente ad ¼ dello statere (triobolo) a ragione dell’addensamento dei pesi intorno a gr. 1,90, valore già attestato sui trioboli t. di Esaro/pegaso, che documenterebbe un sistema di frazionamento binario - anziché ternario -  dello statere e messo in rapporto, per affinità tipologiche e dati ponderali, con le monete siracusane in elettro di età agatoclea, di cui ne avrebbe agevolato la convertibilità (1 statere di Crotone di gr. 7,40/7,30 + 3 trioboli di gr. 1,90 = 2 pegasi ridotti di età agatoclea).

b)      Attianese 2005, 414-6.

Dracma o triobolo la cui l’immagine maschile viene identificata con il dio fluviale Aisaros per le corrispondenze stilistiche con i trioboli AR crotoniati contrassegnati dalla testa della medesima divinità qualificata dalla legenda :Greek_Alpha::Greek_Iota::GreeK_Sigma::Greek_Alpha::Greek_Rho::Greek_Omicron::GreeK_Sigma: (foto 4) nonché per le affinità con nominali enei con t. di Esaro/fulmine e astro (gruppo XXVI Taliercio Mensitieri: p.m. gr. 2,4) che ne rappresenterebbero i divisionali (foto 5). Tutte le emissioni vengono datate in epoca successiva all’occupazione dionigiana di Crotone se non in età pirrica.

 

4 - NAC AG, 13, 1998, 203

KroBasel_203_ha.jpg

 

Foto 5 - AE, t. di Esaro/fulmine e astro

 

BMC_111.jpg

c)       Rutter HN, p. 173 n. 2197.

unità corrispondente alla dracma (?) il cui tipo del D/ viene identificato con Herakles o divinità fluviale e inquadrato alla prima metà del III secolo a.C., in concomitanza con la riduzione ponderale di età pirrica.

Modificato da dracma

Inviato

In questa situazione di incertezza non è semplice prospettare una collocazione del nostro esemplare all'interno della griglia dei divisionali crotoniati, la cui emissione si presenta abbondante per varietà e durata. L’aggancio tipologico con le serie Apollo/tripode e la relativa frazione sembrerebbero suggerirne un inquadramento cronologico alla fine del IV secolo a.C., se non qualche decennio dopo, datazione confortata dal ripostiglio di Montegiordano, la cui chiusura si pone all'inizio del III secolo a.C. Composto esclusivamente da divisionali (AE 75%, AR 25%) di zecche magnogreche (Heraklea: 1 diobolo AR; Kroton: 1 obolo? AR; zecca incerta: 1 AR; Metaponto: 9 AE) tale ripostiglio presenta un carattere peculiare per la concomitante attestazione di metallo pregiato e valuta enea, benché di basso valore intrinseco, che documenta probabilmente un sistema di scambi e pagamenti a livello locale in cui il bimetallismo AR-AE gioca un ruolo preminente. La valuta di bronzo sembra dapprima associarsi a quella d’argento con funzione sussidiaria per poi assumere un ruolo del tutto preminente all’interno dei mercati locali, sostituendo i divisionali in metallo pregiato. Ed in questa direzione sembrerebbe ricondurre, nel citato ripostiglio, la frazione d’argento di Crotone la cui posizione marginale e l’opzione tipologica (:Greek_Pi::Greek_Tau:) non rappresentano fenomeni casuali bensì legati a specifiche dinamiche socio-economiche in cui i divisionali in metallo prezioso, come opportunamente rilevato da Stazio, presentano agganci e relazioni – benché non facilmente individuabili – con la moneta in bronzo oltre che ovviamente con i nominali argentei maggiori (Stazio 1993, 108).

 

Abbreviazioni:

Ambrosoli 1908 = S. Ambrosoli, Museo Provinciale di Catanzaro. Catalogo della collezione numismatica. Monete greche, Catanzaro 1908.

Attianese 1977 = P. Attianese, Calabria greca, III, Santa Severina 1977.

Attianese 1992 = P. Attianese, Kroton. Ex nummis historia, Settingiano 1992.

Attianese 2005 = P. Attianese, Kroton. Le monete di bronzo, Soveria Mannelli 2005.

Bruni 1977 = G. Bruni, Monete lucane e bruzie nel museo civico di Catanzaro, Cava dei Tirreni 1977.

Garrucci 1885= R. Garrucci, Le monete dell’Italia antica, Roma 1885.

Polosa 2009 = A. Polosa, Museo archeologico nazionale della Sibaritide. Il medagliere, Paestum 2009.

Rutter HN = K. Rutter, Historia Numorum. Italy, London 2001.

Stazio 1993 = A. Stazio, La moneta argentea di Crotone, in A. Mele (cur.), Crotone e la sua storia tra IV e III secolo a.C. (Napoli 1987), Napoli 1993, 103-109.

Taliercio Mensitieri 1989 = M. Taliercio Mensitieri, La riduzione ponderale in Magna Grecia e, in particolare, gli stateri ridotti di Heraklea, di Thurii e di Crotone, in DdA, s. III, 7/2, 31-52.

Taliercio Mensitieri 1993 = M. Taliercio Mensitieri, Problemi della monetazione in bronzo di Crotone, in Crotone, cit., 111-129.

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Inviato

Interessantissime osservazioni, che dimostrano la grande complessità dell'argomento. In effetti, osservando attentamente il rovescio sembra possibile inquadrare una P greca più grande (spesso usata per indicare un pentonkion o comunque indica il numero 5 nel sistema numerico greco, con all'interno un'altra lettera, T, più piccola. Quindi viene istintiva la lettura di un 5 volte un T, ma quale? In effetti il nominale più basso che inizia con T è il tetartemorion (= 1/4 obolo = 1/24 dracma).

Nel sistema attico classico un tetartemorion pesa quindi 0,182 g. Cinque volte corrisponde a 0,91 g, che però nel sistema corinzio, per la partizione ternaria, scende a 0,53 g.

Il peso resta troppo alto con gli esemplari finora noti, come giustamente evidenziato da Dracma. MI dà da pensare l'importante ripostiglio di Montegiordano per il raro mescolamento di frazionali in argento e in bronzo. Bisogna studiare bene i rapporti AR:AE allora in vigore. Debbo ancora leggere l'importante volume di Charles Doyen, "Etalons de l'argento et du bronzi en Grecie ellenistiche", Louvain 2012, che avevo preso in Belgio, anche se riguarda la Grecia continentale....


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