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Inviato (modificato)

Buonasera 

Il recente passaggio in asta da Artemide, 49E lotto 99,di un esemplare di didracma di Akragas catalogabile come Westermark 135 (Periodo I gruppo II, 495-488 a.C.) mi ha posto in contatto con una questione che non mi riesce di spiegare da solo e che vorrei quindi condividere con gli utenti di questa sezione del forum. 

 

Nel catalogo del lavoro della Prof.ssa Westermark sulla zecca di Akragas il conio di incudine O55 è presente solo sugli esemplari catalogati ai numeri 134 e 135. 

 

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Ora, nella descrizione del 134 (O55-R83) si evidenzia che di sette esemplari noti ben 5 riportano al dritto due fratture di conio parallele in corrispondenza della parte inferiore sinistra della linea circolare che circonda l'aquila (i due esemplari che non presentano tale difetto sono entrambe a Napoli, collezione Fiorelli).

Tali fratture del dritto non vengono tuttavia menzionate nella descrizione del numero di catalogo 135 (O55-R86) ed in effetti tutti gli esemplari di cui mi sia stato possibile reperire un'immagine non le presentano. 

 

La questione riguarda a questo punto il perché non si sia scelto di catalogare al numero 135 gli esemplari col conio fratturato che, per logica, dovrebbero essere stati battuti in ordine di sequenza  successivamente a quelli col conio integro.

Se è acclarato che i due rovesci (R83 ed R86) abbiano lavorato in contemporanea col dritto O55 parrebbe più sensato ritenere che prima questo conio del dritto sia stato impiegato col conio di rovescio R86 che con l'83, dato che gli esemplari usciti dall'accoppiamento di conii 135 parrebbero non presentare i segni dell'usura visibili invece nel 70% di quelli provenienti dal 134.

 

Mi rendo conto che si tratta di un argomento forse cavilloso (per alcuni addirittura noioso) ma non mi lascia studiare serenamente la monetazione tardo arcaica di Akragas e vorrei chiarirmi le idee. Per capire se possa trattarsi di un aggiustamento successivo del conio, se sia una scelta operata in accordo con un metodo di catalogazione o magari una semplice svista, considerando che in The Coinage of Akragas di Ulla Westermark vengono censiti 94 conii del dritto e 200 conii del rovescio per un totale di 297 diverse combinazioni per quel che riguarda i gruppi dal I al IV del primo periodo della monetazione akragantina. 

Modificato da Archestrato
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Inviato (modificato)

Aggiungo alcune ulteriori immagini del conio O55.

 

La prima riguarda l'esemplare 134.5 dal SNG ANS 928. Molto significativo in quanto mostra un netto peggioramento delle fratture del conio del dritto rispetto al 134.6 in apertura, ex MMAG listino 214/3 del 1961.

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Modificato da Archestrato

Inviato

Altre immagini del conio integro O55 di esemplari non citati dalla Prof.ssa Westermark.

 

L'esemplare Artemide 49E/99. Westermark 135. 

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Un esemplare ex Künker 245/94. Sempre Westermark 135.

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Inviato

Concludo per ora notando che sia l'esemplare 135.3 in apertura (dal ritrovamento di Monte Bubbonia)  sia l'esemplare ex Artemide 49E/99 presentano un appiattimento proprio nell'area interessata dalle fratture di conio.

Sintomo di una possibile reincisione del conio O55? Continuata e completata nel pezzo Künker ed in quello ex Comiso Hoard 26 (Westermark 135.1, di cui allego foto) con la reincisione della sezione mancante della linea circolare?

Potremmo parlare allora di O55'?

O forse sì tratta solo di artefatti fotografici e consunzione delle monete?

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Per ora.. Buonanotte.


Inviato

Ciao #Archestrato

la questione che sollevi me la ero già posta osservando il pezzo di Artemide sul quale, devo confessare, avevo pensato di fare un'offerta ben sapendo che sarebbe poi salito (congratulazioni all'acquirente).

E' un conio di dritto particolare in quanto presenta il "cerchio" di perlinato attorno all'aquila e si differenzia da tutti gli altri della serie.

Vedendo il lavoro magistrale di Ulla Westermark e osservando le immagini delle sequenze dei coni, il mio pensiero è che si tratti alla fine di una consunzione delle monete che ha interessato guarda caso proprio l'area compresa tra ore 6 e 12 del dritto e ore 0 e 6 del rovescio (infatti si nota che la chela e la parte di destra del granchio è un pò più consunta dell'altra). Considerando statisticamente che le monete si passano di mano in mano quantomeno con due dita, è possibile ritenere che la "debolezza" del cerchio del dritto e la consunzione della chela destra del granchio al rov. siano l'effetto di una circolazione/manipolazione che ha interessato proprio queste area della moneta.

Tanti potranno anche sorridere a questa mia spiegazione che però ritengo altamente probabile......

Immagine titolata Do a Simple Coin Magic Trick Step 1

Saluti

Odisseo


  • 2 settimane dopo...
Inviato

concordo, il 135 dovrebbe essere prima del 134 nel catalogo

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