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Roma dopo l’ Impero


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Si dice , a ragione , che la Roma medievale e rinascimentale sia stata costruita con i “cocci” della Roma imperiale , dove per “cocci” naturalmente si intendono i materiali prelevati tramite rare regolari autorizzazioni , piu’ frequentemente abusivamente , dagli antichi monumenti della Roma imperiale .

Una delle prime documentazioni storiche di questa spoliazione dei monumenti romani imperiali risale gà a partire dall' inizio del IV secolo ; i monumenti di Roma antica , e in genere gli edifici di un certo pregio , erano rimasti in stato di abbandono per cause diverse , venneno utilizzati in misura crescente come vere e proprie cave per materiali edilizi pregiati , in quanto tale pratica risultava più economica e pratica rispetto all' importazione da luoghi remoti , in quanto resi difficili o impossibili da raggiungere nelle province specialmente nel corso nel V secolo a seguito delle sempre piu' frequenti incursioni dei barbari alle quali seguiranno poi vere invasioni e occupazioni territoriali ; i magistrati romani concedevano , dietro petizione , l' uso di marmi , pietre e mattoni di recupero da demolizione per lavori di nuove costruzioni , consentendo così la distruzione degli antichi monumenti di Roma . Per far fronte a questo fenomeno di demolizione ormai esteso , l Imperatore Maioriano dal 457 al 461 , promulgò allora una legge : Novella Maioriani 4 , "De aedificiis pubblicis" , sulla conservazione dei monumenti di Roma che fu emanata a Ravenna l' 11 luglio del 458 , che riservava all' Imperatore o ai Senatori la potestà di decidere se vi fossero le condizioni estreme che giustificassero la demolizione di un edificio antico ; la pena per i magistrati che si arrogavano a loro discrezione il diritto di concedere i permessi , era di 50 libbre d' oro, mentre i loro subordinati sarebbero stati frustati e avrebbero avuto entrambe le mani amputate . Maioriano nomino’ anche un gruppo di funzionari detti “difensori delle Citta’” con l’ incrico oltre che proteggere i vecchi edifici , anche di risolvere i problemi ordinari dei cittadini ; a proposito della tutela e conservazione dei vecchi edifici di Roma , Maioriano mise anche fine alla vendita delle antiche statue che era stata permessa dall' Imperatore Avito .

Anche durante il regno ostrogoto di Teodorico si ebbe una rinascita protettiva verso i monumenti antichi , tanto che , secondo Cassiodoro , Teodorico era chiamato “amator fabricarum et restaurator civitatum” , rimettendo in vigore precedenti leggi , istitui’ anche un corpo di operai diretti da un “curator operum pubblicorum” con il compito di salvare e restaurare i vecchi edifici imperiali di Roma e dell’ Italia .

Insomma prima e dopo della caduta di Roma si cerco' di salvaguardare e proteggere i vecchi edifici di Roma imperiale e dell' Italia romana , fu forse una forma di orgoglio nazionale , ma anche di rispetto e ammirazione da parte dei primi invasori barbari che definirono Roma una Citta abitata da dei , tanto erano attoniti di fronte alla grandiosita' degli edifici . Rispetto civico che ando' sempre piu' scemando nei secoli successivi , arrivando alla demolizione quasi completa della Roma classica i cui "cocci" servirono per la Roma medievale e rinascimentale .

In foto alcune monete di Maioriano e Teodorico , che omaggio' Roma con la serie di monete Invicta Roma , tra i primi protettori di Roma antica .

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theodoric.jpg

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...magari avessero riutilizzato i materiali! Parte dei marmi finirono nelle calcinaie! Chissà quante opere finite in calce!

https://www.romanoimpero.com/2012/03/devastazione-di-roma-calcinare-16.html

Testo datato e ristampato recentemente:

https://www.intramoenia.it/blog/news/lanciani-e-la-distruzione-di-roma-antica/

Ciao

Illyricum

;)

 

 

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8 minuti fa, Illyricum65 dice:

...magari avessero riutilizzato i materiali! Parte dei marmi finirono nelle calcinaie! Chissà quante opere finite in calce!

https://www.romanoimpero.com/2012/03/devastazione-di-roma-calcinare-16.html

Testo datato e ristampato recentemente:

https://www.intramoenia.it/blog/news/lanciani-e-la-distruzione-di-roma-antica/

Ciao

Illyricum

;)

 

 

Si e' vero quanto scrivi , si parlava pero' di riutilizzo dei materiali antichi . Se tu vivessi a Roma e visitassi con attenzione il centro storico , vedresti che rocchi di colonne e frammenti di marmi vari , sono ancora oggi inglobati nei muri dei palazzi del centro storico e parliamo di palazzi dal XVII secolo fino grosso modo alla fine del XIX  , figuriamoci nel medioevo o primo rinascimento quanti marmi antichi depredati dagli antichi monumenti erano alla base od ornavano la case di allora . ?

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L'Abate di Montecassino Desiderio (1027-1087) poi Papa Vittore III, ha fama di grande cultore delle arti e costruttore : opera importante da lui voluta, la costruzione della nuova basilica di Montecassino consacrata nel 1070 .

Per questa costruzione, Desiderio andò di persona a Roma per cercare e procurarsi, anche acquistandoli direttamente (Chronica monasterii Casinensis III , 26) colonne, capitelli ed opere in marmo da reimpiegare nel nuovo cantiere .

 

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26 minuti fa, VALTERI dice:

L'Abate di Montecassino Desiderio (1027-1087) poi Papa Vittore III, ha fama di grande cultore delle arti e costruttore : opera importante da lui voluta, la costruzione della nuova basilica di Montecassino consacrata nel 1070 .

Per questa costruzione, Desiderio andò di persona a Roma per cercare e procurarsi, anche acquistandoli direttamente (Chronica monasterii Casinensis III , 26) colonne, capitelli ed opere in marmo da reimpiegare nel nuovo cantiere .

 

Infatti , per non parlare poi delle antiche Chiese romane o d' Italia , ornate tutte con colonne , architravi , baldacchini , balaustre , di marmi antichi , lavorati oppure prelevati , come le colonne , da templi pagani o da edifici dell' antica Roma . 

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La spoliazione fu fatta anche da Costante II, 

Riguardo  il suo arrivo a Roma; ( Fonte :sempre http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/storia-e-identita/storia-antica-e-di-roma/2930-costante-ii-in-italia)

"Campidoglio, le terme, l'Anfiteatro di Tito, il Pantheon, il tempio di Venere e di Roma, le colonne degli imperatori, il foro della Pace, il teatro di Pompeo, l'Odeon, lo stadio di Domiziano e, specialmente, il foro di Traiano. Dopo trecento e sei anni di una storia piena di avvenimenti, in parte spaventosi, un imperatore romano stava nuovamente innanzi a quei monumenti: la sua barbara ignoranza avrà appena conosciuto qualcuno di quei nomi di cui s'era impadronita la leggenda, poiché gli studiosi di antichità della città di allora, se anche qualcuno di essi lo avrà accompagnato, erano incapaci di illustrarli con la parola erudita di Cassiodoro.  I tre secoli, Roma s'era trasformata come una crisalide. Il tempio di Giove era rovinato da molto tempo; abbandonate e cadute erano le terme; le fontane non gettavano più una goccia d'acqua; l'erba cresceva folta nell'anfiteatro e le sue mura crollavano. Una piccola parte del palazzo imperiale  serviva di dimora, rovinato il resto; il foro della Pace e tutti gli altri fori, seminati di ruderi o deserti;  solo la colonna del foro di Traiano, come quella di Marc'Aurelio, si ergeva maestosamente tranquilla tra templi vacillanti e biblioteche vuote, dove qua e là, contro la caduta e l'oblio, lottava ancora qualche statua annerita di qualche genio greco o romano.  Circo e teatri, da molto tempo curvati sotto il peso dell'età, erano in piena decadenza; il gran tempio di Venere e di Roma, che solo recentemente era stato scoperchiato del suo tetto, era precipitato a metà.  E dovunque si posava lo sguardo tra i monumenti cadenti per vecchiaia, si vedevano chiese fatte coi materiali di quelli, o conventi che si addossavano ad essi, oppure infine  templi cambiati in chiese. Dovunque, Roma era sopravvissuta alla trasformazione ed alla trasposizione dei suoi monumenti,  vedendosi ora templi mutati in basiliche, e marmi e colonne e architravi divelti dagli edifici per ornare chiese vicine o lontane.

Una duplice Roma perciò si mostrava agli occhi di Costante:  una antica ed una nuova, come accade ancora oggi.  E, come oggi, l'anfiteatro di Tito era il centro dell'antica Roma. (…)

È difficile che l'imperatore greco meditasse mestamente sulle sorti della capitale del mondo; e piuttosto, quando con vacua e rapida curiosità faceva correre lo sguardo sui ruderi di Roma, roba sua, trovava che restavano ancora degli oggetti per appagare la sua cupidigia. Parecchie statue, di bronzo, si ergevano ancora nelle vie e nelle piazze, come le aveva già viste Procopio, e può darsi che i bizantini, i quali andavano in giro frugando,  le cercassero avidamente anche nei templi chiusi. Il pontefice mostrava al suo ospite il Pantheon, dono imperiale fatto alla Chiesa; Costante ne vide il tetto di bronzo dorato sfavillare sotto i raggi del sole , e, senza che lo trattenesse il rispetto alla Vergine e a tutti quanti i martiri,  ordinò che sul suo naviglio si caricassero quelle tegole preziosissime.  A malincuore risparmiò i quadrelli dorati che ricoprivano il tetto di S. Pietro, poiché impediva di strapparli la santità della basilica oppure il timore di far sollevare i romani. Dodici giorni soli dimorò Costante a Roma, e tanto bastò perché la città  fosse derubata de' suo ultimi tesori antichi di bronzo, fino ai più piccoli avanzi. La splendida statua equestre di marco Aurelio, in bronzo dorato,  sfuggì solo come per miracolo all'avidità del predone bizantino. (…)

Nel giorno della sua partenza l'imperatore volle assistere ancora una volta alla messa sulla tomba dell'apostolo; poi, accomiatatosi dal papa, veleggiò col suo bottino per Napoli. Ma né egli né Costantinopoli dovevano godere del saccheggio di Roma.  Nell'antica Siracusa - dove Costante aveva fissato la sua dimora nell'isola Ortigia, in cui accumulava il danaro spremuto, con balzelli, dalla Sicilia,  dalle Calabrie, dall'Africa e dalla Sardegna, e dove ammassava perfino gli arredi  d'altare delle chiese - quattro anni dopo era ucciso, mentre era nel bagno; uno schiavo gagliardo gli rompeva il cranio con un vaso di bronzo. I capolavori artistici di Roma, deposti nella città isolana, cadevano subito dopo nelle mani dei Saraceni, allorché essi conquistarono Siracusa.» ( Ferdinand Gregorovius, «Storia della città di Roma nel Medioevo» (titolo originale: «Geschichte  der Stadt Rom in Mittelalter», traduzione a cura di Luigi Trompeo, casa Editrice Fratelli Melita, 1988, vol., 2, pp. 179-85):

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Ripropongo dal post di apertura, il medaglione aureo di Teodorico : mm. 33 x g. 15,32 (compresa chiusura saldata al rovescio)

Già in coll. F. Gnecchi, dal 1923 al Museo Nazionale Romano

2002.jpg

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18 minuti fa, VALTERI dice:

Ripropongo dal post di apertura, il medaglione aureo di Teodorico : mm. 33 x g. 15,32 (compresa chiusura saldata al rovescio)

Già in coll. F. Gnecchi, dal 1923 al Museo Nazionale Romano

2002.jpg

Visto al Museo.. Una cosa meravigliosa

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10 ore fa, Adelchi66 dice:

Notare il cranio a "torre" tipico delle elites gote, ottenuto tramite bendaggio stretto in età infantile. 

Ciao , esco un attimo dal tema del post solo per rispondere ad @Adelchi66 : non sapevo che anche i Goti usassero questa pratica , mi era noto infatti che stringere il bendaggio intorno alla testa dei bambini fosse un' usanza di alcuni popoli dell' area mediterranea , vedi ad esempio gli Egizi , e di quelli del centro e sud America . Ci sono dimostrazioni antropologiche sui Goti , ovvero sui Re Goti , che usassero tale pratica , oppure e' una ipotesi dovuta alla forma dei capelli ? se fosse dovuta alla seconda ipotesi , questa immagine di Teodorico potrebbe essere solo un modo esagerato di far risaltare la sua capigliatura .

P.S. ricevuta risposta si prega di non inoltrarci oltre su questo argomento fuori tema , grazie .

Teschi egizi

crani1.jpg

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Ciao @Adelchi66 e grazie per averci illustrato una usanza gota che personalmente non conoscevo .

Non capisco perché non abbiano eletto te Curatore di Sezione , vedendo i tuoi libri immagino che sei espertissimo dell' alto medioevo e dell' area nord orientale dove si stanziarono gruppi Goti dopo la sconfitta di Teia .

Modificato da Ospite
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1 ora fa, Agricola dice:

Ciao @Adelchi66 e grazie per averci illustrato una usanza gota che personalmente non conoscevo .

Non capisco perché non abbiano eletto te Curatore di Sezione , vedendo i tuoi libri immagino che sei espertissimo dell' alto medioevo e dell' area nord orientale dove si stanziarono gruppi Goti dopo la sconfitta di Teia .

Grazie del l'apprezzamento, ma non ho ne il tempo ne le capacità tecniche per fare il curatore di una sezione, ci sono altri più adatti allo scopo, vedi un certo @Agricola  ?

Io sono e resto un amatore della storia che ogni tanto si affaccia sul Forum e che se può da il suo contributo. 

Ciau. 

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