Aristarco Posted May 14, 2020 Share #1 Posted May 14, 2020 Qualcuno ha mai fatto un calcolo su quante monete i Romani coniarono dal III sec. a.C. al V sec. d.C. . Naturalmente il calcolo risulterebbe indicativo e non assoluto, dato che credo sarebbe impossibile quantificare ogni coniazione effettuata. Orientativamente in sette secoli di coniazione, quante monete saranno state coniate? Ho questa curiosità Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ARES III Posted May 14, 2020 Share #2 Posted May 14, 2020 (edited) Bella domanda. Bisognerebbe prima fare una suddivisione in macro epoche: 1- monarchia 2-repubblica 3- impero. Se per periodo monarchico possiamo avere un più limitato numero di monete, la questione per per le altre epoche si complica dal momento che bisogna fare un distinguo se per monete romane si intendono solo quelle coniate delle autorità romane in territorio romano oppure anche quelle coniate dai Romani nei territori vassalli o le monetazione cosiddette coloniali. Edited May 14, 2020 by ARES III Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Burkhard Posted May 14, 2020 Share #3 Posted May 14, 2020 Per il periodo monarchico direi zero Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ARES III Posted May 14, 2020 Share #4 Posted May 14, 2020 Qualcosetta @Burkhard invece c'è : "tutto il periodo monarchico (753-509 a.C.) e parte del periodo repubblicano, fino al III secolo a.C., il commercio si basava.... su una forma di baratto che sfruttava come mezzo di scambio scarti di lavorazione di bronzo informi (aes rude), in base al valore intrinseco, ossia il valore del materiale.... Il valore dell'aes rude era determinato dal peso e quindi doveva essere pesato ad ogni transazione. Su iniziativa di singoli mercanti, quindi, si iniziò ad utilizzare getti in bronzo di forma rotonda o rettangolare su di cui era riportato il valore, detti aes signatum, sulla cui superficie venivano impressi simboli dei marchi che richiamavano l'autorità dell'emittente, e ne garantivano l'autenticità. L'aes signatium veniva considerato come il primo passo verso una prima forma di moneta". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Adelchi66 Posted May 14, 2020 Share #5 Posted May 14, 2020 2 ore fa, Aristarco dice: Qualcuno ha mai fatto un calcolo su quante monete i Romani coniarono dal III sec. a.C. al V sec. d.C. . Naturalmente il calcolo risulterebbe indicativo e non assoluto, dato che credo sarebbe impossibile quantificare ogni coniazione effettuata. Orientativamente in sette secoli di coniazione, quante monete saranno state coniate? Ho questa curiosità Direi miliardi di monete. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Aristarco Posted May 14, 2020 Author Share #6 Posted May 14, 2020 anche io penso che per il periodo monarchico non vi fossero monete. Se non erro la moneta come la conosciamo nacque in Lidia nel VII.VI secolo a.C. Posso sbagliarmi però. La monetazione in Roma ,sempre che non vada errato, inizia dagli ultimi del IV sec. a.C. con la monetazione campana, per poi seguire anche con monete anonime e delle gentes. Quelle che più mi affascinano sono quelle famigliari ed imperiali. Per il numero, penso che con l'avanzare del dominio romano ci furono più zecche, più spese, ergo più denaro...miliardi di monete suppongo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ARES III Posted May 14, 2020 Share #7 Posted May 14, 2020 L'aes rude (cioè il rame in pezzi informi, di peso variabile, da oltre due chili a pochi grammi) "veniva usato come mezzo di scambio, a Roma e nel Lazio... I più antichi depositi risalgono al VII secolo a.C., i più recenti al III secolo a.C.: in quest’epoca l’aes rude aveva perso la sua funzione di mezzo di pagamento e sopravviveva solo come offerta votiva. Anche gli autori antichi citano tale mezzo di scambio e di misura del valore; tra gli altri Plinio, che, in un passo famoso della Naturalis Historia, riferisce: “Il re Servio impresse per primo un segno sul rame; Timeo riferisce che prima a Roma era usato il rame rozzo”. Un re di Roma (Servio), che imprime un segno (quindi un simbolo o un segno dell'autorità statale) su un pezzo di rame.... questo alloro come lo definite? Ritengo che si può qui parlare di moneta (aes signatum) anche perché se tale viene considera dai Romani, chi siamo noi per dire che ciò non lo fosse? Nat. Hist., 33, 3, 13.: Servius rex-primus signavit aes. Antea rudi usos Romae Timaeus tradit. Signatum est nota pecudum unde et pecunia appellata Certamente non è una moneta standard a cui siamo poi abituati, ma non per questo possiamo sottovalutare o declassare questo. https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESR 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Burkhard Posted May 14, 2020 Share #8 Posted May 14, 2020 Ciao @ARES III, il passo di Plinio che citi è da sempre molto discusso fra i numismatici e gli storici. Scorrendo un paio di libri dedicati alle origini della monetazione romana da autori di primo piano (A. Savio, che fu mio maestro e P. Grierson) si trova sempre una netta distinzione tra la "moneta" e le sue manifestazioni pre-monetali, arcaiche. Penso che a una domanda come "quante monete coniarono i Romani?" non si possa rispondere considerando anche aes rude e aes signatum, che monete structu sensu non erano; se invece la domanda fosse stata posta come: "quanti sistemi di misurazione del valore ebbero i Romani?", allora le cose cambierebbero. A tal proposito, F. Barello scrisse nel suo "Archeologia della moneta" (Carocci, 2006, p. 182): "tornando al ruolo di Servio Tullio, è più probabile che [...] la notizia dell'introduzione della marcatura del metallo nel corso del suo regno si riferisse, originariamente, all'introduzione di un sistema di pesi di riferimento per il metallo, da utilizzare come strumento di misura del valore. In questo senso appare coerente la notizia della riforma, da parte del re, del census, ovvero della quantificazione della ricchezza patrimoniale dei cittadini, computando le tasse non più a persona (viritim), ma sulla base dell'effettiva ricchezza (pro habitu pecuniarium) (Livio I, 42). Per far ciò era necessario disporre di un sistema di valutazione e questo potrebbe coincidere con l'introduzione della libbra di bronzo come unità di riferimento, all'interno di un'organizzazione sociale essenzialmente timocratica". Penso che la domanda di @Aristarco volesse comprendere esclusivamente le monete "standard" ("coniate", ma anche fuse, almeno così mi è parso di capire). Se ho male interpretato, chiedo venia ? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Aristarco Posted May 14, 2020 Author Share #9 Posted May 14, 2020 no io parlavo in generale di monete, e coniate e fuse Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ARES III Posted May 14, 2020 Share #10 Posted May 14, 2020 Anche volendo eliminare il periodo monarchico, la questione delle monete romane resta: cosa vogliamo considerare tali solo quelle emesse da un'autorità romana in territorio romano o anche quelle emesse da altre autorità (libere/semi-indipendenti/assoggettate completamente) e/o in territori extra-romani ? Ripeto la cosa non è banale ne politicamente, ne numericamente parlando @Aristarco, perché quante autorità vassalle ebbero i Romani lungo tutta la loro storia? O anche quante monete locali (di occupazione ad es.) furono emesse dai Romani ? O quante monete emesse da autorità straniere libere ed amiche dei Romani furono realizzate ( si pensi alle monete dei Numidi o del regno del Bosforo) ? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Aristarco Posted May 14, 2020 Author Share #11 Posted May 14, 2020 1 minuto fa, ARES III dice: Anche volendo eliminare il periodo monarchico, la questione delle monete romane resta: cosa vogliamo considerare tali solo quelle emesse da un'autorità romana in territorio romano o anche quelle emesse da altre autorità (libere/semi-indipendenti/assoggettate completamente) e/o in territori extra-romani ? Ripeto la cosa non è banale ne politicamente, ne numericamente parlando @Aristarco, perché quante autorità vassalle ebbero i Romani lungo tutta la loro storia? O anche quante monete locali (di occupazione ad es.) furono emesse dai Romani ? O quante monete emesse da autorità straniere libere ed amiche dei Romani furono realizzate ( si pensi alle monete dei Numidi o del regno del Bosforo) ? miliardi penso Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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