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Nuove scoperte in Israele


ARES III

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In Israele riemergono ‘pezzi’ di Bibbia: archeologi ritrovano un’antica fortezza dell’epoca del Re Davide

Scavo archeologico in Israele riporta alla luce un antica fortezza biblica: civiltà delle quali si erano quasi perse le tracce riemergono dal passato

Pezzi di storia e di Bibbia che riemergono dal passato. Di recente sulle alture del Golan, in Israele, durante scavi esplorativi prima della costruzione di un nuovo quartiere, è stato rinvenuto quello che potrebbe essere il più antico insediamento fortificato risalente all’epoca di Davide, secondo re di Israele, databile a circa 3.000 anni fa. All’interno dei resti del forte nel sito di Haspin, nel nord di Israele, datato all’XI-IX secolo a.C., sono state rinvenute le incisioni rupestri di due figure che tengono le braccia in alto, forse in preghiera e probabilmente rivolte verso la Luna. Non è ancora noto chi presidiasse la fortezza, costruita con grandi massi di basalto e muri larghi quasi un metro e mezzo. Come ha spiegato al “Times of Israel” Ron Be’eri, consulente scientifico della Israel Antiquities Authority, l’ipotesi è che la fortezza dell’era del re Davide (che rese gli israeliti, con loro capitale Gerusalemme, un popolo stanziale e organizzato) possa essere la prima prova della presenza dei geshuriti citati nella Bibbia. “Nel momento in cui gli imperi egiziano e ittita vengono distrutti si crea un grande vuoto. Non abbiamo resoconti scritti di quell’epoca e torniamo a una sorta di ‘preistoria’ in cui possiamo fare affidamento solo su manufatti fisici. Quindi si entra nel campo delle supposizioni”, ha spiegato l’archeologo israeliano.

Il piccolo forte ritrovato ora venne costruito su una collina che poteva servire come punto d’osservazione in una posizione strategica, sopra il canyon del fiume El-Al. Secondo Be’eri, il forte testimonia l’era di conflitti e della lotta per il controllo iniziata dopo la caduta dell’impero ittita settentrionale intorno al 1180 a.C. Tra i popoli che si battevano c’erano i geshuriti, ovvero un gruppo di aramei la cui capitale si trovava nell’odierna Betsaida, a nord del Mar di Galilea. Come ha spiegato Be’eri, è altamente probabile che il forte di Haspin (o Hispin) appartenesse al popolo geshurita o a un altro gruppo arameo. Le testimonianze fisiche di questi popoli giunte fino a noi sono poche e nessuna documentazione testuale esterna a parte alcune citazioni nella Bibbia. I manufatti israeliti dell’epoca visibili ancora oggi sono tanti, ma vi sono molti meno resti lasciati dai popoli aramei. Gli esempi più vicini ai reperti del forte si trovano nel sito archeologico di Tel Bethsaida.

Come è spiegato dalla della Israel Antiquities Authority, lo scavo archeologico del sito è stato eseguito principalmente da residenti e giovani locali. “È possibile che il forte fosse presidiato dai geshuriti, che secondo la Bibbia, governarono nel Golan meridionale e intrattenevano relazioni diplomatiche con il re Davide e la dinastia davidica. Il complesso che abbiamo esposto è stato costruito in una posizione strategica sulla piccola collina, sopra il canyon El-Al, che domina la regione, in un punto in cui era possibile attraversare il fiume – spiegano i direttori degli scavi, Barak Zin ed Enno Bron -. Durante lo scavo è stato scoperto un altro raro ed emozionante ritrovamento, una grande pietra di basalto con incisione schematica di figure a due corna con braccia aperte. Potrebbe esserci anche un altro oggetto accanto a loro. È interessante notare che nel 2019, una figura scolpita su una stele di pietra cultuale è stata trovata nel progetto di spedizione di Bethsaida, diretto dal dottor Rami Arav della Nebraska University, a Betsaida appena a nord del Mare di Galilea.

La stele, raffigurante una figura cornuta con le braccia aperte, è stata eretta accanto a una piattaforma rialzata (bama) adiacente alla porta della città. Questa scena è stata identificata da Arav come rappresentante del culto del dio della luna. La pietra di Hispin si trovava su uno scaffale vicino all’ingresso e non una, ma vi erano raffigurate due figure. 

Secondo gli archeologi, è possibile che una persona che ha visto l’imponente stele di Betsaida, abbia deciso di creare una copia locale della stele reale. La città fortificata di Betsaida è considerata dagli studiosi la capitale del regno arameo di Geshur, che governò il Golan centrale e meridionale 3000 anni fa . Le città del Regno di Geshur sono conosciute lungo la costa del Mar di Galilea, tra cui Tel En Gev, Tel Hadar e Tel Sorag, ma i siti sono poco conosciuti nel Golan. Questo complesso fortificato unico solleva nuovi problemi di ricerca sull’insediamento del Golan nell’età del ferro. A seguito di questa scoperta, verranno apportate modifiche ai piani di sviluppo insieme al Ministero dell’edilizia abitativa e delle costruzioni, in modo che l’unico complesso fortificato non venga danneggiato. Il complesso si svilupperà come un’area aperta lungo la riva del fiume El-Al, dove si svolgeranno attività didattico-archeologiche, come parte del patrimonio culturale e di legame con il passato. Siamo sbalorditi da questi rari risultati e grati per l’opportunità di sperimentare il lavoro sul campo e rafforzare i legami delle giovani generazioni con le loro radici”.

http://www.meteoweb.eu/2020/11/israele-scoperta-archeologica-fortezza-bibbia-re-davide-foto-video/1506743/

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  • 6 mesi dopo...

Israele: trovata un’iscrizione alfabetica di 3,450 anni fa che riscriverebbe la storia

scrittura-1-500x300.jpg
La più antica iscrizione alfabetica, mai scoperta, risale a ben 3.450 anni fa che colmerebbe ”il vuoto” della trasmissione della scrittura

Un team di archeologi dell’Istituto di Archeologia dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha realizzato una scoperta a dir poco eccezionale: un frammento di una ciotola nel sito di Tel Lachish, con un’ iscrizione alfabetica ritenuta una delle più antiche mai ritrovate. Il sito archeologico di Lachish, nel centro sud di Israele, è uno dei più rilevanti nel Levante meridionale, area comprendente l’odierno Israele, il Libano e la Palestina, per quanto riguarda l’età del bronzo e la successiva del ferro. Ma perché questo piccolo frammento riveste un ruolo così importante nella ricostruzione dell’origine della scrittura? A spiegarlo è Felix Höflmayer, uno dei ricercatori autore della scoperta, che sottolinea come le prime prove di scrittura, basata su sistema di lettere che 

rappresentano i suoni, vennero scoperte nella penisola del Sinai e nella Valle del Nilo. Si tratta di testi risalenti a circa 3.900 anni fa. Fino ad oggi era comunemente accettato che i simboli alfabetici fossero apparsi nel sud del Levante, invece, solo nel XIII secolo, cioè circa ben 3.300 anni fa. Il divario di seicento anni tra i due periodi ha da sempre incuriosito gli esperti. Ma l’iscrizione di Lachish, databile 3.450 anni, rappresenta, ora, un tassello mancante al puzzle dell’origine della scrittura rappresentando ”l’anello mancante” tra le due epoche fino ad oggi inspiegabilmente lontane.

Frammento-alfabeto-Uni_cambridge.org_-50

I caratteri iscritti, distribuiti in diagonale su due diverse linee, stanno mettendo a dura prova gli studiosi che cercano di decifrarli. Il testo infatti, è troppo breve e incompleto. Per gli esperti la prima tipologia di scrittura alfabetica si diffuse nel Levante meridionale verso la fine della media Età del Bronzo ed era già usata almeno nella metà del XV secolo a.C. a Tel Lachish. L’arrivo è riconducibile al periodo nel quale la dinastia degli Hyksos governò, insieme, sia l’Egitto settentrionale che il Levante per oltre cento anni e fino al 1550 a.C. Gli Hyksos erano una popolazione dell’Asia occidentale, forse discendente dagli antichi emigrati provenienti proprio del Levante. Si tratta di un fattore che indica come i rapporti commerciali tra il Levante e l’area egiziana fossero favorevoli anche per la diffusione, in maniera del tutto pacifica, della scrittura alfabetica.

tel-lachish-500x321.jpg Sito cananeo di Tel Lachish

Dunque l’uso del primo alfabeto non sarebbe avvenuto attraverso rapporti di forza, contrariamente a quanto ritenuto finora. In passato, infatti, molti archeologi credevano che l’alfabeto primitivo non fosse stato introdotto nella terra di Canaan fino al XIV o XIII secolo a.C., in una fase nella quale l’Egitto dominava direttamente l’odierna Palestina e dove aveva imposto con la forza il sistema amministrativo e, di conseguenza, la scrittura. Ma il manufatto di Lachish, che è più antico di oltre cento anni rispetto a questa fase, dimostra come la scrittura alfabetica fosse già giunta, in quell’epoca, nel Levante ben prima della conquista violenta egiziana. Per gli esperti il frammento di ceramica proviene da una ciotola importata dalla vicina isola di Cipro. Nulla di strano, visto che all’epoca la città di Lachish rappresentava un importante centro cananeo dove provenivano i traffici dall’intero Mediterraneo orientale. Ma cosa c’è scritto su questi frammenti di ceramica? Per gli esperti che hanno proposto una prima interpretazione, la lettura da destra a sinistra, consentirebbe di leggere le prime tre lettere come «’bd»,forse «ebed» e potrebbe indicare la parola ”schiavo”. Si tratta una radice comune ne

https://www.scienzenotizie.it/2021/04/25/israele-trovata-uniscrizione-alfabetica-di-3450-anni-fa-che-riscriverebbe-la-storia-3245216/amp

 

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Archaeologists Find 3,450-Year-Old Alphabetic Inscription in Israel

 

A team of archaeologists from the Austrian Archaeological Institute and the Hebrew University of Jerusalem’s Institute of Archaeology has discovered an inscribed sherd at the site of Tel Lachish, which is located in the Shephelah region in modern-day Israel and is one of the most prominent Bronze and Iron Age sites of the Southern Levant. Dating to the 15th century BCE, the newly-discovered inscription is currently the oldest securely dated alphabetic inscription from the Southern Levant.

http://cdn.sci-news.com/images/2021/04/image_9571-Tel-Lachish-Inscription.jpg

The 3,450-year-old alphabetic inscription on a sherd from Tel Lachish, Israel. Image credit: J. Dye, Austrian Academy of Sciences.

“This sherd is one of the earliest examples of early alphabetic writing found in Israel,” said lead author Dr. Felix Höflmayer, a researcher at the Austrian Archaeological Institute.

The inscribed sherd is an approximately 4 by 3.5 cm rim fragment from a milk bowl imported from Cyprus.

The inner surface of the sherd’s rim is inscribed in dark ink, with letters written diagonally.

“Two lines each containing three letters can be discerned,” Dr. Höflmayer and his colleagues explained.

“Two additional characters are visible on the right side of the upper line, and another is visible between the two lines.”

“Our suggested reading for the top line is from right to left:

The first letter can be identified as ʿayin (ע), which is based on the Egyptian hieroglyph ‘eye.’ As in most early alphabetic inscriptions from the Southern Levant, the letter is shaped like a circle, resembling an iris with the pupil missing.

The second letter can be identified as bet (ב), which is based on the Egyptian hieroglyph ‘house.’ The letter has a rectangular shape with one corner open.

The third letter can be read as dalet (ד), based on the Egyptian hieroglyph ‘door.’ The suggested reading for this line may therefore be עבד, meaning ‘slave,’ and could be part of a personal name.”

“The suggested reading for line two is also from right to left:

The first letter can be identified as nun (נ), which derives from the Egyptian hieroglyphs ‘horned viper’ and/or ‘cobra.’ This letter can also be identified between lines one and two, and on the right side of line one.

The second letter can be identified as pe (פ). While it is not entirely certain from which sign this character is derived, the hieroglyph for ‘corner’ has been suggested. This sign is uncommon in Middle Kingdom inscriptions from Sinai and may represent a building tool.

The third letter can be identified as tav (ת), and it is again unclear on which sign the character is based. It could be the hieroglyph for ‘crossed planks.’

The suggested reading for line two is therefore נפת, which in Hebrew means ‘honey’ or ‘nectar.’ If read from left to right — תפנ — this term could be a verb from the root פני (‘to turn’), or part of an unknown name.”

The inscription is approximately 3,450 years old, making it the oldest securely dated alphabetic inscription from the Southern Levant, and may be regarded as the ‘missing link’ in the alphabet’s history.

“The early alphabet developed in association with Canaanite miners in Sinai — or, at least, was taken up by them — during the Middle Kingdom in the 18th century BCE,” the archaeologists said.

“We suggest that early alphabetic writing spread to the Southern Levant during the late Middle Bronze Age (with the Lachish Dagger probably being the earliest attested example), and was in use by at least the mid-15th century BCE at Tel Lachish.”

“Thus, the proliferation into the Southern Levant probably happened during the Middle Bronze Age and the Egyptian Second Intermediate Period, when a dynasty of Western Asiatic origin — the Hyksos — ruled the northern parts of Egypt.”

“The new alphabetic inscription from Tel Lachish provides fresh evidence to contextualize the spread of the early alphabet within the period of Hyksos domination over the Nile Delta and its still enigmatic connections with Middle Bronze Age city-states in the Southern Levant,” they added.

“Furthermore, the new early alphabetic inscription dates to a period that also saw the earliest attested hieratic writing at Tel Lachish, and when Lachish is mentioned for the first time in Egyptian sources during the reign of Amenhotep II.”

“We now can show that early alphabetic writing in the Southern Levant developed independently of, and well before, the Egyptian domination and floruit of hieratic writing during the 19th and 20th dynasties (the 13th and 20th centuries BCE).”

The findings were published in the journal Antiquity.

_____

Felix Höflmayer et al. Early alphabetic writing in the ancient Near East: the ‘missing link’ from Tel Lachish. Antiquity, published online April 15, 2021; doi: 10.15184/aqy.2020.157

 
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Il 17/5/2021 alle 18:52, ARES III dice:

Israele: trovata un’iscrizione alfabetica di 3,450 anni fa che riscriverebbe la storia

scrittura-1-500x300.jpg

La più antica iscrizione alfabetica, mai scoperta, risale a ben 3.450 anni fa che colmerebbe ”il vuoto” della trasmissione della scrittura

Un team di archeologi dell’Istituto di Archeologia dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha realizzato una scoperta a dir poco eccezionale: un frammento di una ciotola nel sito di Tel Lachish, con un’ iscrizione alfabetica ritenuta una delle più antiche mai ritrovate. Il sito archeologico di Lachish, nel centro sud di Israele, è uno dei più rilevanti nel Levante meridionale, area comprendente l’odierno Israele, il Libano e la Palestina, per quanto riguarda l’età del bronzo e la successiva del ferro. Ma perché questo piccolo frammento riveste un ruolo così importante nella ricostruzione dell’origine della scrittura? A spiegarlo è Felix Höflmayer, uno dei ricercatori autore della scoperta, che sottolinea come le prime prove di scrittura, basata su sistema di lettere che 

rappresentano i suoni, vennero scoperte nella penisola del Sinai e nella Valle del Nilo. Si tratta di testi risalenti a circa 3.900 anni fa. Fino ad oggi era comunemente accettato che i simboli alfabetici fossero apparsi nel sud del Levante, invece, solo nel XIII secolo, cioè circa ben 3.300 anni fa. Il divario di seicento anni tra i due periodi ha da sempre incuriosito gli esperti. Ma l’iscrizione di Lachish, databile 3.450 anni, rappresenta, ora, un tassello mancante al puzzle dell’origine della scrittura rappresentando ”l’anello mancante” tra le due epoche fino ad oggi inspiegabilmente lontane.

Frammento-alfabeto-Uni_cambridge.org_-50

I caratteri iscritti, distribuiti in diagonale su due diverse linee, stanno mettendo a dura prova gli studiosi che cercano di decifrarli. Il testo infatti, è troppo breve e incompleto. Per gli esperti la prima tipologia di scrittura alfabetica si diffuse nel Levante meridionale verso la fine della media Età del Bronzo ed era già usata almeno nella metà del XV secolo a.C. a Tel Lachish. L’arrivo è riconducibile al periodo nel quale la dinastia degli Hyksos governò, insieme, sia l’Egitto settentrionale che il Levante per oltre cento anni e fino al 1550 a.C. Gli Hyksos erano una popolazione dell’Asia occidentale, forse discendente dagli antichi emigrati provenienti proprio del Levante. Si tratta di un fattore che indica come i rapporti commerciali tra il Levante e l’area egiziana fossero favorevoli anche per la diffusione, in maniera del tutto pacifica, della scrittura alfabetica.

tel-lachish-500x321.jpg Sito cananeo di Tel Lachish

Dunque l’uso del primo alfabeto non sarebbe avvenuto attraverso rapporti di forza, contrariamente a quanto ritenuto finora. In passato, infatti, molti archeologi credevano che l’alfabeto primitivo non fosse stato introdotto nella terra di Canaan fino al XIV o XIII secolo a.C., in una fase nella quale l’Egitto dominava direttamente l’odierna Palestina e dove aveva imposto con la forza il sistema amministrativo e, di conseguenza, la scrittura. Ma il manufatto di Lachish, che è più antico di oltre cento anni rispetto a questa fase, dimostra come la scrittura alfabetica fosse già giunta, in quell’epoca, nel Levante ben prima della conquista violenta egiziana. Per gli esperti il frammento di ceramica proviene da una ciotola importata dalla vicina isola di Cipro. Nulla di strano, visto che all’epoca la città di Lachish rappresentava un importante centro cananeo dove provenivano i traffici dall’intero Mediterraneo orientale. Ma cosa c’è scritto su questi frammenti di ceramica? Per gli esperti che hanno proposto una prima interpretazione, la lettura da destra a sinistra, consentirebbe di leggere le prime tre lettere come «’bd»,forse «ebed» e potrebbe indicare la parola ”schiavo”. Si tratta una radice comune ne

https://www.scienzenotizie.it/2021/04/25/israele-trovata-uniscrizione-alfabetica-di-3450-anni-fa-che-riscriverebbe-la-storia-3245216/amp

 

Ma perché "nuova scoperta che riscrive la storia"? E' nel 1904 che Sir F. Petrie ha scoperto le iscrizioni cananee nel tempio di Serabit, decifrate venti trent'anni dopo, su iniziativa di Gardiner.

Era li che dopo aver offerto alla dea vacca Hathor un minatore semita scrive (con grafia a struttura alfabetica alfabetica ! ) "Sono Shamilat il minatore, comando la miniera numero quattro".

 

Modificato da chievolan
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3 ore fa, chievolan dice:

Ma perché "nuova scoperta che riscrive la storia"?

Forse perché 

Il 17/5/2021 alle 18:54, ARES III dice:

The inscription is approximately 3,450 years old, making it the oldest securely dated alphabet inscription from the Southern Levant

Il 17/5/2021 alle 18:54, ARES III dice:

and may be regarded as the ‘missing link’ in the alphabet’s history

 

Quello che dici è esatto:

3 ore fa, chievolan dice:

E' nel 1904 che Sir F. Petrie ha scoperto le iscrizioni cananee nel tempio di Serabit, decifrate venti trent'anni dopo, su iniziativa di Gardiner.

Era li che dopo aver offerto alla dea vacca Hathor un minatore semita scrive (con grafia a struttura alfabetica alfabetica ! ) "Sono Shamilat il minatore, comando la miniera numero quattro".

Basta andare su 

http://www.antikitera.net/news.asp?ID=8575&TAG=Fenici&page=3

Ma anche l'articolo lo tiene in considerazione

Il 17/5/2021 alle 18:54, ARES III dice:

The early alphabet developed in association with Canaanite miners in Sinai — or, at least, was taken up by them — during the Middle Kingdom in the 18th century BCE,” the archaeologists said.

L'articolo in italiano è un po' fuorviante ecco perché ho allegato l'articolo fonte.

Comunque tutte queste scoperte sono sempre relative, in quanto si basano su datazioni relativamente certe.

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