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Minosse in Sicilia?


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Minosse sepolto nel Monte Guastanella? La tesi rivoluzionaria

Secondo la teoria avanzata dall'archeologa Rosamaria Rita Lombardo, Minosse, il Re di Creta, sarebbe sepolto nel Monte Guastanella in Sicilia

Il Re Minosse che secondo la mitologia greca fece costruire il labirinto sull’isola di Creta per rinchiudervi il Minotauro, sarebbe sepolto in Sicilia, nel suggestivo Monte Guastanella in provincia di Agrigento.

La tesi rivoluzionaria è stata avanzata dall’archeologa Rosamaria Rita Lombardo: secondo la sua ipotesi, il Monte Guastanella, situato a circa venti chilometri di distanza dalla Valle dei Templi di Agrigento, sarebbe il sito dell’antica città di Camico e sede della tomba-tempio di Minosse.

Il Re di Creta sarebbe stato regolarmente sepolto con grande fasto, secondo le usanze del tempo. Le ricerche dell’archeologa Rosamaria Rita Lombardo sono avvalorate da studi scientifici e archeologi su tutte le fonti esistenti, comprese quelle di Erodoto e Aristotele che citano Camico.

L’enigma del Re Minosse sepolto nel Monte Guastanella

Durante il lungo lavoro di ricerca, l’archeologa nata a Palermo, ha incrociato anche gli studi del grande archeologo Paolo Orsi. La studiosa ha scoperto che Orsi si era messo sulle tracce di un sito protostorico, considerando le varie stratificazioni rinvenibili sul Monte Guastanella.

Per Rosamaria Rita Lombardo, le diverse stratificazioni del monte testimoniano che quello è un insediamento molto più antico di quanto si pensasse e ritiene si tratti di un santuario-sepolcro come quelli che costruivano a Creta.

Secondo il racconto ripreso da Diodoro Siculo nella “Bibliotheca historica“, le vicende del Re Minosse, dopo il mito del Minotauro e le gesta di Dedalo, Teseo, Arianna e Icaro, si sarebbero concluse proprio in Sicilia, dove si era recato come ospite del re sicano Cocalo.

Adesso solo gli scavi nel Monte Guastanella potranno avvalorare o smentire la tesi di Rosamaria Rita Lombardo. Qualora la teoria fosse confermata, sarebbe una scoperta eccezionale, in grado di riscrivere la storia: sarebbe la testimonianza del fatto che i primi contatti tra il mondo egeo e quello dell’Italia meridionale siano avvenuti molto prima rispetto a quanto si pensasse.

Alla scoperta del Monte Guastanella

Il Monte Guastanella si trova tra Raffadali e Santa Elisabetta, in provincia di Agrigento. Situato a 609 metri sul livello del mare, ha una prominenza di circa 250 metri: è formato da scisto gessoso bianco e vetroso, una roccia ruvida e dura ma abbastanza semplice da scavare. In cima al rilievo si trova un sito archeologico che comprende una necropoli e un castello arabo dove venne imprigionato Ursone, il vescovo di Agrigento.

https://initalia.virgilio.it/minosse-sepolto-monte-guastanella-46212

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Minosse e l’enigma del Monte Guastanella nell’Agrigentino al centro delle ricerche dell’archeologa Rosamaria Rita Lombardo

La prof.ssa Lombardo, docente di Lettere e Latino presso l’Istituto Superiore Bertrand Russell, è l’autrice di un saggio scientifico pubblicato con Arbor Sapientiae Editore, nel dicembre 2017: “Minosse e l’enigma del Monte Guastanella. Con Paolo Orsi a Guastanella, in terra di Sicilia, sulle orme dell’ultima dimora del re Minosse: una sorprendente ipotesi archeologica”. Si tratta di uno studio sulle pagine inedite, da lei rinvenute, trascritte e pubblicate, dal taccuino n.148 del 28 maggio 1931 dell’archeologo Paolo Orsi. Nello specifico, questo approfondimento prende avvio da dai taccuini di scavo dell’archeologo roveretano Paolo Orsi, conservati al Museo Regionale di Siracusa, che sembrerebbero confortare l’ipotesi già avanzata dalla Lombardo, secondo cui il Monte Guastanella costituirebbe il sito dell’antica città dedalica di Camico, regale ricettacolo delle spoglie del mitico re cretese Minosse. 

 prof.ssa Lombardo ha approfondito con questo nuovo volume le sue ricerche sull’insediamento di Monte Guastanella che in parte aveva già illustrato nel saggio “L’ultima dimora del re. Una millenaria narrazione siciliana ‘svela’ la tomba di Minosse”. Con appassionata abnegazione la Lombardo ha acceso i riflettori su questo insediamento, quasi sconosciuto sino a prima dei suoi studi, ponendolo all’attenzione delle istituzioni locali e regionali. Grazie a lei questo sito agrigentino, dalla singolare storia plurimillenaria, ha acquisito una visibilità nazionale ed internazionale fino alla candidatura quale sito Unesco prospettata nel 2015 al Convegno studi di cui la Lombardo si era resa curatrice, con l’ambasciatore Emerito Unesco Ray Bondin. Inoltre, la studiosa si è spesa incessantemente per promuovere una campagna di scavi in loco, sotto la sua supervisione. A fronte di una non sempre sollecita risposta delle istituzioni locali sul riconoscimento del serio rilievo da dare alla conoscenza e alla tutela di un rilevante patrimonio archeologico-naturalistico, che sta “alle spalle” di Agrigento e della Valle dei Templi, con la presenza di vestigia, un vero e propoio valore aggiunto per il circuito promozionale del territorio, nonché un fattore di traino turistico. La studiosa ha proseguito le sue ricerche in Sicilia, sino ad approdare di recente a nuove e sbalorditive acquisizioni legate alla titanica figura del grande archeologo Paolo Orsi, che sembrano confortare, legittimare e consacrare appieno le ricerche e l’ipotesi archeologica da lei sostenuta in merito al sito. Un saggio scientifico molto interessante quindi, per cui la studiosa auspica che la collettività scientifica regionale, nazionale ed internazionale, possa trarre nuova linfa vitale.

https://www.zonanove.com/2018/10/minosse-e-lenigma-del-monte-guastanella-nellagrigentino-al-centro-delle-ricerche-dellarcheologa-rosamaria-rita-lombardo/

Minosse-e-larcheologa-foto.jpg

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1 ora fa, aemilianus253 dice:

sono molto scettico.

Opinione legittima: anche la figura di Minosse è leggendaria.

Ho aperto questa discussione ( come tutte le altre) per stimolare un dibattito e ogni posizione merita rispetto. 

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Da un vecchio (1996) manuale di mitologia, unisco lo stralcio dedicato alle figure leggendarie di  Cocalo, Dedalo e Minosse .

Chi, in epoca storica, dal Mediterraneo orientale abbia cercato rapporti in occidente ad esempio con Tartesso, ha sicuramente trovato la Sicilia lungo il tragitto .

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Il mito di Minosse in Sicilia

Il re di Creta aveva raggiunto l’isola spinto dal suo desiderio di vendicarsi di Dedalo che, condannato a restare chiuso nel labirinto con il figlioletto Icaro per l’aiuto sicuramente dato a Teseo nell’uccisione del Minotauro, era riuscito ad evadere in volo con lui grazie a due paia d’ali attaccate alle spalle con della cera. Quando a Cnosso giunse notizia della tragica fine di Icaro che, disubbidendo al padre, si era avvicinato troppo ai raggi del sole che sciolsero la cera facendolo precipitare in mare, ma che Dedalo era ancora vivo e aveva trovato rifugio da qualche parte, Minosse, che non aveva rinunciato a riacciuffare il fuggitivo dal labirinto, escogitò per rintracciarlo questo piano. Allestì una grande flotta con la quale lo cercava ad ogni approdo verso ovest, portando con sé una conchiglia e un filo di lino e promettendo una grossa ricompensa a chiunque avesse trovato il modo di far passare il filo da un capo all’altro della conchiglia, attraverso le sue spirali. Minosse sapeva che solo la genialità di Dedalo avrebbe potuto risolvere questo problema. Infatti, quando Minosse giunse a Camico, antica città nei dintorni di Agrigento, e offrì la conchiglia al re Cocalo proponendogli di tentare la prova, questi la passò a Dedalo che scoprì subito come fare praticando nella conchiglia un forellino, legando il filo di lino a una formica e facendola entrare da lì dopo aver unto il forellino con del miele. La formica uscì dall’altro capo della conchiglia con il filo trascinato lungo tutta la sua spirale. Ma quando Cocalo portò la conchiglia attraversata da un capo all’altro dal filo a Minosse chiedendo la ricompensa promessa, questi, certo d’aver scoperto il nascondiglio di Dedalo, gli ingiunse di consegnarglielo. Solo che Cocalo non volle privarsi dell’ingegnoso artista al suo servizio e decise di uccidere Minosse per salvarlo. Riuscì nel suo intento con l’aiuto delle figlie che, dopo aver convinto Minosse a prendersi un bagno in una delle maestose vasche (costruite da Dedalo) della reggia che sarebbe servito a dargli l’eterna giovinezza, versarono acqua bollente nella vasca, uccidendolo. Le giovani principesse giustificarono poi la morte di Minosse attribuendola alla sua distrazione, facendo credere che fosse caduto in un calderone d’acqua bollente dopo esser inciampato in un tappeto.

Il cadavere di Minosse venne restituito ai suoi compagni che lo seppellirono a Camico con un grande rito, in una tomba che occupava il centro del tempio di Afrodite. Infatti Minosse fu onorato per molte generazioni da una folla di Siciliani che giungevano qui per rendere omaggio ad Afrodite, finchè le sue ossa non furono restituite a Creta da Terone, tiranno di Agrigento.

La leggenda vuole che Minosse, per la sua integrità morale e la sua rettitudine, fosse stato assunto da Zeus con Eaco e Radamanto come giudice supremo dell'Ade. Così ce lo presenta il Poeta: ‘Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l'intrata; giudica e manda secondo ch'avvinghia…’ (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, V, 4-12).

apollonia

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