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Aforismi, citazioni e frasi celebri di Alessandro Magno


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Salve.

In tema di aforismi, qui e a seguire ne cito alcuni di Alessandro Magno con citazioni e frasi celebri che lo riguardano.

 

Io sono Alessandro, e come il cielo non contiene due soli, l’Asia non conterrà due re.

[In risposta al generale Parmenione che gli chiedeva di accettare l’offerta di pace di Dario III]

 

A mio padre devo la vita, al mio maestro una vita che vale la pena essere vissuta.

[Riconoscenza a Filippo e ad Aristotele]

 

Nulla è impossibile per colui che osa.

Ricorda che dalle azioni del singolo dipende il destino di tutti.

Il sesso e il sonno mi ricordano che sono mortale.

[La sua filosofia]

 

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Muoio grazie all'aiuto di troppi dottori.

[10 giugno 323 a. C. a Babilonia]

 

Vedete? È sangue umano! Umano! Non divino!

[Dopo essere stato colpito da una freccia]

 

Mio padre vuol fare tutto lui, e a noi altri non lascerà nulla d'importante da compiere!

[Filippo megalomane]

 

Guardate! Non riesce a reggersi in piedi e vuole raggiungere il cuore dell'Asia!

[Rivolto al padre ubriaco nel banchetto delle nozze con la macedone Euridice dopo aver ripudiato Olimpiade]

 

Tutto quello che ho udito di Marakanda (Samarcanda) è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi.

[Conquistata nel 329 a. C.]

 

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Io non ho paura di un esercito di leoni se sono condotti da una pecora. Io temo un esercito di pecore se sono condotte da un leone

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Le ultime volontà di Alessandro in punto di morte.

Sul punto di morte il Grande convocò i suoi generali per informarli delle sue ultime tre volontà:

1) Che la sua bara fosse trasportata sulle spalle dai medici del tempo.

2) Che i tesori che aveva conquistato (oro, gioielli) fossero sparsi sulla strada verso la tomba.

3) Che le sue mani fossero lasciate penzolare fuori dalla bara alla vista di tutti.

 

Uno dei generali, scioccato da queste insolite richieste, chiese ad Alessandro quale fosse il motivo.

Alessandro rispose:

1) Voglio che siano proprio i medici a trasportare la mia bara per dimostrare che non hanno potere di guarigione davanti alla morte.

2) Voglio il suolo ricoperto dai miei tesori per far ricordare che i beni materiali qui conquistati, qui restano!

3) Voglio le mie mani al vento, perché la gente veda che veniamo a mani vuote e a mani vuote andiamo via!

 

Questo episodio ci ricorda e ci insegna che il regalo più prezioso che abbiamo nella nostra vita è il tempo.

Possiamo conquistare, possiamo costruire case e palazzi, possiamo dipingere più quadri e scrivere più romanzi, possiamo accumulare più ricchezze, ma non possiamo produrre più tempo.

E per questo che, quando dedichiamo quel po’ di tempo che abbiamo e quel po’ che ci rimane a un animale, a un’idea, a una persona che amiamo, alla gente che comprendiamo e rispettiamo... facciamo una grande opera.

Il miglior regalo che possiamo fare a qualcuno è, dunque, quello di dedicargli il nostro tempo.

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Altre frasi di Alessandro Magno

 

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21 giugno 356 a. C. a Pella -10 giugno 323 a. C. a Babilonia - Segno zodiacale: Gemelli

 

“Un sepolcro ora basta per colui al quale il mondo non era abbastanza.”

 “Io non ho paura di un esercito di leoni, se sono condotti da una pecora. Io temo un esercito di pecore, se sono condotte da un leone.”

 “Prevedo una grande contesa per il mio funerale.”

 “Dalla condotta di alcuni, dipende il destino di tutti.”

“Sono grato a mio padre per vivere, ma al mio maestro per vivere bene.”

 “O giovane fortunato, che hai trovato in Omero il cantore della tua gloria!”

[Secondo Cicerone, parole pronunciate da Alessandro di fronte alla tomba di Achille subito dopo lo sbarco in Asia]

“Al più forte!”

[Così Alessandro rispose ai suoi generali che gli chiedevano, mentre era sul letto di morte, chi di loro avrebbe dovuto prendere il controllo dell'impero, dato che non aveva eredi. Quando gli posero la domanda, la risposta forse pervenne indistinta. Alessandro potrebbe aver detto 'Krateros' (il nome di uno dei suoi generali), ma dato che non era presente, gli altri potrebbero aver preferito udire 'Kratistos' - il più forte.]

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La sindrome di Guillain-Barré quale causa più probabile della morte di Alessandro Magno.

La sindrome prende il nome dai neurologi francesi Georges Guillain e Jean Alexandre Barré che la descrissero insieme al medico francese André Strohl nel 1916. È dovuta a una disfunzione del sistema immunitario che attacca erroneamente i nervi periferici e danneggia il loro isolamento mielinico. Questa rara disfunzione immunitaria (1 o 2 casi per 100.000 individui all'anno) descritta la prima volta nel 1859 da un medico francese ma probabilmente sempre presente nella storia umana è la causa più comune di paralisi acuta ed è generalmente contratta da un’infezione.

L’idea che la morte di Alessandro fosse dovuta a questa sindrome neurologica è maturata dal fatto che l'infezione da Campylobacter pylori era comune ai tempi del Macedone. Secondo un articolo pubblicato dal Governo australiano, Dipartimento della Salute, una persona può contrarre "Campylobacter assumendo i batteri attraverso la bocca mangiando carne contaminata e poco cotta, soprattutto pollo, o bevendo acqua contaminata...".

In un successivo studio della dottoressa Katherine Hall, ricercatrice della Dunedin School of Medicine dell'Università di Otago (Nuova Zelanda), pubblicato su “The Ancient History Bulletin”, è emerso che a causare il decesso di Alessandro Magno potrebbe essere stata la sindrome di Guillain-Barré anziché le febbri malariche o l’avvelenamento, tradizionalmente indicati, o l’abuso di alcolici o la pancreatite acuta come da molti ipotizzato in tempi moderni.

Come descritto in Healthline, National Institute of Neurological Disorders and Strokes, questa sindrome includeva un'infezione polmonare come altra possibile causa di morte oltre alla più ampiamente ammessa gastroenterite.

A questo punto è importante ricordare la ferita mortale subita da Alessandro in India, dove una freccia lunga un metro lo aveva colpito, trafiggendo il suo corsaletto in profondità nel petto. Non è stato stabilito se la freccia fosse stata prontamente rimossa da Perdicca, tagliandola con la spada per ordine del re, o se fosse stata abilmente estratta dal suo medico. Alessandro ebbe una profonda emorragia e perse molto sangue. Poiché la freccia aveva perforato la parete del polmone, il re respirava aria e sangue attraverso il taglio, il che significava che soffriva un dolore atroce ad ogni respiro. Col tempo, la sua pelle si attaccò al polmone. Secondo alcune fonti, la ferita continuava a trasudare un misto di liquido e sangue. La storia, in seguito, tace sulle condizioni di salute del re.

È chiaro tuttavia che Alessandro non si riprese mai del tutto da questa ferita. La sua lunga marcia attraverso il deserto della Gedrosia non gli avrà fatto certamente bene, e le condizioni malsane delle paludi che circondavano Babilonia erano terreno fertile per lo sviluppo dell'infezione. Questo è esattamente ciò che salta alla mente quando si legge che la sindrome di Guillain-Barré potrebbe essere stata causata da un'infezione polmonare. Il sistema immunitario del re aveva attaccato il suo sistema nervoso, portando alla graduale paralisi del suo corpo, compresi gli occhi ma non il cervello!

 

Aggiungo per concludere che attualmente sono stati studiati vari casi di Guillain-Barré associati all’infezione da SARS-Co-V-2, ma dai primi studi su pochi casi non è stato possibile né determinare una causalità specifica né se ci sono manifestazioni tipiche della sindrome di Guillain-Barré associata a Covid-19.

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  • 1 anno dopo...
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L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha poi comunicato che la sindrome di Guillain-Barré (GBS) sarà aggiunta alla lista degli effetti indesiderati del vaccino Janssen COVID-19 con frequenza molto rara e sarà inserita un'avvertenza nelle informazioni sul prodotto per sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone che assumono il vaccino.

Sebbene casi di GBS dopo la vaccinazione con il vaccino Janssen COVID-19 siano stati segnalati molto raramente, gli operatori sanitari devono prestare attenzione a segni e sintomi di GBS, in considerazione della gravità di questa condizione, per consentire una diagnosi precoce, cure di supporto e trattamento.

Fonte https://www.aifa.gov.it/-/vaccino-covid-19-janssen-la-sindrome-di-guillain-barré-aggiunta-alle-informazioni-sul-prodotto-come-effetto-indesiderato-molto-raro#:~:text=La sindrome di Guillain-Barré (GBS) sarà aggiunta alla,persone che assumono il vaccino.

apollonia


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La sindrome di Guillain Barré è stata diagnosticata ad Anatoly Chubais, l’economista russo un tempo vicino al presidente Vladimir Putin, dopo il malessere provato quand’era in vacanza sulla Costa Smeralda, di cui parla il prof. Giancarlo Zito nell’articolo del 2 agosto 2022 in https://www.insalutenews.it/in-salute/non-sento-piu-mani-e-piedi-e-la-sindrome-di-guillain-barre-quali-connessioni-con-il-covid/

La conclusione del prof. Zito in base a un report dell’Agenzia italiana su circa 138 milioni di dosi di vaccino somministrate è che l’incidenza degli effetti collaterali, inclusa la sindrome di Guillain Barré, è rimasta in ogni caso estremamente bassa.

apollonia


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Ho ripreso questa discussione per aggiungere altri aneddoti di Alessandro e ho colto l’occasione per un aggiornamento sulla sindrome di Guillain-Barré.

Proseguo con gli aneddoti.

"Prima di partire per l'Asia, Aristotele disse al suo discepolo Alessandro Magno che attendesse per questa spedizione di aver raggiunto la maggiore età, perchè certo allora avrebbe combattuto con maggior prudenza: - È vero - rispose Alessandro - ma nel frattempo perderei lo slancio della giovinezza." (Plutarco. Vita di Alessandro)

 

"Domandarono una volta ad Alessandro perchè egli onorasse più Aristotele suo precettore che non suo padre.

-Perchè - rispose Alessandro - il re Filippo, dandomi la vita, mi ha fatto discendere dal cielo in terra; ma Aristotele con la sua istruzione mi fa risalire dalla terra al cielo." (Plutarco- Vita d'Alessandro)

 

"Alessandro il Grande spiegò così il proprio rifiuto ad aumentare le imposte:"Preferisco il pastore che sa tondere le sue pecore senza scorticarle, al giardiniere che, cogliendo le erbe del suo giardino, ne strappa le radici." (Guy de la Batut - L'esprit des grands hommes)

 

apollonia


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"Quando morì il cavallo Bucefalo, Alessandro ne fu inconsolabile. Avendo allora Apelle fatto un ritratto somigliantissimo del cavallo, Alessandro diede ordine che gli si portasse tutti i giorni da mangiare, come fosse il vero Bucefalo." (Encyclopédie méthodique)

Apelle, grandissimo pittore greco vissuto nel IV secolo prima di Cristo, è stato il ritrattista personale di Alessandro Magno che posò per numerosi ritratti. Una volta Alessandro non rimase soddisfatto di come il pittore aveva raffigurato il suo prediletto cavallo Bucefalo in uno dei dipinti. Fece condurre l’animale vicino al quadro per un confronto e Bucefalo nitrì: "il cavallo di vostra Maestà sembra conoscere la pittura meglio di voi", commentò Apelle.

Alessandro non ne ebbe a male, anzi incaricò l’artista di ritrarre Campaspe, la sua concubina favorita. Vedendo il ritratto, Alessandro capì che Apelle si era innamorato di lei. Invece di arrabbiarsi - conosciamo il carattere impetuoso di Alessandro - il re la offrì in dono all’artista per dimostrare il suo apprezzamento della sua opera, ritenendo che la bellezza appartenga di diritto al genio.

Alessandro apprezzava così tanto Apelle e la sua arte che sopportò altre punzecchiature da parte di quest'ultimo. Apelle, ad esempio, avrebbe fatto capire ad Alessandro che stava parlando di pittura indiscriminatamente dicendogli che faceva ridere anche gli assistenti che preparavano i suoi colori.

Ma Apelle che tipo era? Ci sono tanti aneddoti su di lui...

Alla prossima.

apollonia

 


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Apelle aveva l'abitudine di mostrare i suoi lavori nell'entrata della propria bottega e di nascondersi vicino per sentire le osservazioni dei passanti. Quando un calzolaio osservò degli errori nella forma di una calzatura, Apelle corresse il dipinto durante la notte. Il giorno dopo il calzolaio notò i cambiamenti, ma si mise a criticare la forma del piede. Apelle uscì fuori e disse: “Ciabattino, non andare oltre le scarpe!”

Apelle dipinse la cortigiana Frine mentre usciva dalle acque. Giuliano d’Egitto scrisse il seguente epigramma nell’Antologia Palatina: Ciprigna è appena uscita dal seno delle onde. ... Tenetevi a distanza dal dipinto, per evitare di essere bagnati dall’acqua che gronda dalla capigliatura della dea.

Apelle possedeva una notevole abilità nel disegnare il volto umano. Il buffone di corte di Tolomeo, istigato dai rivali di Apelle, consegnò all'artista un falso invito alla tavola del re che si infuriò al suo inatteso arrivo e chiese chi avesse avuto l'ardire di invitare l'artista. Con un pezzo di carbone Apelle disegnò un ritratto sulla parete; e subito Tolomeo riconobbe il suo buffone.

Apelle volle conoscere il pittore Protogenes a Rodi. Giunto al suo studio, una donna anziana lo avvertì dell’assenza del pittore e chiese il suo nome in modo da poterlo segnalare. Apelle prese un pennello e disegnò una linea estremamente fine lungo il contorno di una tela e le disse di riferire che era stato lui. Quando Protogenes tornò, dalla finezza della linea capì che poteva averla tracciata solo Apelle; disegnò una linea ancor più sottile all’esterno di quella tracciata da Apelle e raccomandò alla donna di mostrargliela, se fosse tornato. Al ritorno Apelle, vistosi superato, disegnò una linea ancora più fine fra le due precedenti, senza lasciar spazio per nessun’altra linea. Non appena la vide Protogenes ammise la sconfitta e decise di incontrarlo di persona.

Zeusi, per dimostrare ad Apelle la sua abilità, dipinse un canestro di frutta così verosimile che perfino gli uccelli venivano tratti in inganno e scendevano a beccare gli acini d’uva. Tempo dopo, Apelle invitò l’amico a vedere la sua ultima creazione. Quando Zeusi entrò nella casa di Apelle, vide il dipinto coperto da un panno e stese la mano per toglierlo, ma si accorse che era un drappo dipinto. Così Apelle gli disse: “La tua pittura è certamente grande, perché inganna gli animali, ma cosa dire della mia, che inganna gli uomini?”

apollonia


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