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IGNORED

La scarsa inventiva di un falsario?


Archestrato

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Buona Domenica,

Del periodo arcaico della sua monetazione non sono note dracme per la zecca di Akragas, ma unicamente didrammi. I primi pentalitra (o dracme) vengono datati in The coinage of Akragas a partire dal 450 a.C. circa, le litre e gli altri frazionali minori seguono fondamentalmente la stessa datazione.

 

Infatti il passaggio in asta di un esemplare del peso di 4,01 grammi nel 2001, con tipi chiaramente riferibili per stile al periodo I, non viene incluso nel corpus della professoressa Westermark, che potremmo immaginare non lo ritenesse autentico.

 

Tornando al titolo, per quanto sia nella norma che un falsario riproduca o inventi di sana pianta un unicum, non di rado il pressappochismo “dell’artigiano” di turno lo porta a commettere errori facilmente identificabili.

 

Nel caso specifico nella mail bid sale 58 di CNG del 19-09-2001 al lotto 92 troviamo l’esemplare, datato al periodo 490-480 a.C. ,  definito “unpublished and unique”, proposto alla ragguardevole stima di 2000$.

 

Dopo un’attenta osservazione ho potuto identificare con certezza i conii da cui è stata tratta (copiata?) la moneta di cui sopra.

Si tratta del dritto O69 e del rovescio R116, che furono utilizzati per coniare l’accoppiamento di cui al numero 172 del catalogo del corpus sulle emissioni di Akragas, trattasi di didrammi i cui esemplari noti nel testo hanno pesi che oscillano tra gli 8,92 grammi e gli 8,34 (periodo I gruppo III, 488-478 a.C.).

 

Ricordo che é vero che sono noti casi in cui un conio è stato utilizzato su nominali differenti, ma non mi parrebbe questo il caso. Fermo restando che giudichiamo da foto, e neanche troppo chiare nel caso della presunta dracma, sarebbe opportuno trovare un didrammo da cui possa essere stata tratta la copia in scala ridotta.

 

Di seguito allego l’immagine della dracma e del didrammo, quest’ultimo raffigurato al numero 172 sulle tavole di The coinage of Akragas, numero 32 del tesoretto di Comiso del 1970.

 

CNG MBS 58/92

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Nomos 21/64, ex Leu 72/58, ex Gorny 48/65, ex Schweizerischer Bankverein 5/58.

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Non sono particolarmente convinto che la dracma possa essere state tratta dalla moneta che vado ad allegare, eppure è l’unica tra quelle note al corpus su Akragas di cui abbia potuto reperire un’immagine a presentare qualche possibile corrispondenza. Almeno così mi pare.

Purtroppo la qualità delle immagini non lascia spazio se non per vaghe ipotesi.

 

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Westermark 172.12, ex Ars Classica 16/419 del 1933.

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Modificato da Archestrato
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Interessante quanto osservi @Archestrato , di una dracma apparentemente realizzata con coni noti per i didrammi .

In tema di ipotetiche frazioni di alta epoca inferiori al didrammo, e non avendo l'opera della Westermark, Ti chiederei se e come vi sia eventualmente descritto il particolare esemplare ( forse suberato ) custodito in Berlino che unisco in calce .

Una buona serata

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  • Grazie 1
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@VALTERI, se potessi ti stringerei in un abbraccio! Grazie per l’apporto fondamentale.

Sono stato superficiale e non ho controllato i vari database.

Stessi conii dell’semplare CNG MBS 58, ma un secolo in più di storia collezionistica.

Così dovremmo però ritenere che questo esemplare sia sfuggito anche alle ricerche di Karl-Ludwig Grabow, che gettó le basi per la stesura di The coinage of Akragas e raccolse gran parte del materiale per la pubblicazione.
Senza considerare che proprio a Berlino visse Grabow e che l'esemplare proviene dalla celeberrima collezione Imhoof-Blumer che giaceva sempre a Berlino dal 1900.

Difficile, molto difficile per me, credere che l’unica (o quasi) dracma nota per il periodo arcaico/tardo arcaico della monetazione akragantina sia sfuggita ad entrambe gli studiosi (Grabow e Westermark).

Non mi pare plausibile che una persona (Grabow) si prenda la briga di partire dalla Germania per visitare ad Acireale il Barone Agostino Pennisi Statella negli anni ‘50 al fine di raccogliere dati sugli esemplari akragantini da lui conservati nella collezione di famiglia, ma si perda un esemplare tanto importante che gli stava proprio sotto il naso a Berlino, tanto più che dalla collezione Imhoof-Blumer del museo di Berlino The coinage of Akragas cita non meno di 41 esemplari.

 

Poi quel segnetto vicino alla parte interna della cavità che accoglie l’occhio destro del granchio e presente in entrambe le dracme e nel didrammo ex Ars Classica.. indizi, coincidenze?

E l’incuso circolare che circonda il granchio e che ha lasciato segni così evidenti nei didrammi? Non mi pare si noti affatto nelle due dracme. Comprendo che si tratti di tondelli ridotti, ma lo spazio c’è. Anche su tondelli stretti nei didrammi, su monete decentrate e coniate debolmente, tali tracce sono ben distinguibili a fronte di una discreta conservazione come nel caso delle due dracme.

 

 

Qualcuno che conosce il tedesco? Google translate per “eventuell handelt es sich also um einen zeitgenössischen beischlag” in riferimento alla suberatura, credo, rende : “potrebbe quindi essere un'aggiunta contemporanea”. Contemporanea  di Imhoof-Blumer o dell’antica Akragas?

 

Possibile che si tratti di falsi ottocenteschi?
Qualche parere tecnico, anche solo un’opinione, sarebbero ben graditi, @odisseo @gionnysicily @vitellio @babelone @skubydu @dracma@Tinia Numismatica @Emilio Siculo @lipari @Cromio di Aitna 
E chiunque voglia esprimersi anche se ho dimenticato di citarlo (scusatemi ?).

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Personalmente ritengo i due esemplari dei falsi di invenzione abbastanza evidenti e grossolani.

A mio avviso (dalle foto specie del pezzo tedesco) non sono neanche coniati ma sono delle presso-fusioni......

Odisseo

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1 ora fa, odisseo dice:

Personalmente ritengo i due esemplari dei falsi di invenzione abbastanza evidenti e grossolani.

A mio avviso (dalle foto specie del pezzo tedesco) non sono neanche coniati ma sono delle presso-fusioni......

Odisseo

 

Grazie per l’intervento, falsi ottocenteschi tratti da un didrammo autentico dunque?

Da che periodo veniva utilizzata la tecnica della pressofusione? L’esemplare di Berlino data almeno al 1883.

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Non sono un esperto di falsificazioni, tuttavia resto scettico riguardo a questi divisionali. Ma i dubbi in realtà non riguardano solo Agrigento e il discorso coinvolge in una prospettiva più ampia diverse poleis o centri italioti.

In questi ultimi anni ho più volte richiamato l'attenzione su frazioni argentee della Magna Grecia apparse ex abrupto sul mercato antiquario, anche in discreta quantità, che meriterebbero una più approfondita analisi autoptica.

 

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5 ore fa, dracma dice:

Non sono un esperto di falsificazioni, tuttavia resto scettico riguardo a questi divisionali. Ma i dubbi in realtà non riguardano solo Agrigento e il discorso coinvolge in una prospettiva più ampia diverse poleis o centri italioti.

In questi ultimi anni ho più volte richiamato l'attenzione su frazioni argentee della Magna Grecia apparse ex abrupto sul mercato antiquario, anche in discreta quantità, che meriterebbero una più approfondita analisi autoptica.

 

 

Bravo Dracma ?

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