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Denario molto raro con una scena della Gigantomachia


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Salve.

Questo denario di L. Valerio Aciscolo battuto alla NAC 125 di circa un anno fa raffigura sul rovescio un gigante anguipede che richiama la mitica battaglia tra gli dei dell’Olimpo e i Giganti terrestri nota come Gigantomachia.

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The Roman Republic
L. Valerius Acisculus. Denarius 45, AR 3.87 g. ACISCVLVS Laureate head of Jupiter r.; behind, acisculus. All within laurel wreath. Rev. Anguipedic giant facing, holding with r. hand a thunderbolt that has pierced his side and raising l. hand. In exergue, [L•VA]LERIVS. Babelon Valeria 21. Sydenham 1003. Sear Imperatores 93. RBW –. Crawford 474/4.
Extremely rare and in unusually fine condition for one of the rarest denarii of the entire Republican series. Struck on very fresh metal and with a wonderful iridescent tone.
Areas of weakness, otherwise good extremely fine
 

Ex Nomisma sale 59, 2019, 65, dove ha raggiunto un hammer di 7800 EUR, mentre alla NAC 125 è stato aggiudicato a 19.000 CHF.

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Dalla didascalia del denario

Si tratta indubbiamente di uno dei denari più rari dell'intera serie romana repubblicana, mancante ad esempio, tra le altre, nelle collezioni di Nicholas (Leu 17), Leo Benz, Student and his Menthor, RBW e Alba Longa (Pepe Fernandez Molina).

I tipi principali si riferiscono al mito della Gigantomachia, una violenta battaglia tra gli dei dell'Olimpo e i Giganti terrestri che ebbe luogo quando i primi si affermarono come nuovi dominatori del cosmo. In questo conflitto titanico i Giganti, tradizionalmente raffigurati con serpenti al posto delle gambe come segno della loro origine di figli di Gaia, erano guidati dal loro re Porfirio. Secondo la versione romana del mito greco, Porfirio attaccò Ercole e Giunone ed era sul punto di distruggerli quando Giove ispirò al re dei Giganti il desiderio sessuale per Giunone. Mentre Porfirio era così distratto, Giove colse l'occasione per abbatterlo con un fulmine mentre Ercole lo colpì con una freccia.

Il dritto del denario raffigura Giove, l'uccisore di Porfirio, e il rovescio la morte del più grande dei Giganti che tiene con la mano destra una folgore che gli ha trafitto il fianco e alza la mano sinistra, forse in segno di resa.

Il simbolo del piccone che compare con la testa di Giove sul dritto è un riferimento scherzoso al cognomen del coniatore. La parola latina per "piccone" era acisculus. Questi tipi notevoli sono apparsi solo per breve tempo su questa emissione di L. Valerius Asciculus, il che ha portato David Sear a suggerire che potrebbero essere stati interpretati (forse a ragione) come un'allegoria dell'intenzione di Giulio Cesare di rovesciare il vecchio ordine in cui il Senato era supremo e di stabilire sè stesso come un Giove in terra per governare il mondo romano come re. È risaputo che le allusioni di Cesare alla regalità e alla divinità giocarono un ruolo importante nello spingere la cabala dei senatori liberti ad assassinarlo il 15 marzo 44 a.C., e questi tipi di moneta, che sembrano essere stati rapidamente sostituiti, potrebbero avervi contribuito.

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Un altro esemplare del denario della discussione è stato presentato nella Roma Numismatics Auction XXIII del marzo scorso dove ha realizzato un hammer di 11.000 GBP (Ca. 14.502 USD / 13.177 EUR).

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L. Valerius Acisculus AR Denarius. Rome, 45 BC. Laureate head of Jupiter to right; acisculus and ACISCVLVS behind, all within laurel wreath / Anguipedic giant facing, holding thunderbolt that has pierced his side, and raising other hand overhead; [L] • VALERIVS in exergue. Crawford 474/4; CRI 93; BMCRR Rome 4114; RBW -. 3.27g, 18mm, 8h.

Good Very Fine. Extremely Rare; a superior example of one of the rarest of all Republican denarii.

From a private North European collection.

This extremely rare denarius highlights a climactic moment in the myth of the Gigantomachy, the cataclysmic battle between the Olympian gods and the earth-born Giants that took place when the former established themselves as the new rulers of the cosmos. The giants, who were depicted in iconographic tradition inherited from the Ancient Greeks as anguipedic - with serpents for legs as a sign of their origin as sons of Gaia - were led by their king Porphyrion, who is likely depicted on the reverse.

According to the Roman version of the myth, Porphyrion attacked Hercules and Juno and was on the point of destroying them when Jupiter inspired a desire for Juno in the giant, and struck him down with a thunderbolt while Hercules shot him with an arrow. This dynamic reverse image shows the blazing thunderbolt striking the giant's side as he weakly raises a hand to his face to protect himself from Hercules' arrow, his serpent legs flailing in pain. The obverse identifies his slayer as Jupiter, the king of the Olympian gods, with a stern and commanding portrait with a full curled beard and long hair crowned with a laurel wreath.

Both the obverse legend and the accompanying pick-axe (acisculus) symbol identify the moneyer L. Valerius Acisculus, in a punning reference to his cognomen. That this type is so extremely rare may not be surprising: Sear suggests that it may have been interpreted (perhaps rightly) as an allegory for Julius Caesar's intention to overthrow the old order in which the Senate was supreme and establish himself as a Jupiter on earth to rule the Roman empire as king (Sear, The History and Coinage of the Roman Imperators, p.56). Caesar had already cemented his position as dictator, having decisively defeated Pompey and his other opponents in a series of bloody battles a few years earlier; it is well known that Caesar's apparent inclinations towards kingship and divinity pushed the senatorial liberatores to assassinate him on the Ides of March of 44 BC, and Sear hints that these coin types, which seem to have been abruptly terminated, may have been a contributing factor. Desnier, on the other hand, gives a more backward-looking interpretation, seeing the type as simply the expression of the defeat of dark forces after several years of brutal civic strife. He notes that coins of Acisculus feature the figure of Victory with double cornucopiae, suggesting that this moneyer's issues simply celebrate peace after cataclysmic warfare, without any pretension on Caesar's part to future kingship or deification (Desnier, L. Valerius Acisculus et le corbeau combattant Chouette ou corbeau? in Latomus, p.814). Whichever interpretation seems more likely, this coin remains a superior example of one of the rarest of all Republican denarii, minted during (and perhaps contributing towards) a turbulent and pivotal moment for the Roman Republic.

Estimate: 10000 GB

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Come si vede bene dal rovescio di questo denario, il Gigante ha dei serpenti al posto delle gambe (da cui l’aggettivo anguipede), un segno della sua origine da Gaia, la madre Terra.

Tradizionalmente questa è una caratteristica somatica di tutti i figli di Gaia e quindi dei 24 Giganti impegnati nella Gigantomachia, ma anche di Erittonio che la leggenda vuole nato dal casuale “incontro” del dio Efesto con la Terra.

Poseidone, ancora arrabbiato perché la città di Atene non gli era stata assegnata nella tenzone con Atena, aveva convinto Efesto che la dea guerriera sarebbe andata da lui con la scusa di procurarsi un'armatura nuova, ma in effetti per amoreggiare con lui. Atena si recò effettivamente da Efesto desiderosa di farsi fabbricare delle armi, ma questi, da poco abbandonato da Afrodite e preso dal desiderio di possederla, iniziò a inseguirla. Atena fuggì, e quando Efesto riuscì a raggiungerla resistette alla violenza ma non potè evitare che lui le lanciasse il suo seme addosso, bagnandole le gambe. La dea inorridì e si pulì con un panno, buttando una parte del liquido seminale di Efesto a terra. A causa di questo contatto la Terra (Gea) divenne gravida e dalla gravidanza nacque Erittonio (lo “scuotitore della terra”). Il neonato, che rispecchiava l'aspetto deforme del padre e aveva due serpenti al posto delle gambe, fu ripudiato sia da Efesto sia da Gea, ma venne adottato da Atena che lo nascose in una cesta per la vergogna delle sue sembianze e lo affidò alle tre figlie del primo re di Atene Cécrope - Aglàuro, "la splendente", Erse, "la rugiadosa", e Pàndroso, "la tutta-rugiada". Disubbidendo ad Atena che aveva vietato loro di aprire la cesta, le tre curiose fanciulle vollero vedere cosa vi fosse racchiuso e, alla vista di quel bambino per metà serpente, impazzirono di paura e si gettarono giù dall'Acropoli (secondo altri, divennero di pietra per l'orrore). Atena allevò lei stessa Erittonio nel suo tempio fatto costruire da Cécrope e chiamato Eretteo, nel quale, più tardi, venne custodito per ricordo un serpente sacro. Divenuto adulto, Eretteo scacciò Anfizione (il terzo, mitico sovrano di Atene) e divenne il nuovo re di Atene. Per rendere omaggio alla “madre adottiva”, Erittonio fece collocare nell’Acropoli una statua di Atena e istituì le feste Panatenee in onore della dea.

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Il mito di Erittonio trova la sua rappresentazione numismatica su uno statere di elettro di Cizico che raffigura il momento in cui il neonato viene presentato dalla Terra, sua madre personificata in forma di donna, ad Atena, la dea della saggezza che in fondo è stata propiziatrice di quella nascita.

Classical Numismatic Group, Inc., Triton XXIV, lot 622, 19.01.2021

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Greek
MYSIA, Kyzikos. Circa 450-330 BC. EL Stater (16.5mm, 16.04 g). The Earth (Gaia) rising out of the ground, bearing in both hands the infant Erichthonios; below, tunny right / Quadripartite incuse square. Von Fritze I 157; Greenwell 31; Boston MFA 1500 = Warren 1449; cf. SNG BN 304 (hekte); BMC 65; Gulbenkian –; Jameson –. A few light marks. VF. Rare.
From the Jonathan P. Rosen Collection. Ex Triton XX (10 January 2017), lot 237 (hammer $17,500).
 

The myth of Erichthonios places him at the beginning of the line of Athenian kings. Born of Gaia through Hephaestus, the infant was entrusted to Athena, who gave him to the daughters of Kekrops of Athens in a sealed casket. When they opened the casket, the sight of the anguipedic (serpent-footed) Erichthonios drove the women to madness, and they hurled themselves off the Acropolis. Erichthonios was then left to found a new dynasty of the early kings of Athens. Although here the child is shown fully human, this rare Kyzikene stater is undoubtedly a representation of the beginning of this tale.

Estimate: 7500 USD. Price realized: 12 000 USD

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Inviato (modificato)

Giancarlo Alteri nel suo libro : "Tipologia delle monete della Repubblica di Roma" , di questa moneta , n° 656 del volume , presenta la sua versione :

"Costituisce , quindi , il tipo del Denario di L. Valerius Acisculus , dove e' accoppiato alla testa di Giove , si e' voluto riconoscervi il gigante Valens , esempio di potenza e di forza , che si riattacca alle origini mitologiche dei Valerii . Per il Curtius , il gigante anguipede dovrebbe invece essere interpretato come Summanus , il dio etonio signore del fulmine notturno"

Alteri poi prosegue : "Un gigante anguipede , rappresentato frontale , con la destra alzata e mazza o remo nella sinistra , compare sul frontone del tempio prenestino (Santuario della Fortuna Primigenia) nel Denario di M. Plaetorius Cestianus" , esemplare n° 657 del volume suddetto .

 

 

 

 

Modificato da Cremuzio

Inviato

Da un vecchio compendio, il paragrafo su Erittonio, 4^ re di Atene, con il cenno alla sua invenzione del cocchio .

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Erittonio è considerato l'inventore del cocchio tirato da quattro cavalli, ma non sapevo che lo scopo fosse per nascondere le sue gambe serpentiformi.

Fu Atena ad insegnargli il modo di aggiogare i cavalli al carro, a imitazione del carro solare. In memoria di ciò, Zeus portò Erittonio fra le stelle del firmamento, nella costellazione dell’Auriga.

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Un ecte (1/6 di statere di elettro) di Cizico appartenente a una serie di monete con Gaia che presenta Erittonio ad Atena (Heritage Auctions, Inc., Auction 3099, lot 31140, 05.05.2022).

Sul diritto è raffigurato Cecrope, il mitologico primo re dell'Attica, con la metà inferiore che termina in forma di serpente a dimostrazione della sua origine autoctona e terrestre. Il ramo d'ulivo è il dono di Atena da lui prescelto rispetto alla sorgente d'acqua salata offerta da Poseidone, quando le due divinità presentarono le loro offerte nella contesa per ottenere il dominio della città di Atene. Cizico e Atene erano strettamente legate l'una all'altra, il che spiega perché i miti di origine di una città appaiono sulle monete dell'altra.

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Ancients Greek
MYSIA. Cyzicus. Ca. 450-350 BC. EL sixth-stater or hecte (11mm, 2.70 gm). NGC Choice AU 4/5 - 4/5. Cecrops facing left, grounded olive branch in right hand, resting left on thigh; tunny left below / Quadripartite incuse square. Greenwell 32. SNG France 5, 306. Von Fritze I, 158. An unusually sharp and attractive example of this rare issue. Cecrops was the mythological first king of Attica and this coin is part of a series with Gaia presenting Erichthonius to Athena. The king here is shown with his lower half ending in serpent form, displaying his autochthonous, earth-born origin. The olive branch is the gift from Athena, which he chose over the salt-water spring of Poseidon when both presented their offerings as a bid for the city's allegiance. Cyzicus and Athens were closely tied to each other, explaining why the origin myths of the one city appear on coinage of the other.

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Denario di Cornelio Sisenna con Giove su quadriga che scaglia una folgore e gigante anguipede al rovescio (NAC 84).

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Roman Republican Coins
Cn. Cornelius L.f. Sisenna. Denarius 118-107, AR 3.75 g. SISENA – ROMA Helmeted head of Roma r.; below chin, X. Rev. Jupiter in quadriga r., holding sceptre and reins and hurling thunderbolt; on either side, star. In upper field, head of Sol and crescent; below horses, anguipede giant with thunderbolt. In exergue, CN·CORNEL·L·F. Babelon Cornelia 17. Sydenham 542. RBW 1153. Crawford 310/1.
Very rare. Struck on a very broad flan and with a lovely iridescent tone.
An almost invisible scuff on reverse, otherwise about extremely fine

Il gigante raffigurato sul rovescio di questo raro denario è stato riconosciuto come Tifone, uno dei mostri più temibili della mitologia greco-romana figlio della madre terra Gaia e di Tartaro, spirito degli Inferi. Descritto come un gigante caratterizzato dall’avere serpenti al posto delle gambe, fu imprigionato da Zeus sotto il Monte Etna in Sicilia dove il suo sibilo e il suo ruggito davano origine a eruzioni vulcaniche.

Base d’asta: 1.000 CHF. Valutazione: 1.250 CHF. Risultato: 1.500 CHF

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Denario di M. Plaetorius M.f. Cestianus che raffigura al rovescio un gigante anguipede entro un frontone di tempio triangolare (Ira & Larry Goldberg Coins & Collectibles, Inc., Auction 69).

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Roman Republic. M. Plaetorius M.f. Cestianus, moneyer. AR Denarius minted at Rome, 69 BC. Diademed, draped bust left of Fortuna(?), hair confined in a net; to right, stylus. Reverse: Figure of anguipede giant within triangular pediment. Sear 340; Plaetoria 9b; Cr. 405/1b; Syd. 800a. Struck from worn dies. Choice Very Fine and very rare. The obverse portrait may be that of Fortuna, and the reverse depict the tympanum of her temple at Praeneste. Estimated Value $600 - 800. Provenance: The Pat Coyle Collection.

Il ritratto al dritto potrebbe essere quello di Fortuna e il rovescio raffigurare una parte della facciata del suo tempio a Preneste.

Il denario è riportato sul forum tra le emissioni romane repubblicane https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G104/7

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Un raro bockage (o incuso) di diritto del denario di M. Plaetorius M.f. Cestianus (CNG EA 443).

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Selections from the Andrew McCabe Collection
M. Plaetorius M.f. Cestianus. 57 BC. AR Brockage Denarius (16.5mm, 3.89 g, 12h). Rome mint. Draped female bust left, wearing winged diadem; staff behind / Incuse of obverse. Cf. Crawford 405/1b; cf. Sydenham 799; cf. Plaetoria 9; cf. RBW 1447; all for obverse type. VF, lightly toned. Very rare.
From the Andrew McCabe Collection. Ex Numismatik Naumann 58 (1 October 2017), lot 409.
 

The reverse die of this coin type, if one could see its impression, would have had an Anguipede Giant in a temple pediment. The obverses come with symbols, this carrying a staff symbol behind the head. Brockages occur in approximate proportion to issue size. That's an attribute that makes brockages useful for rule of thumb judgements about the size of an issue. It is a lot easier to count a handful of brockages than hundreds of ordinary denarii, especially as brockages have the additional merit of being collected no matter how common the underlying coin type is. "Brockage denarius" provides 571 results on acsearch, mostly Roman Republican coins. A quick look through those results shows a preponderance of common types, but also allows you to determine which coin types, even though expensive, are, in fact, common. There are a dozen Julius Caesar brockages in available records – half of which are Caesar portrait types – and also several elephants and Aeneas Anchises types. Julius Caesar coins appear multiple times in the brockage record, because they are very common types – many thousand Caesar portrait types must be in the market for there to be half dozen brockages sold in the last decade. In fact, the search results ratio between "denarius" and "brockage denarius" is approximately 500:1. This Anguipede Giant type has had about a dozen examples sold over the last twenty years. It's the sort of rarity whose numbers are so low that one never sees a brockage of it. I bought this coin because of this rarity factor and the illustrative story behind it. It would have been even nicer had it been a reverse brockage of that giant in the temple! [Andrew McCabe]

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