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IGNORED

Thraco-Macedonian. Hemiobol?


Oppiano

Risposte migliori

Supporter

Posto un esemplare di Emiobolo (?) acquisito in un lotto multiplo con la descrizione della Casa d’aste:

THRACO-MACEDONIAN REGION

Uncertain. 6th-5th centuries BC.

AR Hemiobol (?)

 

Grazie infinite.

 

 

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Riporta Kantharos al dritto e anfora al rovescio. Dal peso mi pare più vicino a un tetartemorion, normalmente sugli 0,2g. Forse un trihemitetartemorion

  • Grazie 1
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Supporter

@apollonia, @eliodoro, @VALTERI
secondo voi?
Esemplare già apparso?
 

Grazie mille,
Domenico

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Supporter

Argenti di tipologia Kantharos/Anfora in un quadro punteggiato all'interno di un quadrato incuso, peso medio 0,265 g e diametro medio 6,38 mm, attribuiti a tribù della regione tracio-macedone tra il 550 e il 400 a. C. sono classificati in acsearch.info come emioboli con punto interrogativo.

Riguardo all’apparizione dell’esemplare nelle aste, vedi Numismatik Naumann (formerly Gitbud & Naumann), Auction 114, lot 232, 06.03.2022.

apollonia

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Supporter

Ho controllato e credo sia proprio lui

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apollonia

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Supporter

Grazie mille @apollonia, gentilissimo.

In effetti, l’esemplare l’ho preso in un lotto misto all’ultima asta Naumann (n. 19), Lotto 995.

Grazie ancora.

Domenico

 

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Supporter
17 ore fa, Oppiano dice:

Grazie mille @apollonia, gentilissimo.

In effetti, l’esemplare l’ho preso in un lotto misto all’ultima asta Naumann (n. 19), Lotto 995.

Grazie ancora.

Domenico

 

 

Di nulla. Se la ritrovo, posto una curiosità.

apollonia

  • Grazie 1
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Supporter

Intendevo questo argento di Taras con il Kantharos su entrambe le facce.

Calabria. Taras AR Hemiobol / Kantharos

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Attribution: Vlasto 1650-1 type
Date: 302-228 BC
Obverse: Kantharos
Reverse: Kantharos, stars to either side
Size: 10.81mm
Weight: 0.48 grams

apollonia

 

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Supporter
23 ore fa, apollonia dice:

Ho controllato e credo sia proprio lui

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apollonia

 

 

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Supporter

Savoca Silver | 25th Silver Auction 16.9.2018

 

 

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Supporter

Altro esemplare da Balkan Imperium Art 3.2.2022 lot 109

Thraco-Macedonian Tribes. Uncertain mint circa 550-400 BC.
Hemiobol AR (?)
(7mm., 0,29g.)
Kantharos / Amphora within dotted square border within incuse square.
very fine
Cf. Tzamalis 43; Klein -; Rosen -.

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Supporter

Altro esemplare in  GORNY & MOSCH

Auction 265  -  14.10.2019

Los 204
THRAKO-MAKEDONISCHE STÄMME. Hemiobol (0.29g). 550 - 400 v. Chr. Mzst. unbekannt. Vs.: Kantharos. Rs.: Oinochoe im geperlten Quadratum incusum. Tzamalis 43; Klein -; Rosen Coll. -.
Erhaltung:  Getönt, ss
 
 

 

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Supporter

Greek Vase Painting

Dietrich Von Bothmer

The Metropolitan Museum of Art

1994

 

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Modificato da Oppiano
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Supporter

Questo però un tetartemorion

Dimensions
Die-axis: Die-axis: 7 o'clock
Diameter: Diameter: 11 millimetres
Weight: Weight: 1.020 grammes

https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1947-0406-402

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Supporter

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Kantharos

Il cantaro o kántharos (pl. kántharoi) dal greco κάνθαρος (latino cantharus), era una coppa per bere diffusa in ambito greco ed etrusco.

Descrizione

Il termine deriva da fonti antiche le quali tuttavia non permettono di individuare con certezza a quale forma venisse attribuito; Ateneo di Naucrati (11.473d) ne ricorda il piede ampio e lo stelo sottile. Per convenzione in età moderna si applica ad una coppa che, nella sua forma più tipica e diffusa, è caratterizzata da due alte anse verticali, che si estendono in altezza oltre l'orlo incurvandosi verso di esso, un invaso profondo, leggermente distinto in una parte superiore e una inferiore, quest'ultima distinta dallo stelo da una modanatura ad anello, con un diametro che mediamente misura tra i 10 e i 15 cm. È ricorrente nelle rappresentazioni vascolari, e spesso come attributo di Dioniso.

Negli esemplari di età protogeometrica le anse sono basse e si alzano a partire dal periodo geometrico; durante il protoattico si diffonde una versione con corpo più stretto e orlo più alto. Il kantharos era particolarmente diffuso nella ceramica etrusca in bucchero dalla fine del VII secolo a.C., dove vengono enfatizzati l'orlo e il piede; questa versione, che corrisponde alla forma tipica, si diffonde nel VI secolo a.C. in Attica e in Beozia. L'ultima evoluzione del kantharos è quella che si trova nella ceramica apula a figure rosse e nella ceramica greca a vernice nera del IV e III secolo a.C.

Parallelamente alla forma principale si sviluppano altre tipologie con anse che si mantengono all'altezza dell'orlo, pareti concave, piede basso, con o senza stelo, profilo continuo, o assenza di orlo, con una sola ansa; non mancano i kantharoi plastici, con protomi umane e gianiformi.

Fu usato, insieme ad altre forme, come lampada pensile nelle chiese in epoca medievale.[2]

  • Kantharos attico, (dalla Beozia), ca. 715–700 a.C. (periodo tardo geometrico). Louvre, CA1987.

    Kantharos attico, (dalla Beozia), ca. 715–700 a.C. (periodo tardo geometrico). Louvre, CA1987.

  •  
  • Kantharos a figure rosse del Pittore di Shuvalov, seconda metà del V secolo a.C. Louvre CA1587.

    Kantharos a figure rosse del Pittore di Shuvalov, seconda metà del V secolo a.C. Louvre CA1587.

  •  
  • Kantharos a figure nere (dalla Beozia) ca. 560 a.C. Louvre, MNE1172.

    Kantharos a figure nere (dalla Beozia) ca. 560 a.C. Louvre, MNE1172.

  •  
  • Kantharos plastico gianiforme.

    Kantharos plastico gianiforme.

 

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Supporter

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Anfora

L'anfora (dal greco ἀμφορεύς, da ἀμφί + φέρομαι, "esser portato da entrambe le parti", attraverso il latino amphora) è un vaso di terracotta a due manici, definiti anse, di forma affusolata o globulare utilizzato nell'antichità per il trasporto di derrate alimentari liquide o semiliquide, come vino, olio, salse di pesce, conserve di frutta, miele, ecc. Si possono classificare in fenicie o puniche, greche, etrusche, della Magna Grecia (greco-italiche antiche) e romane.

L’anforologia è la disciplina che si occupa di studiare le anfore per migliorare le conoscenze archeologiche e storiche dei popoli antichi che le utilizzarono; le anfore, infatti, costituiscono una ricca testimonianza del proprio tempo: attraverso di esse si possono capire le tecniche di fabbricazione utilizzate, si possono individuare i centri di produzione dei contenitori e dei contenuti, si possono ricostruire le antiche rotte commerciali e così via.

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Tipi diversi di anfore romane rinvenute negli scavi archeologici di Ercolano.

CLASSIFICAZIONE


Per comodità le anfore vengono catalogate secondo “tipi” definiti dalla somma delle caratteristiche di alcuni elementi morfologici, considerati nel loro insieme; tuttavia, bisogna considerare che il concetto di “tipo anforico” è abbastanza elastico: di uno stesso tipo esistono numerose varianti dovute alla fabbricazione manuale, all’evoluzione locale e a quella imitativa di questi contenitori. La denominazione dei tipi anforici può discendere: dal nome di una località (es. Camuludunum 184), dal nome di uno studioso (es. Keay VI), dal nome di un inventario o da quello del contesto di scavo (es. Agora M273), o ancora da caratteristiche fisiche dell'anfora stessa (es. hollow foot amphora) o dall'arco cronologico di diffusione (es. Late Roman Amphora 2).

Per quanto riguarda le anfore di età romana, il primo studioso che si occupò di classificare tutti questi recipienti fu Heinrich Dressel. Nel 1872, con l'aiuto di padre Luigi Bruzza, iniziò a classificare i frammenti di anfore rinvenute sul monte Testaccio (Roma) e aventi almeno un bollo o un titulus pictus.

L'anfora come unità di misura

Nell'antica Grecia le misure di capacità variavano a seconda che fossero destinate ai liquidi (μέτρα ὑγρά) o ai solidi (μέτρα ξηρά); nel caso dei liquidi, ad esempio, si utilizzava l'anfora (in greco antico: ἀμφορεύς? un'unità di misura del volume che nel sistema attico di Solone corrispondeva a 72 cotili o a 1/2 metreta (19,44 litri).

Con il termine anfora veniva indicato nel Cinquecento un'unità di peso e di capacità, utilizzata dai commercianti italiani, soprattutto veneziani. Veniva abbreviata con il segno @.

L'anfora nella ceramica greca

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Anfora greca a figure nere, risalente al 550-540 a.C., raffigurante un vecchio re o un uomo seduto in mezzo a due uomini e due donne.

Il termine anfora (dal greco amphorèus) è utilizzato per una forma ceramica greca decorata, caratterizzata da un corpo rastremato inferiormente, con collo più stretto e due anse impostate sul collo e sulla spalla. A differenza dei contenitori da trasporto sopra descritti, che presentavano un piede appuntito atto a facilitare l'immagazzinamento sulle navi, le anfore avevano un fondo piatto che permetteva ad esse di sostenersi. Erano destinate a contenere liquidi o granaglie ed in alcuni periodi furono destinate ai rituali di sepoltura, impiegate come urne cinerarie o come segnacoli tombali.

Già conosciute in epoca micenea, in epoca greca se ne distinguono due principali tipi in base al profilo tra spalla e collo che può seguire una curva continua, ovvero presentare uno stacco netto. Per ciascuna forma sono osservabili sistemi decorativi precipui e determinati dalla tecnica di decorazione impiegata e dal periodo storico.

Anfore a profilo continuo

Questa forma è raramente presente al di fuori dell'Attica e compare già nel VII secolo a.C. divenendo comune in una forma rimodellata nel VI secolo a.C. Viene prodotta fino all'ultimo quarto del V secolo a.C. Se ne distinguono tre standard tipologici:

  • il più antico (diffuso nella prima metà del VI secolo a.C.) e più comune tra le varianti della forma è il tipo "B" che presenta anse cilindriche e piede "ad echino rovesciato";
  • il tipo "A", successivo (intorno alla metà del secolo), presenta un orlo svasato (trapezoidale) con anse quadrangolari solitamente decorate con foglie d'edera e piede a doppio scalino;
  • la variante meno diffusa è il tipo "C", utilizzato tra il 580 e il 470 a.C. circa. Si caratterizza per l'orlo a profilo rotondo invece che trapezoidale, mentre anse e piede variano.
Anfore a collo distinto

Furono le più antiche, ereditate dalla ceramica micenea. Per il periodo protogeometrico se ne conoscono con anse orizzontali, impostate sul ventre, e con anse verticali; queste ultime sono le più diffuse e danno origine alla forma più allungata che diviene comune durante il periodo geometrico. Per i periodi orientalizzante e a figure nere l'anfora a collo distinto assume diverse forme, ma la più diffusa resta quella tipica del periodo geometrico. Una nuova forma viene modellata a metà del VI secolo a.C. ad Atene, dove diviene la forma tipica nelle figure nere del periodo maturo: il corpo assume forma ovoidale e la spalla si appiattisce. La forma tipica del periodo a figure rosse si presenta smagrita e frequentemente con anse intrecciate.

Anfore panatenaiche

Tra le anfore con il collo distinto una variante è rappresentata dall'anfora panatenaica, con collo sottile e corpo largo fortemente rastremato verso il piede, creata ai tempi di Pisistrato e offerta come premio per le competizioni nelle Panatenee di Atene: presenta una decorazione dipinta tipica, sempre a figure nere (la dea Atena su un lato e la gara vinta sull'altro), fino al II secolo a.C. A partire dal IV secolo a.C. le anfore panatenaiche sono datate dall'iscrizione del nome dell'arconte eponimo. La forma tende a smagrire e ad allungarsi col tempo fino a perdere nel IV secolo a.C. l'aspetto originario dell'anfora a collo distinto. Furono prodotte anche anfore della medesima forma ma con diverse decorazioni, a volte più piccole, forse come souvenir.

Anfore nicosteniche

Un'altra variante particolare era l'anfora nicostenica, che prende il nome dal suo creatore, il vasaio Nikosthenes, il quale ne produceva esemplari destinati unicamente al mercato etrusco. Presenta anse piatte che partono dall'orlo e collo a profilo tendenzialmente conico che raggiunge alla base quasi la larghezza massima del ventre. La forma dell'anfora nicostenica deriva da quella dell'anforetta a spirale, una tipologia vascolare frequentemente rinvenuta nelle sepolture villanoviane e orientalizzante.

Anfore nolane

Prendono il nome da Nola, luogo di rinvenimento di numerosi esemplari; sono una versione più piccola dell'anfora a collo distinto, frequenti nella prima metà del V secolo a.C. Presentano collo svasato, ampio orlo convesso e anse crestate; la versione con anse doppie, ciascuna composta da due sezioni cilindriche, è chiamata doubleen.

Anfora tirrenica

È una variante con corpo meno espanso prodotta a partire dal 575 a.C. circa e destinata all'esportazione in Etruria.

Anforisco

È un'anfora di piccole dimensioni con piede a punta usata per la conservazione degli oli profumati.

  • Anfora geometrica.

    Anfora geometrica.

  •  
  • Anfora a profilo continuo tipo "B".

    Anfora a profilo continuo tipo "B".

  •  
  • Anfora a profilo continuo tipo "A".

    Anfora a profilo continuo tipo "A".

  •  
  • Anfora a profilo continuo tipo "C".

    Anfora a profilo continuo tipo "C".

  • Anfora a collo distinto di tipo ovoide, diffusa nel secondo quarto del VI secolo a.C.

    Anfora a collo distinto di tipo ovoide, diffusa nel secondo quarto del VI secolo a.C.

  •  
  • Anfora a collo distinto con corpo globulare

    Anfora a collo distinto con corpo globulare

  •  
  • Anfora panatenaica

    Anfora panatenaica

  •  
  • Anfora nicostenica

    Anfora nicostenica

  • Anfora nolana

    Anfora nolana

  •  
  • Anforisco

    Anforisco

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Supporter

Ulteriore esemplare

 

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Supporter

Ulteriore esemplare  ma come Obolo

 

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Supporter
5 ore fa, apollonia dice:

Intendevo questo argento di Taras con il Kantharos su entrambe le facce.

Calabria. Taras AR Hemiobol / Kantharos

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Attribution: Vlasto 1650-1 type
Date: 302-228 BC
Obverse: Kantharos
Reverse: Kantharos, stars to either side
Size: 10.81mm
Weight: 0.48 grams

apollonia

 

 

Ecco altro esemplare con Kantharos in entrambi i lati.

Lotto 49 ArtCoinsRoma Asta 9 2014

Apulia Meridionale, Obolo, Taranto, c. 280-228 a.C.; AR (g 0,41; mm 10; h 6); Kantharos, intorno globetti, Rv. Kantharos, intorno globetti, sotto, monogr. ed anfora. Vlasto 1666; HNItaly 1076; SNG Copenhagen -; SNG ANS -. Variante rara, metallo lucente. spl.

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Supporter
1 ora fa, Oppiano dice:

Altro esemplare in  GORNY & MOSCH

Auction 265  -  14.10.2019

Los 204
THRAKO-MAKEDONISCHE STÄMME. Hemiobol (0.29g). 550 - 400 v. Chr. Mzst. unbekannt. Vs.: Kantharos. Rs.: Oinochoe im geperlten Quadratum incusum. Tzamalis 43; Klein -; Rosen Coll. -.
Erhaltung:  Getönt, ss
 
 

 

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Nella descrizione si cita però l’Oinochoe.

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Oinochoe

L'oinochoe (in greco antico οἰνοχόη, da οἶνος "vino" e χέω "versare") è un vaso simile alla brocca, utilizzato per versare il vino o l'acqua. Utilizzata già in età prellenica, se ne conoscono esemplari sia in metallo sia in terracotta e nella grande varietà di forme che questo vaso ha assunto, attraversando il geometrico e l'orientalizzante, per giungere alle figure nere attiche e al termine delle figure rosse.

L'oinochoe è caratterizzata da corpo ovale, più o meno allungato, con ansa unica, ed ha un'altezza variabile dai 20 ai 40 cm.

Per gli esemplari di manifattura ateniese John Beazley ne ha descritti dieci tipi che vengono indicati con i rispettivi numeri:

  1. orlo trilobato, collo distinto e corpo ovoidale; tra le forme più diffuse, decorata a figure nere e a figure rosse;
  2. orlo trilobato, collo distinto e corpo globulare; tra le forme più diffuse, decorata a figure nere e a figure rosse;
  3. è il tipo chiamato chous (pl. choes) dotata di orlo trilobato, corpo globulare e a profilo continuo. La decorazione tipica è a figure rosse e la forma è associata alla celebrazione delle Antesterie, festa ateniese in onore di Dioniso. Versioni in miniatura recanti rappresentazioni legate all'infanzia erano forse doni offerti ai fanciulli durante la festa, o doni depositati presso le sepolture di infanti;
  4. simile alla forma 2 con collo distinto e corpo ovoidale, ma con orlo circolare;
  5. tra le più diffuse è la forma detta olpe, un termine antico, ma non strettamente associato a questa forma. Ha corpo snello e profilo continuo; l'orlo è circolare negli esemplari standard, ma esistono eccezioni negli esemplari più antichi, e l'ansa lo sovrasta;
  6. orlo con beccuccio stretto e lungo, collo e parte superiore del corpo curvano verso l'esterno, la parte inferiore è costituita da pareti verticali o rastremate verso l'interno; decorato sulla parte superiore del corpo, appartiene al periodo a figure rosse;
  7. orlo con ampio beccuccio esteso verso l'alto, collo distinto e corpo ovoidale, prevalentemente decorato a figure rosse;
  8. è simile alla moderna tazza a pareti verticali, ma poteva essere dotata di una o due anse. Veniva usata come unità di misura, come coppa o per attingere il vino e servirlo;
  9. orlo circolare, corpo globulare e profilo continuo, se ne conoscono esemplari datati alla metà del V secolo a.C. e decorati a figure rosse;
  10. orlo con beccuccio stretto e lungo, collo distinto e corpo ovoidale.
  • Oinochoe geometrica (750 a.C. circa)

    Oinochoe geometrica (750 a.C. circa)

  •  
  • Oinochoe corinzia (630 a.C. circa)

    Oinochoe corinzia (630 a.C. circa)

  •  
  • Oinochoe rodia (630 a.C.)

    Oinochoe rodia (630 a.C.)

  •  
  • Oinochoe a figure nere (520 a.C. circa)

    Oinochoe a figure nere (520 a.C. circa)

  • Oinochoe a figure rosse (450 a.C. circa) con orlo a becco

    Oinochoe a figure rosse (450 a.C. circa) con orlo a becco

  •  
  • Oinochoe in ceramica di Gnathia, da Nola (300-290 a.C.)

    Oinochoe in ceramica di Gnathia, da Nola (300-290 a.C.)

  •  
  • Frammento di oinochoe funeraria in marmo, sec. IV a.C.

    Frammento di oinochoe funeraria in marmo, sec. IV a.C.

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Supporter

Allora,

a) Kantharos e Amphora ?

o

b) Kantharos e Oinochoe ?
 

Mah!

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