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i capolavori


danielealberti

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Vorrei discutere con voi dei grandi capolavori numismatici della magna Grecia.

Una delle monete che più mi affascinano è un tetradramma di Siracusa risalente al 405-400 a.C. L'incisore è ritenuto il grande Eukleidas, dallo studio delle sequenze risultano due coni per il dritto con lo splendido viso di Atena a tre quarti, e un conio per il rovescio con la splendida quadriga.

Il primo conio del dritto creato dall'artista si ruppe creando sul volto di Atena una piccola infiltrazione d'argento che velocemente si andava sempre più estendendo sulle monete coniate in seguito. Rotto il conio ad Eukleidas fu comissionato un nuovo conio, il N. 2 con cui però, forse nel timore che le poderose incisioni ne provocassero la rottura come nel primo, non raggiunse i livelli artistici della prima opera.

Secondo voi le immagine che posto di seguito appartengono allo stesso conio di dritto con la fenditura impercettibile nella prima immagine e con infiltrazione molto vistosa nella seconda? A mio parere si ma vorrei se possibile le vostre opinioni.

Ed ancora, ritenete fondate le ipotesi che il dritto rappresenti al posto di Atena Aretusa con l'elmo rubato alla dea?

lele

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Concordo sul conio, dovrebbe essere il Nr.1 per entrambe.

In questa immagine un po' ingrandita la presenza della frattura è più visibile:

image00108.jpg

Per quanto riguarda l'identificazione della dea aggiungo che un'eventuale elmo di Athena indossato da Arethusa sarebbe stato posto per commemorare la vittoria di Siracusa in seguito all'invasione ateniese del 415 a.C.

A mio avviso anche l'immagine di Athena "pura e semplice" contorniata dai delfini sarebbe un'efficace rappresentazione commemorativa della vittoria.

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Awards

Difficile dirlo con immagini così piccole.

Bisognerebbe inserirle anche la seconda, con le stessa risoluzione dell'immagine postata da Rapax.

Certo la frattura nel conio sembra proprio essere quella... :(

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Staff

Ecco la seconda:

image00518.jpg

...e forse questo dritto dovrebbe essere del secondo conio:

00404q00.jpg

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Awards

le immagini pastate da legionario mettono in evidenza le differenze tra i due conii,

melle prima immagine che corrisponde al 2°conio si può notare il delfino in basso a destra con la protome verso l'alto, nella seconda immagine, 1° conio il delfino punta verso il basso. La firma dell'incisore si può notare frontale sull'elmo, sotto le creste.. Si presuppone che il conio con l'immagine di Atena fosse quello superiore che riceveva i colpi inferti dal martello e per questo si deteriorò in breve tempo.

la lezione fu percepita da un altro grande maestro, Kimon che nel creare i suoi capolavori riservò la posizione del conio d'incudine alla stupenda immagine di Aretusa sempre di tre quarti

lele

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I due coni del tetradaramma con il ritratto frontale di Atena appartengono ad una delle piu' celebre emissioni greche e, assieme ai decadrammi e all'altro tetradramma battuto a Siracusa con il ritratto frontale della ninfa Aretusa, rappresentano senz'altro il vertice dell'arte monetaria siciliana antica e uno dei vertici di tutta l'arte monetale greca.

I due coni menzionati da Daniele Alberti sono descritti dettagliatamente nella pubblicazione del Rizzo alle pp. 208-210 (Monete Greche della Sicilia, edito dalPoligrafico dello Stato nel 1946, uno dei libri piu' godibili e meglio illustrati sulla monetazione greca della Sicilia - purtroppo costosissimo in originale), e dal Tudeer

nella sua pubblicazione sui tetradrammi di Siracusa (che tratta di tutti i tetra emessi a Siracusa, non compresi, per limiti cronologici, nella pubblicazione del Boheringer).

Il Tudeer riporta tali tetradrammi ai nn. 58 e 59.

Quello con la frattura di conio viene descritto al n. 59

Questa emissione, molto rara, se ne conoscono una dozzina di esemplari, riporta al diritto la quadriga e al rovescio il ritratto di Atena con firma di Eukleidas.

La sua rarita' e' dovuta al fatto che il conio si ruppe quasi subito (negli esemplari conoisciuti si puo' notare la progressiva infiltrazione dell'argento nella frattura rappresentata da un sottile cordolo che diviene via via piu' evidente negli esemplari successivi (maxime nell'esemplare proposto da Rapax che credo sia quello della collezione Pennisi, esiste un secondo esemplare custodito nel Medagliere di Siracusa del medesimo conio ma con frattura appena visibile e forse uno dei meglio conservati per questa emissione).

La seconda emissione, descritta dal Tudeer al n. 58, anche se a parere di molti dovrebbe seguire e non precedere quella descritta al n. 59, riporta un'interpretazione differente, meno vigorosa e drammatica della dea, e soprattutto con un rilievo meno pronunciato, elemento che era stato detrminnate per la rottura del conio della prima emissione. Anche questo conio e' firmato da Eukleidas.

La tematica del ritratto frontale, soprattutto nelle incisioni monetali greche, ha sempre rappresentato un problema di formidabile difficolta' e vi ci sono cimentati gli artisti piu'; valenti, all'apice della loro arte, come nel caso di Eukleidas, viste le difficolta' tecniche che la produzione di questi coni e delle monete comportava.

Un'altra celeberrima emissione frontale e' quella del di Katane con il ritratto frontale del dio Apollo emessa nel 410 aC circa, firmata dall'incisore Herakleidas, che lavoro' solo a Catania.

Anche di questa emissione ne esistono due versioni (anzi tre se si considera anche quella, assai diversa come stile dell'incisore Khorion), con una netta differenza di raffigurazione del giovane bellissimo e terribile dio.

numa numa

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I tetradrammi siracusani postati sembrerebbero effettivamente battuti dalla stessa coppia di coni. Riguardo all’identificazione della testa femminile non credo si tratti di Arethusa, bensì di Athena. L’immagine della dea, raffigurata con forte rilievo e con una lieve inclinazione del capo verso destra, si connota per un acceso calligrafismo pittorico che si sostanzia in una decisa ma al tempo stesso minuziosa cura dei particolari, quali, ad es., le volute e le palmette che ornano l’elmo attico crestato, entro le quali si cela il nome dell’artista; la resa della capigliatura, con ciocche fitte e fluenti, specie nella parte destra. Particolare rilievo “pittorico” assumono poi i delfini, che con il loro fluttuare nel campo monetale, conferiscono una nota di dinamismo isolando l’immagine della dea e, al contempo, concentrando su di essa lo sguardo dell’osservatore.

Tali elementi sembrerebbero suggerire che Eukleidas si fosse ispirato alla celebre Athena Pàrthenos di Fidia, anche se la ricezione del modello attico venne autonomamente elaborata. Un ulteriore indizio a favore dell’interpretazione del tipo monetale come Athena, piuttosto che Arethusa, potrebbe ravvisarsi nell’imitazione alquanto fedele del tipo su stateri e terzi della Licia a leggenda “Verkhssere” e “Zagara”.

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...AucID=6&Lot=543

Pregnante, inoltre, risulta il confronto con un didrammo di Velia firmato dall’incisore Kleudoros, inquadrabile nell’ultimo trentennio del IV sec. a.C. e raffigurante Athena (seppur con elmo frigio).

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=90&Lot=162

Va comunque osservato che è l’intera tipologia monetale a riverberarsi sulle vicende storiche del tempo, costituendone un fedele riflesso. La stessa quadriga e la Nike nell’atto di incoronare del dritto nonché l’elmo della dea al rovescio, sono elementi che accentuano la connotazione militare della scena esprimendo l’ideologia della vittoria ed inquadrandosi nel periodo immediatamente successivo alla vittoria riportata dai Siracusani sugli Ateniesi nell’autunno del 413 a.C.

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Anche io ringrazio tutti per questa interessante discussione sullo splendido capolavoro di Eukleidas. Decisamente illuminanti le considerazioni di dracma. Grazie davvero :lol: La dea effigiata di tre quarti è indimenticabile.

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Grazie numa numa per la preziosa risposta, una domanda, sai per caso se la ristampa della casa editrice Forni e un testo valido? Non so quanto costi l’originale, la ristampa costa ben 350 euro!!

Grazie

Lorenzo

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Non conosco la qualita' della riproduzione delle tavole, ma sicuramente nella ristampa sara' ad un livello ben diverso dagli originali.

La pubblicazione originale e' stta edita nel 1946 che e' un po' il periodo d'oro dei volumi pubblicati dalla Libreria dello Stato con le sue curatissime pubblicazioni.

Ti consiglio di dare un'occhiata alla ristampa e se ti soddisfa di prendere l'opera.

Anche il testo e' molto interessante anche se l'angolatura e' decisamente quella dello storico dell'arte piu' che dello studioso numismatico (ma proprio per questo ha degli spunti molto interessanti).

Infine molte delle monete illustratesono quelle della insuperata collezione del Barone Pennisi di Floristella (di Acireale se ricordo bene) con dei capolavori assoluti dell'arte incisoria di quel periodo.

numa numa

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Un altro libro che mi incuriosisce è il seguente

Capolavori della monetazione siracusana nell'età dei 'maestri firmanti'

Autori: Garraffo S.

Qualcuno lo conosce e sa dove trovarlo?

lele

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Ciao Daniele, quello da te citato non è un libro bensì un articolo presente nel vomume: A. Giumlia-Mair - M. Rubinich (a cura di), Le Arti di Efesto. Capolavori in metallo dalla Magna Grecia (Cat. Mostra Trieste 2002), Silvana Editoriale, Udine 2002, pp. 161-165. Posseggo il volume in quanto lo acquistai in occasione della Mostra a Trieste. Comunque ti consiglio di acquistarlo on-line sul sito di Silvana editoriale.

Ciao

dracma

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Grazie numa numa per la tua gentile risposta, attenderò l’occasione di visionare l’opera e poi valuterò l’acquisto.

Grazie

Lorenzo

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Per chi non vuole sobbarcarsi nell'immediato la spesa dell'opera piu' importante del Rizzo che ha un costo non indifferente anche in ristampa Forni ( 350 € ) segnalo l'ottimo testo dello stesso autore : L'arte della moneta nella Sicilia Greca

Reperibile da Brancato Editore a circa 15€, per i bibliofili l'edizione Forni piu' curata costa 62 €.

Un libro,quello citato, poco considerato. Personalmente l'ho trovato molto interessante.Il testo è per stessa ammissione dell'autore un 'introduzione all'argomento che verra' in seguito sviscerato nell'opera principe Monete greche della Sicilia descritte ed illustrate

Ciao

Kainon

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Ciao Daniele, quello da te citato non è un libro bensì un articolo presente nel vomume: A. Giumlia-Mair - M. Rubinich (a cura di), Le Arti di Efesto. Capolavori in metallo dalla Magna Grecia (Cat. Mostra Trieste 2002), Silvana Editoriale, Udine 2002, pp. 161-165. Posseggo il volume in quanto lo acquistai in occasione della Mostra a Trieste. Comunque ti consiglio di acquistarlo on-line sul sito di Silvana editoriale.

Ciao

dracma

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Grazie per l'informazione dracma

Concordo con kainon, l'opera del Rizzo "L'arte della moneta della Sicilia Greca" edito da Brancato editore è un'opera piacevole anche se a volte prende il sopravvento l'archeologo . Non mancano le vene polemiche dell'autore nel contestare teorie di altri illustri numismatici .

lele

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Ciao Daniele, quello da te citato non è un libro bensì un articolo presente nel vomume: A. Giumlia-Mair - M. Rubinich (a cura di), Le Arti di Efesto. Capolavori in metallo dalla Magna Grecia (Cat. Mostra Trieste 2002), Silvana Editoriale, Udine 2002, pp. 161-165. Posseggo il volume in quanto lo acquistai in occasione della Mostra a Trieste. Comunque ti consiglio di acquistarlo on-line sul sito di Silvana editoriale.

Ciao

dracma

225340[/snapback]

Ho appena ricevuto un messaggio dove la casa editrice mi comunica che il libro è esaurito.

Peccato.

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.. Si presuppone che il conio con l'immagine di Atena fosse quello superiore che riceveva i colpi inferti dal martello e per questo si deteriorò in breve tempo.

la lezione fu percepita da un altro grande maestro, Kimon che nel creare i suoi capolavori riservò la posizione del conio d'incudine alla stupenda immagine di Aretusa sempre di tre quarti

lele

225059[/snapback]

Avevo erroneamente affermato che il conio della testa fosse quello di inmcudine, mi devo ricredere, ho controllato, e il conio con la testa di Atena fu riservato a quello di martello da Eukleidas, che senza considerare l'eccezionale altezza del profilo della testa della dea, determino' la rottura del conio dopo l'emissione di pochi esemplari (oggi di questa prima emissione - Tudeer 59 - e la piu' interessante da un punto di vista artistico, se ne conoscono pochissimi esemplari, non piu' di una dozzina tra musei, collezioni pubbliche e collezioni private.

In questo conio la testa della dea, presenta appieno il forte carattere stilistico che distingue, in piccolo, la riproduzione di uan grande opera d'arte - in questo caso e' stata suggerita la relazione niente meno che con la testa dell'Athena Parhenos di Fidia, perduta nell'originale ma conosciuta attraverso le tante rielaborazioni o riproduzioni del capolavoro del Maestro ateniese, che ha indubbiamente ispirato l'opera finissima del grande incisore siracusano.

Il nuovo modello preparato per il secondo conio (Tudeer 58) presenta un ritratto assai meno vigoroso ed ispirato, un rilievo piu' basso. La testa sembra schiacciata, compressa, risultato del timore di produrre un conio che potesse rompersi come il precedente (Eukleidas non muto' l'assegnazione del lato con la testa della dea al conio di martello con la conseguenza che anche questo conio si ruppe, seppur durando molto piu' del primo). Di questo secondo conio gli esemplari conosciuti sono molti di piu'.

Il conio di rovescio, che presenta la quadriga, non fu invece ripetuto e venne utilizzato per entrambe le emissioni.

Una particolarita', la collezione Moretti, venduta all'asta una decina di anni fa, comprendeva entrambe gli esemplari provenienti da due coni di questa emissione.

numa numa

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