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Inviato

Ho cercato sul forum, forse un po troppo approssimatamente, ma non ho trovato quello che cercavo, una discussione approfondita sugli italici...

Visto che, per naturale degenerazione del mio interesse per la mia terra, mi sono imbattuto in questa serie monetale, vorrei iniziare ad approfondire l'argomento...


Inviato

Testo di riferimento è:

"La monetazione degli insorti italici durante la guerra sociale, 91-87 a.C., Modena - Apparuti Edizioni, 1987 di A. Campana

anche:

"Corpus Nummorum Italicorum: Samnium, Frentania, Sabinia et Regio Inter Meridiem et Orientem Latii", ASMV di Piedimonte Matese (CE), di Antonio Vessella


Inviato

Al testo fondamentale segnalato da Gionata aggiungo:

A. Campana, La monetazione della guerra sociale: alcune considerazioni, in “Popoli dell’Italia Antica. Gentes fortissimae Italiae. Samnium, Latium et Campania. Storia, Archeologia e Numismatica”, Atti 1° Convegno (Atina, 29 ottobre 2000), Cassino 2000, pp. 67-78.

F. Tataranni, Il toro, la lupa e il guerriero: l'immagine marziale dei Sanniti nella monetazione degli insorti italici durante la guerra sociale (90-88 a.C.) , in “Athenaeum”, 1/2005, pp. 291-304.

Ciao


Inviato

...la guerra sociale rappresenta per Roma e la romanità uno dei momenti più importanti della sua storia. Infatti, nonostante le popolazioni presenti nello stivale, si fossero schierate al suo fianco contro i Cartaginesi, Pirro, ecc... A queste comunità non vennero riconsociuti gli stessi diritti dei romani...

A causa di questa presa di posizione di Roma, gli alleati italici, insorsero e, più volte ebbero la meglio sulle milizie romane...

Compresa la gravità della situazione Roma fece un bel "condono" (Lex Iulia de Civitate e Lex Plautia Papiria) e garantì la cittadinanza a tutti quelli che avrebbero rinunciato alla rivolta...

In breve tempo, il numero degli insorti si ridusse drasticamente e l'esercito romano potè sconfiggere definitivamente gli insorti...

molto sintetico ma chiaro (spero) :P


Inviato (modificato)
... A queste comunità non vennero riconsociuti gli stessi diritti dei romani...

A causa di questa presa di posizione di Roma, gli alleati italici, insorsero

. . .

Roma fece un bel "condono" (Lex Iulia de Civitate e Lex Plautia Papiria) e garantì la cittadinanza a tutti quelli che avrebbero rinunciato alla rivolta...

227910[/snapback]

Non sono tanto convinto che il motivo del contendere fosse l'ottenimento della cittadinanza "municipale", anzi, in qualche misura il problema doveva essere proprio quello della eccessiva larghezza nel riconoscimento della cittadinanza, la conseguente creazione di conflitti -noi diremmo "di competenza"- e la crescente necessità di utilizzare per assegnazioni terreni che avrebbero potuto restare indivisi (con l'incrementarsi della tensione fra piccoli proprietari terrieri e grandi allevatori -una situazione un po' stile Far-West , ma alla rovescia, dove gli allevatori gringos sono gli Italici legati a realtà statuali meno forti :o ).

Una situazione complessa, nella quale l'esito è solo apparentemente paradossale: man mano che Roma militarmente si impone (anche se a grande fatica) la cittadinanza viene allargata (anche se con largo impiego dell'espediente della civitas Latina).

Modificato da LUCIO

Inviato

a suffragio della tesi da me riportata ricordo che dopo la rivolta di Ascoli, una delegazione andò a Roma a chiedere l'ottenimento della cittadinanza e così del diritto di voto, che voleva dire poter influenzare la politica interna ed estera (le guerre). A seguito del rifiuto opposto dal Senato, ebbe inizio la guerra vera e propria...


Inviato

allego alcuni autori:

Appiano e Velleio


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