Zeus ed Ermes

[apollonia]

Salve.

Nella Roma Numismatics 112 del 7 settembre prossimo sarà battuto un bronzo della zecca di Magnesia ad Sipylum, in Lidia, che raffigura al rovescio il padre degli dei e il messaggero degli dei che tengono entrambi in mano un lungo scettro.

Valutazione: 50 GBP

Lotto 368. Lydia, Magnesia ad Sipylum Æ 19mm. 2nd-1st centuries BC. Diademed bust of Artemis to right, bow and quiver over shoulder / Zeus standing to left, Hermes standing to right, holding sceptre between them; [ΣΙΠΥΛΟΥ] above, [ΜΑΓΝΗΤΩΝ] below, monogram in left field; c/m: thunderbolt. GRPC Lydia 8 corr. (countermark not part of design). 4.41g, 19mm, 12h.

Good Very Fine. Very Rare.

 

Le divinità raffigurate al rovescio mi hanno ricordato un episodio della mitologia classica tramandato dell’ottavo libro delle Metamorfosi di Ovidio, che riporterò a seguire.

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Filemone e Bauci

Tutto ebbe inizio quando Zeus chiese al suo messaggero Ermes di accompagnarlo sulla terra per verificare se gli uomini fossero veramente egoisti e meschini come si diceva. Presero l’aspetto di mendicanti e andarono in Frigia. Verso sera giunsero a un villaggio e, fingendosi stanchi e affamati, bussarono alla porta di tutte le case chiedendo ospitalità per la notte. Ricevettero solo rifiuti, ingiurie e perfino minacce. Quando furono in aperta campagna, sul ciglio di una strada secondaria videro una vecchia capanna così misera che chiedere ospitalità ai suoi abitanti poteva sembrare assurdo. Tuttavia bussarono. Venne ad aprire una vecchietta miseramente vestita che, sentendosi chiedere il ricovero per una notte da quei due mendicanti, sorrise e li pregò di accomodarsi. La vecchietta si chiamava Bauci. La capanna era internamente costituita da una sola stanza e accanto al camino sedeva un vecchietto che era il marito di Bauci, di nome Filemone. Appena vide i mendicanti si alzò in piedi e cedette il posto a Zeus, offrendo subito dopo a Ermes una sedia sgangherata. Tutto lì era povero, vecchio e malandato, ma i due coniugi si misero subito a disposizione con cordialità e offrirono quel poco che avevano: pane, olive, qualche frutto e una povera minestra. Quando però versavano il vino, questo non finiva mai e cominciarono a sospettare sulla vera identità dei due mendicanti. Volevano sacrificare la loro unica oca, ma l'animale aveva intuito che erano dei e andò a nascondersi tra le loro gambe. Mentre mangiavano, Filemone raccontò che si erano sposati cinquant’anni prima quando erano giovani e belli, eppure erano felici come allora e continuavano a volersi bene. Zeus era visibilmente commosso e, fattosi riconoscere, li condusse fuori sopra un'alta montagna vicina alla capanna mentre scatenava la propria ira contro i Frigi: videro tutto il borgo sommerso e distrutto tranne la loro povera capanna che venne trasformata in un tempio maestoso. Poi Zeus si offrì di esaudire qualunque loro desiderio e Filemone, sicuro di interpretare anche i sentimenti di Bauci, chiese che diventassero sacerdoti del suo tempio e di poter morire insieme perché nessuno dei due voleva restare neanche un giorno senza l’altro. Zeus li accontentò consacrandoli sacerdoti del tempio “ex capanna” e dopo molti anni, nello stesso giorno e nella stessa ora, mutando Bauci in un tiglio e Filemone in una quercia. I due alberi uniti per il tronco stavano uno accanto all’altro a sussurrarsi con le fronde mosse dal vento qualche dolce parola. Questa meraviglia vegetale che si ergeva di fronte al tempio fu venerata per secoli.

I nomi di Filemone e di Bauci sono passati in proverbio per indicare due vecchi sposi che in passato hanno trascorso i loro giorni in un amore reciproco e ne conservano ancora vivo il sentimento.

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