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Polonia: ricercatori portano alla luce oro e argento del “santo truffatore” del ‘700


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Seguono una leggenda, scoprono un tesoro. Ricercatori portano alla luce oro e argento del “santo truffatore” del ‘700

 

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Nelle remote colline dei Jeleniowskie, in Polonia, si celano numerosi luoghi avvolti dal mistero. Tra questi misteri spicca la storia singolare dell’eremita Antoni Jaczewicz, un avventuriero che si guadagnò fama anche come falso profeta, seducendo la gente con presunti poteri di guarigione. Si narra che nel maggio del 1708 egli eresse un eremo tra monti e colli, convincendo tanti malati della sua capacità di curare. La sua figura è rievocata con contorni leggendari. Si dice che l’uomo avesse accumulato un consistente tesoro, nel suo rifugio.

L’associazione di esploratori Świętokrzyska, ispirato da questa leggenda, ha deciso di indagare ulteriormente. Dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni, ha confermato le antiche voci, trovando un autentico tesoro.

“Abbiamo atteso con pazienza per annunciare questa scoperta – hanno detto gli esploratori polacchi – Quasi due anni di attesa perchè siamo tornati più volte sul luogo. E volevamo certezze. Un’attesa prudente che ha ripagato. Oggi possiamo affermare di aver confermato una parte della storia di questa leggenda. Dopo aver ricevuto le dovute autorizzazioni, abbiamo iniziato i lavori nell’estate del 2022 e, il 12 giugno di quell’anno. Il nostro collega Paweł Polak ha scoperto il primo deposito di monete d’argento. Era un tesoro imponente, con un numero considerevole di monete, di cui purtroppo non possiamo ancora fornire una stima precisa poiché i lavori di conservazione e di ricerca sono ancora in corso. I depositi trovati successivi sono più modesti, contenendo una dozzina o anche solo diverse monete ciascuno. L’apice delle scoperte è stato il ritrovamento di un magnifico ducato d’oro della città di Amburgo, opera di Sławek Badowski, che ha aggiunto un tocco finale prestigioso alla nostra ricerca. Desidero ringraziare tutti i membri della nostra associazione per la loro dedizione e pazienza” – ha dichiarato Sebastian Grabowiec, presidente del Gruppo di Esplorazione Świętokrzyska, in merito alla scoperta del tesoro.

Ma chi era veramente l’eremita Jaczewicz, inizialmente considerato guaritore ma in seguito rivelatosi un abile truffatore e ladro? Alla fine del XVII secolo, la Repubblica di Polonia fu travolta da un’epidemia di peste, che alimentò il panico tra la popolazione. In questo clima di terrore, i truffatori approfittarono della situazione, promettendo guarigioni miracolose o protezione contro la malattia. Tra essi, spiccava Antoni Jaczewicz, che addirittura dichiarava di avere ottenuto il potere curativo direttamente dalla Madonna, la quale, affermava lui, dimorava con lui nel suo eremo.

La sua menzogna attirò numerosi fedeli o malati, che fecero generose donazioni all’eremo. La sua fama crebbe rapidamente e presto trasformò il suo rifugio in una sorta di fortezza, con guardie assoldate per proteggere i suoi affari. Si dice che non solo derubasse i pellegrini, ma anche le proprietà circostanti. Alla fine, la nobiltà locale lo catturò e lo consegnò alla corte episcopale di Cracovia. Tuttavia, riuscì a fuggire dalla prigione e a tornare al suo rifugio, riprendendo le sue attività fraudolente, apparentemente con il beneplacito del Papa. Dopo essere stato nuovamente catturato, fu processato e condannato all’ergastolo nel 1712, finendo in prigione a Częstochowa.

“Le vicende degli avvenimenti di quel tempo sono state riportate alla luce grazie alle interessanti scoperte degli ultimi anni da parte dei membri del Gruppo di Esplorazione Świętokrzyskie. Questi hanno ottenuto l’autorizzazione dalle autorità locali per condurre ricerche sui siti storici. Le loro scoperte suggeriscono che la storia dell’avventuriero Jaczewicz potrebbe essere più di una semplice leggenda, costruita attorno a un numero esiguo di fatti storici. Il Gruppo di Esplorazione Świętokrzyskie ha rinvenuto una vasta collezione di monete risalenti alla metà del XVII secolo e all’inizio del XVIII secolo, tra cui orts, sei, krajcars, kopecks (conosciuti anche come lacrime) e altro ancora. Di particolare interesse è un ducato d’oro di Amburgo del 1648, con l’immagine della Madonna con il Bambino incisa sul bordo, suggerendo che potesse essere usato come medaglione. È possibile che queste monete fossero parte delle offerte raccolte dal falso eremita, donazioni o ex-voto, o forse anche bottino rubato dalla nobiltà locale. Il deposito di monete, ora custodito e conservato dai membri della Świętokrzyska Exploration Group, è stato trasferito al Museo Storico e Archeologico di Ostrowiec Świętokrzyski. Quest’anno è prevista la sua catalogazione e un’analisi numismatica e storica dettagliata, sperando di ottenere maggiori dettagli sul passato di questo tesoro” – ha commentato Wojciech Siudowski del WUOZ di Kielce.

Gli archeologi ora cercheranno le possibili strutture dell’eremo.

Góra Witosławska (491 m sopra il livello del mare ) – una vetta nella catena montuosa Jeleniowski , sui monti Świętokrzyskie – è’ coperta da un bosco di abeti e faggi.In epoca precristiana sul monte Witosławska esisteva un bosco sacro . Secondo alcuni qui veniva venerato Vito, cioè Świętowita, una divinità che si prendeva cura, tra gli altri, del sole. Alcune fonti sostengono che il nome del monte potrebbe derivare dal nome di questa divinità. Anche più tardi, a partire dal XV secolo, ogni anno a Pentecoste si tenevano qui processioni e riti sacri. Il monte Witosławska veniva utilizzato anche religiosamente dai predicatori Antoni Jaczewicz – del quale, ora, sarebbe stato trovato il tesoro – e Jan di Zakliczyn.

https://stilearte.it/seguono-una-leggenda-scoprono-un-tesoro-ricercatori-portano-alla-luce-oro-e-argento-del-santo-truffatore-del-700/

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Inviato
33 minuti fa, odjob dice:

Mi hai anticipato,ma posto comunque il link affinchè possa esserci qualche altra notizia in merito:

https://www.virgilio.it/video/tesoro-perduto-anthony-jaczewicz-178351

Salutoni

odjob

 

Ma la cosa più importante (in conformità anche con lo spirito del forum) non è tanto chi da l'informazione o magari l'informazione stessa, piuttosto è condividere. Quindi qualunque contributo, per me, anche se forse sovrabbondante, è da apprezzare.

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