Vai al contenuto

Risposte migliori

Supporter
Inviato

Segnalo il Lotto 908 della prossima asta ACM 33 del 19/9/2024:

Zecche Italiane. Napoli. Repubblica Napoletana. 1647-1648. 15 Grana 1648. GAC M. Simbolo P. Ag. Mag. 2 Questo esemplare. Peso gr. 4,85. Diametro mm. 26,50. Per la tipologia SPL. Modulo eccezionalmente largo. Eccezionale patina. Ex Collezione Dr. Pannuti. R.

https://www.biddr.com/auctions/acm/browse?a=4856&l=5879840
 

Base di partenza: 3.500 euro

E’ dichiarato che l’esemplare proviene dalla Collezione del dott. R. Pannuti.

Dalle ricerche effettuate, l’esemplare è il Lotto 1158 di cui alla nota asta n. 16 svoltasi a Zurigo dalla NUMISMATICA ARS CLASSICA AG il 28-29/10/1999.

Descrizione NAC: 

Repubblica Napoletana - Enrico di Lorena, duca di Guisa, 1647-1648. Da 15 grana 1648. AR 4,83 g.

HENR-DE-LOREN-DVX-REIP-NEAP. Stemma coronato. Rv. S-I-REGE-ET-PROT-NOS. Mezza figura di

S. Gennaro benedicente, di fronte, con mitria e pastorale; a d., nel campo, GAC / M, e a s., P. CNI 8. P.R. 1.

Molto raro. Esemplare di modulo insolitamente largo. In genere queste monete si rinvengono sempre tosate ed in cattivo stato di conservazione.
Buon BB.

 

Enrico di Lorena duca di Guisa, già arcivescovo di Reims, duce della Serenissima real Repubblica (sic!) di Napoli dal 24 dicembre 1647, fu alloggiato nel torrione del Carmine, vera fortezza militare, dal suo arrivo in città (15 novembre 1647) al 20 gennaio 1648, allorché si trasferì nel palazzo del principe Caracciolo di Santobuono in via S.Giovanni a Carbonara.

Qui rimase sino al 5 aprile 1648, data in cui lasciò la capitale. Dal Torrione del Carmine il 12 gennaio 1648 il Lorena emise un bando per la coniazione delle monete di rame da un tornese, due tornesi (grano) e tre tornesi (pubblica). I suddetti nominali furono battuti nella zecca dell'Arsenale "novellamente aperta", secondo il diarista Francesco Capecelatro (che si occupò delle cose avvenute nel reame di Napoli dal 1647 al 1650), assieme alle monete d'argento da 15 grana, "liberate" già il 17 gennaio 1648. Il duca di Guisa aveva pretese sul regno di Napoli in quanto discendente di Renato d'Angiò.

 

Saluti.

IMG_5658.jpeg

IMG_5656.jpeg

IMG_5655.jpeg

  • Mi piace 3

  • 2 settimane dopo...
Supporter
Inviato

19 Settembre (data dell’asta): San Gennaro

La leggenda fa di san Gennaro un vescovo di Benevento martirizzato sotto Diocleziano (probabilmente nel 305). Si dice che, poco dopo la sua decapitazione, una donna si avvicinò e, seguendo una pia usanza dell’epoca, raccolse con una spugna un po’ di sangue del vescovo e lo versò in due piccole ampolle di vetro. Certamente non immaginava di essere lo strumento di un fatto sconvolgente, che ancora oggi solleva tanti interrogativi. La tomba del martire fu subito meta di pellegrinaggi e molti sostenevano di avere ottenuto miracoli per sua intercessione; ma le reliquie del santo, trafugate verso l’831 e portate a Benevento e da qui nel cenobio di Montevergine, poterono tornare a Napoli solo nel 1497, custodite in duomo nel “Succorpo” sotto il presbiterio. Nel frattempo però, da alcuni decenni la devozione popolare aveva subito una svolta radicale: il 17 agosto 1389, in un momento assai drammatico per Napoli, coinvolta nelle lotte dinastiche angioine e nello scisma avignonese, e in più afflitta da un’acuta carestia, il vescovo aveva ordinato che venisse esposta in duomo la teca con le ampolle che contenevano il sangue del martire; improvvisamente, sotto gli occhi di migliaia di persone, quel sangue rappreso si sciolse. Da allora le feste liturgiche del santo furono sempre legate all’esposizione delle ampolline e al fenomeno della liquefazione, che con regolarità straordinaria si ripete nelle date fisse. Il culto del sangue di Gennaro è stato spesso tacciato di fanatismo mentre, a detta di alcuni scienziati, la liquefazione del sangue nelle ampolle sfugge alle fondamentali leggi della fisica. Dopo il Vaticano II, la Chiesa napoletana nella prassi pastorale ha disciplinato severamente le cerimonie dell’esposizione della reliquia, preoccupandosi di frenare ogni eccesso devozionistico, senza peraltro disconoscere espressioni sincere di partecipazione popolare, come quella del gruppo di donne dette “parenti di san Gennaro”.

https://www.famigliacristiana.it/liturgia/san-gennaro_1959861.aspx

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Faccio presente che il riferimento al CNI 8 presente nella descrizione del Lotto 1158 dell'asta NAC 16/1999 è errato.

Allego quanto presente nel CNI.

Come di può notare, nel R/ del CNI 8 è presente "RE" mentre nell'esemplare NAC (che è poi quello che sarà esitato in asta ACM) è evidente la presenza di "REGE" in luogo di "RE".

Saluti,

d/

002.PNG

001.PNG


Supporter
Inviato

Di seguito, i 37 (38) esemplari descritti nel CNI suddivisi per diametro e peso:

Numero Diametro (mm) Peso (gr)
1 23 4,1
2 21 3,56
3 21 3,38
4 28 4,54
5 28 3,87
6 20 2,88
7 21 3,02
8 28 4,94
9 28 4,98
10 23 3,42
11 23 3,36
12 28 3,41
13 28 4,94
14 28 4,21
15 24 3,67
16 28 4,26
17a 28 3,29
17b 28 3,37
18 22 3,56
19 26 4,75
20 28 3,91
21 28 3,81
22 22 3,9
23 20 2,48
24 22 2,92
25 24 4,21
26 28 3,22
27 23 3,71
28 28 4,83
29 23 3,41
30 28 4,99
31 29 3,8
32 23 3,36
33 21 2,88
34 21 3,4
35 23 3,14
36 28 4,95
37 28 3,5
  29 max 4,99 max
  20 min 2,48 min
  25 media 3,79 media
  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

"Lo stile del duca era stato forgiato nelle fucine del linguaggio del potere e non lesinava sulle metafore. D’altra parte Guisa accordava una grande attenzione alla «Grassa», convinto che il buon governo consistesse nello sfamare il popolino. Un merito che rivendicava fin sulle monete di rame, destinate ai poveri, con le armi della repubblica da un lato e le spighe di grano e un ramo d’ulivo dall’altro, col motto Pax et Ubertas sulla moneta di tre tornesi; con un grappolo d’uva e il motto Laetificat 1648 sulla moneta di un tornese. Le monete d’argento invece, usate dai più ricchi, portavano le armi della Repubblica e, sul retro, il riferimento a Henricus de Lorena Dux Reip. Neap"

http://www.fedoa.unina.it/13476/1/Il potere delle Favole.pdf

Testo molto interessante sulla figura del Guisa:

Università di Napoli L’Orientale Quaderni del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali 2 Michèle Benaiteau Il potere delle favole Vita politica di Enrico di Lorena (1614-1664), duca di Guisa e “Duce della Real Repubblica di Napoli”.

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

I due esemplari presenti al British Museum.

Primo esemplare: 

Diametro: 26,80 mm
Peso/massa: 4,97 gr

https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_C-3026

image.jpeg

Secondo esemplare: 

Diametro: 21,10 mm
Peso/massa: 3,17 gr

https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1935-0401-9921

image.jpeg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

COLLEZIONI SAMBON - GILIBERTI

MONETE DELL'ITALIA MERIDIONALE E DELLA SICILIA

Vendita all'asta pubblica il 10 Dicembre 1921 e giorni seguenti in Napoli, Galleria Canessa, Piazza Martiri. 

A CVRA DI C. & E. CANESSA - Antiquari - NumismaticI

Lotto 912

 

IMG_5899.jpeg

IMG_5901.jpeg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Peccato che non siano indicati quanto meno i pesi.

 

IMG_5923.jpeg

IMG_5922.jpeg


Inviato
19 ore fa, Oppiano dice:

Peccato che non siano indicati quanto meno i pesi.

 

IMG_5923.jpeg

IMG_5922.jpeg

 

Buonasera a tutti,  in effetti un gran peccato,  sarebbe stato un utile Database per gli appassionati. 

A volte anche io nella compilazione del cartellini sono manchevole, mi riprometto di aggiornare almeno il db al pc ma poi sono pigro

Invece tenere nota di tutte le informazioni rappresenta uno studio più completo. 

Certo avere tutti i pesi degli esemplari riportati avrebbe aiutato a farci un idea più precisa in merito anche ad altri quesiti esposti in altra discussione. 

Saluti 

Alberto


Supporter
Inviato
Il 14/8/2024 alle 17:27, Oppiano dice:

 

http://www.fedoa.unina.it/13476/1/Il potere delle Favole.pdf

Testo molto interessante sulla figura del Guisa:

Università di Napoli L’Orientale Quaderni del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali 2 Michèle Benaiteau Il potere delle favole Vita politica di Enrico di Lorena (1614-1664), duca di Guisa e “Duce della Real Repubblica di Napoli”.

 

molto interessante.

 


Supporter
Inviato

Ancora nessuna offerta ricevuta.


Inviato
22 ore fa, Oppiano dice:

Ancora nessuna offerta ricevuta.

 

Manca un mese , si preparano per il live.

Saluti

Alberto


Supporter
Inviato

Il mondo gira e anche le monete…

https://nomisma.bidinside.com/it/lot/572296/napoli-repubblica-napoletana-1647-1648-15-/

Lotto 837 Asta Nomisma 14-15/5/2019

NAPOLI Repubblica napoletana (1647-1648) 15 Grana 1648 - MIR 281 AG (g 4,84) R Esemplare di conservazione eccezionale per il tipo di moneta e con un eccellente pedigree provenendo dall’asta NAC 16, Collezione Pannuti. Probabilmente il miglior esemplar noto 
Grading/Stato: SPL+

Prezzo base: 4.000 euro rimasto invenduto.
Prezzo troppo alto!? 

IMG_6006.jpeg


Supporter
Inviato (modificato)

Enrico di Lorena duca di Guisa fu invitato a prendere il comando di una Repubblica Napoletana, costituita dal popolo di Napoli dopo la grande sommossa del 7 luglio 1647, suscitata dalle angherie e dall’ammiseramento profondo per i tanti imposti balzelli.

Nel principio di Gennaio 1648 Enrico fu consacrato dal cardinale Filomarino Duca di questa Repubblica, ma all'inizio del seguente Aprile dovette tornarsene in Francia, premuto dalle preponderanti forze spagnuole.

Nel breve tempo in cui il Duca di Guisa tenne il detto comando fece riaprire la zecca dell'Arsenale di Napoli, rimasta chiusa sin dal 1623 per irregolarità e trufle commessevi, e fece coniare al suo nome quattro monete, le quali vennero dette Monete del popolo. Una di queste fu di argento del valore di 15 grana, e le altre di rame, …

Quindici grana del 1648. - Nel dritto ha al giro il nome di Enrico di Lorena col titolo di Duca della Repubblica Napoletana, e nel centro uno scudo coronato avente una fascia con le lettere S. P. Q. N. (Senatus Populus Que Neapolitanus). Nel rovescio havvi il busto mitrato di S. Gennaro, Patrono della città, sulle nubi, con la data al di sotto, e nel giro la frase di preghiera al Santo: S.I. REGE. ET. PROT. NOS. Questa moneta ha un peso superiore a quello delle altre precedenti di simile valuta; è moneta rara, e difficilmente si trova integra, ma bensi tosata più o meno largamente, laonde gli esemplari completi assorgono a grandissima rarità. Le sigle apposte su questa moneta sono GAC del Maestro di zecca Giovanni Andrea Cavo, già zecchiere di Filippo IV, ed M del Maestro di prova Giuseppe Maffei.”

.[Luigi dell’Erba, 1934]

Modificato da Oppiano

Supporter
Inviato

http://www.ilcartastorie.it/i-nostri-racconti/duca-di-guisa-2/
 

Purtroppo io sono troppo intelligente. Per tutti voi. Non lo dico per immodestia o per sottolineare qualcosa che non va in voi altri, anzi. Se volessi fare l’altezzoso mi basterebbe citare qualche titolo; Duca di Guisa, Sua Altezza Serenissima della Real Repubblica di Napoli e via così. Ma non voglio fare quel tipo di discorso. Cercate di capirmi, almeno voi sforzatevi. È un problema per me. Avere questa necessità di vedere le cose troppo in profondità, troppo lucidamente. Non riuscire mai a gustarsi niente, dover sempre spendere un pensiero o una parola in più. E non lo faccio perché mi va, io non sono affatto felice di essere così.

Non è un bel vivere. Gli uomini non dovrebbero ricordare a se stessi di essere delle bestie. Dovrebbe essere un istinto naturale, discretamente presente. Non dovrebbero prendersi, di tanto in tanto, in disparte, davanti ad uno specchio e dirsi “Rilassati. Vivi e prenditi il meglio.”

Sapete, quando avevo quindici anni mi costrinsero a diventare arcivescovo di Reims, nel nord della Francia. Ho ricordi tremendi di quei panneggi rossi che mi ingolfavano il collo. Ero un bambino gracile e avevo le gambe troppo vicine all’altezza delle ginocchia. E troppo lunghe rispetto alle braccia. Leggevo tanto. Di notte mi addormentavo leggendo e dormendo continuavo a leggere. I personaggi delle epopee medievali con cui stordivo il mio tempo si agitavano nei sogni, scrivendo centinaia di finali diversi per ogni racconto.

Credevo addirittura in Dio allora. E lo pregavo, lo pregavo rabbiosamente per farmi uscire dalla condizione di porporato. Da secondogenito non avevo alternative alla vita da prete. Però credevo nella provvidenza e credevo in un’altra verità incontestabile della mia vita. Io, alla fine, vincevo. La spuntavo, sempre.

Nell’arco di un anno mio padre e mio fratello si ammalarono e morirono. Io divenni Enrico II di Lorena, unico Duca di Guisa. E, per l’esaudimento delle mie preghiere, naturalmente, smisi di credere in Dio. Perché vincere non è così bello. Non sempre fa felici vincere. Bisogna saper desiderare le cose giuste.

A proposito di desideri, mi trovavo a Roma per ottenere l’annullamento dell’ennesimo matrimonio che non mi soddisfaceva quando mi raggiunse la grande chiamata. Masaniello era appena morto e il popolo di Napoli mi chiedeva di divenire il suo paladino contro l’oppressore spagnolo. Sembrava rischioso. Ero tanto annoiato da quel soggiorno a Roma. Una vita passata a scamparle tutte a provarle tutte, senza aver, alla fine, concluso niente. Desiderai essere qualcun altro, qualcuno di migliore, in quel pomeriggio d’inverno a Roma e così accettai.

La marmaglia sporca e cenciosa che venne ad accogliermi a Piazza Mercato mi mise i brividi. Avvertivo la loro assordante incapacità di capire quello che volevo e, più di tutto, non mi destavano nessuna curiosità.  Dovevo distruggere subito l’idea che potessero davvero governarsi e scegliersi dei rappresentanti.

Io ero lì per un solo motivo. Diventare re. Un re vero, come quelli dei miei libri e dei miei sogni. Non l’avrei ammesso mai in quel momento, ma i miei pensieri erano meno lucidi del necessario. Ero eccitato e ansioso di arrivare finalmente da qualche parte, di poter guardare una cosa fatta da me e dire “Ecco, questa, da qualsiasi lato la guardi è perfetta. È fatta bene, l’ho fatta io.”

Così feci ogni tentativo pensabile. Per vincere gli spagnoli serviva denaro? Nessun problema, ordinai di saccheggiare i banchi pubblici. Il Banco dell’Annunziata ed il Banco dei Poveri, avrebbero ceduto seimila ducati alla mia causa. Senza batter ciglio. Mi circondai di teste non pensati, capaci di violenza e di obbedienza e me ne infischiai di quei ciarlatori che mi rimproverano e mi seguivano con il loro codazzo di consigli e raccomandazioni sul destino della città.

Fu logorante far finta di rispettarli. Una farsa pietosa a cui, con il passare dei giorni, credemmo tutti sempre meno. Fui obbligato a confrontarmi con poeti, farmacisti e perfino armaioli. Mi annoiai e a febbraio li feci decapitare quasi tutti nel cortile di Castel Capuano. Prima che loro potessero far uccidere me, chiaro. Non ero stato capito, ancora una volta. Scampai alla fine della Repubblica e nessuno mi torse un capello, ovviamente. Finì con il fare il Gran Ciambellano del Re di Francia. Vedete? Riesco sempre a restare in piedi, a superare le trappole di questo groviglio insensato che è la vita. Non ce l’ho fatta a diventare Re ed è stato un peccato fidatevi. Sarebbe stata un’avventura bellissima, una storia indimenticabile per Napoli e per me, soprattutto per me.


Supporter
Inviato
Il 14/08/2024 alle 17:27, Oppiano dice:

"Lo stile del duca era stato forgiato nelle fucine del linguaggio del potere e non lesinava sulle metafore. D’altra parte Guisa accordava una grande attenzione alla «Grassa», convinto che il buon governo consistesse nello sfamare il popolino. Un merito che rivendicava fin sulle monete di rame, destinate ai poveri, con le armi della repubblica da un lato e le spighe di grano e un ramo d’ulivo dall’altro, col motto Pax et Ubertas sulla moneta di tre tornesi; con un grappolo d’uva e il motto Laetificat 1648 sulla moneta di un tornese. Le monete d’argento invece, usate dai più ricchi, portavano le armi della Repubblica e, sul retro, il riferimento a Henricus de Lorena Dux Reip. Neap"

http://www.fedoa.unina.it/13476/1/Il potere delle Favole.pdf

Testo molto interessante sulla figura del Guisa:

Università di Napoli L’Orientale Quaderni del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali 2 Michèle Benaiteau Il potere delle favole Vita politica di Enrico di Lorena (1614-1664), duca di Guisa e “Duce della Real Repubblica di Napoli”.

 

Con riferimento al lavoro di Benaiteau, vi segnalo l’articolo molto bello a firma di Aurelio Musi, storico, giornalista:

Enrico di Lorena, duca di Guisa, appare come una meteora nella capitale del Regno durante la fase più calda della rivolta del 1647 a Napoli. Masaniello, il simbolo del moto durante i primi dieci giorni, è stato ormai da tempo ucciso e l’élite dirigente ha impresso una svolta decisamente antispagnola alla rivolta. Nell’ottobre del 1647 i ribelli proclamano la “Real Republica Napolitana con obbedienza al re di Francia Luigi XIV”. E’ a questo punto che il duca di Guisa entra come protagonista nelle vicende napoletane. Ma meteora non fu.

La tradizione storiografica ha attribuito scarso peso al personaggio, dipinto come un brillante avventuriero, impenitente libertino e donnaiolo, disponibile più a imprese galanti che a campagne militari, politico sostanzialmente pasticcione e dalle idee confuse, illuso aspirante ad una Corona, in rotta di collisione col ministro Mazzarino e la politica internazionale francese. Insomma, nel complesso un perdente.

E’ merito di Michèle Benaiteau, con il suo Il potere delle favole. Vita politica di Enrico di Lorena (1614-1664), duca di Guisa e Duce della Real Repubblica di Napoli, (UniorPress), aver ricostruito una biografia organica, risultato di una minuziosa indagine su fonti in larga misura inedite, del personaggio, e averlo presentato con un profilo assai più ricco e complesso rispetto a quello che ci ha consegnato la tradizione.

Tipico esponente della società dei principi del Seicento, appartenente a una delle famiglie più illustri e potenti del Regno di Francia, al vertice del potere della Monarchia al tempo di Richelieu e del suo successore Mazzarino come componente della triade Condé, Orléans, Guisa, Enrico di Lorena balza in piena evidenza dalle pagine della Benaiteau come un principe straniero che volle vivere secondo il modello dei suoi antenati. Di essi condivise valori, ideologia, aspirazioni, apportandovi però un’innovazione di tutto rilievo: la capacità, cioè, di alimentare il mito di se stesso nel sistema di comunicazione del secolo, utilizzandone tutti i mezzi disponibili, corrispondenza, “avvisi”, “gazzette”, imponendo in esse la presenza schiacciante delle sue azioni e mantenendosi continuamente alla ribalta. E’ qui la ragione del titolo del libro, “Il potere delle favole”: ossia un potere conquistato attraverso l’amplificazione e/o la mistificazione della realtà operata dalla fantasia e dalla finzione dei mezzi di informazione.

L’opera di Michèle Benaiteau si presenta come una rappresentazione in quattro atti: la ricostruzione della personalità e dell’educazione di Enrico; l’acquisto della celebrità nel mondo della Corte francese, fra distacco e riavvicinamento al re; l’avventura napoletana che costerà al Guisa quattro anni di prigionia; infine lo status di brillante cortigiano di Luigi XIV. Già un semplice sguardo alla conclusione di questo percorso ci fa capire come il Guisa non uscì proprio sconfitto nella sua vita tumultuosa.

Ma vediamo di conoscere meglio le tappe della sua carriera. E’ giovanissimo arcivescovo di Reims, duca e pari, educato presso i Gesuiti, dai quali apprende l’abilità retorica, la padronanza delle lingue, fra esse l’italiano. Perfeziona l’arte della battuta. Dal 1634 è nell’esercito imperiale. L’autrice ci consegna il ritratto di un principe scontento che si ribella ai genitori e prende le armi contro il re tra il 1636 e il 1643. Quindi mobilità e spostamenti continui, la partecipazione alla congiura contro Richelieu, la fama presso le Corti europee, alimentata anche dagli scandali matrimoniali fra Anna Gonzaga e la contessa di Bossu, il ritorno alla Corte di Francia fra il 1644 e il 1646, il posto al Consiglio di Stato nel 1647. Questa carriera dimostra che il personaggio non vive alla periferia del potere, ma occupa un posto di tutto rilievo come membro di una élite transnazionale, capace, anche per lo status di principe straniero, di condizionare le stesse scelte politiche della Monarchia e di partecipare al conflitto di fazioni a Corte a fianco di Orléans contro Condé.

Arriviamo così al terzo atto della rappresentazione: il “grande gioco” del duce nell’insurrezione napoletana. Si tratta di un capitolo meno originale rispetto al resto della trattazione. La Benaiteau aggiunge certo molti pezzi ad un mosaico assai intricato, introduce molti protagonisti e comparse che si muovono intorno ad una fitta rete di ambasciatori, agenti, spie che fanno il doppio gioco: tutti soggetti che contribuiscono ad alimentare il “potere delle favole” e a riempire pagine e pagine di foglietti, avvisi, corrispondenza, gazzette, un vero e proprio labirinto barocco fatto di simulazione e dissimulazione, in cui non è facile per lo storico orientarsi. E tanto meno per il povero lettore costretto a inseguire i messaggi a volte cifrati della comunicazione politica.

Ma, in ultima analisi, il quadro che emerge dalla ricostruzione di questo volume conferma nella sostanza le interpretazioni storiografiche più recenti. Per semplificare, anche ai fini di una migliore comprensione da parte del lettore, si può sostenere quanto segue.

  1. Mazzarino nutrì nei confronti del Guisa un rapporto fra seduzione e diffidenza. Ne utilizzò aspettative e progetti, li lusingò, attratto dal carisma del personaggio, senza tuttavia impegnare a fondo la politica francese e attento a non aprire un nuovo fronte di guerra nel Napoletano: soprattutto facendo solo brillare il miraggio dell’aiuto militare al Guisa e agli insorti, ma senza mai mobilitare la flotta. Il modus operandi del ministro francese era attribuirsi eventuali successi e scaricare le sconfitte sul Guisa.
  2.  La preparazione dell’avventura napoletana da parte del Lorena fu curata in dettaglio per quanto attiene alla rete di rapporti costruita in precedenza. Ma ad essa vennero a mancare sia i mezzi finanziari richiesti – circa 200mila scudi – sia l’impegno della famiglia che non volle intaccare il suo patrimonio, sia il sostegno militare. Il Guisa fu inoltre danneggiato dalle diffidenze e rivalità fra i francesi che lo accompagnavano.
  3. La cospirazione nobiliare fallì. Restò solo la rivolta popolare e i suoi capi entrarono in rotta di collisione col duca, soprattutto dopo il suo colpo di stato. La ricerca del consenso fallì dunque sia sul fronte dell’alleanza con la nobiltà sia sul fronte dell’alleanza coi popolari.

Più interessante risulta l’ultima parte del libro, dedicata alla detenzione del Guisa fra Capua, Gaeta e Segovia col progressivo alleggerimento delle condizioni del prigioniero, all’alleanza col Condé nel 1651, alla liberazione di Enrico nel 1652, alla seconda spedizione a Napoli nell’ottobre del 1654.

La storia del personaggio si conclude in bellezza: nell’ultima parte della sua vita lo vediamo infatti pienamente integrato nella società di corte di Luigi XIV, quasi pietra preziosa dei suoi splendori.

(Pubblicato l’8 ottobre 2023 © «Corriere della Sera» – La nostra storia)


Supporter
Inviato
Il 18/08/2024 alle 21:39, Oppiano dice:

Il mondo gira e anche le monete…

https://nomisma.bidinside.com/it/lot/572296/napoli-repubblica-napoletana-1647-1648-15-/

Lotto 837 Asta Nomisma 14-15/5/2019

NAPOLI Repubblica napoletana (1647-1648) 15 Grana 1648 - MIR 281 AG (g 4,84) R Esemplare di conservazione eccezionale per il tipo di moneta e con un eccellente pedigree provenendo dall’asta NAC 16, Collezione Pannuti. Probabilmente il miglior esemplar noto 
Grading/Stato: SPL+

Prezzo base: 4.000 euro rimasto invenduto.
Prezzo troppo alto!? 

IMG_6006.jpeg

 

Dimenticavo: anche all’asta NAC 16/1999 era rimasto invenduto.

https://www.arsclassicacoins.com/wp-content-nasecure/uploads/2020/05/auction_16.pdf


Supporter
Inviato (modificato)

Non disperiamo.

Ritroviamo l’esemplare -sempre invenduto (base d’asta: 3.500 euro)- all’asta ACM n. 20 del 21/9/2021 al Lotto 40:

Zecche Italiane. Napoli. Repubblica Napoletana. 1647-1648. 15 Grana 1648. GAC M. Simbolo P. Ag. Mag. 2. Peso gr. 4,85. Diametro mm. 26,50. SPL. Modulo eccezionalmente largo. Eccezionale patina. Ex Collezione Dr. Pannuti. R.

IMG_6033.jpeg

IMG_6032.jpeg

Modificato da Oppiano

Supporter
Inviato (modificato)

Quindi abbiamo al momento:

1) NAC 16/1999 : base 3.000€ invenduto

2) NOMISMA 837/2019 : base 4.000€ invenduto

3) ACM 15/2020 : base 3.500€ invenduto

4) ACM 20/2021 : base 3.500€ invenduto

5) ACM 908/2024 : base 3.500€ (in attesa esito)

 

Lo stesso esemplare all’asta ACM 15 del 19/9/2020 rimasto invenduto sempre con base a 3.500€

 

IMG_6035.jpeg

IMG_6034.jpeg

Modificato da Oppiano

  • 2 settimane dopo...
Supporter
Inviato
Il 18/08/2024 alle 13:43, Litra68 dice:

Manca un mese , si preparano per il live.

Saluti

Alberto

 

Prima offerta registrata: 3.500,00 €


Supporter
Inviato

Bella moneta. Oltretutto è pubblicata sul Magliocca, che mi sembra diventato punto di riferimento di quasi tutte le case d’asta italiane. Una pubblicazione aggiunge sicuramente valore alla moneta, specialmente se riportata su testi di importanza fondamentale per il settore. Saluti.


Supporter
Inviato

Offerta corrente: 4.200 €


Inviato
33 minuti fa, Oppiano dice:

Offerta corrente: 4.200 €

 

Scusami oppiano, ma perché riporti periodicamente le offerte fatte su determinate monete?...

Tutti abbiamo Internet e tutti seguiamo le monete che ci interessano, quindi ci pensiamo da soli a verificare offerte e risultati d'asta,personalmente la trovo una cosa abbastanza di poco conto oltre a non apportare contributi construttivi alle discussioni...

Niente di personale,ho solo espresso il mio punto di vista,se a te va bene così puoi continuare a farlo...


Supporter
Inviato

Ciao @gennydbmoney,

grazie per il Tuo intervento.

Hai perfettamente ragione: hai espresso il tuo “punto di vista” e questo è molto importante per il nostro Forum.

Un caro saluto.

Domenico

  • Mi piace 1
  • Haha 1

  • 3 settimane dopo...
Supporter
Inviato

Anche se:

  • abbiamo Internet;
  • la cosa è abbastanza di poco conto;
  • la cosa non apporta contributi costruttivi alle discussioni,

visto che ho già (sic!) fornito dei dati e/o informazioni, alimento la “inutilità” con l’ulteriore prezzo di aggiudicazione pari a euro 4.200,00.

Ben venga 🛜!


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.