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Selinunte: riportato alla luce un grande deposito votivo nel Tempio R


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Selinunte, grande scoperta: riportato alla luce un grande deposito votivo nel Tempio R

 
Una nuova campagna di scavi a Selinunte ha riportato alla luce l’adyton (zona del tempio riservata agli officianti) del Tempio R, il più antico in pietra del sito, con un deposito votivo contenente oltre 300 reperti, tra cui un anello d’argento offerto da una donna di alto rango, confermando l’importanza del culto femminile.

Nel Trapanese, l’acropoli di Selinunte si arricchisce di nuove testimonianze archeologiche grazie a una recente campagna di scavi che ha rivelato uno degli spazi più sacri e antichi della città: l’adyton del Tempio R. L’adyton era una zona dell’edificio sacro riservata agli officianti, e dove solitamente veniva messa la statua della divinità. Il tempio, riconosciuto come il più antico in pietra dell’intero sito, risale agli albori della polis greca, e intorno al 570 a.C. ospitava pratiche rituali di rilievo, testimoniati dal ritrovamento di un anello d’argento, probabilmente offerto da una donna appartenente a un ceto elevato, come gesto votivo rivolto alla divinità.

Il ritrovamento dell’anello fa parte di un deposito votivo eccezionale rinvenuto sotto il pavimento originario del santuario, al fondo del naos, ovvero l’ambiente principale del tempio. Questo deposito includeva oltre 300 oggetti, tra cui 27 punte di lancia, pesi da telaio, ceramica fine e altri manufatti preziosi, a testimonianza delle pratiche religiose e del rapporto con le divinità femminili protettrici della città. La scoperta contribuisce a una comprensione più dettagliata delle ritualità connesse al culto femminile a Selinunte e permette di datare con maggiore precisione la crescita del santuario urbano nei primi decenni di vita della città, fondata attorno al 628 a.C.

 

Acropoli di Selinunte Acropoli di Selinunte

“Sta tornando alla luce”, ha detto l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, “la Selinunte più antica. Prima la porta e le mura, ora il santuario, tutti ritrovamenti eccezionali per leggere le origini della città”.

“Stiamo portando alla luce l’anima più antica di Selinunte, quello spazio attorno cui fu costruita la prima comunità”, spiega il direttore del Parco archeologico Felice Crescente.

 

L’area interessata dagli scavi si è presentata sorprendentemente intatta e ha restituito numerosi reperti legati a antiche cerimonie, tra cui punte di lancia conficcate nel terreno, evidenza tangibile della forte spiritualità e della sacralità che pervadevano questo luogo sin dagli inizi della polis. I lavori di scavo sono condotti dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Parco archeologico di Selinunte, sotto la direzione dell’archeologo Clemente Marconi. L’intervento ha confermato l’importanza simbolica e religiosa dell’intera area sacra, ribadendo quanto già ipotizzato dallo studioso tedesco Dieter Mertens circa il ruolo distintivo e precoce del santuario nella vita di Selinunte.

 

L'area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati L’area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati L'area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati L’area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati

Gli scavi si sono focalizzati principalmente sull’area del grande santuario urbano e in particolare sul Tempio R, rivelando un accesso monumentale risalente al V secolo a.C. nell’angolo nord-ovest del santuario (denominato SAS W). La sequenza stratigrafica di quest’area si è mantenuta pressoché intatta dalla fase pre-greca fino al Medioevo, restituendo reperti di rilievo, tra cui la cuspide di una lancia in ferro ancora conficcata nel terreno, che sottolinea la continuità di un rituale bellico o di protezione nel corso dei secoli.

 

Le scoperte più rilevanti sono state effettuate nel centro del Tempio R (SAS Y), dove è stato individuato l’accesso all’adyton, conservato in condizioni straordinariamente buone. Questa parte del tempio, essendo il luogo più sacro e riservato, era protetta da una transenna che impediva l’accesso diretto ma permetteva alle fedeli di lasciare offerte votive senza entrare. È verosimile che tali rituali fossero rivolti a divinità femminili come Demetra e Kore, figure centrali nel pantheon selinuntino e simboli di fertilità e protezione.

 

Il ritrovamento dell’adyton e del suo deposito votivo rappresenta un elemento chiave per la comprensione delle dinamiche religiose di Selinunte, evidenziando l’importanza attribuita al culto femminile e il ruolo centrale che le donne potevano avere nei riti di devozione. La ricchezza dei materiali rinvenuti, la loro collocazione e la perfetta conservazione delle strutture archeologiche permettono di ricostruire un quadro dettagliato delle funzioni e delle pratiche di uno dei santuari più antichi e significativi della Magna Grecia.

https://www.finestresullarte.info/archeologia/selinunte-scoperto-adyton-del-tempio-r-riti-offerte-culto-femminile-nell-antica-citta

A Selinunte scoperto l’«adyton» del Tempio R

In un deposito votivo sotto il pavimento originario del santuario è stato trovato un anello d’argento, probabilmente deposto da una donna come offerta alla divinità

 

 

Durante la nuova campagna di scavi sull’acropoli di Selinunte (Tp), condotta da una missione italo-americana, è stato ritrovato uno degli spazi più sacri dell’antica città: l’adyton del Tempio R. Nei templi greci e romani, l’adyton era uno spazio riservato agli officianti del culto per funzioni specifiche, per lo più religiose. Qui, intorno al 570 a.C., una donna, probabilmente di alto rango, depose un anello d’argento come offerta alla divinità.

Il gioiello è stato ritrovato in un deposito votivo rinvenuto sotto il pavimento originario del santuario, in fondo al naos (la parte interna del tempio). In origine il deposito conteneva almeno 300 oggetti, tra cui 27 punte di lancia, pesi da telaio, ceramica fine e altri oggetti pregiati. Questa scoperta permette di comprendere meglio le pratiche rituali legate al culto femminile a Selinunte e di datare con maggiore precisione l’espansione del santuario urbano.

Curiosamente intatta, l’area ha restituito numerosi oggetti votivi e tracce di riti antichi, come punte di lancia conficcate nel terreno, a significare una forte spiritualità che animava il luogo fin dalla fondazione della città, attorno al 628 a.C.

Lo scavo, condotto dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Parco archeologico di Selinunte, è diretto dall’archeologo Clemente Marconi e conferma l’importanza religiosa e simbolica dell’intera area sacra, sin dalle origini della polis.

«Sta tornando alla luce, ha detto l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinatola Selinunte più antica. Prima la porta e le mura, ora il santuario, tutti ritrovamenti eccezionali per leggere le origini della città».

Gli scavi si sono concentrati sull’area del grande santuario urbano e in particolare sul Tempio R e hanno confermato l’ipotesi dello studioso tedesco Dieter Mertens, che aveva individuato nel precoce sviluppo del luogo di culto un tratto distintivo di Selinunte. «Stiamo portando alla luce l’anima più antica di Selinunte, quello spazio attorno cui fu costruita la prima comunità», dichiara il direttore del Parco archeologico Felice Crescente.

Uno dei risultati chiave riguarda lo scavo nell’angolo nord-ovest del santuario, dove è emerso un accesso monumentale del V secolo a.C. La sequenza stratigrafica, dalla fase pre-greca al Medioevo, è praticamente rimasta intatta e ha restituito tracce e reperti straordinari, tra cui cuspidi di lancia in ferro infisse nel terreno.

 

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Alcuni degli oggetti ritrovati a Selinunte negli ultimi scavi

https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/A-Selinunte-scoperto-ladyton-del-Tempio-R

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Grazie @ARES III per il Tuo ritorno e per questo articolo sui nuovi ritrovamenti nel tempio R di Selinunte, che ci proponi.

Al quale aggiungo, osservando l' immagine dell' acropoli, una mia fotografia, ormai in via di scoloritura, del  colonnato del tempio C ( anastilosis del 1925 ), risalente, la mia fotografia, ad Agosto 1975 .

A Te una buona serata

101 Selinunte tempio C.jpg


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11 minuti fa, VALTERI dice:

Grazie @ARES III per il Tuo ritorno e per questo articolo sui nuovi ritrovamenti nel tempio R di Selinunte, che ci proponi.

Al quale aggiungo, osservando l' immagine dell' acropoli, una mia fotografia, ormai in via di scoloritura, del  colonnato del tempio C ( anastilosis del 1925 ), risalente, la mia fotografia, ad Agosto 1975 .

A Te una buona serata

101 Selinunte tempio C.jpg

 

Grazie a te.


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