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Inviato

Ciao a tutti,

riprendendo un'ipotesi emersa durante lo studio di una moneta di particolare interesse (un possibile fiorino coniato su un genovino), vorrei sottoporvi una riflessione che potrebbe aprire a un confronto più ampio sul piano economico e storico-monetario.

Il pezzo in esame, di titolo elevatissimo (oltre il 99,6% Au), presenta al diritto tracce compatibili con la struttura di un genovino sottostante, in particolare si intravede la cornice polilobata tipica mentre il rovescio mostra caratteristiche chiaramente riconducibili alla tipologia fiorentina.

Si tratta, ad oggi, del secondo esemplare conosciuto di questa tipologia e l’unico attualmente oggetto di studio scientifico e analisi metallurgiche.

Ora, se ipotizziamo che non si tratti di una falsificazione ma di una “trasformazione commerciale”, forse commissionata da un mercante o una banca, si apre uno scenario affascinante:
potrebbe essere stata una scelta opportunistica, dettata dal fatto che il fiorino era più gradito nei mercati internazionali, rispetto al genovino, pur avendo un titolo simile.

Mi domando:
Era davvero così forte, già nel Trecento, la preferenza per il fiorino rispetto ad altre monete auree coeve?
La Pratica della mercatura di Francesco Balducci Pegolotti, benché leggermente posteriore, ci dà un'idea dei cambi, ma non ho trovato riferimenti precisi a uno scarto tra genovini e fiorini per questo periodo.

Mi chiedo se in alcuni contesti commerciali potesse essere più facile saldare una transazione in Fiorini, e se quindi valesse la pena "convertire" monete equivalenti ma meno gradite.

Vi è mai capitato di vedere altri casi simili?
Avete trovato documenti che parlano di differenze di gradimento tra monete auree pur equivalenti in peso e titolo?

Ogni riferimento o parere è benvenuto.
Grazie per l’attenzione!

A presto,

Stater

FiorinoCappelloVariante.png


Inviato

Buonasera @stater 

Interessante moneta, in effetti sembra di vedere il castello di un genovino, puoi inserire anche il rovescio? La moneta compare come pubblicata in qualche studio?

Immagino che, vedendo il rovescio, potremmo ipotizzare fosse una imitazione non firmata di un fiorino. Infatti nella zecca di Firenze sarebbe stato impossibile coniare una di queste monete senza avere la certezza del titolo, considerando la scrupolosità che le autorità di Firenze avevano nel mantenere la reputazione delle proprie emissioni. Non è comunque una novità assoluta, nel testo "I primi 100 anni del fiorino d'oro di Firenze" vengono descritte 8 monete ribattute su un conio precedente, probabilmente tutti Genovini. Sulla reputazione dei fiorini a inizio 300 sappiamo già tanto.. de Benetti scrive:

"Appare evidente che la moneta d'oro fiorentina aveva un vantaggio in termini di valore e/o di accettazione nei mercati rispetto a quella di Genova e la coniazione di imitazioni non firmate del fiorino era una conseguenza della forte domanda di questo nominale e della sua carenza in alcuni territori"

Probabilmente utilizzando la moneta ligure le zecche, (perché queste monete sono probabilmente prodotti di zecche diverse) avevano dei risparmi sui costi di produzione ed il conferente aveva costi minori rispetto al signoraggio praticato della zecca di Firenze. 

Se riesci ad inserire anche il rovescio, con il segno, possiamo provare a ragionare sul periodo e quale fiorino si cercava di imitare. 

Un saluto       


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