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Risposte migliori

Inviato

Mi sono ritrovato questo denario di cui ho perso documentazione a riguardo,...ma mi è sorto anche il dubbio che non l'abbia mai identificata...

Nel caso l'abbia poi già postata me ne scuso anticipatamente...( ho anche controllato i miei interventi ma non ho trovato nulla)...

Peso : 3.9 gr.

Diametro : 1.8 cm.

Gradirei anche una valutazione approssimativa...

Grazie. :)

post-3086-1188069515_thumb.jpg


Inviato

Si tratta di un denario della Gens Tituria battuto nel89 aC da L Titurius LF Sabinus, Cr 344/3. Al diritto la testa del re Tazio, a rovescio una vittoria in biga. In esergo dei marchi di controllo. BB dovrebbe valere 50-70 euro. Il tuo esemplare mi sembra MB/BB ed è oltretutto molto poroso e forse cristallizzato. Direi 30 - 40 euro

Questo monetario si vantava, dal nome, di discendere dai Sabini per questo il riferimento al re Tazio. Si trattava in ogni caso di persona colta ed orgogliosa delle antiche tradizioni della repubblica, come testimoniato dagli altri rovesci a lui attribuiti: il ratto delle Sabine (ovviamente) e il sacrificio di Tarpea per difendere la Repubblica. Dei rovesci che al suo tempo dovevano sembrare antiquari e dotti.

Caius


Inviato

Ti ringrazio molto Caius...

Mi potresti spiegare...'Gens Tituria'....

E a riguardo alla conservazione ...." Poroso e forse cristallizzato"...?

E' un male o un bene...?

Grazie....


Inviato

Sul funzionamento della Zecca ti consiglio questo testo riassuntivo:

http://manuali.lamoneta.it/MoneteRepubblicane/Gentes.htm

In pratica ogni anno tre nobili venivano insigniti della magistratura di IIIVIR monetalis, erano come il governatore della banca d'Italia, esattamente come faceva lui (prima dell'Euro) i magistrati firmavano le monete col proprio nome. Classicamente la monetazione repubblicana è classificata per Gens, cioè per le emissioni ascrivibili ad una data famiglia, in questo caso la famiglia Tituria.

Per quanto riguarda la cristallizzazione, è un fenomeno che colpisce l'argento antico, per cui maneggialo con cura, la moneta potrebbe essere molto fragile e spezzarsi se sottoposta a pressioni. Dovrei esaminare la moneta col microscopio per essere sicuro, però, dalla foto mi dava l'impressione.

comunque è una moneta ricca di storia.

ciao

Caius


Inviato

Ho letto attentamente il manuale molto interessante che mi hai 'Linkato' e solo adesso mi è sorto un dubbio,...

Le suddette famiglie ovviamente cercavano di riproporre i loro candidati mi sembra di capire ,più volte , onde titolarsi del privilegio ,... questo avveniva nel giro di una generazione o avveniva anche a distanza di cento anni(Ipotesi)...?

Arrivando al punto, come si fà a datare una moneta che come legenda porta il nome della stessa famiglia ma che magari sono 2 coni temporalmente anche molto distanti tra loro...?

Spero che sia riuscito ad esporre la mia perplessità in modo chiaro...

Grazie.


Staff
Inviato

Le risposte alle tue domande non sono semplicissime da esporre e riassumere ma ci provo...

Bisogna entrare nella “mentalità repubblicana” ove il “nepotismo” non era visto come un aspetto negativo ed al tempo stesso vigeva quell’utopistico sistema aperto che consentiva l’ascesa sociale di famiglie il cui prestigio era in fase di affermazione ma che non potevano contare su nobili ed accreditate origini (molte emissioni ritraggono antenati illustri, proprio per dimostrare, più o meno artificiosamente, un’ascendenza gloriosa).

Come detto da caius la carica di magistrato monetale era tra le più basse del cursus honorum e quindi l’accessibilità era presumibilmente più semplice rispetto ad altre investiture. Detto questo si capisce il perché vi siano molte gens conosciute solo grazie ad un loro membro divenuto magistrato monetale e poi “scomparse” dalla storia ed il perché le famiglie più prestigiose possono vantare un elevato numero di magistrati monetali tra le proprie file in un lasso temporale più o meno ampio, che rispecchia la durata del prestigio della famiglia.

E’ difficile definire un criterio generale di accesso a questa carica, ogni denario ed ogni famiglia hanno una storia a sé; come detto le gens più influenti hanno coniato con relativa continuità e/o coperto un lasso temporale piuttosto lungo anche se altalenante, mentre le gens minori hanno avuto dei “periodi” di prestigio più o meno duraturi, in linea con il quadro sociale del periodo e soprattutto con le sorti dei “Grandi” per cui queste simpatizzavano.

Non di rado un’emissione viene attribuita o datata in modo non univoco dai vari studiosi e questo perché i romani non avevano molta fantasia in fatto di nomi; spesso e volentieri è piuttosto difficile districarsi tra le varie figure in quanto padri, figli, nipoti o pronipoti hanno nomi o praticamente identici o molto molto simili. Nelle prime emissioni non anonime del denario i magistrati ponevano sulle monete solo le loro iniziali, successivamente la “firma” iniziò ad apparire per esteso facilitando almeno un po’ il compito degli studiosi.

Dalle iniziali e/o dal nome per esteso si può procedere, ad esempio, spulciano l’elenco dei consoli per verificare se il cursus honorum del magistrato ha raggiunto il gradino più alto, oppure per trovare corrispondenze tra il nome del magistrato ed un altro esponente della gens che ha ottenuto la carica consolare, al fine di avere un dato più significativo dal quale far partire successive ricerche (dalle fonti è più facile ricavare notizie su un console piuttosto che su un magistrato minore). Non solo gli elenchi consolari possono tornare utili, ma anche ogni altra fonte antica, dai testi alle epigrafi… diciamo che in molti casi il compito non è proprio semplice… quando si ha a che fare con nomi “minori” bisogna conoscere molto bene la storia della repubblica, i vari spaccati che la costituiscono… e non sempre ciò è sufficiente.

Per una datazione più grossolana ci si può anche basare sull’iconografia della moneta stessa, carpendo informazioni dai soggetti, dai simboli e dai tipi. “Macro-suddivisioni” possono essere fatte osservando le tipologie nelle prime fasi del denario (Testa elmata di Roma / Dioscuri, Testa elmata di Roma / Vittoria in biga o in quadriga, ecc…) o dai segni di valore (con X, con X barrata, senza segno, ecc..), oppure ancora analizzando l’immagine in sé, soprattutto del rovescio, al fine di inquadrare un contesto più ristretto. Il confronto tra il nome, le fonti, i tipi del denario e le particolarità o caratteristiche iconografiche, conduce gli studiosi all’attribuzione a questo o quel magistrato ed alla datazione della moneta stessa. Molte emissioni, grazie alla ricchezza di informazioni a disposizione, sono univocamente attribuite e datate, altre invece sono ad oggi oggetto di discussione tra gli specialisti.

Due denari coniati da una stessa famiglia, ma da magistrati differenti, possono essere identificati dalle diverse abbreviazioni che precedono e/o seguono il nome ma, in ogni caso, il confronto trai vari elementi utili prima citati è fondamentale.

Teoricamente una famiglia può aver avuto due magistrati monetali entrati in carica alla distanza degli ipotetici 100 anni, ma usualmente le gens minori ebbero “periodi di influenza” piuttosto limitati.

In questi casi generalizzare non è corretto, come ho scritto in precedenza ogni gens fa storia a sé ed esistono casistiche “per tutti i gusti”, e forse proprio questo è il bello della variegata monetazione repubblicana.

Spero di esserti stato di aiuto e di non averti complicato ulteriormente le idee… in ogni caso ogni ulteriore domanda è lecita. ;)

Awards

Inviato (modificato)

Mi permetto di chiosare l'ottima risposta di Rapax aggiungendo che, per quanto riguarda la Gens Tituria, l'unico suo membro ad aver ottenuto l'elezione tra i treviri monetales fu Lucius Titurius Sabinus, figlio di Lucius, e fu eletto solo una volta, nel collegio dell'89/88 a.C.

L'unico altro esponente ad aver conquistato una certa notorietà fu Quinctus Titurius Sabinus, che fu legato di Cesare dal 57 al 54 a.C. (testimonianze sparse per il De Bello Gallico).

Modificato da Aristofane

Inviato

Ringrazio molto Rapax per l'esauriente risposta da cui inoltre si denota molta passione per la materia...

L'intervento di Aristofane mi sembra di capire che attesti la moneta in mio possesso come una tiratura limitata..se così si può dire ma che, nonostante tutto, non ne alza il valore ne la rarità....

Scusate ma anche questo mi sfugge oppure, non ho afferrato bene il concetto....


Staff
Inviato

Facendo un discorso semplicistico, dunque senza considerare le "speculazioni" e le altre variabili del mercato numismatico, possiamo dire che una moneta è da considerare rara se la sua tiratura fu limitata o comunque se gli esemplari giunti fino a noi non sono molti.

Questo discorso va applicato a ciascun tipo di denario preso singolarmente e non in riferimento alla gens emittente.

E' forse superfluo, ma specifico che per "tipo di denario" ora non intendo un macrosettore o un gruppo a cui appartengono emissioni aventi iconografia molto simile (tipico più che altro delle prime emissioni del denario) e neppure un gruppo di denari emessi da una singola gens o da un singolo magistrato. Intendo invece un'emissione avente caratteristiche proprie ed esclusive che la rendono univoca ed inconfondibile.

Il "tuo" magistrato ad esempio fece emettere tre tipi di denario (...lasciamo perdere le varianti):

Syd. 698

Syd. 699

Syd. 700

Ora, per assurdo una gens può aver avuto in carica un solo magistrato monetale in tutta la sua storia che ha coniato un solo tipo di denario ma in grande quantità; in questo caso la moneta non è rara.

Al contrario ci può essere una famiglia che ha avuto tra i suoi esponenti cinque magistrati monetali ciascuno dei quali ha emesso 10 tipi di denari, per un totale di 50 tipologie di denario. Di questi 50 tipi, 49 sono stati emessi in grande quantità e dunque non sono da considerare rari ma la tiratura di un solo tipo è stata piuttosto limitata; in quest'ultimo caso la moneta è rara, indipendentemente dal grande numero totale dei denari emessi dalla famiglia nel corso della sua storia... il tipo di quel denario è raro, non tutti i denari emessi da quella gens.

...il discorso è sempre il medesimo, ogni tipo di denario ha una storia a sé ;).

Personalmente guardo molto poco (sarebbe meglio dire per niente) il grado di rarità ufficiale di una moneta, sono altri gli aspetti che mi interessano e che mi affascinano... molti denari comuni mi hanno dato e continuano a darmi moltissime soddisfazioni, l'importante è riuscire a scovare gli aspetti "secondari" (o principali, a seconda del punto di vista ;) ) che una moneta può rivelarci.

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