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LE MEDAGLIE PER LA POSA DELLA PRIMA PIETRA DELL’ARSENALE TRIESTINO


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Il 30 maggio 1853 una celebrazione solenne accompagnò la posa della prima pietra del secondo Arsenale del Lloyd Austriaco, vero e proprio cantiere di costruzioni e di riparazioni navali, sulla spiaggia di Sant’Andrea a Trieste, alla presenza dell’arciduca Ferdinando Massimiliano e di numerosissime autorità. Il primo Arsenale, in attività dal 1836 al 1850, si limitava alla costruzione ed alla riparazione delle macchine per gli scafi costruiti nei cantieri cittadini.

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La cassetta ed il suo contenuto andarono “dimenticati” per più di cent’anni fino al 17 febbraio 1955 quando nel corso dei lavori per la costruzione del nuovo bacino di carenaggio, a breve distanza dalla Torre del Lloyd, degli operai portarono alla luce una lapide e la cassetta, il cui contenuto era composto da: una pergamena, una piastra di bronzo, due medaglie coniate appositamente a ricordo della cerimonia, la medaglia coniata a ricordo dello sventato attentato all’Imperatore, un vasetto di vetro contenente alcune monete coniate nel quinquennio di regno di Francesco Giuseppe e un libretto, stampato dallo stabilimento artistico dello stesso Lloyd

 

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Queste le immagini del ritrovamento (foto riproduzioni dall'archivio GMT, ovvere Grandi Motori Trieste, 1 agosto 1985)

ecco il dettaglio delle medaglie:

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La medaglia (almeno prendendo per buono il disegno riprodotto sull'opuscolo) risulterebbe un'inedito, non presente nella letteratura numismatica), per lascritta impressa sul lato del battello mentre nelle medaglie conosciute questa si trova al Dritto.

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https://books.google.it/books?id=aI4jD73Je_4C&pg=PP1&dq=per+posizione+pietra+inaugurale+navale+lloydiano&hl=en&newbks=1&newbks_redir=1&sa=X&ved=2ahUKEwid15KFsdaPAxU7_bsIHbqOElwQ6AF6BAgHEAM

Al link l'opuscolo distribuito in quella occasione

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Per il nuovo Arsenale si scelse la zona a ponente di Servola e la direzione della sua costruzione fu affidata all'architetto danese Christian Hansen. L'area contemplata sarebbe stata ricavata in parte dal mare, che ne avrebbe limitati tre lati, mentre il quarto lato avrebbe avuto per confine la strada a monte. Il 30 maggio 1853, a lavori iniziati, si svolse la cerimonia formale della posa della prima pietra; nel maggio 1854 era quasi ultimata la grande muraglia a sostegno della strada alle spalle dell'impianto, ed erano già in corso i lavori della banchina a mare; il 18 agosto 1856 entrava in funzione lo scalo di alaggio e nel maggio 1861, con l'inaugurazione del bacino a secco, l'Arsenale poteva considerarsi virtualmente compiuto. L'opera veramente grandiosa, costruita in pietra bianca dell'Istria, venne a costare la notevole somma per quei tempi di sei milioni e mezzo di fiorini.

L'Arsenale lungo 520 metri e largo 165 si articolava in due sezioni principali: quella di sinistra costituita dal bacino, scali e relativi edifici; quella di destra destinata all'allestimento e alla riparazione delle macchine a vapore e delle caldaie; al centro lo stabile dell'Amministrazione. Il bacino, alla sinistra, era lungo 100 metri largo 20 e munito di chiusura galleggiante; lo scalo di alaggio, per il raddobbo delle navi, era dato da un piano inclinato lungo 190 metri e largo 20: la sua parte inferiore poteva essere uitlizzata anche come bacino essendo esso pure munito di chiusura galleggiante; lo spazio per gli scali aveva una larghezza alla riva di cento metri ed una lunghezza di 77: poteva accogliere da cinque a sei scafi. Sul lato destro erano stati sistemati i forni per le fonderie, le officine dei fabbri, dei modelli, dei tornitori, carpentieri e calderai, gli edifici per il montaggio e quelli delle macchine a vapore. Ogni branca di lavorazione era munita di magazzini, gru, passaggi in galleria e serbatoi d'acqua. Completavano l'insieme i depositi di carbone e di legname, e il gasometro per la distribuzione della luce a tutto l'impianto.

Opera, per quei tempi, veramente imponente e che fece onore agli Amministratori del Lloyd, i primi in Italia ad adeguarsi alle nuove esigenze. I fratelli Orlando solo nel 1866, cioè cinque anni dopo, iniziavano a Livorno, su invito del Governo italiano, la trasformazione del cantiere di San Rocco e, nel 1871, quella del cantiere di Sestri Ponente già dei fratelli Westermann.

Il personale del nuovo Arsenale Triestino fu per diverso tempo lo stesso che per anni, con sistemi quasi familiari, aveva reso attive le vecchie industrie. Poi ai tecnici stranieri si sostituirono tecnici italiani, per lo più formati alla scuola dell'arsenale stesso, mentre le maestranze, reclutate anche nelle regioni limitrofe, venivano opportunamente istruite e selezionate. A favore di questo personale, che con quello navigante formava la grande famiglia del Lloyd, la società creò tutta una serie di provvidenze sociali: alloggi, scuole, magazzini consumi, ambulatori, lavanderie, viaggi sui piroscafi, pubblici spettacoli, stabilimenti balneari, ecc. Gli Arsenalotti erano così posti al di sopra della massa omonima che costituiva il personale degli altri cantieri. Ciò nonostante in certi periodi, particolarmente difficili che, nella sua lunga vita, l'arsenale attraversò non mancarono anche fra questo personale malumori, scioperi e..... minacce di serrate. Il numero degli operai che lo stabilimento impiegava era in relazione all'entità dei lavori: in tempi di magra la media annuale raggiungeva le 1200 persone al giorno, in certe annate di punta si superavano le 3000.

Superato un primo periodo di incertezza organizzativa e di lavori che non giustificavano la grandiosità e modernità dell'impianto, quale poteva essere, ad esempio, il semplice allungamento di navi, finalmente l'11 marzo 1865, sotto la nuova direzione tecnica di F. Petke, fu varata la prima nave in ferro: l'Austria di 1700 tonn. A questa unità seguirono il Mars e l'Hungaria.

[da: Rivista marittima, 1953]


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