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IGNORED

Pezzo museale di Alessandro


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Inviato

Alexander III, 336 – 323 and posthumous issues Decadrachm of 5 shekels, Babylon circa 327, AR 35 mm, 38.92 g. Alexander on Boukephalos facing r., spearing at a mahout and his master seated on an Indian elephant retreating r.; the mahout and master look back towards Alexander, the latter grasps the end of Alexander's sarissa with his r. hand, the former brandishes a spear in his r. hand above his head while holding two further spears in his l. hand; above, Ξ. Rev. Alexander standing l. in military attire, wearing plumed Phrygian (?) helmet and holding a thunderbolt in his r. hand and a sarissa in his l.; above, Nike flies r. to crown him. In lower l. field AB ligate. BMC 61 and pl. XXII, 18. Price, Circulation at Babylon in 323 B.C. in Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner, 9B (this coin). Hollstein, Taxiles' Prägung für Alexander den Grossen, SNR 68 (1989), p. 6, 2 (this coin illustrated). Price, The Poros coinage of Alexander the Great, a Symbol of Concord and Community, in Studia Paolo Naster Oblata, pl. IX, 3. Mitchiner Type 21. Dürr, Neues aus Babylonien, SM 94, May 1974, p. 36, 1. Price pp. 452–453 and pl. CLIX, H. Zhuyuetang 101 (this coin)

Exceedingly rare, ten specimens known of which only five are in private hands. An issue of tremendous importance and fascination, of which this is undoubtedly one of the finest specimens known. Areas of weakness, but unusually clear and complete and unusually good metal for the issue. Good very fine

Ex Leu 45, 1988, 132 and Leu 54, 1992, 85 sales. Privately purchased from CNG (inventory number 50423)
In 327 BC, Alexander the Great and his army entered the Indian subcontinent and waged war on a regional Punjabi king named Porus. At the Battle of the Hydaspes River (327 BC), the Macedonian army faced the Indian forces of Porus and his war elephants - terrifying creatures that no Macedonian or Greek in Alexander's army had ever seen or faced in battle before. However, despite the fear inspired by the elephants and the deadly accuracy of Porus' archers, Alexander's army won the day. Respecting the bravery and fighting spirit of Porus, Alexander appointed him as a local satrap to govern the region on his behalf. Alexander then continued the exploration and attempted conquest of India despite the increasing misgivings of his men. At last, in 325 BC, the army finally mutinied near the Ganges River and forced him to begin the long and gruelling westward march home. This extremely rare coin, one of the so-called "Porus medallions", is thought to have been struck as a form of commemorative donative paid out to the army after the return from India. The apparent use of the shekel weight standard has led to the conclusion that the coinage was produced at Babylon or possibly Susa while the specifically Indian and martial types may have been intended to remind recipients of their former glory in the East at a time when the army was tiring of Alexander's campaigns and desirous of returning home to Macedonia. In 324 BC, the army mutinied again at Opis in Babylonia and demanded that Alexander begin demobilising his loyal and long-serving veterans. The present piece - the largest denomination in the "Porus medallion" series - features remarkable types that are completely new for Greek coinage. The obverse seems to represent a remarkable duel between Alexander, charging right on the back of his famous steed Boukephalos, and Porus riding on the back of an elephant with an attendant. Alexander spears the attendant in the back while Porus turns to attack him. What is most interesting about this type, in addition to the fact that it is one of the earliest numismatic representations of an elephant, is that the duel shown here never seems to have taken place. The type, especially when read in connection with the reverse showing Alexander crowned by Nike, implies a direct victory over Porus in personal combat. However, none of the ancient historians, including Arrian, Curtius, or Plutarch ever suggest that any sort of duel like this ever took place. Instead, they report that Alexander fought alongside his own cavalry, but also watched Porus fight with admiration, frequently sending messengers to ask him to surrender in the hope that the Indian king would not realise his plan to die in battle. In the end, Porus did surrender, but not because he had been defeated personally by the Macedonian king, but because he was conquered by thirst and exhaustion. In short, the type is propaganda for Alexander's greatness. The reverse depicts the full figure image armoured for battle and crowned by Nike. This is the first unequivocal portrait of the famous Macedonian king on a coin (there still remains much doubt as to whether the image of Heracles on his imperial tetradrachms was considered to represent Alexander during his lifetime), but even here he is shown as something more than a mere mortal. He is elevated to the level of Zeus, the supreme god of the Olympian pantheon, by the placement of a thunderbolt in his hand. The type seems to advertise Alexander not only as a world conqueror, but as a conqueror of the universe extending even into the realm of the gods. The type appears to be related to a lost painting of "Alexander wielding a thunderbolt" executed by the court painter Apelles.

 

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@CdC potresti gentilmente allegare il video della moneta, perché non riesco ad allegarlo, grazie mille

(

sh)

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Concordo con Santone per il notevole interesse

Nella interessante discussione dell' 11 Luglio 2017 dal titolo " L' Impero Maurya " ( che come sempre non so allegare ) , in particolare al post 14 era stato presentato l'esemplare di questo rarissimo decadrammo nella collezione Prospero .


Inviato
2 ore fa, VALTERI dice:

Concordo con Santone per il notevole interesse

Nella interessante discussione dell' 11 Luglio 2017 dal titolo " L' Impero Maurya " ( che come sempre non so allegare ) , in particolare al post 14 era stato presentato l'esemplare di questo rarissimo decadrammo nella collezione Prospero .

 

 

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Avevo parlato di questo famoso Decadramma “elefante” un paio d’anni fa nei post #6, 10, 11, 12 della discussione https://www.lamoneta.it/topic/216544-alessandro-contro-poro/#comment-2387665

apollonia

 

 


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Riassumo alcuni passi dei miei post.

Quando Alessandro arrivò con tutte le sue forze al confine con l'India, i messaggeri inviati dal re Poro gli consegnarono una sua lettera estremamente offensiva nei confronti del Macedone e della Grecia e notevolmente elogiativa del mittente che si atteggiava a invincibile re degli uomini e persino degli dei. Alessandro, dopo aver letto la lettera davanti ai suoi soldati, disse loro: "Compagni d'arme, non turbatevi per la lettera di Poro e ricordate ciò che scrisse Dario: è un fatto che l'unico stato d'animo dei barbari è l'ottusità. Come gli animali sotto di loro - tigri, leoni, elefanti, che si esaltano per il loro coraggio ma sono facilmente cacciabili grazie alla natura dell'uomo - anche i re dei barbari si esaltano per il numero dei loro eserciti ma sono facilmente sconfitti dall'intelligenza dei Greci".

Dopo questa dichiarazione per incoraggiare il suo esercito, Alessandro rispose per iscritto a Poro: "Re Alessandro al re Poro. Saluti: Ci hai reso ancora più desiderosi di essere spronati a combattere contro di te dicendo che la Grecia non ha nulla che valga la considerazione di un re, mentre voi Indiani avete tutto: terre e città. E io so che ogni uomo desidera cogliere ciò che è migliore piuttosto che tenere ciò che è peggiore. Poiché, dunque, NOI Greci non abbiamo queste cose e voi barbari le possedete, desideriamo ciò che è migliore e vogliamo prenderlo da voi. Mi scrivi che sei il re degli dei e di tutti gli uomini, fino ad avere più potere del dio. Ma io sto combattendo una guerra con un uomo chiacchierone e un barbaro assoluto, non con un dio. Il mondo intero non potrebbe resistere a un dio in armatura completa: il rombo del tuono, il lampo del fulmine o la rabbia della saetta. Perciò le nazioni che ho sconfitto in guerra non ti stupiscono e nemmeno le tue parole di vanto mi rendono un vigliacco.”

Dopo questi preamboli, si può immaginare quale avrebbe potuto essere il comportamento di Alessandro dopo aver sconfitto il nemico nella battaglia dell’Idaspe. Ma vediamo alcuni momenti del conflitto.

All’inizio gli elefanti schierati dagli Indiani sul campo di battaglia in mezzo ai soldati nemici parvero ai Macedoni delle grandi torri. Lo stesso re indiano Poro, di per sé molto alto, sembrava ancora più maestoso in groppa al suo elefante. Alcuni resoconti riportano questa frase di Alessandro: «Finalmente vedo un pericolo pari al mio coraggio: fatto contemporaneamente di animali e uomini eccezionali».

In una fase del conflitto Poro, sul suo elefante, fu circondato da soldati nemici e dopo averne uccisi alcuni scagliando lance, venne preso di mira da ogni parte. Il re indiano riportò nove ferite (alcune alle spalle, altre sul petto) e perse molto sangue. Il conducente del suo pachiderma si accorse che il re aveva abbandonato le armi e a stento rimaneva cosciente. Allora spinse l'animale alla fuga e Alessandro lo inseguì. Il re macedone attaccò l'elefante ma il suo cavallo Bucefalo, prostrato dalle molte ferite riportate durante la battaglia, morì, deponendo il suo padrone a terra senza farlo cadere. Alessandro, per vincere la tenacia del nemico, ordinò ai suoi uomini di attaccare senza pietà Poro e tutti quelli che ancora gli resistevano. Il sovrano indiano venne nuovamente colpito e cominciò a scivolare giù dall'animale; il conducente dell'elefante, credendo che il re stesse scendendo come d'abitudine, ordinò al pachiderma di piegare le ginocchia. Questo episodio pose fine alla battaglia. Alessandro, credendo che Poro fosse morto, ordinò ai suoi uomini di spogliarne il corpo. Alcuni accorsero a togliergli la corazza e la veste ma l'elefante incominciò a proteggere il padrone e ad assalire coloro che tentavano di spogliarlo; sollevò il corpo con la proboscide e lo pose nuovamente sul suo dorso. Alessandro, commosso, risparmiò la vita a Poro e ai suoi 200 elefanti.

Re Poro fu uno tra i molti Indiani che impressionarono Alessandro, il quale, a battaglia ultimata, gli chiese come volesse essere trattato; «Come un re» fu la risposta. Ebbe salva la vita e gli fu permesso di proseguire il governo della regione in nome dei Macedoni.

Che dire della magnanimità di Alessandro a confronto del sentimento di odio indistinto per tutti i nemici espresso qualche giorno fa dal presidente degli Stati Uniti con la frase “I hate my opponents and I don’t want the best for them”?

apollonia

 

 

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Inviato

A proposito dell’aumento dei dazi imposto dal presidente degli Stati Uniti…

Alessandro Magno pensava che aumentare le tasse avrebbe potuto minare la sua autorità e creare dissidi tra i popoli che mirava a unificare, creando attriti con i governanti locali e gli amministratori che gestivano gli affari finanziari di province precedentemente sotto il loro controllo.

La sua visione era quella di un impero universale, e l'aumento delle tasse avrebbe potuto essere visto come un abuso di potere e un ulteriore peso per i popoli sottomessi. 

Alessandro spiegò così il proprio rifiuto ad aumentare le tasse:

"Preferisco il pastore che sa tondere le sue pecore senza scorticarle, al giardiniere che, cogliendo le erbe del suo giardino, ne strappa le radici." (Guy de la Batut - L'esprit des grands hommes)

Tondere è un verbo antico o letterario dal significato di tosare animali o persone.

 

apollonia

 

 


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