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Inviato

Dopo quasi novant’anni, la credenza lignea proveniente dall’appartamento V,18 sul Decumano Massimo di Ercolano torna finalmente visibile al pubblico. Il reperto, uno dei più straordinari esempi di arredo domestico dell’antichità, è stato trasferito dall’area archeologica all’Antiquarium del Parco Archeologico di Ercolano, dove trova posto nel nuovo spazio espositivo dedicato ai legni antichi. Si conclude così un lungo percorso di tutela, studio e restauro che ha restituito vita e leggibilità a un oggetto unico nel panorama archeologico mondiale.

La credenza, rinvenuta nel 1937 accanto alla Casa del Bicentenario, è un armadietto in legno carbonizzato straordinariamente conservato, ritrovato insieme al suo contenuto originale: coppe, bicchieri, brocche e pentole, testimonianza preziosa della quotidianità domestica ercolanese. Il rinvenimento, documentato con cura nei Diari di scavo, offrì già all’epoca un’istantanea eccezionale della vita privata di una famiglia del I secolo d.C., sopravvissuta nei dettagli al dramma dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Dopo la scoperta, il soprintendente Amedeo Maiuri, ideatore del progetto di “città-museo”, volle che il mobile restasse in esposizione nel suo contesto originario. Collocato al piano terra della bottega sottostante l’appartamento e protetto da una teca di vetro, divenne uno dei simboli del suo ambizioso programma di restituzione della vita quotidiana attraverso la musealizzazione in situ. Quell’allestimento, tuttavia, durò poco. Per motivi di tutela e conservazione, la credenza venne successivamente rimossa e sigillata in una cassa lignea, dove rimase per decenni, lontano dallo sguardo dei visitatori e degli studiosi.

Solo nel 2022, con la riapertura della cassa, è iniziata una nuova fase della sua storia. L’operazione ha dato avvio a un articolato progetto di studio e restauro, realizzato grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico di Ercolano e il Drents Museum di Assen, istituzione olandese da anni impegnata nella valorizzazione dei materiali organici antichi. Il lavoro di restauro, concluso nel 2023, ha permesso di consolidare la struttura del mobile e di renderlo idoneo al trasporto e alla nuova esposizione, restituendogli stabilità e leggibilità senza alterarne la natura di reperto fragile e irripetibile.

Il trasferimento della credenza dall’area archeologica all’Antiquarium è stato un momento complesso e delicato. A causa della fragilità del legno carbonizzato, l’operazione ha richiesto la partecipazione coordinata di restauratori, archeologi, tecnici e operatori specializzati. Per un’intera giornata le squadre hanno lavorato con estrema cautela, garantendo la sicurezza del reperto in ogni fase del movimento. Il trasporto, realizzato con supporti appositamente progettati e sistemi di ammortizzazione, ha rappresentato una sfida logistica e scientifica di grande rilievo.

Oggi la credenza è collocata al piano ammezzato dell’Antiquarium, nel cuore del nuovo spazio espositivo che accoglie i legni antichi provenienti da Ercolano. L’allestimento è stato concepito per restituire al visitatore l’atmosfera originale dell’esposizione voluta da Maiuri negli anni Trenta, con un’attenzione particolare alla disposizione dei reperti e alla loro relazione con il contesto abitativo di provenienza. Grazie alla documentazione fotografica e scritta degli scavi del 1937, è stato possibile ricomporre fedelmente l’aspetto originario del mobile, riposizionando sulle sue superfici le stoviglie e gli oggetti domestici rinvenuti al suo interno.

Il risultato è un’immagine viva e autentica della vita domestica di duemila anni fa, restituita nella sua dimensione più intima. Accanto alla credenza sono esposti una culla, simbolo della dimensione familiare, e il larario rinvenuto nello stesso vano dell’appartamento V,18, restaurato nel 2021 grazie alla XIX edizione di Restituzioni, il programma di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e archeologico promosso da Banca Intesa Sanpaolo.

Il Parco Archeologico di Ercolano ha previsto anche un programma di visite serali per permettere al pubblico di ammirare il reperto in una cornice suggestiva. Nell’ambito dell’iniziativa Una Notte al Museo, ogni martedì e giovedì, dalle 20:30 alle 23:30 (ultimo ingresso alle 22:30), sarà possibile accedere con biglietto ridotto al Padiglione della Barca, alla mostra dei legni e a quella degli ori. Durante queste serate speciali i visitatori potranno incontrare archeologi, restauratori e architetti del Parco, che racconteranno le fasi del restauro, gli interventi conservativi e i dettagli dell’allestimento, offrendo uno sguardo diretto sul lavoro quotidiano di tutela e ricerca che anima il sito.

Fonte: https://www.finestresullarte.info/archeologia/restaurata-credenza-di-ercolano-dopo-90-anni-di-silenzio

Credenza di Ercolano

Nota mia: l'incredibile reperto provenie dall’appartamento V 18 sul Decumano Massimo 

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Inviato

Si può ben dire ' incredibile reperto ' , @Vel Saties ,come si dovrebbe anche considerare incredibile che " ... dove rimase per decenni lontano dallo sguardo dei visitatori e degli studiosi .

A Te una buona giornata


Inviato

@VALTERI: non sai quanta roba è nascosta - perché dimenticata, non pubblicata, inventariata male, posizionata in posti sbagliati, etc etc - nei magazzini di musei, pinacoteche, biblioteche del mondo.
Non per caso si parla di "scavo archeologico" dei magazzini


Inviato
9 minuti fa, Vel Saties dice:

non pubblicata, inventariata male, posizionata in posti sbagliati, etc etc - nei magazzini di musei, pinacoteche, biblioteche del mondo.

Si dovrebbe fare come al GEM (o al meno è quello che dicono): tutto esposto e niente magazzini...


Inviato
1 minuto fa, ARES III dice:

Si dovrebbe fare come al GEM (o al meno è quello che dicono): tutto esposto e niente magazzini...

seeee... come no


Inviato
Adesso, Vel Saties dice:

seeee... come no

 

Però l'idea sarebbe giusta... Al meno non si dovrebbero pagare i magazzinieri (che poi non ci sono neppure).... Tutto esposto e via !

Poi trovare lo spazio, è un'altra cosa...


Inviato

Reperto straordinario

la cesura tra l‘uomo antico  e quello moderno resta a volte abissale. Ci sentiamo in qualche modo non dissimili dagli antenati medioevali ma di quelli antichi non abbiamo ricordi, se non pochissimi, sopravvissuti fino a noi soprattutto della loro vita quotidiana. Questo, rarissimo, e‘ uno di quelli e sottolinea una volta in piu‘ l‘eccezionalita‘ rappresentata da Pompei ed Ercolano per la comprensione di come sono vissuti gli uomini che ci hanno preceduto, 2000 anni fa. 

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