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IGNORED

Piccolo bronzetto 2


Risposte migliori

Ciao Will :)

davvero una bella moneta! ;)

Si tratta di RIC VII Nicomedia 12 coniata tra il 313 e il 317 dalla zecca di Nicomedia (questa in particolare dalla quinta officna per via dell'epsilon nel campo destro del rovescio). Si tratta di un bel follis quindi non mi sorprende affatto che ci siano tracce di argentatura.

Questa storia dello stagno pero non mi convince molto....

Attendiamo pareri più esperti;)

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Ciao Will :)

davvero una bella moneta! ;)

Si tratta di RIC VII Nicomedia 12 coniata tra il 313 e il 317 dalla zecca di Nicomedia (questa in particolare dalla quinta officna per via dell'epsilon nel campo destro del rovescio). Si tratta di un bel follis quindi non mi sorprende affatto che ci siano tracce di argentatura.

Questa storia dello stagno pero non mi convince molto....

Attendiamo pareri più esperti;)

386491[/snapback]

Ok, attendiamo pareri più esperti :P

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La mia fonte: Francesco Gnecchi:"...l'alterazione continua gradatamente fino a Gallieno, le cui monete sono di bassissima lega. La degenerazione però non si ferma, ma progredisce continuamente, finchè le monete, che dovevano essere d'argento, diventano di bronzo argentate o per dir meglio imbiancate, perchè neppure la superficie era d'argento, ma di stagno".

Certo si tratta di un manuale del 1896 ma comunque era uno piuttosto esperto.

In ogni caso sono bene accetti altri pareri. :)

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"Finora queste monete furono generalmente ritenute coperte di

un leggero strato di stagno. Dattari dice d'aver fatto delle prove e

d'aver trovato che lo strato è di buon argento. Hanno tutti ragione,

perchè, da alcuni esperimenti da me eseguiti e fatti eseguire, mi risulta

che, secondo le epoche, c'è dell'uno e dell'altro. Del resto non è questa

la questione che ora si dibatte; possiamo quindi continuare a chiamare

le nostre monete argentate, intendendo indicare quelle che presentano un aspetto d'argentatura, senza preoccuparci per ora della qualità del metallo che le rende tali".

Francesco Gnecchi dalla Rivista Italiana di Numismatica e Scienza Affini dell'anno 1905 pag. 172 (vi invito a csaricarla dal sito di Incuso, tra gli altri tratta proprio di questo argomento).

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Non perchè voglia avere per forza ragione, ma considerando che è proprio quello che colleziono mi sento in dovere di essere più preciso ;)

http://www.constantinethegreatcoins.com/metallurgy/

Il buon Gnecchi mi sa che all'epoca non aveva uno spettrometro di massa :D :D Nonostante sia in inglese non è difficile intuire cosa ci sia scritto, sono cmq disponibile e aqualsiasi chiarimento e confronto ;)

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Condivido la citazione di Nikko, c'era l'argento coprente, ma l'anima dei follis era generalmente una lega con percentuali variabili di stagno e piombo. Mi pare evidente (ma potrei anche sbagliarmi) che questi ultimi erano metalli leganti che rendevano i tondelli più lavorabili. Ho riscontrato evidenze in proposito.

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