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Le monete di Todi


g.aulisio

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Ottimo infine il resoconto della Cesano che seppure leggermente datato rappresenta un ottimo contributo alla sistematizzazione di questa monetazione da parte dell'eccellente studiosa.

numa numa

No, il resoconto di tutto l'articolo è della Bergamini redatto per il convegno di studio di Arezzo nel 2002.

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Deve essere un testo particolar,mente raro, non l'ho mai visto (e mi domando se sia stato ristampato in qualche compendio antico successivo).

numa numa

Rileggendo l'articolo della Bergamini:

"..... un'opera manoscritta del Passeri dal titolo "De nummis Tudertium. Dissertatio V. contenuta nel volume Marmora Tudertia Jo. Baptistae Passeri notis illustrata ad S.P.Q. Tudertem rimasta inedita, corredata da otto tavole di disegni, che illustrano gli esemplari delle collezioni che egli conosceva, di quella dell'Olivieri, del Giovannelli, dell'Arrigoni e della sua. A tale dissertazione il Passeri fa riferimento (nella sua opera più conosciuta) nei Paralipomena - (De re nummaria Etruscoum) descrivendo tutte le monete disegnate nelle otto tavole; essa pertanto è anteriore all'opera a stampa, ma certamente di poco, in quanto anche la dissertazione inedita, a sua volta, contiene un cenno ai Paralipomena"-.

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Ottimo infine il resoconto della Cesano che seppure leggermente datato rappresenta un ottimo contributo alla sistematizzazione di questa monetazione da parte dell'eccellente studiosa.

numa numa

No, il resoconto di tutto l'articolo è della Bergamini redatto per il convegno di studio di Arezzo nel 2002.

Ovviamente mi riferivo all'art. della Cesano sul Medagliere dell'ex Museo Kirkeriano (vol. II degli atti e memorie dell'IIN) che possiedo in originale (gli eredi della bellissima serie degliAtti e Memorie dell'Istituto Italiano di Numismatica, pubblicato per solamente sette volumi, sono gli "Annali" dell'Istituto Italiano di Numismatica, rivista annuale con articoli particolarmente dotti e ricercati ma purtroppo poco

diffusa e conosciuta rispetto, ad esempio, alla Rivista Italiana di Numismatica, Quaderni Ticinesi, etc.).

numa numa

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Ecco la pagina

Avendo notato al n. 4 della prima tavola postata da Legionario la famigerata oncia della tartaruga di cui si è discusso in qualche post precedente, ho preso il coraggio a due mani ed ho tirato fuori le tavole dell'Haeberlin (chi le conosce può capirmi). C'è mancato poco che abbia strangolato il gatto che ci è immediatamente saltato sopra con l'intenzione di giocarci facendone scempio e, per farla breve, eccole qua (gli animalisti stiano tranquilli: il gatto è ancora vivo):

post-3247-1225240224_thumb.jpg

Niente da fare: ero curioso di verificare se uno dei due esemplari (Mus. Civico di Bologna e Kircheriano) citati dallo studioso tedesco corrispondesse a quello raffigurato dal Passeri, ma l'estrema sommarietà del disegno impedisce ogni raffronto.

In compenso, leggendo la didascalia della tavola riportata da Legionario sembrerebbe che la moneta fosse nota al Passeri in almeno due esemplari: uno (o più) nella collezione dell'Arrigoni e un altro (altri?) nella propria (del Passeri, non di Legionario :) ).

Sempre spulciando l'Haeberlin emerge che secondo lo stusioso, oltre ai due esemplari raffigurati sopra (quello del Kircheriano a suo tempo pubblicato dal Garrucci, quello bolognese fino a quel momento inedito), sarebbero stati noti precedentemente ulteriori esemplari pubblicati in "Numismata quaedam cujuscumque forma et metalli Musei Honorii Arigoni" vol. I (Treviso 1741) Tav. XXI n. 86, e vol. III (Treviso 1745) Tav.XXXI n.20 e Tav.XXXV n. 47, oltre che nel Carelli ("Nummorum veterum Italiae", Napoli 1812 ed edizioni successive) alla Tav.XVIII n.26.

Tentando di riassumere la situazione (per quanto parziale) dell'oncia anomala riportante al dritto una rana ed al rovescio una tartaruga, segno di valore ° ed etnico TV, sembrerebbe essere al momento questa:

- 3 (?) esemplari nella collezione dell'Arrigoni, pubblicati tra il 1741 ed il 1745

- almeno 1 esemplare nella collezione del Passeri (siamo sempre nel XVIII secolo) - (una cessione dalla collezione Arrigoni?)

- 1 esemplare pubblicato dal Carelli nel 1812 - (uno dei precedenti?)

- 1 esemplare del Kircheriano pubblicato dal Garrucci nel 1885 (uno dei precedenti passato successivamente al Kircheriano?)

- 1 ulteriore esemplare del Museo Civico di Bologna esaminato, pesato e fotografato (assieme a quello del Kircheriano) dall'Haeberlin nel 1910 (probabilmente effettivamente inedito)

- 1 esemplare passato in asta NAC nel 1994 (diverso da quelli pubblicati dall'Haeberlin).

Dovremmo concludere che gli esemplari noti del tipo sono "ben" più dei due canonici: almeno 3, con la possibilità di raggiungere forse la vertiginosa cifra di 6 o 7!.

Non tanto il numero degli esemplari in sè ma quanto il numero degli studiosi che ci avrebbero avuto a che fare tenderebbe comunque a rafforzare in me l'ipotesi di una autenticità del tipo (ovviamente fino a prova contraria), magari assumendo la definizione dell'Haeberlin di "Irrugulaere Unze", pur dovendo anche notare che il Sambon, studioso estremamente più scrupoloso del Garrucci, nel suo Recherches sur le monnaies de la presqu'Ile italique, Napoli 1870, non riporta once della tartaruga, pur citando in bibliografia il Carelli.

Inoltre, pur citando Marchi e Tessieri, non riporta nemmeno l'asse e i divisionali aquila/cornucopia della serie ridotta (presenti nelle tavole del Passeri e poi del Garrucci e considerate false dall'Haeberlin) mentre riporta (un asse nella collezione Coltellini) l'intera serie asse-oncia della ruota, pressochè universalmente considerata falsa da Haeberlin in poi.

Su questo magari varrebbe la pena spenderci altre due parole, magari prendendo anche lo spunto da ulteriori curiosità che emergono dalle interessantissime tavole del Passeri postate da Legionario: le once grappolo/ferro di lancia (n.8, coll. Arrigoni) e grappolo/? (n.9, coll. Passeri) da dove sono uscite?

O meglio: dove sono finite??

Modificato da g.aulisio
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Aulisio,

se vuoi approfondire la ricerca di questi esemplari ti suggerirei di guardare nella direzione del museo archeologico di Firenze che ha un'estesa collezione di fusi, di verificare le collezioni del MNR che probabilmente hanno molti degli esemplari in questione. Un'altra fonte importnate potrebbe essere il British Museum a Londra ove la collezione di fusi e' anche estesa.

Mi ricordo anche di aver visitato un piccolo museo a Vetulonia che aveva una collezione di fusi magnifica,

magari dei pezzi che ti interesano possono anche essere li'.

Infine la NAC ha avuto in vendite passate degli insiemi di fusi importnati che vale la pena considerare (un gruppetto di fusi assai interessante e' passato recentemente in una loro vendita nella primavera di quest'anno).

Buona ricerca!

numa numa

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Grazie Numa per i suggerimenti, ma purtroppo non ho il tempo nè la disponibilità dei vecchi baroni (in senso stretto) ottocenteschi che hanno posto le basi delle nostre conoscenze frugando per i medaglieri di mezza Europa, per cui sono costretto a basarmi essenzialmente sulla bibliografia.

Colgo l'invito rivoltomi da Caius di rendere il thread un po' più appetibile esteticamente, arricchendolo con qualche immagine di pezzi passati recentemente alle aste, opera che tra l'altro aveva cominciato a fare legionario postando la splendida oncia della serie ridotta.

Per non essere ripetitivo riporterò solo il riferminento alla scheda iniziale ed il nominale.

Cominciamo con la serie coniata:

1.1 AE Unità

E' estremamente rara e non ho al momento trovato immagini di dominio pubblico o pubblicate in rete migliori di quella al tratto postata precedentemente.

1.2 AE Mezzo

post-3247-1225300879_thumb.jpg

CNG, Triton V, lotto n. 6.

22mm - 4.66 g.

1.3 AE Quarto

post-3247-1225300871_thumb.jpg

NAC O, lotto n. 1001.

15 mm - 2.20 g.

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Grazie Numa per i suggerimenti, ma purtroppo non ho il tempo nè la disponibilità dei vecchi baroni (in senso stretto) ottocenteschi che hanno posto le basi delle nostre conoscenze frugando per i medaglieri di mezza Europa, per cui sono costretto a basarmi essenzialmente sulla bibliografia.

Colgo l'invito rivoltomi da Caius di rendere il thread un po' più appetibile esteticamente, arricchendolo con qualche immagine di pezzi passati recentemente alle aste, opera che tra l'altro aveva cominciato a fare legionario postando la splendida oncia della serie ridotta.

Per non essere ripetitivo riporterò solo il riferminento alla scheda iniziale ed il nominale.

Cominciamo con la serie coniata:

1.1 AE Unità

E' estremamente rara e non ho al momento trovato immagini di dominio pubblico o pubblicate in rete migliori di quella al tratto postata precedentemente.

1.2 AE Mezzo

post-3247-1225300879_thumb.jpg

CNG, Triton V, lotto n. 6.

22mm - 4.66 g.

1.3 AE Quarto

post-3247-1225300871_thumb.jpg

NAC O, lotto n. 1001.

15 mm - 2.20 g.

La discussione e' indubbiamente interessante pero' pur rappresentando un tentativo di indagine su alcuni esemplari rari e difficlmente reperibili di monte fuse, non porta contributi originali.

Se hai questo interesse cosi specifico perche' , davvero, non fai una cosa piu' seria pensando ad un contributo originale ?

Non e' in fondo una ocsa impossibile e puo' essere anche divertente se piace..

Occorrerebbe dapprima consultare le fonti diponibili (non solo le opere citate ma come suggerito andando piu' indietro consultando le opere settecentesche che rappresentano una fonte insostituibile di informazioni - per sapere cosa era conosciuto a quell'epoca). Poi andare a censire preso i vari monetieri gli esemplari conosciuti (si puo; lavorare con telefono e e-mail e fare un sopralluogo solo quando necessario). Infine redigere un elenco e se ci si sente in forma abbozzare anche un piccolo articolo, magari da pubblicare su, perche ' no , "Monete Antiche". Sogno troppo ?? :D

Un buon thread da' soddisfazione, ma vuoi mettere un contributo originale costruito con passione pazienza e fatica ?

numa numa

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Questa è la moneta passata alla NAC n° 7, lotto 276. La foto è bruttina fin dal catalogo, oltretutto la moneta è poco distinta , come specificato nel catalogo (weak casting).

post-705-1225399976_thumb.jpg

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La discussione e' indubbiamente interessante pero' pur rappresentando un tentativo di indagine su alcuni esemplari rari e difficlmente reperibili di monte fuse, non porta contributi originali.

Se hai questo interesse cosi specifico perche' , davvero, non fai una cosa piu' seria pensando ad un contributo originale ?

Non e' in fondo una ocsa impossibile e puo' essere anche divertente se piace..

Occorrerebbe dapprima consultare le fonti diponibili (non solo le opere citate ma come suggerito andando piu' indietro consultando le opere settecentesche che rappresentano una fonte insostituibile di informazioni - per sapere cosa era conosciuto a quell'epoca). Poi andare a censire preso i vari monetieri gli esemplari conosciuti (si puo; lavorare con telefono e e-mail e fare un sopralluogo solo quando necessario). Infine redigere un elenco e se ci si sente in forma abbozzare anche un piccolo articolo, magari da pubblicare su, perche ' no , "Monete Antiche". Sogno troppo ?? :D

Un buon thread da' soddisfazione, ma vuoi mettere un contributo originale costruito con passione pazienza e fatica ?

numa numa

Caro Numa hai perfettamente ragione: la discussione non porta alcun contributo originale. Nè d'altronde aveva questa pretesa ma, nata casualmente dal riordino di vecchi appunti stimolato da una chiaccherata con un amico, aveva come unico scopo quello di tracciare un quadro sintetico (ma per quanto possibile completo quanto meno dal punto di vista tipologico) di una monetazione piccola ma allo stesso tempo abbastanza rappresentativa nella sua articolazione.

Molti importantissimi aspetti non sono nemmeno stati sfiorati: l'inquadramento storico ed il rapporto delle emissioni con la colonizzazione romana, l'analisi ponderale comparata con gli altri sistemi librali e ridotti, i rapporti (cronologici, metrologici, economici, ecc.) tra la serie coniata e le serie fuse, la contestualizzazione della serie coniata nell'ambito delle analoghe emissioni bronzee del mondo etrusco ed italico, per citare solo i primi che mi vengono in mente, e rimanendo nell'ambito dei contributi "non originali"... :)

Sono d'accordo anche con la seconda parte del post: penso piacerebbe a tutti lavorare ad un contributo originale. Il problema è che per tirar fuori contributi originali è necessario essere certi che effettivamente lo siano...:) e per raggiungere tale certezza è necessario studio e tempo, risorsa quest'ultima sempre più scarsa.

Vero anche che le monetazioni dell'italia centrosettentrionale sono probabilmente tra quelle su cui c'è più ancora da dire, soprattutto sui temi accennati sopra.

Concludendo, ti ringrazio per l'incitamento, ma la vedo abbastanza dura considerando i ritmi di lavoro e gli altri impegni. In ogni caso, chissà... magari mi potresti dare una mano :D

Modificato da g.aulisio
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La discussione e' indubbiamente interessante pero' pur rappresentando un tentativo di indagine su alcuni esemplari rari e difficlmente reperibili di monte fuse, non porta contributi originali.

Se hai questo interesse cosi specifico perche' , davvero, non fai una cosa piu' seria pensando ad un contributo originale ?

Non e' in fondo una ocsa impossibile e puo' essere anche divertente se piace..

Occorrerebbe dapprima consultare le fonti diponibili (non solo le opere citate ma come suggerito andando piu' indietro consultando le opere settecentesche che rappresentano una fonte insostituibile di informazioni - per sapere cosa era conosciuto a quell'epoca). Poi andare a censire preso i vari monetieri gli esemplari conosciuti (si puo; lavorare con telefono e e-mail e fare un sopralluogo solo quando necessario). Infine redigere un elenco e se ci si sente in forma abbozzare anche un piccolo articolo, magari da pubblicare su, perche ' no , "Monete Antiche". Sogno troppo ?? :D

Un buon thread da' soddisfazione, ma vuoi mettere un contributo originale costruito con passione pazienza e fatica ?

numa numa

Caro Numa hai perfettamente ragione: la discussione non porta alcun contributo originale. Nè d'altronde aveva questa pretesa ma, nata casualmente dal riordino di vecchi appunti stimolato da una chiaccherata con un amico, aveva come unico scopo quello di tracciare un quadro sintetico (ma per quanto possibile completo quanto meno dal punto di vista tipologico) di una monetazione piccola ma allo stesso tempo abbastanza rappresentativa nella sua articolazione.

Molti importantissimi aspetti non sono nemmeno stati sfiorati: l'inquadramento storico ed il rapporto delle emissioni con la colonizzazione romana, l'analisi ponderale comparata con gli altri sistemi librali e ridotti, i rapporti (cronologici, metrologici, economici, ecc.) tra la serie coniata e le serie fuse, la contestualizzazione della serie coniata nell'ambito delle analoghe emissioni bronzee del mondo etrusco ed italico, per citare solo i primi che mi vengono in mente, e rimanendo nell'ambito dei contributi "non originali"... :)

Sono d'accordo anche con la seconda parte del post: penso piacerebbe a tutti lavorare ad un contributo originale. Il problema è che per tirar fuori contributi originali è necessario essere certi che effettivamente lo siano...:) e per raggiungere tale certezza è necessario studio e tempo, risorsa quest'ultima sempre più scarsa.

Vero anche che le monetazioni dell'italia centrosettentrionale sono probabilmente tra quelle su cui c'è più ancora da dire, soprattutto sui temi accennati sopra.

Concludendo, ti ringrazio per l'incitamento, ma la vedo abbastanza dura considerando i ritmi di lavoro e gli altri impegni. In ogni caso, chissà... magari mi potresti dare una mano :D

Aulisio, non mi fraintendere, trovo la discussione che hai gestito molto interessante e soprattutto ben fatta e ricca di spunti.

Il mio voleva solo essere un incitamento ulteriore vedendo la passione e il tuo interesse per questo affascinante argomento :)

numa numa

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Aulisio, non mi fraintendere, trovo la discussione che hai gestito molto interessante e soprattutto ben fatta e ricca di spunti.

Il mio voleva solo essere un incitamento ulteriore vedendo la passione e il tuo interesse per questo affascinante argomento :)

numa numa

Non ti ho frainteso, Numa. E apprezzo moltissimo il tuo incitamento :)

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Altre immagini di monete tudertine passate recentemente in asta e visionabili su coinarchives:

2. Serie fusa I (librale)

2.1 Uncia

L'esemplare postato sopra da Caius (NAC 7 276) è l'unico conosciuto oltre a quelli citati dall'Haeberlin.

3. Serie fusa II (librale)

3.1 As

Nessun esemplare

3.2 Semis

2 esemplari (Busso Peus 388 lotto 771/Busso Peus 392 lotto 4248 e UBS 64 lotto 11) sono stati nei cataloghi erroneamente attribuiti a questa serie. Si tratta in realtà di semissi della serie ridotta.

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...200&Lot=771

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...21&Lot=4248

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...=156&Lot=11

poi in CNG Triton Triton X, correttamente catalogato:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...202&Lot=509

3.3 Triens

Nessun esemplare

3.4 Quadrans

Nessun esemplare

3.5 Sextans

Nessun esemplare

3.6 Uncia

post-3247-1225611376_thumb.jpg

CNG, Triton V, lotto n. 1807.

20,59 g.

Altri esemplari:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...327&Lot=159

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...=189&Lot=39

Pur senza alcuna pretesa statistica è comunque interessante notare l'estrema scarsità della serie librale.

Modificato da g.aulisio
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con la serie leggera il panorama si fa (relativamente...) più popolato:

4. Serie fusa III (ridotta)

4.1 Semis

post-3247-1225612930_thumb.jpg

CNG MBS 69, lotto 1319

44,06 g.

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4.3 Quadrans

post-3247-1225613342_thumb.jpg

Hess-Divo 307, lotto 1009

20,96 g.

4.4 Sextans

post-3247-1225614040_thumb.jpg

Meister & Sonntag 4, lotto 42

13,05 g.

4.5 Uncia

post-3247-1225614050_thumb.jpg

Münzen & Medaillen 17, lotto 5

7,78 g. (stesso esemplare di Künker 124 n. 7801, 7,75 g.)

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Un contributo originale ;)

Premessa.

Le considerazioni che seguono sono basate esclusivamente sull’osservazione ed il raffronto di un documento fotografico, l’immagine riportata nel catalogo d’asta NAC 7 a raffigurare il lotto 276, citata in Historia Numorum - Italy di Keith Rutter e postata precedentemente in questa discussione.

Tali considerazioni potrebbero pertanto essere inficiate dall’effettiva corrispondenza nel catalogo d’asta della moneta rappresentata e di quella descritta, al di là del fatto che si tratta pur sempre di un’analisi svolta su di un immagine, tra l’altro di qualità piuttosto scadente, e non direttamente sul pezzo.

Il problema.

La moneta in questione riveste particolare importanza in quanto indicata da Rutter come un ulteriore terzo esemplare, oltre ai due precedentemente conosciuti grazie all’Haeberlin di cui si è discusso ai post precedenti, della fantomatica “oncia irregolare” (così la chiamò lo studioso tedesco) dell’aes grave librale tudertino, riportante da un lato una rana e dall’altro una tartaruga.

Rutter nella sua opera precisa che si tratterebbe di un esemplare ridotto della medesima emissione, del peso di soli 7,5 g., meno della metà rispetto agli esemplari esaminati dall’Haeberlin.

Come si vedrà le once della tartaruga sono probabilmente destinate a rimanere due.

Considerazioni.

Di seguito l’immagine tratta dal catalogo NAC 7.

post-3247-1225748980_thumb.jpg

Al di là della differenza di peso il primo dato che salta all’occhio è la raffigurazione della rana. Questa appare del tutto diversa da quella caratteristica delle serie tudertine, tanto di quelle pesanti (oncia rana/tartaruga, vedi sopra al punto 2.1, e quadrante rana/ancora, 3.4) che di quella leggera (quadrante rana/ancora, 4.3).

Mentre queste infatti presentano ben delineata la testa ed il profilo delle zampe dell'animale

post-3247-1225749677_thumb.jpg

la rana dell’esemplare del NAC mostra un corpo piuttosto indistinto, con una solcatura longitudinale nella parte posteriore e circondato da quella depressione che così spesso è caratteristica delle once dell’aes grave ridotto di Luceria.

Queste ultime sull’altra faccia non hanno ovviamente una tartaruga, ma bensì una spiga, oltre alla lettera L ed al globetto segno del valore.

Di seguito la stessa immagine dell’asta NAC rielaborata graficamente per favorire il confronto (ci si è limitati ad accentuare i contrasti).

post-3247-1225749117_thumb.jpg

Quindi a titolo esemplificativo un paio di esemplari di oncia leggera di Lucera (nell’ordine CNG MBS 58 lotto 1009 e Astarte XIX lotto 832).

post-3247-1225749221_thumb.jpg

post-3247-1225749185_thumb.jpg

Anche in questo caso le due immagini sono state rielaborate, con la rotazione del 180° del dritto rispetto al rovescio in modo da poter permettere un agevole raffronto con l’esemplare del NAC, evidentemente ritratto in tale posizione come si può facilmente desumere osservando i codoli di fusione.

Ovviamente va considerato che così facendo le ombreggiature del dritto si trovano anch’esse ruotate di 180°, senza che questo (ritengo) pregiudichi il confronto.

Confronto che (considerato quanto detto in premessa) lascia adito a pochi dubbi: tutto è al posto giusto, e sembra quasi di vedere traccia della L di Luceria a sinistra di quella che, pur con la necessaria fantasia, è certamente più assimilabile alla spiga che alla tartaruga.

A controprova si faccia un ulteriore confronto con le due once tudertine pubblicate dall’Haeberlin.

post-3247-1225749462_thumb.jpg

Ulteriore elemento da considerare è il peso: se 7,5 g. sono in qualche modo anomali rispetto ai 16,80 e 17,15 degli altri due esemplari tudertini, sono assolutamente in linea con i pesi caratteristici dell’oncia della serie ridotta di Luceria. I due esemplari illustrati pesano rispettivamente 12,53 g. e 8,29, con un range attestato per il tipo che varia tra i 6,8 ed i 14,8 g.

Conclusione

Con tutta la prudenza derivante dal fatto che l’analisi è stata fatta su di un’immagine fotografica, e sotto pena di smentita a fronte di un’analisi diretta della moneta, si può solo concludere che l’oncia di cui al catalogo NAC 7 al n. 276, considerata da Rutter, Historia Numorum – Italy, 2001, n. 39 il terzo esemplare noto, seppur di peso ridotto, dell’oncia librale tudertina rana/tartaruga (Haeberlin 1910 pag. 229, Sydenham 1926 n. 217), è in realtà un’oncia della serie ridotta di Luceria (Rutter 2001 n. 677e, Haeberlin 1910 pag. 190, Sydenham 1926 al n. 142).

Sembrerebbe pertanto che gli unici esemplari conosciuti dell’oncia pesante anomala tudertina siano esclusivamente quelli pubblicati a suo tempo dall’Haeberlin, ossia quello del Kircheriano e quello del medagliere Civico di Bologna.

g.aulisio

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caro g.aulisio

mi hai convinto, depenniamo subito la finta uncia della tartaruga e mettiamola al posto (dignitoso) che le compete, cioè le monete di Lucera.

Quindi gli esemplari rimasti sono solo due !

Complimenti per l'acume.

Caius

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Ciao a tutti.

Entro in punta di piedi.

Con deplorevole ritardo scopro questo mondo di discussione e approfondimento: credo che lo frequenterò a lungo ....

Mi inserisco per sottolineare la conclusione delle considerazioni sull'oncia Rana/Tartaruga.

Tutto nasce dall'erronea attribuzione in occasione dell'asta NAC del 1994, fatta dal compilatore del catalogo. Il pezzo 276 era proposto con base di partenza a 800 CHF, e classificato di Tuder.

Feci notare a Vecchi e Russo che si trattava molto semplicemente ( o molto dignitosamente) di un pezzo della serie leggera di Luceria.

Il prezzo di partenza fu modificato a 200 CHF e l'aggiudicazione fu di 300 CHF.

Il riferimento economico non dimostra scientificamente proprio nulla, salvo che, in quell'occasione, i presenti furono tutti d'accordo.

A presto.

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Ciao a tutti.

Entro in punta di piedi.

Con deplorevole ritardo scopro questo mondo di discussione e approfondimento: credo che lo frequenterò a lungo ....

Mi inserisco per sottolineare la conclusione delle considerazioni sull'oncia Rana/Tartaruga.

Tutto nasce dall'erronea attribuzione in occasione dell'asta NAC del 1994, fatta dal compilatore del catalogo. Il pezzo 276 era proposto con base di partenza a 800 CHF, e classificato di Tuder.

Feci notare a Vecchi e Russo che si trattava molto semplicemente ( o molto dignitosamente) di un pezzo della serie leggera di Luceria.

Il prezzo di partenza fu modificato a 200 CHF e l'aggiudicazione fu di 300 CHF.

Il riferimento economico non dimostra scientificamente proprio nulla, salvo che, in quell'occasione, i presenti furono tutti d'accordo.

A presto.

Benvenuto Gianoprora!

Il problema è che quel pezzo, passato in catalogo come Tuder, tale è imasto. E il Rutter l'ha preso per buono. Un problema di metodologia?

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Benvenuto Gianoprora!

Il problema è che quel pezzo, passato in catalogo come Tuder, tale è imasto. E il Rutter l'ha preso per buono. Un problema di metodologia?

No, semplicemente una mancanza di controllo scrupoloso da parte dl compilatore di Historia Numorum.

D'altra parte alcune sviste sono sempre possibili in opere di vastita' e portata quale quella intrapresa dal Rutter (di cui aspettiamo con ansia da anni la parte riguardante la Sicilia... :rolleyes: )

Le conclusioni cui e' giunto Aulisio mi sembrano ben suffragate dalla sua analisi di confronto fotografico e di coerenza metrologica. Occorrerebbe segnalarle al Rutter in quanto per queste opere di ampia portata non sono escluse pubblicazioni successive di integrazione o correzioni di eventuali inesattezze di attribuzioni o anche errori alla luce dell'evoluzione degli studi sulle singole zecche.

La numismatica e' una disciplina che evolve continuamente man mano che nuovi esemplari, nuovi elementi portano nuove conoscenze e fanno magari rivedere certe attribuzioni.

Non sono pero' convintissimo che gli esemplari dell'oncia di Tuder siano solo due, e' possibile che ve ne siano di piu' magari nascosti in qualche collezione pubblica non pubblicata e poco studiata.

numa numa

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  • 3 anni dopo...

Pubblico le foto a colori di due esemplari di oncia librale, battuti alle aste Thesaurus.

Il primo in particolare all'asta Andromeda 2011 (lotto 247), pesa ben 28 g ed ha un diametro di 31-32 mm.

Sul sito Thesaurus è possibile scaricare i cataloghi ad alta definizione.

post-13865-0-29015900-1327075197_thumb.j

Modificato da L. Licinio Lucullo
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  • 2 mesi dopo...
  • 11 anni dopo...
On 10/27/2008 at 10:38 AM, gpittini said:

I have a   Umbria Tuder Silenos on obverse and the eagle on the reverse.  It's not in good condition but I am proud to own a small part of the history of Todi.    What a shame it is so small at only 17mm.   These coins are hard to find

 

 

Modificato da miss moxie
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