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IGNORED

Regno d'Italia 5 lire 1808


Risposte migliori

Ho rinunciato da tempo nella stoica impresa di ordinare le varianti mancanti nel Pagani relative Regno d'Italia. Impresa impossibile da affrontarsi metodicamente dato il poco metodo che suppongo, vigesse in zecca per la composizione delle leggende con i punzoni mobili.

Vi posto la leggenda di un 5 lire 1808 bordo in rilievo, dove si nota che la composizione della leggenda è formata da più serie di punzoni mobili, solo questa monete enuncia tre differenti varianti !!

In NAPOLEONE

N leggera biforcazione alla base

Λ è senza trattino centrale, presenta una leggerissima escrescenza di metallo, la base è biforcata

P base biforcata

O la O è una O !

L base biforcata

E base piatta

O la O è una O !

N più sottile a base piatta

E base piatta

In IMPERATORE

I base piatta

M base piatta

P base piatta, variata rispetto a quella di NAP

E base piatta

R base piatta

Λ base piatta tipo V capovolta e diferente dalla A NAP

T base biforcata

O non di discute è una O !

R base biforcata e variata rispetto alla precedente

E base biforcata e variata rispetto alla precedente.

Quindi se viene considerata la "variante" Λ come elencato in più testi, andrebbe a questo punto sezionata la leggenda, generando un X numero di varianti.

Considerato che sono stati battuti circa 3.288.000 esemplari di questa moneta va considerato il numero dei conii utilizzati.

In zecca a Milano nel 1808 potrebbero aver utilizzato due tipi differenti di macchinario

una buona coppia di conii forgiati in ottimo acciaio e ben eseguita meccanicamente, perfetta nei piani e nella tornitura può battere sino a 100.000 monete, media che si riduce a seconda delle dimensioni del tondello da imprimere, e dall'uso continuato; quindi nelle grandi coniazioni si ottengo circa 20 / 30.000 monete per coppia di conii. Questo con i macchinari del tempo compresa l'evoluzione di Gengémbre oppure le Watt/Bulton. Probabilmente per una si massiccia coniazione furono utilizzati almeno 110 coppie di conii, il che genererebbe una non piccola messe di varianti.

Parliamo solo della leggenda di un 5 lire !

Ma quel che più mi ha affascinato è la foggia della lanterna, o coppa, o lume che dir si voglia, ci sarebbe da scrivere un libro solo su questo punzone, invece totalmente ignorato nella bibliografia.

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Guest utente3487

Ma quel che più mi ha affascinato è la foggia della lanterna, o coppa, o lume che dir si voglia, ci sarebbe da scrivere un libro solo su questo punzone, invece totalmente ignorato nella bibliografia.

Perchè non scrivi una monografia?

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Ma quel che più mi ha affascinato è la foggia della lanterna, o coppa, o lume che dir si voglia, ci sarebbe da scrivere un libro solo su questo punzone, invece totalmente ignorato nella bibliografia.

Perchè non scrivi una monografia?

.... ma scherzi ... e poi chi lo dice a mia moglie ... che già mi vede alle feste comandate, Ti ringrazio dell'incoraggiamento ma di questi tempi avere il fiato per respirare mi pare sia una impresa !.

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Anche se a questo punto mi sembra di capire che avere un elenco delle varianti e ricercarle diventa una cosa impossibile!

Ora capisco perche l'altro giorno nell' MP mi diceva di lasciare perdere le varianti.

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Le dicevo di lasciare perdere la collezione sistematica con tutte le varianti . . .

Tanto non dormo e mi sono rassegnato a scrivere :)

Le ragioni sono molteplici:

Ragione "quantistica"

La monetazione del Regno d'Italia ha avuto una produzione mastodontica per emissione e per tipi monetali - 2 in oro - 5 in argento - 1 in eroso misto - 3 in rame. VAnno aggiunte le coniazioni a bordo in rilievo essendo propriamente tipi monetali a se stanti, se non mi sono dimenticato qualcosa 11 nominali per 8 anni di coniazione ufficiale. Non sono ferrato in matematica, ma le possibilità di trovare "varianti" innanzi ad una simile produzione è infinita.

Ragione "commerciale"

Lei quando acquista la "variante" tende a dare un valore alla medesima che il mercato non è assolutamente portato a pagare, infatti il collezionista acquista la sua rarissima variante, strapagandola, perchè sa che è ... rara, o che per lo meno la considera tale. L'invenzione della variante è una magnifica operazione commerciale per mantenere interesse sulla monetazione e prezzo.

Ragione "Numismatica"

Avrebbe grande interesse un Corpus delle varianti ove raccoglierle tutte e catalogarle con rigore, allora effettivamente si creerebbe una ragione numismatica di utilità. Per le due sopra indicate ragioni questo appare ad oggi non fattibile.

A questo punto rientrerei in un concetto più limitato a variante importante, similmente a quanto io faccio dopo aver alzato bandiera bianca sulla ricerca sisstematica della variante.

Nel mio di parametro collezionistico le varianti importanti sono quelle dell'impronta, quindi al di la dei bordi, la forma della testa, le dimensioni e foggia dei segni di zecca, dettagli del padiglione (come suggerisce per la Legion d'onore, Costi).

Per quel che riguarda i conii mobili della leggenda o della data; solo spaziatura e/o errori (NATOLEONE). Già in un campo ridotto come questo c'è da perderci la testa e tenersi occupati per una decina d'anni.

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Guest utente3487

faccio una osservazione: se riesco a comprendere più conii mobili (es. Valore, effige, data), mi riesce di difficile comprensione immaginare un conio che presenta il nome di una autorità emittente frazionato. Capisco una legenda del tipo VITTORIO EMANUELE XX RE D'ITALIA, ma perchè spezzare la parola NAPOLEONE in più parti?

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Prima di essere collegati ed inseriti nel conio, i punzoni delle lettere sono indipendenti, ne presumo che facessero parte di più serie e che il lavorante di zecca li abbia presi ... sparsi e poi uniti nel conio. Ci sono delle immagini tratte dal libro della Biblioteca Nazionale di Parigi che possono spiegare meglio delle mie parole l'accorpamento dei singoli punzoni nel conio. Se riesco scansiono, lo scanner che ho a casa non è eccellente . . . anzi, e per pigrizia non mi ricordo di portare i libri in ufficio.

Piuttosto, per quel che riguarda le varianti farei un piccolo inciso;

alcune di queste varianti erano ben note ai collezionisti fine '800 prini del '900, ho i cartellini del mio avo che prendeva diligente nota, esempio spaziatura della data nelle monete del 1807, oppure padiglione variato (che fossero i famosi puntali aguzzi o sagomati ?) ed ancora rami variati per le monete in oro di Gioacchino Murat. Tutte in deroga al CNI.

Le varianti capitavano al collezionista senza che questi se le andasse a cercare, freneticamente ed in maniera sistematica, quasi ossessiva. Io stesso ho contratto la "variantite" pur di poter esercitare occhio e mente in una sorta di "trova la differenza" degna della Settimana Egnimistica. Oggi sono in via di lenta guarigione, ma ho dovuto curarmi e non poco.

Se penso alle volte che mi sono capitate in mano delle monete, classificate la sera come cifre ribattute e risvegliato al mattino ... l'alone dello 0 non era poi così evidente, e forse non c'era proprio !

A togliere le varianti dai cataloghi, questi si impoveriscono e contemporaneamente si toglie al collezionista il gusto di più pezzi per la stessa moneta, ed in questo la variante è una ottima scusa per l'acquisto, si ritorna al CNI dei pochi ma buoni.

Facevo mente locale sulla lira 1808, ne ho 8 tutte una diversa dall'altra, avrà un senso ?

Oramai ci sono e stanno bene al calduccio del velluto, ma se un anno fa sarei diventato matto a cercare la nona di conio diverso, oggi, penso basti così.

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Guest utente3487

Ci sono delle immagini tratte dal libro della Biblioteca Nazionale di Parigi che possono spiegare meglio delle mie parole l'accorpamento dei singoli punzoni nel conio. Se riesco scansiono

Grazie.

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