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Inviato

Cari Amici,

volevo delle informazioni su questa moneta da 2,5 baiocchi zecca di Perugia coniata in modulo ridotto,nelle foto messa a confronto con un sampietrino di normale grandezza e sapere se qualche libro ne parla.Grazie.

post-584-1260107518,79_thumb.jpg


Inviato

Ed ecco i rovesci:

post-584-1260107567,28_thumb.jpg


Inviato

Ciao, se ne parla sul catalogo lamonetiano (tipo 7) ;):

http://numismatica-i...eta/W-PIOVIPG/1

A Perugia i sampietrini ridotti (peso teorico 8,5 grammi) furono realizzati in due modi differenti, uno fu quello di ridurre il peso riducendo lo spessore dei tondelli, e quindi utilizzando senza problemi i conii 1797 del sampietrino standard (17 grammi teorici), l'altro utilizzando fustelle per il taglio dei tondelli più piccole, e quindi ottenendo tondelli di diametro minore.

Coniati con gli stessi conii di cui sopra danno origine a monete mancanti del bordo o anche di elementi quali la firma dell'incisore sotto il busto, che finisce "fuori flan" :P

Lo stesso metodo è stato utilizzato anche dalla vicina Foligno, dove si hanno anche esemplari ultra-small di peso poco superiore ai 5 grammi :rolleyes:

Ciao, RCAMIL.


Inviato

Ciao Max, il sampietrino da 2,5 baiocchi per Perugia è classificato da Muntoni al 392. Questa moneta è stata coniata con due diametri diversi, uno di 31 mm e l'altro di 35 mm.

D/: S ° P - APOSTOLORUM PRINCEPS

R/: * * * // BAIOCCHI // DVE E MEZZO // PERVGIA // 1796

E' stato coniato anche con l'anno 1797.

Il tuo esemplare rappresenta una variante rispetto a quello riportato da Muntoni, perche le tre stellette al R/ non sono tutte sulla stessa linea, ma quella al centro è posta più in altro, come nell'esemplare per Roma. Dalle foto poi non si capisce quale sia l'anno. Quanto pesa la tua moneta? il peso ufficiale è di 16.9 grammi anche se esistono esemplari "ridotti" con peso di circa 8,4 grammi. Che diametro ha?

Ciao

Michele

PS: è da tenere presente che le varianti in queste monete sono davvero tantissime e solo una piccola parte è ufficialmente riconosciuta e classificata ;)


Inviato (modificato)

Ciao Max, il sampietrino da 2,5 baiocchi per Perugia è classificato da Muntoni al 392. Questa moneta è stata coniata con due diametri diversi, uno di 31 mm e l'altro di 35 mm.

D/: S ° P - APOSTOLORUM PRINCEPS

R/: * * * // BAIOCCHI // DVE E MEZZO // PERVGIA // 1796

E' stato coniato anche con l'anno 1797.

Il tuo esemplare rappresenta una variante rispetto a quello riportato da Muntoni, perche le tre stellette al R/ non sono tutte sulla stessa linea, ma quella al centro è posta più in altro, come nell'esemplare per Roma. Dalle foto poi non si capisce quale sia l'anno. Quanto pesa la tua moneta? il peso ufficiale è di 16.9 grammi anche se esistono esemplari "ridotti" con peso di circa 8,4 grammi. Che diametro ha?

Ciao

Michele

PS: è da tenere presente che le varianti in queste monete sono davvero tantissime e solo una piccola parte è ufficialmente riconosciuta e classificata ;)

Ciao Michele,

il peso è di gr.8,27 ed il diametro mm 23.Non è possibile stabilirne la data,si vede solo un accenno del 7 e del 9,è fuori flan,come dice Rcamil.Grazie.

Modificato da max65

Inviato

La data per i sampietrini ridotti di Perugia è senz'altro 1797.

Ci sono zecche che, pur coniando dopo la riduzione del 1797 hanno utilizzato i coni datati 1796 su tondelli di spessore dimezzato (es. Gubbio), ma non è questo il caso ;)

Ciao, RCAMIL.


Inviato

Interessante discussione, non ho mai visto un Sampietrino ridotto, non ne conoscevo nemmeno l'esistenza :rolleyes:

Quali sono i motivi che hanno portato a queste emissioni? Per risparmiare materiale o ce ne erano anche altri?

Grazie, Giò. :)

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Inviato

Di problemi ce n'erano diversi. La difficoltà di approvvigionamento del metallo da monetare era sicuramente tra questi, visto che la situazione politica ed economica era quanto mai caotica e la Camera Apostolica (in sostanza il "consiglio dei ministri" pontificio) non riusciva a garantire la circolazione di una quantità minima di moneta adatta a sostenere il commercio, tanto che si dovette permettere l'apertura di numerose zecche locali. In più in quel periodo la moneta di rame e di mistura, che era moneta "fiduciaria" cioè scambiata per un valore superiore a quello del metallo, anche a seguito di vari scandali nella gestione delle zecche era stata sostanzialmente "sfiduciata" dalla popolazione, che la scambiava a un valore molto inferiore al facciale non credendo più alla possibilità di convertirla in metallo prezioso. Il governo pensò bene allora di ridurre il taglio delle monete in modo da adeguare il valore reale dei nominali al valore "di mercato", ottenendo, come era prevedibile, l'effetto opposto, cioè una ulteriore spirale di svalutazione della moneta "plateale" (così veniva chiamata allora la moneta non a valore intrinseco o "reale"), tanto che alla vigilia della proclamazione della Repubblica Romana l'economia dei territori pontifici era praticamente paralizzata. Per questi argomenti si può vedere la parte introduttiva al lavoro di Renzo Bruni sulle monete della Repubblica Romana.


Inviato

Di problemi ce n'erano diversi. La difficoltà di approvvigionamento del metallo da monetare era sicuramente tra questi, visto che la situazione politica ed economica era quanto mai caotica e la Camera Apostolica (in sostanza il "consiglio dei ministri" pontificio) non riusciva a garantire la circolazione di una quantità minima di moneta adatta a sostenere il commercio, tanto che si dovette permettere l'apertura di numerose zecche locali. In più in quel periodo la moneta di rame e di mistura, che era moneta "fiduciaria" cioè scambiata per un valore superiore a quello del metallo, anche a seguito di vari scandali nella gestione delle zecche era stata sostanzialmente "sfiduciata" dalla popolazione, che la scambiava a un valore molto inferiore al facciale non credendo più alla possibilità di convertirla in metallo prezioso. Il governo pensò bene allora di ridurre il taglio delle monete in modo da adeguare il valore reale dei nominali al valore "di mercato", ottenendo, come era prevedibile, l'effetto opposto, cioè una ulteriore spirale di svalutazione della moneta "plateale" (così veniva chiamata allora la moneta non a valore intrinseco o "reale"), tanto che alla vigilia della proclamazione della Repubblica Romana l'economia dei territori pontifici era praticamente paralizzata. Per questi argomenti si può vedere la parte introduttiva al lavoro di Renzo Bruni sulle monete della Repubblica Romana.

Grazie Paleologo, molto interessante, a Verona mi aiuterai ad approfondire l'argomento insieme a Rcamil :P :lol: Avremo di che discutere.

Grazie ancora, Giò :)

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