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Inviato (modificato)

Nellasta 33 di Inasta del 18 febbraio 2010, relativamente al lotto 2190:

Giulio II - giulio classificato come Muntoni 69,

D/ .IVLIVS°°II°° - .PONT°°MAX.

R/ °S°PAVLVS° - °S° - °PETRVS° (esergo) MARCI

Trovo la predetta classificazione errata, ( il 69 tra laltro riporta al R/ liscrizione: S.PETRVS S S.PETRVS ripetuto Petrvs ed omesso Pavlvs) cosa che si nota chiaramente dalla foto.

Ma anche la scritta in esergo MARCI, non lho riscontrata in alcuna classificazione del Muntoni per Giulio II, il R/ di questo giulio mi sembra essere lo stesso del grosso di Alessandro VI Muntoni 23.

Escludendo la non genuinità della moneta, quale potrà messere la causa di questa variante?

Forse alla morte di Alessandro VI, escludendo la meteora di Pio III, nella zecca di Ancona si utilizzò per il D/ un nuovo conio con le insegne del nuovo papa Giulio II, utilizzando per i R/ un "vecchio" conio di Alessandro VI????

Saluti

TIBERIVS

Modificato da TIBERIVS

Inviato

Il tuo ragionamento non fa una grinza.

Concordo con l'errata classificazione ed anche con la sensazione che sia stato utilizzato, curiosamente, un vecchio conio di Alessandro VI.

A questo punto però non so come classificarla. Forse un "Muntoni non presente" sarebbe stato azzeccato?

Sul CNI?


Inviato

Il tuo ragionamento non fa una grinza.

Concordo con l'errata classificazione ed anche con la sensazione che sia stato utilizzato, curiosamente, un vecchio conio di Alessandro VI.

A questo punto però non so come classificarla. Forse un "Muntoni non presente" sarebbe stato azzeccato?

Sul CNI?

Questa sera ci "butto" l'occhio.

saluti

TIBERIVS


Inviato

A mio avviso il riferimento per classificare una variante non può essere il Muntoni ma il CNI.

Seguendo l'opera fondamentale del Re, ho notato che il Dir è una variante inedita per via dei due circoletti sovrapposti dopo il nome del Papa, mentre il Rov è classificato al nr. 45.

In questo caso ritengo non sia fondamentale sapere se un conio o no sia stato usato sul grosso di Alessandro VI e poi su Quello di Giulio II, ma la riflessione, a mio parere, si deve soffermare sul fatto che si sta parlando dello stesso zecchiere (Antonio Migliori) e che i coni di Rovescio erano uguali in tutte e due le monete. Questo, almeno a me, mi fa pensare che non si badava più di tanto all'effettivo accoppiamento dei coni di diritto e rovescio, anche perchè la massiccia produzione di questi Giuli, ci fa intuire che i coni incisi fossero davvero molti.

Saluti


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