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elagabalo o caracalla?


legioprimigenia

Risposte migliori

salve ragazzi, questo denario mi fu venduto 8 anni fa alla modica cifra di 20.000 lire (allora per me era una cifretta, sudati risparmiucci). mi fu venduto da un tale che me lo fece passare com Antonino Pio, non era un negoziante ma uno che si aggirava tra i vari venditori di un convegno.

Quando le mie finanze mi han permesso di acquistarmi un manuale ho visto che queste scritte sul rovescio compaiono per caracalla ed elagabalo. dati i ritratti io propendo per il secondo! ho ragione?

cancellate

Modificato da legioprimigenia
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UNPO DI STORIA NON GUASTA :)

Elagabalo

Il ragazzo, ora quindicenne, passò alla storia con il soprannome di Elagabalo dal nome del dio (El-Gabal). Il suo fu un bizzarro regno riempito di eventi pittoreschi, ma insignificanti. Egli era dominato dall'influenza materna che lo incoraggiava a presentarsi come una manifestazione divina.

Quando Elagabalo giunse a Roma tentò di conformare le cerimonie al suo credo religioso, con grave scandalo della città. Inoltre rimpiazzò molti ufficiali romani con ufficiali siriani, alcuni dei quali, nominati senatori, erano di estrazione sociale molto bassa.

Elagabalo inoltre scandalizzò i Romani con i suoi costumi sessuali eccessivi e chiassosi. I Romani non condannavano l'omosessualità, ma la consideravano un fatto privato. Elagabalo si truccava gli occhi, si passava il rossetto sulle guance, si riferiva apertamente a questo o a quell'amante come suo marito, e si metteva in attesa sull'accesso delle vie stando in piedi dietro le tende che agitava come una prostituta. Questo tipo di comportamento non era il più indicato per guadagnargli il favore delle truppe.

Sua madre cercava di rendere suo figlio rispettabile e così organizzava dei matrimoni con donne romane. Egli fu sposato a cinque donne diverse in tre anni; la seconda di esse era una vergine vestale.

Malgrado il suo comportamento sessuale furono le sue decisioni in campo religioso a spaventare soprattutto i Romani. Il sesso, dopo tutto, non incideva molto sui destini dello Stato, ma la religione poteva farlo. Diede la de Minerva in moglie al dio El Gabal. Compiva riti religiosi durante i quali egli ballava e le donne siriane cantavano e suonavano, e costringeva i senatori a presenziare allo spettacolo. Costruì un tempio enorme dedicato a El Gabàl sulla collina palatina e vi installò una pietra nera, un meteorite che considerava sacro.

Nel 222 Roma ne ebbe abbastanza. La Guardia Pretoriana lo assassinò insieme con la madre e un gran numero di accompagnatori siriani. I cadaveri del ragazzo e della madre furono trascinati per le strade e gettati nel Tevere

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non può essere che la stellina nel campo della moneta sia il meteorite di cui si legge nella breve storia? :blink: :blink: :o :o :o

che dite?

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...tra parentesi, si chiama Elagabalo o Eliogabalo? ho trovato entrambe le versioni...

86881[/snapback]

Sì, perchè la seconda (Eliogabalo) è una deformazione/latinizzazione (o meglio, una grecizzazione... ma si dice :blink: ) della prima... come riportato da legioprimigenia, egli era gran sacerdote, in Siria, di El-Gabal (che ho trovato tradotto anche "dio-montagna"), una divinità solare associata a Roma con il culto del Sol-Helios: da qui Eliogabalo.

Modificato da chersoblepte
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Ciao

Senza dubbio Elagabalo

La stella che vedi al rovescio attesta ce l'emissione avvenne dopo

il trasferimento della Pietra Nera (simbolo del dio Sole) da Emesa a Roma voluto da Elagabalo (non ricordo con precisione, ma credo nel 221)

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Il fatto veramente scandaloso di Eliogabalo non era tanto l'omosessualità in senso lato, che nel mondo greco-romano aveva una sua rispettabilità, ma il fatto che si trattasse di omosessualità passiva.

L'omosessuale passivo infatti veniva accomunato ad una donniciola e come tale degno di scherno.

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La stella che vedi al rovescio attesta ce l'emissione avvenne dopo

il trasferimento della Pietra Nera (simbolo del dio Sole) da Emesa a Roma voluto da Elagabalo (non ricordo con precisione, ma credo nel 221)

86909[/snapback]

Interessante informazione Verus, dove l'hai trovata? Sui cataloghi ho trovato sempre la semplice descrizione di "stella"... Comunque, se non ricordo male, il trasferimento della Pietra Nera da Emesa a Roma avvenne nel 219, quando Elagabalo arrivò per la prima volta a Roma, un'anno dopo essere divenuto imperatore.

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Per il trasferimento è molto probabile che la data giusta sia

il 219 (onestamente non me lo ricordo)

Per la stella (così in effetti viene defnita nei cataloghi) e che compare anche

su monete coniate sotto Elagabalo a nome di J. Maesa, l'ipotesi che si tratti del riferimento alla Pietra Nera mi viene da alcune annotazioni sui cataloghi della serie

Rome e dal catalogo Monnaies XIII (interamente dedicato alle romane) editi dalla

CGF di Parigi

Si tratta di ipotesi ragionevolmente accettabili, ma non esistono prove certe

se non il fatto che la stella compare solo in emissioni posteriri all'arrivo a Roma del

meteorite

Ciao P

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Che la stella, che sovente appare nei denari di quasi tutti i Severi, sia un riferimento alla pietra nera, a mio parere, è una delle piu grandi baggianate passate nella numismatica per ingannare il collezionista.

agrì

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Elagabalo si presentò ai romani vestito di una porpora rosa e le labbra truccate, segni inequivocabili delle sue tendenze...

Se non ricordo male il meteorite venerato da Elagabalo, alla sua morte, venne rispedito al mittente e dunque non si spiegherebbe la presenza della stella, nel campo di monete successive alla sua morte.

Non mi sembra infatti che la venerazione della pietra nera di Elagabalo abbia avuto molto successo fra i romani, come del resto non ebbe molto successo neanche l'effemminato imperatore.

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beh e se per la stella sul campo della moneta facessimo riferimento alle sole monete di elagabalo e familiari? ovviamente senza considerare altri astri presenti sulla monetazione di tutti i severi. Se elagabalo era così eccentrico (che è dir poco!) e venerava un meteorite, niente di più facile che sotto il suo regno alcune monete portassero il riferimento alla suddetta pietra. ovviamente non si può averne la certezza. in ogni caso lessi da qualche parte una volta un articolo dove nelle monete romane, globetti non identificati e stelline rappresentassero o comete o anche probabili cadute di meteoriti.

Su alcune monete di Cesare c'è una stella, Svetonio riferisce che dopo la sua morte una"cometa" brillo per 7gg nel cielo. (rappresenta l'ascesa di cesare tra gli Dei) da Vita dei cesari.....

Sotto Pertinace è presente un denario dove la provvidenza alza le braccia verso un globo con 4 antenne o a volte con 6 sospeso in aria! unico nel suo genere! lampridio ed Erodiano nelle Historie riferiscono che nel 192 venne avvistato qualcosa di prodigioso nei cieli quasi ad annunciare la "lieta notizia" della morte di Commodo. (probabile esplosione di una supernova!)

Una cometa è raffigurata anche sotto augusto ed altre sotto elagabalo. niente di più facile che per quest'ultimo ci si riferisca al meteorite in questione.

che bel tema per una tesi in numismatica non trovate?

"UFO e fenomeni celesti sulle monete di roma antica"!!! chissà se c'è qualcosa a proposito. mi documenterò. bellla discussione cmq

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un pò di pettegolezzi... :ph34r:

Elagabalo divenne imperatore nel 218 acclamato alla morte di Caracalla dalle truppe di Emesa

Giulia Maesa (sorella dell' augusta G.Domna) fece circolare la voce-insieme a bustarelle x gli ufficiali- che il nipote Elagabalo fosse figlio naturale di Caracalla e della figlia G.Soemia la quale era stata a lungo a Roma presso la corte imperiale

conducendo una vita libera di costumi

il nome Vario Antonino Elagabalo deriva dai suoi compagni di scuola

(poichè affermavano che con una madre simile era figlo di "vari"padri)

debitore nei confronti della nonna e della madre... si sdebitò affidando alla prima il governo dell'ipero(fu la prima donna che sedette su uno scranno senatoriale)

e con la seconda condivise gli amanti

Elagabalo fu ucciso dai pretoriani nella latrina del castro pretorio

luogo che l'imperatore amava in maniera particolare poichè "avvicinava" i cittadini piu' prestanti ..nominandoli in base al "valore" affidando alte cariche di responsabilità statali

Historia Augusta di E.Lampridio

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Grazie Euriale i pettegolezzi non guastano mai!! ;)

anche se il nome Elagabalo penso derivi soprattutto dal Dio siriano El gabal, mi sembra più plausibile dato il culto del sole di cui lo stesso era fautore. :)

quante belle cose che si imparano su questo forum....................

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hai un nipotino alquanto eccentrico :lol:

davvero bizzarro direi...... da chi ha preso? spero non dalla ziuccia!!!!! :lol: :lol:

le zie danno sempre il buon esempio..... :P

ciaooooooooooooooooooooooooooo

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Una precisazione riguardo alla stella sulle monete di Elagabalo

Già Vaillant (citato dal Cohen) rilevava come la stella, assente sulle monete di Caracalla, fosse un segno distintivo per Elagabalo.

Eckhel (citato in nota sempre da Cohen) riteneva che la stella fosse comparsa solo a partire dalle emissioni del 973 (220 d.C.)

Il smibolo, tradizionalmente associato al Sole in molte iconografie antiche, è presente su monete di tutta la famiglia di Elagabalo (Iulia Maesa - Iulia Soemia e le tre mogli Iulia Paula, Aquilia Severa e Annia Faustina)

Concordo con Agrippa nel dire che questo non dà prova di un collegamento con la

pietra di Emesa, però l'ipotesi è verosimile (e francamente a me piace)

Dissento sul fatto che un'eventuale invenzione possa essere ad uso dei collezionisti

perché non vedo né come le monete con stella possano essere considerate varianti particolari, né mi risulta che abbiano valori di mercato più invoglianti

Comunque un grazie a tutti per la bella discussione e uno particolare ad Agrippa per aver stimolato in me l'interesse per una nuova ricerca

PS Benvenuta tra noi a Julia Maesa :)

Modificato da VERUS
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  • 9 mesi dopo...

Bella discussione, merita di essere messa in evidenza :)

Ho fatto un riassunto dei vari interventi all'interno della discussione, spero che possiate aggiungere altre informazioni :)

Elagabalo divenne imperatore nel 218 acclamato alla morte di Caracalla dalle truppe d’Emesa.

Giulia Maesa (sorella dell’augusta G. Domna) fece circolare la voce che il nipote Elagabalo fosse figlio naturale di Caracalla e della figlia G. Soemia la quale era stata a lungo a Roma presso la corte imperiale conducendo una vita libera di costumi.

Il nome Vario Antonino Elagabalo deriva dai suoi compagni di scuola, poiché affermavano che con una madre simile era figlio di "vari"padri.

Debitore nei confronti della nonna e della madre si sdebitò affidando alla prima il governo dell'impero (fu la prima donna che sedette su uno scranno senatoriale) e con la seconda condivise gli amanti

Il ragazzo, appena quindicenne, passò alla storia con il soprannome di Elagabalo dal nome del dio El-Gabal= dio-montagna, una divinità solare associata a Roma con il culto del Sol-Helios. Il suo fu un bizzarro regno riempito di eventi pittoreschi ma insignificanti. Egli era dominato dall'influenza materna che lo incoraggiava a presentarsi come una manifestazione divina.

Elagabalo, giunto a Roma, tentò di conformare le cerimonie al suo credo religioso, con grave scandalo della città, inoltre rimpiazzò molti ufficiali romani con ufficiali siriani, alcuni dei quali, nominati senatori, erano di estrazione sociale molto bassa.

Elagabalo inoltre scandalizzò i Romani con i suoi costumi sessuali eccessivi e chiassosi. I Romani non condannavano l'omosessualità, ma la consideravano un fatto privato. Il fatto veramente scandaloso di Elagabalo non era tanto l'omosessualità in senso lato, che nel mondo greco-romano aveva una sua rispettabilità, ma il fatto che si trattasse di omosessualità passiva: Elagabalo si truccava gli occhi, si passava il rossetto sulle guance, si riferiva apertamente a questo o a quell'amante come suo marito e si metteva in attesa sull'accesso delle vie stando in piedi dietro le tende che agitava come una prostituta...

L'omosessuale passivo, infatti, era accomunato ad una donniciola e come tale degno di scherno.

Questo tipo di comportamento non era il più indicato per guadagnargli il favore delle truppe.

Sua madre cercava di rendere suo figlio rispettabile e così organizzava dei matrimoni con donne romane. Egli fu sposato a cinque donne diverse in tre anni; la seconda di loro era una vergine vestale.

Nonostante il suo comportamento sessuale, furono le sue decisioni in campo religioso a spaventare i Romani: il sesso, dopo tutto, non incideva molto sui destini dello Stato, ma la religione poteva farlo. Diede la dea Minerva in moglie al dio El Gabal. Compiva riti religiosi durante i quali egli ballava e le donne siriane cantavano e suonavano, e costringeva i senatori a presenziare allo spettacolo. Costruì un tempio enorme dedicato a El Gabàl sulla collina palatina e vi installò una pietra nera, un meteorite che considerava sacro.

Alcuni pensano che la stella che compare in alcuni rovesci delle sue monete e su quelle coniate sotto Elagabalo per Giulia Maesa si riferisca appunto alla Pietra Nera; questa ipotesi compare su alcune annotazioni sui cataloghi della serie Rome e dal catalogo Monnaies XIII editi dalla

CGF di Parigi. Già Vaillant (citato dal Cohen) rilevava come la stella, assente sulle monete di Caracalla, fosse un segno distintivo per Elagabalo.

Eckhel (citato in nota sempre da Cohen) riteneva che la stella fosse comparsa solo dalle emissioni del 973 (220 d.C.)

Il simbolo, tradizionalmente associato al Sole in molte iconografie antiche, è presente su monete di tutta la famiglia di Elagabalo (Iulia Maesa - Iulia Soemia e le tre mogli Iulia Paula, Aquilia Severa e Annia Faustina)

Si tratta di ipotesi accettabili ma non esistono prove certe se non il fatto che la stella compare solo in emissioni posteriori all'arrivo a Roma del meteorite (219 a.C.).

Nel 222 Roma ne ebbe abbastanza. La Guardia Pretoriana lo assassinò nella latrina del castro pretorio; luogo che l'imperatore amava in maniera particolare poiché "avvicinava" i cittadini più prestanti ...nominandoli in base al "valore" affidando alte cariche di responsabilità statali. Furono assassinati anche la madre e un gran numero di accompagnatori siriani. I cadaveri del ragazzo e della madre furono trascinati per le strade e gettati nel Tevere.

Il meteorite venerato da Elagabalo, alla sua morte, fu rispedito al mittente e dunque non si spiegherebbe la presenza della stella, nel campo di monete successive alla sua morte.

Non sembra, infatti, che la venerazione della pietra nera di Elagabalo abbia avuto molto successo fra i romani, come del resto non ebbe molto successo neanche l'effeminato imperatore.

Di:

Legioprimigenia; Chersoblepte; Verus; Atanor; Agrippa; Centurioneamico; Euriale

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