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Radiati Imitativi, tecnologie produttive


grigioviola

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La tecnologia produttiva impiegata per la realizzazione dei Radiati Imitativi (noti in letteratura come Barbarous Radiates) riveste un aspetto molto importante sia per una accurata classificazione sia per far luce sulle conoscenze in possesso delle maestranze che operavano al di fuori del circuito delle zecche ufficiali.

Un aiuto per una rapida ma completa panoramica sulle metodologie utilizzate sono alcuni scritti relativamente recenti che fanno una sintesi di quanto già noto in letteratura numismatica integrandola con l'analisi puntuale di alcuni siti archeologici Inglesi e Francesi identificati come atelier produttivi locali dell'Impero Gallico.

La bibliografia utilizzata per questo piccolo scritto illustrativo è la seguente:

- "Barbarous radiates: a study of the irregular Roman coinage of the 270s and 280s AD from southern England", John A. Davies - University of Reading, 1988

- "A late Roman bronze punch from Hampshire", John Davies - in Lucernae Newsletter 01, Bedford, 1991

- "Four coin production techniques used in three 'officinae' of Châteublau (ca 260-280 AD)", Fabien Pilon in XIII Congreso Internacional de Numismática, Madrid, 2003

- "Economia monetaria in Italia alla vigilia del IV secolo d.C. - Il ruolo dell'Antoniniano e dei suoi omologhi Gallici alla luce delle fonti numismatiche e storico-letterarie", Cristina Crisafulli, Padova, 2008

Le immagini sono tratte da internet.

MONETE REALIZZATE PER FUSIONE (cd. casting)

La realizzazione di Radiati Imitativi per fusione è "figlia" della più basilare tecnica di falsificazione di monetazione ufficiale già da tempo in voga nell'antichità. Venivano impiegati degli stampi in terracotta (moulds)su cui era stata precedentemente impressa la moneta da riprodurre. Questi stampi erano generalmente composti da dischi di argilla cotta ad alta temperatura che recavano il dritto e il rovescio ottenuto in negativo per impressione con un diametro maggiore di circa 10mm rispetto la moneta originale utilizzata. I dischi avevano un piccolo canale atto ad accogliere la colata di metallo fuso e venivano accoppiati in modo da far aderire e coincidere le immagini del dritto e del rovescio.

Nonostante la loro fragile natura questi stampi potevano essere riutilizzati più di una volta.

Le monete ottenute con questo processo sono generalmente più piccole delle originali sia per il restringimento della fusione durante il processo di raffreddamento che per la rifinitura del bordo nel caso di fuoriuscite di colata.

Il prodotto finale è caratterizzato da una carenza di dettagli e spesso dalla presenza lungo il bordo del tondello della linea di fusione.

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Stampo in argilla proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia

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Stampo in argilla con il dritto di un antoniniano di Postumo (zecca di Trier) proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia

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Dritto di un doppio sesterzio ottenuto per fusione proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia

[...continua]

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MONETE REALIZZATE PER CONIAZIONE (cd. Striking)

E' il processo utilizzato per la stragrande maggioranza dei Radiati Imitativi. Veniva utilizzato un conio per il dritto fissato a un'incudine, e uno per il rovescio. Tra i due veniva messo un tondello liscio che riceveva l'impressione mediante un colpo di martello.

Più che il processo stesso di coniazione, a differenziarsi è la fabbricazione dei tondelli: in generale si può osservare una carenza di precisione nella loro prepariazione tanto da costituire un'eccezione la presenza di un tondello circolare rispetto a tondelli dalle forme più varie. Il risultato di questa approssimazione nella preparazione della moneta da coniare, si traduce in una assenza nell'antoniniano "finito" di parti della legenda e, in generale, nella mancanza dell'impressione completa del conio.

La tecnologia produttiva per la realizzazione dei tondelli è essenzialmente riconducibile a tre distinte lavorazioni facilmente riscontrabili dall'analisi visiva dei Radiati Imitativi.

Tondelli fusi.

Come per la fabbricazione di moneta per fusione, similmente si preparavano stampi (spesso multipli) per la fabbricazione di tondelli. Gli antoniniani prodotti con questi "dischi" fusi sono spesso riconoscibili per delle irregolarità a forma di goccia lungo il bordo dovute al residui di colata rimasti in corrispondenza del canale intagliato nello stampo.

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Imitativo di Tetrico II del tipo SALVS AVG rinvenuto vicino a Hatfield Broad Oak, Essex. Si nota una sorta di "coda" a forma di goccia.

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Imitativo di Tetrico II, tipo originario non identificabile. Qui le "code" sono due segno che molto probabilmente il tondello era stato realizzato su di uno stampo multiplo.

Tondelli tagliati da lastre.

Un altro metodo molto utilizzato per la preparazione dei dischetti da coniare, prevedeva l'impiego di lastre di metallo già realizzate con lo spessore utile per la coniazione che venivano dapprima segnate a compasso e poi ritagliate con apposite cesoie. Con questo metodo si ottenevano antoniniani dal bordo spesso squadrato e solo vagamente circolare.

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Residuo di foglio in metallo con segni di compasso proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia

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Dritto di antonianiano di Claudio II (Serie DIVO CONSECRATIO) con bordo visibilmente squadrato ottenuto da taglio mediante cesoie

Modificato da grigioviola
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Tondelli tagliati da barre metalliche circolari.

I tondelli dalla forma più regolare venivano ricavati dal taglio di barre circolari: la barra veniva inizialmente divisa in due parti uguali e ogni parte ottenuta subiva la stessa procedura fino a ottenere il disco finale con lo spessore di circa 4 mm necessario per procedere alla coniazione.

Generalmente sono riconoscibili per lo spessore più grosso e un andamento circolare abbastanza regolare.

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Barre in bronzo per la produzione di tondelli proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia

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CONSIDERAZIONI CONLUSIVE.

Nella produzione dei Radiati Imitativi e nel coesistere di più zecche locali non si può parlare di coordinamento globale né si può differenziare cronologicamente l'impiego dei vari sistemi di lavorazione che, di fatto, coesistevano contemporaneamente anche all'interno dello stesso atelier (vedi il caso di Chateaubleu che contava 3 officine distinte, in attività nel medesimo periodo, che facevano indistintamente uso di tutti i sistemi qui illustrati).

Probabilmente sono ipotizzabili dei coordinamenti "regionali" o dei raggruppamenti sempre su scala territoriale di più officine che magari potevano contare su maestranze itineranti (una possibile spiegazione per i Radiati dallo stile simile); di certo l'insieme piuttosto consistente di Radiati Imitativi e la notevole differeziazione dei singoli tipi (sia dal punto di vista stilistico che produttivo) è la prova del considerevole fiorire di atelier locali in tutto il territorio dell'Impero Gallico anche oltremanica, cosa da tempo assodata grazie alle evidenze di molti ritrovamenti di ripostigli di Imitativi.

L'analisi del sistema produttivo di un antoniniano imitativo può comunque essere utile per fornire qualche dettaglio ulteriore circa la classificazione dello stesso e, soprattutto, per formulare ipotesi in merito a eventuali identificazioni se non della zecca locale quanto meno dell'area di provenienza: a questo proposito è a dir poco essenziale il confronto con quanto già noto e repertoriato, un ideale corpus nummorum per gli imitativi che raggruppasse quanto già edito e studiato sia in Francia che in Inghilterra sarebbe un'opera fondamentale per chi studia questo complesso e affascinante settore della numismatica antica.

Modificato da grigioviola
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Molto interessante, comincio a capirci qualcosa :)

Faremo in modo che questa discussione non vada sepolta...

Ciao, Exergus

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Discussione molto interessante, complimenti!!

Alla parte descrittiva riguardante le monete ottenute per fusione negli stampi in terracotta, quando parli del restringimento della moneta duplicata rispetto all'originale, aggiungerei che tale inconveniente risultava più che altro dal naturale restringimento dello stampo stesso che, asciugandosi, tendeva a perdere l'acqua in esso contenuta e quindi il volume calava in maniera evidente.

Lo stampo in terracotta poteva effettivamente essere riutilizzato ma probabilmente non era in grado di sopportare troppi cicli di fusione poichè ogni volta parte dei grani a contatto con il metallo fuso si bruciavano e andavano perduti; di conseguenza, le monete prodotte dopo molti cicli, dovevano apparire con evidenti perdite di dettagli.

Infine, la terracotta utilizzata per creare lo stampo doveva essere adeguatamente selezionata e lavorata perchè altrimenti poteva non essere adatta ad accogliere il metallo fuso.

Di seguito aggiungo l'immagine di un sesterzio di Massimo che ho avuto modo di studiare, secondo alcuni si tratta di una moneta ufficiale e coniata che ha subìto un forte surriscaldamento; in realtà io sono arrivato alla conclusione che si tratta proprio di una moneta ottenuta per fusione in stampo di terracotta dove, probabilmente, la terra utilizzata non era adeguata oppure, non era ancora stata cotta. L'estremo calore apportato dal metallo fuso deve aver cotto ( facendo disidratare e quindi ritirare e deformare le impronte) o deformato le formelle dando, come risultato finale, una moneta concava.

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Molto interessante, comincio a capirci qualcosa :)

Faremo in modo che questa discussione non vada sepolta...

Ciao, Exergus

Ho fatto un file word con la discussione è un peccato che con la velocità delle tecnologie moderne si perdano simili discussioni ..

magari si potrebbe pensare di raccogliere discussioni in una sorta di raccolta in formato pdf o word costantemente aggiornata :)

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Molto interessante, comincio a capirci qualcosa :)

Faremo in modo che questa discussione non vada sepolta...

Ciao, Exergus

Ho fatto un file word con la discussione è un peccato che con la velocità delle tecnologie moderne si perdano simili discussioni ..

magari si potrebbe pensare di raccogliere discussioni in una sorta di raccolta in formato pdf o word costantemente aggiornata :)

Pensavo di aprire una discussione contenente i link a discussioni interessanti sull'argomento, e metterla in evidenza, sulla falsariga di quella sulle biografie imperiali, pensavo anche ad altri argomenti a dire il vero, come le tipologie dei rovesci. Devo chiedere a qualche moderatore come fare, mi sembra che non rientri nei miei poteri...

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Molto interessante, comincio a capirci qualcosa :)

Faremo in modo che questa discussione non vada sepolta...

Ciao, Exergus

Ho fatto un file word con la discussione è un peccato che con la velocità delle tecnologie moderne si perdano simili discussioni ..

magari si potrebbe pensare di raccogliere discussioni in una sorta di raccolta in formato pdf o word costantemente aggiornata :)

Pensavo di aprire una discussione contenente i link a discussioni interessanti sull'argomento, e metterla in evidenza, sulla falsariga di quella sulle biografie imperiali, pensavo anche ad altri argomenti a dire il vero, come le tipologie dei rovesci. Devo chiedere a qualche moderatore come fare, mi sembra che non rientri nei miei poteri...

Sarebbe intressante sopratutto la parte relativa alle tipologie dei rovesci.. :)

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Non posso che unirmi al plauso generale per il contenuto della discussione.

Ottimo lavoro! :good:

Ciao

Illyricum

:)

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grazie a tutti!

non penso di aver fatto un grande lavoro... mi sono limitato a riportare alcuni appunti frutto della sintesi dei libri e articoli che sto leggendo su questo argomento che mi appassiona molto.

ottime le integrazioni di centurione e le sue ulteriori spiegazioni tecniche!

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Il falsari "gallici" utilizzano anche un altro metodo. Inquartavano la moneta e da ogni spicchio ne ricavavano un antoniniano...

Esiste uno stupendo articolo degli anni 70 apparso su Le scienze che si occupa di tale metodo di coniazione..

Ed esiste anche questa moneta a testimoniarlo:

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Il falsari "gallici" utilizzano anche un altro metodo. Inquartavano la moneta e da ogni spicchio ne ricavavano un antoniniano...

... quindi questo antoniniano da Braithwell potrebbe rientare in questa categoria?

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Tondello "informe", estremamente irregolare. Ma perchè attribuirlo a "falsari": non può essere ufficiale dell'Impero Gallico su tondello irregolare, sfruttando al massimo il bronzo circolante? Sia il ritratto che il rovescio sono abbastanza canonici e le legende sembrano buone, cosiccome il PAX di Tetrico I del post precedente... :blink:

Anzi, aggiungerei che a guardare Braithwell trovare un tondello rotondo dei "gallici" è molto difficile... Più facile per l'Impero Centrale ma lì è facile, quasi tutte le monete vengono da zecche imperiali continentali (perloppiù Roma, Mediolanum, Siscia...).

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Lo stile del ritratto é decisamente high profile questo é vero ma se mi ricordo bene l'articolo hanno trovato questo genere di imitazioni assieme a calchi in argilla e monete dell'impero gallico "ufficiale" e inquartate. Tra l'altro non é che tutte le imitazioni sono barbariche...i Consecratio del Gotico secondo Estiot sono stati battuti in gran numero dai dipendenti della zecca chiusa da Aureli ano. ci sentiamo via mp domani sera

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interessante questo sistema di coniazione, mi piacerebbe recuperare quell'articolo per approfondirlo.

a mio avviso cmq entrambe le ultime monete postate sono da ricondurre a coniazioni ufficiali e non a radiati imitativi.

i sistemi di fabbricazione dei tondelli che venivano utilizzati per la produzione dei radiati imitativi non erano singolo appannaggio delle officine locali, ritengo che dato il progressivo impoverersi dello stile e qualità delle leghe usate nel corso dell'avvicendarsi dei vari imperatori gallici, non è da escludere che anche le zecche ufficiali facessero ricorso un po' a tutti i vari sistemi di fabbricazione dei tondelli precedentemente illustrati.

e credo inoltre che il metodo di fabbricazione a partire da barre cilindriche progressivamente tagliate di metà in metà fino all'ottenimento del dischetto "vergine" da coniare, fosse un sistema in uso regolarmente anche presso le zecche ufficiali.

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ciao,

guarda anche il messaggio in evidenza che ha fatto il buon exergus con tutti i principali riferimenti alla monetazione imitativa. in uno di questi riferimenti c'è anche una serie di link bibliografici di materiale reperibile in rete sull'argomento.

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  • 1 anno dopo...

riporto in auge questa discussione con alcuni contributi fotografici che provengono dal FAC (forumancientcoins).

Nella fattispecie un utente del FAC espone un suo ritrovamento: dei tondelli da coniare ottenuti per fusione:

post-8339-0-92573300-1369986028_thumb.jp

post-8339-0-17009700-1369986033_thumb.jp

interessanti anche le altre immagini di repertorio postate poi nella discussione che ne sta seguendo.

questo il link al post: http://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=88631.0

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