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INCREDIBILMENTE, UNA VOLTA TANTO, IL NOSTRO PAESE SI FA RISPETTARE (FORSE):

«Una statua pagata 150 euro e venduta a 3 milioni di dollari» Le lettere che accusano il Getty

L' arte sottratta all' Italia: le carte del processo

Tombaroli e mercanti, nel mirino la curatrice del museo

ROMA - Mai firmare lettere d' amore troppo impegnative, il futuro di una coppia è sempre incerto. Ma nemmeno mai firmare troppe lettere d' affari. Ecco cosa scriveva il 19 settembre 1991 Marion True, allora responsabile delle acquisizioni archeologiche al Getty Museum di Malibu, a Giacomo Medici, ex proprietario di gallerie internazionali, condannato il 4 marzo 2005 a dieci anni di reclusione e a dieci milioni di euro di risarcimento allo Stato italiano per traffico illecito di materiale archeologico: «Abbiamo tre vasi in frammenti, disgraziatamente, non sappiamo da dove vengano. Bob Hecht (altro mercante d' arte internazionale, ndr) non se lo ricorda. Ti allego le fotocopie». Sarà questa, con altre lettere, la prova schiacciante nel processo in corso alla sesta sezione penale di Roma (presidente Gustavo Barbalinardo) in cui la True è imputata di associazione per delinquere e ricettazione di beni italiani esportati clandestinamente? Nel deposito al porto franco di Ginevra, di proprietà di Giacomo Medici, nel 1995 furono sequestrati 1.973 pezzi archeologici frutto di scavi clandestini e quattromila foto istantanee. Veri «certificati di garanzia» (spesso con tanto di tombarolo ritratto in carne e ossa) per il possibile acquirente. Questo potrebbe (potrebbe) essere il senso della lettera di Marion True: puoi confrontare i pezzi con le tue foto e dirmi qualcosa? «Un profumo di scandalo aleggia sui tesori del Museo Getty», titolava ieri in prima pagina Le Monde. Difficile che il quotidiano diretto da Jean-Marie Colombani dedichi un' inchiesta di due pagine a una collezione archeologica. Ma stavolta c' è di mezzo il Getty e il saccheggio dei beni culturali italiani. L' accusa è durissima: da un quarto di secolo la politica di acquisizioni del Getty sarebbe il continuo e illegale contatto con l' universo dei tombaroli romani attraverso mediatori internazionali. Prima Jiri Frel dal 1980 al 1985, poi Arthur Houghton dal 1985 al 1986 e infine Marion True avrebbero arricchito il Getty rivolgendosi al mercato clandestino. Le lettere di Marion True svelate da Le Monde («Mr Medici, quel vaso greco-romano andrà portato a Malibu dopo essere stato "ripulito"») nell' accuratissima inchiesta firmata da Jean-Jacques Bozonnet, Claudine Moulard e Emmanuel de Roux registrano una grande ansia di procedere con gli acquisti ma anche una notevole ingenuità, vista la delicatezza della materia (per l' Italia il traffico clandestino di beni culturali è un grave reato penale). In un' altra lettera la True ringrazia Giacomo Medici, il 22 gennaio 1992, «per le informazioni» sulla provenienza di alcuni pezzi da Monte Abatone, una necropoli vicina a Cerveteri. Per gli inquirenti italiani una simile contestualizzazione è impossibile, dal punto di vista scientifico: solo i tombaroli (magari fotografati con i pezzi appena scavati) possono nutrire simili certezze. Il quotidiano francese mette il dito in una piaga tutta italiana raccontando le vicende dell' «Atleta» attribuito a Lisippo, pescato nel 1964 al largo di Fano e rivenduto dai pescatori a un antiquario di Gubbio per l' equivalente di 150 euro ma poi acquistato dal Getty nel 1974 per 3 milioni di dollari, e della Venere di Morgantina acquistata dal museo di Malibu nel 1988 per 18 milioni di dollari. Entrambi i pezzi sono rivendicati da anni dallo Stato italiano (la Venere di Morgantina appare sul sito dei Carabinieri del nucleo del patrimonio artistico siciliano). E sono oggetto di una serrata trattativa (insieme ad altri 40 pezzi contestati) tra il ministero per i Beni e le attività culturali, guidato da Rocco Buttiglione, e la nuova direzione del Getty, affidata a Michael Brand. L' ultimo incontro a Roma risale al 28 gennaio ed è stato definito «schietto e produttivo». Di fronte a possibili prove sull' origine poco chiara di alcuni pezzi, il Getty potrebbe accettare di restituire all' Italia la Venere di Morgantina e forse, in un futuro, anche il bronzo attribuito a Lisippo in cambio di un pacchetto di prestiti a lungo termine di altri pezzi. Ma stavolta affidati ufficialmente dall' Italia al Getty. Addio ai traffici clandestini, insomma. Per sempre, si spera. Paolo Conti

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