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Ha la doppia C ma è normale in questo tipo di moneta a volte si trovano con due teste quasi perfette......

E' normale ? :o Favaldar .......... nel Corpus tra una quantità enorme di Tarì del 1622 con la sigla MC/C trovo catalogato un solo esemplare con la doppia C e peraltro risulata anche con un doppia C anche nella parte sottostante (quindi 2 doppie C) - Corpus 49; io non ne ho mai visti tranne questo che vi ho mostrato, forse ne avrò visti pochi ? Mah.....!!

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Forse mi sbaglio ma la doppia C credo sia un salto di conio,o una ribattitura,giusto? Se è cosi,forse non lo riportano ma in queste monete era normale. Non penso sia propio un punzone di due C sovrapposte,nel caso è solo un difetto di conio e quindi non importante.

Se sbaglio correggimi,la mia è solo deduzione.

Viene catalogata Rara?

Non seguo molto questo tipo ma ne ho visto di tutti i colori

Modificato da favaldar
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Forse mi sbaglio ma la doppia C credo sia un salto di conio,o una ribattitura,giusto? Se è cosi,forse non lo riportano ma in queste monete era normale. Non penso sia propio un punzone di due C sovrapposte,nel caso è solo un difetto di conio e quindi non importante.

Se sbaglio correggimi,la mia è solo deduzione.

Viene catalogata Rara?

Non seguo molto questo tipo ma ne ho visto di tutti i colori

Favaldar...ne hai visto di tutti i colori ? certamente, qui siamo a Napoli e come tutti ben sanno ne succedovono sempre....e questo è un dato di fatto ormai.

E' rara ? non saprei.........ma questa moneta non è affatto catalogata.

Il PR come sappiamo non hanno dato risalto e voluto catalogare tutte le varianti di conio, soprattutto se parliamo di errori nelle legende e così via discorrendo.......altrimenti avrebbero fatto un'altro CNI XIX e XX quindi non riportate. Ma da quando ho riferito in precedenza nel Corpus risulta catalogata una moneta simile (l'unica di cui allego foto) e aggiungo per di più che riporta un'ulteriore lettera C (quindi la 5^) che si trova ad inizio legenda e identificherebbe la sigla del coniatore.

Quqello che volgio dire questa (riportata alla pari anche da chi ha redatto il CNI) costituirebbe una semplice variante per cui anche gli autori del PR hanno sorvolato o qualcosa di più ? ecco qual'era la mia perplessità. (ricordo che in alcuni casi essi autori del PR hanno evidenziato alcune di queste monete con particolarità simili o sigle diverse riscontrate).

Forse come in questo caso insieme alla Corpus 49 credo che andrebbe segnalata..........ed io lostò facendo oggi.

Poi magari non è nulla di rilevante, magari l'incisore ha solo in precedenza inciso male la prima C (infatti se ci fate caso, la prima è molto distante dalla M, correggendosi successivamente incidendo l'ulteriore C).

certo che per essere un salto di conio è venuta proprio bene e in più anche come collocazione sembra fatta apposta,o forse è un inedito?

Genny...anch'io non credo che sia stato un salto di conio per i motivi di cui ho detto prima.

E' un'inedito ? se la facciamo passare come è "tutto normale" sicuramente non lo è e non lo sarebbe, ma vedendo l'unica simile riportata dal Corpus e non, nel tempo, reinserita nei cataloghi ciò potrebbe essere fatto; ne vengono riportate spesso monete anche con piccole varinati come legende attaccate ecc.ecc.

Il grado di rarità o il presunto inedito, non può essere stabilito con esattezza ed in questo caso sarebbe solo indicativo finchè non vengono avviate ricerche e portati documenti sulla quantità emesse o in circolazione.

In ultimo e solo per informazione dato che tocchiamo come ben sapete l'argomento che più mi stà a cuore (e cioè le sigle) ricordo a tutti chi erano in questi tempi i personaggi presenti a lavorare nella zecca partenopea:

Maestro di Zecca - Michele Cavo dal 14 luglio 1621 all' 11 giugno 1623;

Maestro di Prova - Costantino Di Costanzo dal 1621 al 1634;

Incisore - Giovanni Antonio Consolo dal 1616 al 1635.

Con un pò di fantasia, anzi fantasticando, si potrebbe dire che la terza C sia dell'incisore, ma questo logicamente non puo essere, ma ad un certo punto l'idea mi era venuta.

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Modificato da peter1
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Sicuramente è una delle varianti che 100 anni fà hanno voluto inserire,Dovresti vedere il MIR cosa dice. Nel "normale" intendo in questa monetazione,come ho scritto sopra, ultimamente ne ho visto uno che aveva la doppia testa una spostata verso destra e l'altra verso sinistra totalmente distaccate,ho provato anche a prenderla (gran bella curiosita no?) ma poi ho lasciato non essendo di mio interesse primario per il prezzo. Anche al R/ alcune lettere in basso sono quasi doppie.

Chiaramente è una curiosita ma non so in quante monete risulta oggi se già a suo tempo il Corpus l'ha classificata,figuriamoci ora con l'entrata della Numismatica in internet,forse è ben nota.Forse no!

C'è da sentire i vecchi esperti di questa monetazione

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In 40 anni di attività, a me non è mai capitato di vederne un esemplare simile. Anche io penso, che la doppia C non sia dovuto a un salto di conio o a una doppia ribattitura. Credo invece che questa moneta meriti di essere studiata più approfonditamente.

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Credo invece che questa moneta meriti di essere studiata più approfonditamente.

Questo è sicuro siamo solo all'inizio della discussione. Come sempre con pareri discordi ma poi ,spero,si arriva ad una conclusione. oo)

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Caro Pietro, sai perché questa sezione è seguita anche da appassionati di diverse aree?

Per la ricchezza della sua monetazione, dovuta alla pregevolezza dei suoi coni, della sua importante storia, delle sue mille sfaccettature, ma in modo particolare per la ricorrenza della famosa “incognita”.

Ho sempre pensato alle grandi opere bibliografiche, le fondamenta del buon cultore, difatti ogni qualvolta esaminiamo un tondello, facciamo riferimento agli illustri autori che ci hanno omaggiato con le loro enormi fatiche.

Quali erano le loro fonti?

In primis,le opere precedenti poi le loro collezioni, e di seguito le più o meno illustri…

E quindi??????????

Quindi non meravigliamoci se a noi giungeranno degli inediti, dovuti principalmente a sviste ed errori delle varie officine monetarie nel corso dei secoli, in questo caso parliamo addirittura di coniazioni a martello, in più di un regno talmente vasto che per far fronte al proprio fabbisogno, la produzione monetaria fu tra le più ragguardevoli per numero di tondelli, per non parlare delle innumerevoli e stupende tipologie.

E le collezioni minori, e gli appassionati che si sono succeduti, chi li ha censiti e chi riuscirà mai a farlo???????

Sì, ci sono state le famose aste, i celebri listini, ma a mio modesto parere, non avremo il tempo di annoiarci ancora per molto ma molto tempo, se poi discorriamo di vicereame………………………………………………..

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Vorrei chiarire solo un punto "normale" è normale trovare svariate varianti in questa monetazione poi c'è da studiare se sono difetti di battitura o se sono propio diversi coni. Questo però solo una visione dal vivo lo puo dichiarare. Se fosse il mio tipo di collezione cercherei di prenderli tutti,qualsiasi cosa siano. Prima mandovo tutto a Cronaca Numismatica e il gentilissimo e disponibilissimo Traina aveva sempre una risposta o un'indirizzamento,ora è venuto mancare.......... anche la rivista non c'è più e quella nuova non la conosco,per me era un gran punto d'appoggio.

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Secondo il mio punto di vista è una ribattitura della sigla C, è chiaro che la presenza della doppia C è chiara ed evidente. Se notate bene, l'altezza dei rilievi e dello spessore della stessa si trovano di qualche decimo di millimetro al di sotto degli altri caratteri punzonati, e questo vuol dire verosimilmente che si tratta di un ripensamento da parte dell'operaio/manovale addetto alla punzonatura dei caratteri. Non dimentichiamo infatti che la punzonatura dell'effigie veniva di consuetudine (e da contratto) effettuata dall'incisore, mentre quella dei caratteri veniva effettuata da altri "diversamente retribuiti". E' una moneta molto interessante e per tanto ci andrei molto cauto prima di parlare di "inedito", attenzione, questo non vuol dire che la doppia C non c'è, ma andrebbe stabilito con esattezza la natura della sua punzonatura: per me è un errore di punzonatura, tutto qui. Poi per quanto concerne le iniziali di coloro che lavoravano alla zecca va detto che le iniziali dell'incisore/maestro dei conii venivano tradizionalmente poste sotto il taglio del busto o della figura principale di una moneta/medaglia e mai adiacenti ad altre sigle.

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Ecco quello che ha scritto Francesco77 è quello che pensavo io ma che non sono riuscito di metterlo per iscritto in una giusta descrizione in un corretto italiano. Scusate.

Modificato da favaldar
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Essendo un salto di conio credo che già la collocazione nel CNI sia straordinaria, certo non parliamo di una variante R5 con sigla VOLONTARIAMENTE diversa... come errore sarà stata così trattata anche da altri autori quali Pannuti, Fabrizi, D'Andrea e Andreani. Le varianti sulle monete napoletane del periodo vicereale trattate nella maggior parte della bibliografia sono state selezionate alla base e credo che le prime ad esser state tralasciate sono quelle riguardanti i vari errori di conio o simili... se dovessimo catalogare anche quelli servirebbe un'opera simile per "spessore" al CNI (20 volumi) solo per il periodo che va da Carlo V a Carlo II

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Forse mi sbaglio ma la doppia C credo sia un salto di conio,o una ribattitura,giusto? Se è cosi,forse non lo riportano ma in queste monete era normale. Non penso sia propio un punzone di due C sovrapposte,nel caso è solo un difetto di conio e quindi non importante.

Se sbaglio correggimi,la mia è solo deduzione.

Viene catalogata Rara?

Non seguo molto questo tipo ma ne ho visto di tutti i colori

Favaldar...ne hai visto di tutti i colori ? certamente, qui siamo a Napoli e come tutti ben sanno ne succedovono sempre....e questo è un dato di fatto ormai.

E' rara ? non saprei.........ma questa moneta non è affatto catalogata.

Il PR come sappiamo non hanno dato risalto e voluto catalogare tutte le varianti di conio, soprattutto se parliamo di errori nelle legende e così via discorrendo.......altrimenti avrebbero fatto un'altro CNI XIX e XX quindi non riportate. Ma da quando ho riferito in precedenza nel Corpus risulta catalogata una moneta simile (l'unica di cui allego foto) e aggiungo per di più che riporta un'ulteriore lettera C (quindi la 5^) che si trova ad inizio legenda e identificherebbe la sigla del coniatore.

Quqello che volgio dire questa (riportata alla pari anche da chi ha redatto il CNI) costituirebbe una semplice variante per cui anche gli autori del PR hanno sorvolato o qualcosa di più ? ecco qual'era la mia perplessità. (ricordo che in alcuni casi essi autori del PR hanno evidenziato alcune di queste monete con particolarità simili o sigle diverse riscontrate).

Forse come in questo caso insieme alla Corpus 49 credo che andrebbe segnalata..........ed io lostò facendo oggi.

Poi magari non è nulla di rilevante, magari l'incisore ha solo in precedenza inciso male la prima C (infatti se ci fate caso, la prima è molto distante dalla M, correggendosi successivamente incidendo l'ulteriore C).

certo che per essere un salto di conio è venuta proprio bene e in più anche come collocazione sembra fatta apposta,o forse è un inedito?

Genny...anch'io non credo che sia stato un salto di conio per i motivi di cui ho detto prima.

E' un'inedito ? se la facciamo passare come è "tutto normale" sicuramente non lo è e non lo sarebbe, ma vedendo l'unica simile riportata dal Corpus e non, nel tempo, reinserita nei cataloghi ciò potrebbe essere fatto; ne vengono riportate spesso monete anche con piccole varinati come legende attaccate ecc.ecc.

Il grado di rarità o il presunto inedito, non può essere stabilito con esattezza ed in questo caso sarebbe solo indicativo finchè non vengono avviate ricerche e portati documenti sulla quantità emesse o in circolazione.

In ultimo e solo per informazione dato che tocchiamo come ben sapete l'argomento che più mi stà a cuore (e cioè le sigle) ricordo a tutti chi erano in questi tempi i personaggi presenti a lavorare nella zecca partenopea:

Maestro di Zecca - Michele Cavo dal 14 luglio 1621 all' 11 giugno 1623;

Maestro di Prova - Costantino Di Costanzo dal 1621 al 1634;

Incisore - Giovanni Antonio Consolo dal 1616 al 1635.

Con un pò di fantasia, anzi fantasticando, si potrebbe dire che la terza C sia dell'incisore, ma questo logicamente non puo essere, ma ad un certo punto l'idea mi era venuta.

Secondo il mio punto di vista è una ribattitura della sigla C, è chiaro che la presenza della doppia C è chiara ed evidente. Se notate bene, l'altezza dei rilievi e dello spessore della stessa si trovano di qualche decimo di millimetro al di sotto degli altri caratteri punzonati, e questo vuol dire verosimilmente che si tratta di un ripensamento da parte dell'operaio/manovale addetto alla punzonatura dei caratteri. Non dimentichiamo infatti che la punzonatura dell'effigie veniva di consuetudine (e da contratto) effettuata dall'incisore, mentre quella dei caratteri veniva effettuata da altri "diversamente retribuiti". E' una moneta molto interessante e per tanto ci andrei molto cauto prima di parlare di "inedito", attenzione, questo non vuol dire che la doppia C non c'è, ma andrebbe stabilito con esattezza la natura della sua punzonatura: per me è un errore di punzonatura, tutto qui. Poi per quanto concerne le iniziali di coloro che lavoravano alla zecca va detto che le iniziali dell'incisore/maestro dei conii venivano tradizionalmente poste sotto il taglio del busto o della figura principale di una moneta/medaglia e mai adiacenti ad altre sigle.

1) Con il co2)lore verde credo di aver scritto le stesse cose di Francesco.

Essendo un salto di conio credo che già la collocazione nel CNI sia straordinaria, certo non parliamo di una variante R5 con sigla VOLONTARIAMENTE diversa... come errore sarà stata così trattata anche da altri autori quali Pannuti, Fabrizi, D'Andrea e Andreani. Le varianti sulle monete napoletane del periodo vicereale trattate nella maggior parte della bibliografia sono state selezionate alla base e credo che le prime ad esser state tralasciate sono quelle riguardanti i vari errori di conio o simili... se dovessimo catalogare anche quelli servirebbe un'opera simile per "spessore" al CNI (20 volumi) solo per il periodo che va da Carlo V a Carlo II

2) Con il colore rosso quelle dell'utente Layer

3) E quelle viola era solo il punto della discussione....ma è la parola molto interessante che mi intriga, non può essere liquidata con un solo e semplice "salto di conio" o "ribattitura"........Voi ne avete mai viste altre o di simili monete ? Io no....verificate nei vostri archivi e fatemi sapere.

Grazie

Modificato da peter1
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Forse mi sbaglio ma la doppia C credo sia un salto di conio,o una ribattitura,giusto? Se è cosi,forse non lo riportano ma in queste monete era normale. Non penso sia propio un punzone di due C sovrapposte,nel caso è solo un difetto di conio e quindi non importante.

Se sbaglio correggimi,la mia è solo deduzione.

Viene catalogata Rara?

Non seguo molto questo tipo ma ne ho visto di tutti i colori

Favaldar...ne hai visto di tutti i colori ? certamente, qui siamo a Napoli e come tutti ben sanno ne succedovono sempre....e questo è un dato di fatto ormai.

E' rara ? non saprei.........ma questa moneta non è affatto catalogata.

Il PR come sappiamo non hanno dato risalto e voluto catalogare tutte le varianti di conio, soprattutto se parliamo di errori nelle legende e così via discorrendo.......altrimenti avrebbero fatto un'altro CNI XIX e XX quindi non riportate. Ma da quando ho riferito in precedenza nel Corpus risulta catalogata una moneta simile (l'unica di cui allego foto) e aggiungo per di più che riporta un'ulteriore lettera C (quindi la 5^) che si trova ad inizio legenda e identificherebbe la sigla del coniatore.

Quqello che volgio dire questa (riportata alla pari anche da chi ha redatto il CNI) costituirebbe una semplice variante per cui anche gli autori del PR hanno sorvolato o qualcosa di più ? ecco qual'era la mia perplessità. (ricordo che in alcuni casi essi autori del PR hanno evidenziato alcune di queste monete con particolarità simili o sigle diverse riscontrate).

Forse come in questo caso insieme alla Corpus 49 credo che andrebbe segnalata..........ed io lostò facendo oggi.

Poi magari non è nulla di rilevante, magari l'incisore ha solo in precedenza inciso male la prima C (infatti se ci fate caso, la prima è molto distante dalla M, correggendosi successivamente incidendo l'ulteriore C).

certo che per essere un salto di conio è venuta proprio bene e in più anche come collocazione sembra fatta apposta,o forse è un inedito?

Genny...anch'io non credo che sia stato un salto di conio per i motivi di cui ho detto prima.

E' un'inedito ? se la facciamo passare come è "tutto normale" sicuramente non lo è e non lo sarebbe, ma vedendo l'unica simile riportata dal Corpus e non, nel tempo, reinserita nei cataloghi ciò potrebbe essere fatto; ne vengono riportate spesso monete anche con piccole varinati come legende attaccate ecc.ecc.

Il grado di rarità o il presunto inedito, non può essere stabilito con esattezza ed in questo caso sarebbe solo indicativo finchè non vengono avviate ricerche e portati documenti sulla quantità emesse o in circolazione.

In ultimo e solo per informazione dato che tocchiamo come ben sapete l'argomento che più mi stà a cuore (e cioè le sigle) ricordo a tutti chi erano in questi tempi i personaggi presenti a lavorare nella zecca partenopea:

Maestro di Zecca - Michele Cavo dal 14 luglio 1621 all' 11 giugno 1623;

Maestro di Prova - Costantino Di Costanzo dal 1621 al 1634;

Incisore - Giovanni Antonio Consolo dal 1616 al 1635.

Con un pò di fantasia, anzi fantasticando, si potrebbe dire che la terza C sia dell'incisore, ma questo logicamente non puo essere, ma ad un certo punto l'idea mi era venuta.

Secondo il mio punto di vista è una ribattitura della sigla C, è chiaro che la presenza della doppia C è chiara ed evidente. Se notate bene, l'altezza dei rilievi e dello spessore della stessa si trovano di qualche decimo di millimetro al di sotto degli altri caratteri punzonati, e questo vuol dire verosimilmente che si tratta di un ripensamento da parte dell'operaio/manovale addetto alla punzonatura dei caratteri. Non dimentichiamo infatti che la punzonatura dell'effigie veniva di consuetudine (e da contratto) effettuata dall'incisore, mentre quella dei caratteri veniva effettuata da altri "diversamente retribuiti". E' una moneta molto interessante e per tanto ci andrei molto cauto prima di parlare di "inedito", attenzione, questo non vuol dire che la doppia C non c'è, ma andrebbe stabilito con esattezza la natura della sua punzonatura: per me è un errore di punzonatura, tutto qui. Poi per quanto concerne le iniziali di coloro che lavoravano alla zecca va detto che le iniziali dell'incisore/maestro dei conii venivano tradizionalmente poste sotto il taglio del busto o della figura principale di una moneta/medaglia e mai adiacenti ad altre sigle.

1) Con il co2)lore verde credo di aver scritto le stesse cose di Francesco.

Essendo un salto di conio credo che già la collocazione nel CNI sia straordinaria, certo non parliamo di una variante R5 con sigla VOLONTARIAMENTE diversa... come errore sarà stata così trattata anche da altri autori quali Pannuti, Fabrizi, D'Andrea e Andreani. Le varianti sulle monete napoletane del periodo vicereale trattate nella maggior parte della bibliografia sono state selezionate alla base e credo che le prime ad esser state tralasciate sono quelle riguardanti i vari errori di conio o simili... se dovessimo catalogare anche quelli servirebbe un'opera simile per "spessore" al CNI (20 volumi) solo per il periodo che va da Carlo V a Carlo II

2) Con il colore rosso quelle dell'utente Layer

3) E quelle viola era solo il punto della discussione....ma è la parola molto interessante che mi intriga, non può essere liquidata con un solo e semplice "salto di conio" o "ribattitura"........Voi ne avete mai viste altre o di simili monete ? Io no....verificate nei vostri archivi e fatemi sapere.

Grazie

Inaffti ho dimenticato di puntualizzare che non ho mai fatto caso a questa particolarità, è la prima volta che mi capita sotto gli occhi, in questi giorni controllo nei miei archivi, se trovo qualcosa la posto. :good:

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Quello che volgio dire questa (riportata alla pari anche da chi ha redatto il CNI) costituirebbe una semplice variante per cui anche gli autori del PR hanno sorvolato o qualcosa di più ? ecco qual'era la mia perplessità.

Non credo sia qualcosa di più, ovviamente è un errore non comune, certo non è un errore volontario... Non si è voluto aggiungere nessun altro personaggio nelle sigle. Per la mia esperienza sulle monete vicereali è solo una curiosità e nulla più.

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Non credo sia qualcosa di più, ovviamente è un errore non comune, certo non è un errore volontario... Non si è voluto aggiungere nessun altro personaggio nelle sigle. Per la mia esperienza sulle monete vicereali è solo una curiosità e nulla più.

Layer .......... e metti da parte le sigle...se ci fai caso (o forse non hai letto) all'inzio del post ho detto "fantasticando"

Modificato da peter1
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Quello che volgio dire questa (riportata alla pari anche da chi ha redatto il CNI) costituirebbe una semplice variante per cui anche gli autori del PR hanno sorvolato o qualcosa di più ? ecco qual'era la mia perplessità.

Non credo sia qualcosa di più, ovviamente è un errore non comune, certo non è un errore volontario... Non si è voluto aggiungere nessun altro personaggio nelle sigle. Per la mia esperienza sulle monete vicereali è solo una curiosità e nulla più.

Layer .......... e metti da parte le sigle...se ci fai caso (o forse non hai letto) all'inzio del post ho detto "fantasticando"

Ricordo a tutti che ci troviamo nel periodo appena dopo l’anno 1621 (riforma monetaria/emanazione della Tabella delle Istruzioni alla Zecca Partenopea) che il De Sopo identifica come “Periodo delle varietà Monetarie (1621-1684) e quindi dove i segni identificativi dei coniatori (cioè dei semplici manovali o aiutanti incisori addirittura in alcuni casi senza stipendio e solo con gratifica annuale) che come sappiano apparvero da questa data (1621) in poi; adesso da quello che si conosce molte sono state le sviste per quanto riguarda la parte a loro assegnata nell’incisione (particolari diciamo secondari e quindi da vedere se queste è uno dei casi) della moneta; ciò potrebbe derivare dal fatto che erano, nella maggior parte dei casi analfabeti, e che molte monete del periodo sono giunte a noi senza particolari correzioni, infatti se ne vedono di svarioni e di sigle distanti l’una d’altra……io adesso mi chiedo come mai in questo caso il coniatore (analfabeta e senza scrupoli) sia stato così premuroso da incidere un’altra C sovrapposta a quella che, non erroneamente, ma solo perché magari ha calcolato male la distanza?

Non vi sembra strano….eppure di monete coniate male ve ne sono a quantità in questo periodo.

Modificato da peter1
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Quello che volgio dire questa (riportata alla pari anche da chi ha redatto il CNI) costituirebbe una semplice variante per cui anche gli autori del PR hanno sorvolato o qualcosa di più ? ecco qual'era la mia perplessità.

Non credo sia qualcosa di più, ovviamente è un errore non comune, certo non è un errore volontario... Non si è voluto aggiungere nessun altro personaggio nelle sigle. Per la mia esperienza sulle monete vicereali è solo una curiosità e nulla più.

Layer .......... e metti da parte le sigle...se ci fai caso (o forse non hai letto) all'inzio del post ho detto "fantasticando"

Ricordo a tutti che ci troviamo nel periodo appena dopo l’anno 1621 (riforma monetaria/emanazione della Tabella delle Istruzioni alla Zecca Partenopea) che il De Sopo identifica come “Periodo delle varietà Monetarie (1621-1684) e quindi dove i segni identificativi dei coniatori (cioè dei semplici manovali o aiutanti incisori addirittura in alcuni casi senza stipendio e solo con gratifica annuale) che come sappiano apparvero da questa data (1621) in poi; adesso da quello che si conosce molte sono state le sviste per quanto riguarda la parte a loro assegnata nell’incisione (particolari diciamo secondari e quindi da vedere se queste è uno dei casi) della moneta; ciò potrebbe derivare dal fatto che erano, nella maggior parte dei casi analfabeti, e che molte monete del periodo sono giunte a noi senza particolari correzioni, infatti se ne vedono di svarioni e di sigle distanti l’una d’altra……io adesso mi chiedo come mai in questo caso il coniatore (analfabeta e senza scrupoli) sia stato così premuroso da incidere un’altra C sovrapposta a quella che, non erroneamente, ma solo perché magari ha calcolato male la distanza?

Non vi sembra strano….eppure di monete coniate male ve ne sono a quantità in questo periodo.

La “tabella” affissa in zecca fu semplicemente integrata all’epoca di Filippo IV, ma fu emanata per la prima volta nel 1543, integrata nel 1546 e ancora nel 1561. Il suo vero nome è Instrucciones para la cecca dela moneda ann 1543 1546 1561 e si trova in AGS, Visitas de Italia, leg. 16, exp. 17. E' stata trascritta per la prima volta in originale in Simonluca Perfetto, Aspetti politico-monetari all’epoca di Carlo V en el Reyno de Napoles, Roma, Aracne, 2011, per gli anni 1543 e 1546, mentre è in stampa in altro libro la trascrizione dell’anno 1561.

Modificato da mero mixtoque imperio
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