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Sovana, il Tesoro ritrovato


perporius

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E' stato pubblicato da poche settimane il libretto che vedete in allegato, editrice Laurum, prezzo 7 €, sito http://www.editricel...m.it/index.html (visto l'interese riscontrato in altre sedi sia fisiche che virtuali lo segnalo anche qui).

E' un libretto oltremodo interessante sia per quanto riguarda il nuovo parco archeologico e il polo di museale di Sovana, sia soprattutto per quanto riguarda la descrizione analitica del tesoretto, diciamo pure un autentico tesoro, ritrovato casualmente nel 2004 durante lavori di recupero e risanamento dell'antica chiesetta di San Mamiliano in Sovana, frazione del comune si Sorano, in provincia di Grosseto.

Il tesoro e' stato ritrovato casualmente sotto il muro perimetrale nord della chiesa, ed e' costituito da 498 solidi, per un arco cronologico interamente compreso nel V secolo.

Sono per la grande maggioranza rappresentati gli imperatori Leone I, Antemio e Valentiniano III. Esistono pero' diversi esemplari piuttosto rari, di Petronio Massimo, Maggioriano, Glicerio, Giulio Nepote, Pulcheria, Eudossia, e uno di Ariadne (!) (piu' alcune 'barbariche'). La zecca maggiormente rappresentata, di gran lunga, e' quella di Costantinopoli.

Rappresenta uno dei piu' importanti ritrovamenti, se non il piu' importante, del genere.

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Ciao Perporius,

notizia interessante.

Poco tempo fa volevo proprio proporre il Tesoro di San Mamiliano nella Sezione per darne visibilità a quanti non ne fossero a conoscenza.

Poi mi sono bloccato perchè se ne era già parlato già tempo fa anche se in un'altra Sezione del Forum:

http://www.lamoneta...._sovana__st__15

e in parte

http://www.lamoneta....age__hl__sovana

Avevo già raccolto varie foto ma la maggior parte le ho già rimosse. La tua discussione mi dà però la possibilità di dare visibilità a qualche immagine sopravvisuta... per la "gioia numismatica" degli occhi! :D

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Onorio

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Leone

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Zeno

Una discreta sitografia con descrizione del tesoretto e qualche cenno numismatico si trova ad una rapida ricerca sul Web.

Ciao e grazie

Illyricum

:)

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E' stato pubblicato da poche settimane il libretto che vedete in allegato, editrice Laurum, prezzo 7 €, sito http://www.editricel...m.it/index.html (visto l'interese riscontrato in altre sedi sia fisiche che virtuali lo segnalo anche qui).

Veramente aprendo il link, nel sito dell'editore non trovo il volume segnalato.....

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Ciao,

in effetti nel sito della casa editrice non compare ancora.

Se vai sul sito del Comune di Sovana però c'è:

"Il tesoro ritrovato. SOVANA: la sezione archeologica nella Chiesa di San Mamiliano" a cura di L.Arcangeli, Gabriella Barbieri, Maria Angela Turchetti Pitigliano 2012. Edizioni Laurum.

http://www.comune.sorano.gr.it/arte-e-cultura/pubblicazioni

Probabilmente non hanno aggiornato.

Ciao

Illyricum

:)

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Benissimo, lo comprerò sicuramente.

Speriamo che nel volume trovi una risposta l'interessante domanda posta da Flavio nella precedente discussione del 2008 (incollo qui sotto il suo messaggio).

Messaggio di Flavio (n. 19 della discussione http://www.lamoneta.it/topic/38314-ritrovamento-tesoretto/page__hl__sovana__st__15 ):

Approfitto della nota dell'amico apostata72 per "capovolgere" momentaneamente l'oggetto del presente topic, spostando l'attenzione sul ripostiglio di Sovana.

Sempre a proposito del fatto che, sui ritrovamenti nostrani, spesso e volentieri "cala la nebbia"... nel bene e nel male (e fra poco capirete il perchè).

Innanzitutto ritengo doveroso ricordare che se ne parlò anche su lamoneta un paio d'anni addietro; ho ripescato il link http://www.lamoneta....showtopic=16482

Nella discussione sopra citata, oltre a presunti errori di catalogazione, si discorreva sul periodo e modalità di tesaurizzazione, come del resto citato anche dagli articoli (pochi) di stampa relativi.

Il sito della soprintendenza per i beni archeologici della Toscana, al link da me già citato in precedenza http://www.archeotos...i-san-mamiliano, riporta : "è da presumere che il ripostiglio sovanese venne occultato negli ultimi anni del secolo (ndr V d.c.) in un periodo di gravi difficoltà per la regione e, offrendo una documentazione straordinaria sulla circolazione monetaria nel V secolo, si può annoverare forse tra le più interessanti scoperte numismatiche recenti.".

La foto riportata sul suddetto sito che mostra i solidi ancora contenuti nel loro recipiente ha, del resto, tutta l'aria di un ripostiglio "antico".

Un amico mi ha fatto oggi tuttavia notare che su wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Sovana) è riportata la seguente nota : "è importante rilevare che nelle indagini precedenti i lavori è stato ritrovato tesoretto di circa 500 monete d'oro fior di conio, risalenti al V secolo d.C. facenti parte della collezione Busatti, notabile della zona, che le aveva nascoste sotto il pavimento della chiesa. La collezione ritrovata dovrebbe essere inserita, secondo le ultime decisioni assunte fra sovraintendenza e comune, nel museo non appena ultimati i lavori."

Ohibò blink.gif ...ma allora non è un ripostiglio del V secolo d.C. ?

Si tratterebbe dunque di una tesaurizzazione recente, sul tipo del tesoro di via Alessandrina a Roma ?

Da dove deriva la nota citata su wikipedia ?

E' attendibile ?

Ed in tal caso, chi era codesto Busatti che avrebbe nascosto sotto il pavimento della chiesa la sua collezione (e se del caso...tanto di cappello...signori che collezione) blink.gif.?

Come, quando e perchè l'avrebbe nascosta blink.gif ?

Ecco cosa volevo dire relativamente alla poca pubblicità "nel bene e nel male" del ritrovamento di Sovana.

Personalmente continuavo, sino ad oggi, a ritenere il ripostiglio di Sovana una tesaurizzazione d'epoca.

Nulla sapevo del "fortunato" (o presunto) messer Busatti.

Qualcuno possiede qualche dato e conoscenza in più ?

Illuminatemi, per cortesia smile.gif

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QUI qualche notizia sulla famiglia Busatti di Sorano (Sovana è frazione di Sorano). Possidenti benestanti, non nobili. Insomma, il termini "notabili" mi pare appropriato. Non risultano indicazioni sulla famiglia precedenti al XVIII secolo.

Scartabellando sia sul forum che in rete si trovano riferimenti alla leggenda di un presunto tesoro nascosto nell'abbazia di San Mamiliano sull'Isola di Montecristo, da cui Dumas avrebbe preso spunto per il suo romanzo. Da notare che il santo vescovo Mamiliano è grosso modo contemporaneo delle monete di questo tesoro, morì a Montecristo e alcune sue reliquie furono portate a Sovana, che in epoca altomedievale era un centro assai importante nei domini feudali dei conti Aldobrandeschi (tra cui Ildebrando di Sovana, poi papa Gregorio VII).

Da quello che si sa sulla composizione del tesoro in termini di tipologie, imperatori (da Onorio a Zenone, quindi con chiusura verso la fine del V secolo) e zecche rappresentate (ben 34), la proprietà del tesoro potrebbe essere attribuita a qualche facoltoso personaggio (di rango senatoriale?) che cercava di sottrarsi agli sconvolgimenti dell'epoca. Peraltro sembra che il grosso delle monete sia attribuito a pochi imperatori (Leone, Antemio), il che è normale per un tesoro, come pure lo stato di conservazione, vista la finalità di tesaurizzazione. Meno normale per una collezione, a meno che questa stessa collezione non abbia "importato" in blocco un tesoro precedentemente ritrovato, cosa non infrequente in collezioni formate nel XVIII/XIX secolo.

In sostanza, non mi stupirei se alla fine l'autore della pagina di Wikipedia, che forse ne sa più di noi sul notabile Busatti collezionista di monete, abbia frullato insieme un po' di notizie sparse e se ne sia uscito con questa storia del Busatti che nasconde il tesoro sotto il pavimento della chiesa, cosa che a me pare un po' inverosimile e comunque irrevocabilmente smentita, se partiamo dal presupposto che la stratigrafia del sito sia stata studiata a regola d'arte.

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In effetti, la storia della famiglia Busatti (che tra l'altro annovera tra i suoi membri alcuni preti e arcipreti legati proprio alla chiesa del ritrovamento), unita ad alcune incertezze nella classificazione e nella documentazione fotografica allora disponibile, avevano avvalorato l'ipotesi di una collezione Sette-Ottocentesca, con tutti i limiti del collezionismo dell'epoca (tra i quali quello di integrare i pezzi "mancanti" con manifatture moderne). Ma questa ipotesi, totalmente di scuola, è stata autorevolmente e seccamente smentita da Arslan. Scrissi, senza molto successo, anche alla dottoressa Arcangeli, che lavora per il comune di Sorano (alla quale mi aveva indirizzato il sindaco Vanni che conosco molto bene) per avere un suo parere. Ho avuto una risposta di tipo generico, che rimandava proprio a questa pubblicazione e a Arslan. E anche Arslan parlò di una pubblicazione in itinere. Attendo anch'io che il libro compaia sul sito della casa editrice per acquistarlo. Noto, però, che tra i firmatari non c'è Arslan: forse si tratta di un'altra pubblicazione, più divulgativa.

Gran parte di questa vicenda fu trattata sul Forum italiano del FAC, di cui oggi (e non allora) sono "board moderator".

Modificato da cancun175
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QUI qualche notizia sulla famiglia Busatti di Sorano (Sovana è frazione di Sorano). Possidenti benestanti, non nobili. Insomma, il termini "notabili" mi pare appropriato. Non risultano indicazioni sulla famiglia precedenti al XVIII secolo.

Scartabellando sia sul forum che in rete si trovano riferimenti alla leggenda di un presunto tesoro nascosto nell'abbazia di San Mamiliano sull'Isola di Montecristo, da cui Dumas avrebbe preso spunto per il suo romanzo. Da notare che il santo vescovo Mamiliano è grosso modo contemporaneo delle monete di questo tesoro, morì a Montecristo e alcune sue reliquie furono portate a Sovana, che in epoca altomedievale era un centro assai importante nei domini feudali dei conti Aldobrandeschi (tra cui Ildebrando di Sovana, poi papa Gregorio VII).

Da quello che si sa sulla composizione del tesoro in termini di tipologie, imperatori (da Onorio a Zenone, quindi con chiusura verso la fine del V secolo) e zecche rappresentate (ben 34), la proprietà del tesoro potrebbe essere attribuita a qualche facoltoso personaggio (di rango senatoriale?) che cercava di sottrarsi agli sconvolgimenti dell'epoca. Peraltro sembra che il grosso delle monete sia attribuito a pochi imperatori (Leone, Antemio), il che è normale per un tesoro, come pure lo stato di conservazione, vista la finalità di tesaurizzazione. Meno normale per una collezione, a meno che questa stessa collezione non abbia "importato" in blocco un tesoro precedentemente ritrovato, cosa non infrequente in collezioni formate nel XVIII/XIX secolo.

In sostanza, non mi stupirei se alla fine l'autore della pagina di Wikipedia, che forse ne sa più di noi sul notabile Busatti collezionista di monete, abbia frullato insieme un po' di notizie sparse e se ne sia uscito con questa storia del Busatti che nasconde il tesoro sotto il pavimento della chiesa, cosa che a me pare un po' inverosimile e comunque irrevocabilmente smentita, se partiamo dal presupposto che la stratigrafia del sito sia stata studiata a regola d'arte.

C'è anche questo articolo uscito sul Corriere... http://www.corriere....716ba2f20.shtml

a quanto pare hanno lavorato un po' di fantasia intorno a questa coincidenza. Il tutto in perfetto stile Voyager, ora molto di moda (purtroppo)

Modificato da Bartolus
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QUI qualche notizia sulla famiglia Busatti di Sorano (Sovana è frazione di Sorano). Possidenti benestanti, non nobili. Insomma, il termini "notabili" mi pare appropriato. Non risultano indicazioni sulla famiglia precedenti al XVIII secolo.

Scartabellando sia sul forum che in rete si trovano riferimenti alla leggenda di un presunto tesoro nascosto nell'abbazia di San Mamiliano sull'Isola di Montecristo, da cui Dumas avrebbe preso spunto per il suo romanzo. Da notare che il santo vescovo Mamiliano è grosso modo contemporaneo delle monete di questo tesoro, morì a Montecristo e alcune sue reliquie furono portate a Sovana, che in epoca altomedievale era un centro assai importante nei domini feudali dei conti Aldobrandeschi (tra cui Ildebrando di Sovana, poi papa Gregorio VII).

Da quello che si sa sulla composizione del tesoro in termini di tipologie, imperatori (da Onorio a Zenone, quindi con chiusura verso la fine del V secolo) e zecche rappresentate (ben 34), la proprietà del tesoro potrebbe essere attribuita a qualche facoltoso personaggio (di rango senatoriale?) che cercava di sottrarsi agli sconvolgimenti dell'epoca. Peraltro sembra che il grosso delle monete sia attribuito a pochi imperatori (Leone, Antemio), il che è normale per un tesoro, come pure lo stato di conservazione, vista la finalità di tesaurizzazione. Meno normale per una collezione, a meno che questa stessa collezione non abbia "importato" in blocco un tesoro precedentemente ritrovato, cosa non infrequente in collezioni formate nel XVIII/XIX secolo.

In sostanza, non mi stupirei se alla fine l'autore della pagina di Wikipedia, che forse ne sa più di noi sul notabile Busatti collezionista di monete, abbia frullato insieme un po' di notizie sparse e se ne sia uscito con questa storia del Busatti che nasconde il tesoro sotto il pavimento della chiesa, cosa che a me pare un po' inverosimile e comunque irrevocabilmente smentita, se partiamo dal presupposto che la stratigrafia del sito sia stata studiata a regola d'arte.

C'è anche questo articolo uscito sul Corriere... http://www.corriere....716ba2f20.shtml

a quanto pare hanno lavorato un po' di fantasia intorno a questa coincidenza. Il tutto in perfetto stile Voyager, ora molto di moda (purtroppo)

Beh, forse romanzato. ma veramente carino...

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Una piccola precisazione:

Peraltro sembra che il grosso delle monete sia attribuito a pochi imperatori (Leone, Antemio), il che è normale per un tesoro, come pure lo stato di conservazione, vista la finalità di tesaurizzazione.

Scriverei meglio "il che non è infrequente per ritrovamenti monetali riferiti a quest'epoca". Anche se la tendenza generale è sempre a una maggiore attestazione delle emissioni più recenti, ugualmente ci sono tesori che coprono in modo abbastanza uniforme archi temporali di secoli...

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Riporto quanto trovato su un giornale di informazione culturale della regione maremmana che chiarisce il fraintendimento del tesoro con quello dell'isola di Montecristo.

Riguardo all'integrità del ripostiglio Arslan si è espresso (forum ancient coins) inequivocabilmente sull'argomento.

L'equivoco invece relativo alla famiglia Busatti deriva probabilmente dal fatto che due fratelli di questa famiglia risiedevano ai primi del '900 nell'ex palazzo della chiesa di San Mamiliano a Sovana e che, appassionati di archeologia avevano cercato per decenni la carrozza d'oro della regina estrusca Antilia (mai trovata) quando invece proprio nei pressi della loro abitazione si celava il famoso tesoro ora venuto alla luce.

Questo ripostiglio venne probabilmente occultato per sfuggire a depredazioni barbare e , vista la consistenza è assai probabile si riferisca al tesoro di una comunità piu' che ad una persona singola.

Aspettiamo di saperne di piu' attraverso la pubblicazione segnalata cui probabilmente faraà seguito qualche relazione/articolo piu' istituzionale visti gli uffici che se ne sono occupati. Certamente fa impressione la qualità delle monete in esso comprese.

Al centro dei fraintendimenti sul tesoro c’è la fi gura di San

Mamiliano, l’africano evangelizzatore vissuto nel quinto

secolo d.C. che, dopo aver diffuso il Verbo in Maremma, si

ritirò in eremitaggio nella grotta di Montecristo che ancora

oggi porta il suo nome. Secondo la leggenda Mamiliano

sconfi sse un drago alato (simbolo del paganesimo) facendo

sgorgare una sorgente sul luogo dell’uccsione. Oggi il

Santo è il patrono della Diocesi Sovana-Pitigliano-Orbetello

e il suo culto è diffuso tra i marinai dell’arcipelago

toscano e della Sardegna

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vista la consistenza è assai probabile si riferisca al tesoro di una comunità piu' che ad una persona singola

Tua ipotesi o hai qualche informazione a supporto?

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mia supposizione . non posso avere prove naturalmente. Le monete sono in parte coniate di fresco. A meno che di non trovarsi di fronte ad un numismatico ante litteram :) chi sarebbe stato il 'riccone' che avrebbe sepolto il tesoro ? Perche mi un ricco si sarebbe aggirato da quelle parti in quegli anni con tanti soldi (sarebbe stato piu' logico se si fosse trattato di una grande città)

Infine anche altri ripostiglia (Casa delle Vestali etc. credo siano piu' probabilmente riconducibili a tesori della comunità ( o di templi) piuttosto che di persone singole. Sarà comunque interessante leggere le conclusioni degli studiosi che hanno analizzato il ripostiglio e che magari mi smentiranno clamorosamente :crazy:

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bellissime :) adoro le tardoantiche! perdonate l'ignoranza, ma perché è evidenziato con "!" l'unico solido di ariadne? chi era questa ariadne? una augusta teodosiana? l'argomento mi interessa molto, ma non trovo nulla su di lei. grazie!

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Aelia Ariadne era figlia dell'imperatore Leone I e moglie dell'imperatore Zenone e dopo la morte di questi dell'imperatore Anastasio. Credo che il solido a suo nome sia evidenziato perché estremamente raro, se non addirittura inedito.

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