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IGNORED

Bronzi di Oppius


L. Licinio Lucullo

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Emissione anomala e discussa. Sono attestati sei ritrovamenti sicuri (Cilicia, Puglia settentrionale, Corsica, Lussemburo e due a Roma) più un mezzo bronzo rinvenuto in Svizzera, dubitativamente ricondotto a questa emissione.

Crawford (che elenca questi bronzi al termine del suo corpus dubitando non solo di data e luogo e di emissione, ma persino se sia una emissione romana) propone dubitativamente l’attribuzione a Q. Oppio governatore della Cilicia nell’88, unico magistrato repubblicano noto con questo nome, osservando che a Laodiceia, dove forse era basato Oppio, fu coniato nel I sec. un bronzo con analoga raffigurazione al D/. Peraltro la doppia cornucopia (cui potrebbe ispirarsi il vassoio di frutta al R/) è iconografia ricorrente nelle emissioni di Laodiceia.

Grant ritiene invece che la presenza del capricorno atetsti una dtazione in epoca augustea, ma si tratta tuttavia di una allegoria di Pan (già simbolo di Tanaquilla, moglie di Lucio Tarquinio Prisco): narra infatti Esiodo che quando gli dei fuggirono in Egitto, terrorizzati per l’attacco portato dal titano Tifone contro l'Olimpo, si nascosero trasformandosi in animali e Pan, che già aveva corna da capra, si trasformò in pesce dalla vita in giù. Dopo la definitiva vittoria Zeus gli concesse di immortalare questo suo aspetto nella volta stellata per ricompensarlo del del fatto che il suo urlo terrificante, facendo cadere in uno stato di timore “panico” Delfine sorella di Tifone, aveva permesso a Ermes di recuperare da lei le forze del re degli dei.

Alföldi, Woytek e Marta Barbato (The Coins of Clovius and Oppius, Royal Numismatic Society 2015) propendono invece per un’emissione occidentale, forse anche Roma, e associano questa emissione a Cr. 476/1, osservando che si tratta delle prime emissioni in oricalco, hanno tipologie simili (fra l’altro, entrambe presentano un orientamento assiale a ore 12) e recano rispettivamente l’intitolazione PR/PRAEF. In particolare, Woytek interpreta PR(aetor) e data l’emissione a Roma nel 46, quando i petori furono incrementati da 8 a 10 e un altro di essi Irzio, emise un aureo (Cr. 466/1), osservando che anche nel 45 furono emessi un aureo e una moneta in oricalco, probabilmente però a opera dei prefetti (Cr. 475/1 di Planco, praefectus urbi, e Cr. 476/1 di Clovio, forse praefectus aerario). Alföldi invece legge PR(aefectus) e ritiene che nel 45 due prefetti furono incaricati di battere oricalco, Oppio e Clovio. La Barbato osserva che i ritrovamenti delle due monete in oricalco seguono gli spostamenti degli eserciti e ipotizza che Cesare nel 46 o nel 45 abbia ordinato di battere l’oricalco (forse proprio a Roma) per rendere più appetibile un pagamento delle legioni con bronzo anziché argento (anticipando l’analoga riforma adottata da Augusto con i sesterzi).

Per McCabe si tratta di dupondî, essendo in oricalco.

Modificato da L. Licinio Lucullo
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