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IGNORED

Paolo V - Quattrino A.II(?)


Paleologo

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Vi mostro questo quattrino di Paolo V che oltre ad avermi fatto

impazzire per la catalogazione presenta un difetto di battitura molto evidente e piuttosto curioso. Rame, zecca di Roma, 22,5/23,5 mm, 3,1 gr., contorno liscio. Paolo V (Camillo Borghese, di Roma) fu Papa dal 16/5/1605 al 28/1/1621.

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Se la catalogazione è giusta, cosa che non mi sento di garantire visto lo stato di conservazione e la quantità di varianti per questa tipologia, il riferimento è M.144 Var.I (CNI 125). Muntoni la descrive così:

D/ Stemma a targa sagomata, cimasa con maschera; chiavi con impugnatura a intagli, doppi cordoni (da qui la variante) e fiocchi

Legenda (da dx. in alto) PAVLVS.V(.) -- (.)P.MAX.A.II

I punti che ho segnato tra parentesi sono nella descrizione, ma in questo esemplare non li vedo.

R/ Figura del santo, la dx. sullo spadone puntato a terra e con libro aperto nella sx.

Legenda (da dx. in alto) SAN.PAVLVS -- ALMA.ROMA

In basso a dx. RP in monogramma con croce doppia, segno dello zecchiere Roberto Primi.

Al di là della tipologia, quello che mi ha veramente incuriosito è il difetto di conio, che ho interpretato come una ribattitura con rotazione del conio tra il primo e il secondo colpo. A questo punto mi domando: queste monete erano ancora coniate a martello? Oppure, come credo, si usavano già torchi o altri macchinari, anche se azionati manualmente? E se questo era il caso, come ha potuto verificarsi un difetto del genere? Come avveniva il procedimento di coniazione al torchio?

Ogni vostra osservazione è gradita.

Ciao, P. :)

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Al di là della tipologia, quello che mi ha veramente incuriosito è il difetto di conio, che ho interpretato come una ribattitura con rotazione del conio tra il primo e il secondo colpo.

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Ciao P. Quante domande in un solo post... :P andiamo con ordine...

Ad osservare le due facce, entrambe riportano una ribattitura, pertanto, più che una rotazione del conio, che avrebbe comportato una ribattitura su di un solo lato, credo che il difetto del tuo esemplare sia generato dalla rotazione del tondello, che ha poi subito un secondo colpo, parziale (come da un conio inclinato o colpito parzialmente, per capirci ;) ), dato che non c'è sovrapposizione di impronte sull'intera moneta, al rovescio ad esempio si vede San Paolo che sembra piegato verso destra, dato che solo la parte superiore è stata reimpressa dal salto i conio, mentre i piedi (e la punta dello spadone originale che si intravede) sono rimasti al loro posto.... :)

A questo punto mi domando: queste monete erano ancora coniate a martello? Oppure, come credo, si usavano già torchi o altri macchinari, anche se azionati manualmente?

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Dalla risposta sopra viene anche questa, la meccanizzazione della zecca di Roma non era ancora avvenuta, ci penserà Urbano VIII durante il suo pontificato (e comunque a partire dalle coniazioni in oro e argento), pertanto la coniazione di questi quattrini è avvenuta ancora a martello.

Con questo può spiegarsi la rotazione del tondello ed un secondo colpo con pressione non uniforme, che non ha reimpresso tutte le figure.

Le monete coniate a martello sono facilmente riconoscibili confrontando esemplari differenti di una stessa tipoloogia (il massimo sarebbe confrontare esemplari provenienti dai medesimi coni, ma risulta un pò difficile :P ), non si avrà mai, se non per caso, il medesimo orientamento degli assi.

Come avveniva il procedimento di coniazione al torchio?

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Come da foto allegata, di un torchio a bilancere (presa in prestito dal sito dell'Antico Uffizio della Zecca di Lucca), il procedimento consisteva nel poggiare un tondello sul conio posto alla base del torchio, il conio "mobile" era posto sulla vite azionata dal braccio del bilanciere e scendeva imprimendo le incisioni sul tondello.

Difetto facilmente riscontrabile sulle monete coniate con tali torchi poteva essere dei graffi dovuti all'estrazione del tondello coniato...

fg000201rs.jpg

A partire da questa prima meccanizzazione, si ha a che fare con monete che conservano, per una data tipologia, l'orientamento degli assi fisso, è in generale è quello che poi ritroviamo anche oggi, che sia alla francese o alla tedesca ;)

Ciao, RCAMIL B)

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Ad osservare le due facce, entrambe riportano una ribattitura, pertanto, più che una rotazione del conio, che avrebbe comportato una ribattitura su di un solo lato, credo che il difetto del tuo esemplare sia generato dalla rotazione del tondello

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Sì, ovviamente, mi sono espresso male.

che ha poi subito un secondo colpo, parziale (come da un conio inclinato o colpito parzialmente, per capirci  ;) ), dato che non c'è sovrapposizione di impronte sull'intera moneta, al rovescio ad esempio si vede  San Paolo che sembra piegato verso destra, dato che solo la parte superiore è stata reimpressa dal salto i conio, mentre i piedi (e la punta dello spadone originale che si intravede) sono rimasti al loro posto.... :)

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E' questo dettaglio che mi sfugge. Sembra che la ribattitura interessi un'area più o meno a forma di lunetta che va dalla N di SAN alla punta dello spadone (e ugualmente sul dritto). Ma mi sarei aspettato, da un salto del tondello, anche una traslazione oltre che una rotazione dell'impronta. Come si fa ad avere un'impronta parziale soltanto ruotata? Si era rotto il conio? Mah...

Grazie comunque per tutte le altre preziose informazioni B)

Ciao, P. :)

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Sembra che la ribattitura interessi un'area più o meno a forma di lunetta che va dalla N di SAN alla punta dello spadone (e ugualmente sul dritto). Ma mi sarei aspettato, da un salto del tondello, anche una traslazione oltre che una rotazione dell'impronta. Come si fa ad avere un'impronta parziale soltanto ruotata? Si era rotto il conio? Mah...

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Ipotizzo che il "secondo colpo" sia avvenuto con il conio di martello inclinato oppure che il martello stesso abbia colpito solo parzialmente il conio imprimendo solo in parte la nuova figura... comunque solo ipotesi che mi vengono dall'immaginare l'azione, sarebbe bello avere modo di simularla :rolleyes:

La rottura del conio è possibile ma solitamente si manifesta sui tondelli coniati con delle crepe (fratture), al limite con dell'aumento di materiale in corrispondenza di una picola parte del conio, in genere alla periferia del tondello, che salta via... non dovrebbe saltarne via mezzo di colpo :P

Nella foto sotto (dalla mostra del convegno di Vicenza dello scorso ottobre, autore l'amico michele2198 ;) ), il diritto di un grosso, sempre papa Paolo V, ma per Ferrara... più in basso il conio del diritto stesso, "di martello", gli effetti dei colpi sono ben evidenti dalle bave sulla parte superiore... ;)

coniodirittogrossopaolook8.th.jpg

Ma da quando si pè iniziata la battitura delle monete con questo torchio?

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A partire da metà del XVII secolo ;)

Ciao, RCAMIL B)

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Nella foto sotto (dalla mostra del convegno di Vicenza dello scorso ottobre, autore l'amico michele2198  ;) ), il diritto di un grosso, sempre papa Paolo V, ma per Ferrara... più in basso il conio del diritto stesso, "di martello", gli effetti dei colpi sono ben evidenti dalle bave sulla parte superiore... ;)

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Ma che fissa! :P

Comunque tutto il processo non mi si è affatto chiarito. Hai ragione, bisognerebbe provare a fare delle simulazioni... Magari i nostri compari a Vinovo?

Ciao, P. :)

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