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  1. In un campo toscano, presso la linea Gotica, trova anello nobiliare e una moneta che un soldato trasformava in cuoricino. La storia L’anello nobiliare e il cuoricino tratto da una moneta tedesca degli anni Trenta @ Bolgheri Un anello nobiliare con sigillo – presumibilmente della fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta – è stato trovato in queste ore in un campo, in Toscana, durante una passeggiata in un punto che restituisce reperti della seconda guerra mondiale. Non lontano, nella stessa zona, è stato portato alla luce un cuoricino che un soldato tedesco stava realizzando con una lima – probabilmente per la moglie o la fidanzata – e che fu perduto durante un’azione di guerra. L’oggetto è ricavato da un piccola moneta tedesca ed è testimonianza dei sentimenti individuali nascosti e travolti dalla Storia. Un ritrovamento che pulsa, come il cuoricino, che forse doveva diventare un ciondolo o la placca superiore di un anello, realizzato per onorare l’amata e per non pensare alla guerra, nei momenti in cui il conflitto era meno violento o ci si trovava in un punto di retroguardia. L’originale e la moneta trasformata dal soldato tedesco @ Bolgheri LA LINEA GOTICA (GOTHIC LINE) DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE La Linea Gotica, conosciuta anche come Gotenstellung in tedesco e Gothic Line in inglese, rappresentò un formidabile sistema difensivo costruito dall’esercito tedesco nelle regioni centro-settentrionali dell’Italia durante le fasi conclusive della campagna d’Italia nella seconda guerra mondiale. Questa imponente opera difensiva si trasformò in un teatro di sanguinosi scontri tra le truppe tedesche, guidate dal feldmaresciallo Albert Kesselring, e le forze Alleate al comando di Harold Alexander. Localizzazione ed estensione: La linea difensiva si estendeva su un fronte di oltre 300 chilometri, iniziando dal versante tirrenico dell’attuale provincia di Massa-Carrara fino al versante adriatico della provincia di Pesaro e Urbino, snodandosi lungo i tortuosi rilievi appenninici. Obiettivi strategici: Ideata da Albert Kesselring, comandante supremo delle forze tedesche in Italia, la Linea Gotica aveva l’obiettivo di attuare una ritirata combattuta, infliggendo al nemico pesanti perdite per rallentarne l’avanzata verso nord. Proteggendo la pianura Padana, l’accesso al Reich attraverso il passo del Brennero, e i collegamenti all’Europa centrale tramite Trieste e il valico di Lubiana, la linea si configurava come un baluardo cruciale nella strategia difensiva tedesca. Operazione olive: Nell’agosto del 1944, le forze Alleate, comprendenti l’8ª Armata britannica e la 5ª Armata statunitense, avviarono l’operazione Olive per superare la Linea Gotica. Nonostante lo sfondamento delle linee fortificate e la conquista di vaste aree, le forze tedesche, supportate da avverse condizioni meteorologiche, riuscirono a contenere l’avanzata Alleata fino a bloccarla alla fine del 1944. Rinominazione e propaganda: Inizialmente chiamata “Gotica” dai tedeschi, Adolf Hitler ordinò la sua rinominazione in “Linea Verde” (Grüne Linie) per evitare potenziali ripercussioni propagandistiche negative nel caso in cui il nemico avesse sfondato una linea con un nome collegato alla popolazione germanica. Tuttavia, soprattutto in Italia, la linea continuò a essere nota come “Gotica” o “dei Goti” nella storia comune. Fine della Linea gotica: Solo il 21 aprile 1945, a seguito dell’offensiva alleata di primavera, la Linea Gotica venne definitivamente superata. Nonostante la sua resistenza tenace, la caduta di questa formidabile difesa segnò una tappa significativa nel cammino delle forze Alleate verso la vittoria finale in Italia durante la seconda guerra mondiale. https://stilearte.it/in-un-campo-toscano-presso-la-linea-gotica-trova-anello-nobiliare-e-una-moneta-che-un-soldato-trasformava-in-cuoricino-la-storia/
  2. Si stacca piccola lastra di marmo da edificio romano a Roselle. E sul lato B si scopre un’epigrafe. Cosa dice il frammento? Studiosi al lavoro Il punto in cui è avvenuto il distacco che ha consentito una piccola, interessante scoperta @ Parco archeologico di Roselle A sinistra, impronta lasciata dalla lastra di marmo. Ben visibili le lettere, in negativo, sulla stesura di malta. Altre informazioni potrebbero essere ricavate dal marmo lì accanto? @ Parco archeologico di Roselle “Non tutto il male vien per nuocere”! Capita a volte che un piccolo danno possa essere fonte di nuove informazioni. – osservano gli studiosi che dirigono il parco archeologico di Roselle – E’ quello che è successo tempo fa a Roselle, quando si è staccata un piccola lastra di rivestimento all’interno della cosiddetta basilica “A”, nell’area settentrionale del foro romano. La lastra, in marmo di Carrara, è risultata infatti essere una parte di un’epigrafe, riutilizzata però da rovescio, in modo che la scritta fosse contro il muro e quindi non si leggesse”. Sul pilastro a sinistra dell’abside della basilica ne è ancora ben visibile l’impronta. L’epigrafe compressa sulla malta antica ha lasciato un calco. “In epoca romana era uso comune reimpiegare materiali, soprattutto se preziosi come il marmo, ad esempio quando rotti o quando l’iscrizione non era più adeguata o addirittura da nascondere perché la persona ricordata era caduta in disgrazia”. – spiega il Parco archeologico di Roselle – La lapide è in corso di studio”. Sarà possibile rimuovere delicatamente anche altri lacerti di marmo, lì vicino, per capire se esista l’opportunità di comporre un “puzzle”? Intanto si lavora sul singolo lacerto. Volete vedere quello che c’è scritto? Abbiamo preso l’immagine della malta con le lettere impresse e l’abbiamo portata in una posizione speculare, collocandola nel possibile verso di lettura. Ecco cosa si legge. Roselle, conosciuta come Rusel nell’antica lingua etrusca e Rusellae per i Romani, rappresenta un affascinante sito archeologico di origini etrusche situato a soli 8 chilometri a nord della moderna città di Grosseto, in Italia. I resti della città sono collocati nelle vicinanze dell’attuale frazione omonima. Storia Roselle occupava una posizione strategica, lungo il passaggio tra la valle dell’Ombrone e la Maremma grossetana, sulle rive del vecchio lago Prile. Originariamente un’antica lucumonia dell’Etruria centrale e parte della dodecapoli etrusca, la città ha conservato tracce di diverse fasi storiche, dalla fase etrusco-villanoviana a quella romana. Fondata nel VII secolo a.C., Roselle fu menzionata da Dionigi di Alicarnasso tra le città che fornirono aiuto ai Latini durante la guerra contro Tarquinio Prisco. La città prosperò a spese delle lucumonie circostanti, in particolare Vetulonia. Nel 294 a.C., Roselle cadde sotto il dominio romano, diventando prima un municipio e successivamente, durante l’epoca di Augusto, una colonia. Questo periodo vide la costruzione del Foro, della basilica, di un sistema di raccolta delle acque piovane e di un edificio termale. Tracce di un anfiteatro e di ville romane sono ancora visibili. Tuttavia, a partire dal VI secolo, Roselle subì un declino, influenzato dalla diffusione della malaria che flagellò l’intera Maremma. La città fu abbandonata e rimase in uno stato di oblio fino al tardo Settecento, quando Pietro Leopoldo avviò la bonifica della zona. Scavi archeologici Negli anni ’50, la Soprintendenza archeologica della Toscana ha avviato una lunga campagna di scavi che ha riportato alla luce gli antichi edifici di Roselle. Tra i reperti più significativi si trovano la cinta muraria, l’anfiteatro romano, la Domus dei Mosaici, il Tempietto dei flamines Augustales, la basilica paleocristiana e le terme. La necropoli e la cattedrale di Roselle aggiungono ulteriori strati di fascino e mistero a questa antica città che, grazie agli sforzi degli archeologi moderni, continua a svelare la sua storia secolare. https://stilearte.it/si-stacca-piccola-lastra-di-marmo-da-edificio-romano-a-roselle-e-sul-lato-b-si-scopre-unepigrafe-cosa-dice-il-frammento-studiosi-al-lavoro/ Situata a 10 km da Grosseto, nel passaggio tra la Valle dell'Ombrone e la Maremma grossetana, Roselle è una delle lucumonie, città-stato etrusche, meglio conservate della zona dell'Etruria centrale; situata sulla riva dell'antico lago Prile, una delle zone archeologiche più interessanti d'Italia. ROSELLE ETRUSCA La sovrapposizione di edifici e mura appartenenti alle civiltà Villanoviana, Etrusca e poi Romana rende questa città un interessante spaccato del graduale passaggio da una civiltà all'altra come tutte le città di questo territorio. Chiamata Rusel dagli Etruschi divenne Roselle per i Romani.
  3. Posto un articolo di Fiorenzo Catalli sul rapporto tra Lorenzo il Magnifico e le monete, molto interessante. https://www.cronacanumismatica.com/gli-speciali-di-cn-quando-il-poliziano-disegno-le-monete-del-magnifico/?fbclid=IwAR0ZcbL5A9qr-Z4BTNTgOtX9YuDFcnrDy_YdTx-nsZO-d9VRn9Eyrl0MnlY
  4. Firenze, Palazzo Vecchio. Dal recupero di una ‘scala segreta’ emergono pitture a grottesche del ‘500 La scoperta durante i lavori a una via di esodo dal terrazzo di Saturno verso via dei Leoni. Erano impegnati nel recupero di una scala ‘segreta’, ancora inutilizzata, che dal Terrazzo di Saturno conduce fino al piano terra, sulla via dei Leoni. Durante le operazioni di ‘descialbo’ delle volte e delle pareti, ovvero nella rimozione accurata di tutti gli strati coprenti l’intonaco antico, i restauratori hanno riportato alla luce le superfici decorate a ‘grottesche’ risalenti all’incirca agli anni di poco successivi alla metà del ‘500, coeve a svariate pitture ubicate in altri ambienti di Palazzo Vecchio, attribuibili all’artista Marco Marchetti da Faenza. “Palazzo Vecchio è uno scrigno di bellezze che si celano dietro ogni angolo e questa ennesima scoperta lo dimostra: si tratta di decorazioni a grottesche risalenti all’incirca alla metà del ‘500 che stanno tornando al loro originale splendore grazie a un lavoro certosino – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella –. L’amministrazione, attraverso l’ufficio Belle Arti, è impegnata al massimo per la manutenzione e la valorizzazione di questo grande patrimonio artistico e architettonico”. “Tornano alla luce bellissime superfici decorate, è il risultato dell’impegno di tecnici e restauratori, un grande lavoro di squadra per tutelare e valorizzare una parte di Palazzo ancora da riscoprire” ha commentato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini. I lavori di recupero della scala, a cura dei tecnici del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze, sono in corso da alcuni mesi. A questo intervento si aggiunge il restauro delle superfici decorate emerse, in seguito a saggi stratigrafici, durante la riqualificazione della ‘scala segreta’, e situate nelle voltine a botte delle rampe e nelle volte a crociera dei pianerottoli, e poi nel piano intermedio all’altezza degli uffici che attualmente ospitano l’avvocatura, nelle cui pareti e nel soffitto sono presenti ulteriori grottesche dipinte su legno e tela. Queste ultime risultano essere di una mano diversa rispetto a quelle della scala, attribuibili al pittore Marco Marchetti da Faenza, e potrebbero risalire anche ad un’epoca successiva – in questo frangente, infatti, non è possibile al momento fare una valutazione certa fino al termine delle prove di pulitura. In molti casi la superficie dell’intonaco è risultata a rischio di distacco per cui si è rivelato necessario intervenire preventivamente con azioni di consolidamento e rifacimento della pellicola pittorica. Per questo tipo di interventi è opportuno l’utilizzo di strumentazione specializzata, da parte di restauratori professionisti, compreso strumenti a laser per la pulitura. Al termine, la scala sarà integrata nel sistema di esodo dal Palazzo, recuperando il suo carattere storico, per implementare la sicurezza degli uffici. Obiettivi, da un lato valorizzare alcuni ambienti finora utilizzati come spazi di servizio, dall’altro riportare alla luce le tracce della decorazione originaria, ridando vita in tutta la sua bellezza a un luogo nascosto che fa parte della storia più antica del palazzo. L’investimento complessivo è di circa 150mila euro. Dalle fonti e dai documenti si evince che la ‘scala segreta’ era stata realizzata per fornire un percorso che consentisse a Eleonora di Toledo e a Cosimo de’ Medici di avere una via di fuga e di esodo in caso di necessità, evitando il passaggio nelle scale monumentali, oltre che per funzioni di collegamento tra le varie parti del Palazzo. https://www.stilearte.it/firenze-palazzo-vecchio-dal-recupero-di-una-scala-segreta-emergono-pitture-a-grottesche-del-500/
  5. scacchi

    senese da identificare

    salve monetina un po usurata, confido negli esperti e amanti delle toscane che di sicuro non mancano in mano è piu leggibile che in foto leggo alcune lettere che mi fanno intuire CIVITAS. VIRGI ???seguito da scudetto con quadrati???? segno di zecca nel primo e quarto quarto della croce suggestione di stelletta o rosetta la grande S al centro pare finire vi tre frazioni che incrociano il cerchio essterno, per la legenda non azzardo peso 0,6 gr diametro 17 mm cordialità
  6. giorgio28

    Quattrino Piombino 1645?

    Buongiorno, vorrei sottoporre alla vostra attenzione questo quattrino di Nicolò Ludovico principe di Piombino. So che sono noti esemplari con data 1651 e 1654, ma nel mio esemplare, dopo la N• di PRIN• si distingue chiaramente un 4 (la seconda cifra è più incerta, forse un 5?). Vi chiedo pertanto un parere è se eventualmente ho preso un abbaglio. un cordiale saluto!
  7. manuelcecca

    Tallero Pisa 1603

    il mio ultimo aquisto. Asta Negrini sett. 2022. in Catalogo d'asta riportata come 1605. Riguardando la foto del tallero , tuttavia, direi proprio che in realtà è un 1603 (col conio stanco?). In questo caso sarebbe un 1603 di un tipo Bb*, comunque non citato in Di Giulio che riporta solo un tipo Ba. in Coinarchives (academic edition) vedo solo due 1603, uno di tipo Bb* (Rauch 101, lot 603) come il mio, ma con una corona leggermente diversa (tre tratti verticali lunghi e due brevi, la mia ha quattro brevi e tre lunghi -interessanti anche queste piccole varianti). l'altro 1603 È di tipo Ba, peraltro con una corona ancora diversa, come quella in Di Giluio Nr. 44 (Asta Gorny 230 lot. 3667). Del 1605 sono comparsi almeno 14 esemplari (al netto delle varianti di legenda). quindi il 1603 è certamente più raro del 1605 e quindi sono anche più contento.
  8. Questo tallero di pisa del 1620 (tipo If) fu il primo della mia collezione. lo acquistai anni fa dal compianto Emilio Tevere, che la periziò come qSPL
  9. manuelcecca

    Tallero Pisa 1611

    Tallero di Pisa. 1611 Di Giulio Num. 66b. Il tipo compare in Asta Rauch 95 /2014) lot. 1226 Inasta 73 (2018) lot. 873 una variante del tipo 66, non recensita in Di Giulio , con il Dr. recante: COSMVS • MED • MAGN • ETR • DV(sic!) ed il R recante PISA • IN VETVSTAE • MAIESTATIS • MEMORIA[M] (con la M coperta dalla corona) è apparsa in asta Roma XXIV (2022) lot. 1430.
  10. manuelcecca

    Tallero di Pisa 1608

    Tallero di Pisa anno 1608 tipo di Giulio Cf. non compare nelle aste in sixbic-coin-archive. il Di Giulio non dà indicazione di raritÀ, ma riporta che è assente nel CNI. non ho il MIR qui adesso e non possiedo il Pucci. qualcuno può darmi ulteriori riferimenti in merito ad altre attestazioni?
  11. manuelcecca

    Tallero Pisa 1604

    Tallero di Pisa anno 1604 tipo di Giulio Ae*. il tipo in realtà non è catalogato in Di Giulio, che riporta solo un tipo: Bc. A giudicare dalle aste presenti in sixbid-coin-archive la variante con il 4 allungato nello spazio vuoto tra tra punto e asterisco appare solo su un altro esemplare
  12. cippiri76

    Fiorini asta MDC

    Buonasera Nella prossima asta MDC Monaco viene proposta una bella serie di fiorini, da diversi giorni mi ero riproposto di aprire una discussione per analizzare alcuni di questi, soprattutto alla luce di quello che ci siamo detti in passato riguardo alle imitazioni medievali di fiorini di Firenze ed a quello che abbiamo letto sullo studio di Massimo de Benetti relativo ai primi 100 anni di coniazione di queste monete (a proposito, credo che non ringrazierò mai abbastanza @ghezzi60 per averci segnalato questa pubblicazione). Ne "I primi 100 anni del fiorino d'oro evoluzione e classificazione" si trova un capitolo sulle "imitazioni non firmate" dove De Benetti propone una diversa provenienza rispetto alla zecca di Firenze per tre gruppi distinti di fiorini, individuati con precisione. Il gruppo III viene definito co "N inverse" per il diverso orientamento della stanghetta nella N della leggenda, altro carattere distintivo è il punto a fine leggenda del rovescio. Allego alcune immagini prese dallo studio citato: segue..
  13. Fede1972

    Votiva Zona Lunigiana

    Buonasera mi potete aiutare gentilmente con questa votiva, da un lato si vede la figura di Gesù, dall'altra mi sembrava una figura femminile, ma ha la capigliatura molto strana, allora forse e' un Drago ??? Misure h3,2cm x l2,2cm Grazie a tutti . Federico
  14. il console

    DENA 1807

    Buongiorno, allego foto di questa DENA 1807 da 10 lire gradito parere su stato di conservazione rarità e valutazione sul mercato.
  15. Buongiorno, allego foto di questa 5 franchi 1807 busti medi, gradito parere su stato di conservazione rarità e valutazione sul mercato.
  16. il console

    Piastra 1678 Cosimo III

    Buongiorno, allego foto di questa piastra di Cosimo III., Gradito parere su stato di conservazione (traccia di appiccicagnolo) rarità e valutazione sul mercato.
  17. mercatese

    Un aiuto per cortesia!

    Salve chi mi può aiutare nel classificare questa monetina Medicea?penso sia in mistura ed ha un diametro di circa 15mm. Mi aiuto con il MIR ma ?spulciandolo tutto non trovo corrispondenza con la postura di San Giovanni.
  18. Good day to All! Could You please help me with this francescone - according to catalogue, this type appeared in 1777 only, but on the coin I see 1776. Is this catalogue's mistake, or RRRRR coin, or something else? Thanks! https://ibb.co/2PMk85Y https://ibb.co/MVrKPm3 https://ibb.co/KGm97R9 https://ibb.co/QKsfZtx
  19. Ieri sera sono stato rapito da questo Piombino... e che dovevo fare, lasciarlo andare? Proveniente da InAsta 101, ha fatto un giretto e ora riposa tra i miei vassoi. Ve lo mostro, è un quattrino di Niccolò Ludovisi con busto a destra. Spero vi piaccia. ZECCHE ITALIANE - PIOMBINO - Niccolò Ludovisi (1634-1665) - Quattrino CNI 34/70; MIR 370/3 (CU g. 0,63) N.
  20. Sul numero di giugno di "Medioevo" c'è un interessante articolo di F. Borghero-A. Montagano su di un raro fiorino di Firenze del 1376 che ha in cartiglio la scritta LIB. La coniazione si inserisce nella così detta "Guerra degli Otto Santi".
  21. Saluti a tutti. Premetto che la monetazione toscana non è il mio ambito di collezione, quindi mi scuserete eventuali imprecisioni. Osservando alcuni lotti in asta da Elsen ho notato un fiorino con una armetta non particolarmente significativa ma che, non so perché, tra le altre ha attirato la mia attenzione. La descrizione della casa d'aste, probabilmente corretta, riporta l'individuazione di due "palme decussate", primo semestre 1331, Iacopo di Alberto Alberti. Mi aveva attirato il fatto che, a mia vista, non sembrano palme e avevo anche chiesto lumi in altra discussione circa la correttezza dell'attribuzione. Poi però la curiosità si è spostata sul nome dello zecchiere...riporto qui di seguito alcune foto per poi condividere la storia del personaggio, che sorprendentemente mi riporta in veneto e quindi nelle zone di mio interesse...
  22. prosegue la mia ricerca per le piastre medicee e in attesa di poter andare a roma vi chiedo se siete disponibili a pubblicare le vostre piastre medicee per accrescere ulteriormente il database di studio . Nessuna moneta sarà pubblicata o condivisa da altre parte , serve solo a una ricerca privata , grazie a tutti
  23. BUONGIORNO cari il mio studio sulle piastre medicee procede bene ed ho ho potuto analizare fino ad ora 800 esemplari circa , mi è venuto però un dubbio sulle piastre di cosimo I che sono ostinatissime a trovarsi , per ora ho analizzato 50 pazzi contro i 250 di cosimo III E ferdinando volevo chiederevi , non è che un po' tutti abbiamo sottostimato la loro rarità , sarei quasi intenzionato a considerare la rarita' minima R3 , voi che ne pensate ? spiegate anche i ragionamenti se possibile grazie
  24. Salve a tutti. Di recente mi sono trovato alle prese con una moneta della zecca di Firenze che di solito non rientra nei miei campi di interesse e per cui non ho neanche accesso alla principale bibliografia di settore. Mi rivolgo, dunque, ai più esperti su questo tipo di monetazione per richiedere gentilmente una più corretta classificazione del giulio in argento di prima serie senza data per Cosimo I de Medici duca di Firenze e Siena (secondo periodo: 1555-1569) che di seguito descrivo (proveniente da asta Varesi Aurora 12, lotto 44): D/ COS . MEDICES . FLOREN . ET SENAR . DVX II. Stemma mediceo con corona ducale. R/ IOA . B . PROT . E COS . CONS . S. Giovanni Battista e s. Cosimo in piedi a sinistra. All'esergo: DIVIS . Il peso è di 2,82 g. e il diametro di 28 mm. Il dubbio nasce confrontando la legenda di D/ di questo esemplare con quelle riportate nel CNI XII (unico testo a mia disposizione, purtroppo, per questo tipo di monetazione), le stesse pure presenti nella relativa scheda dedicata a questa tipologia sul catalogo del nostro Forum, poiché tra le varianti elencate nel CNI non sembra figurare tale legenda. Una veloce ricerca nel più recente mercato numismatico, effettuata tramite acsearch, non ha prodotto risultati da questo punto di vista. Mi chiedo quale possa essere la giusta classificazione del giulio in questione e il suo effettivo grado di rarità. Si tratta di una variante inedita per la legenda? Grazie a tutti per l'aiuto e i consigli.
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