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quale conservazione?  

69 voti

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Risposte migliori

Inviato (modificato)

Secondo il vostro parere qual è la conservazione di questa moneta?

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Modificato da Fid
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Inviato

per il tipo di moneta io dierei almeno BB+


Inviato

Votato :) ...ma non dico il voto per non influenzare gli altri


Inviato
Votato :) ...ma non dico il voto per non influenzare gli altri

111116[/snapback]

OK votato anch'io :D

petronius :)


Inviato (modificato)

non lo dico neanch'io il mio voto malgrado già altrove ho scritto come la penso :)

Modificato da Fid
Inviato

ho votato anche io ;)


Inviato

Votato, ma anche io come gli altri preferisco non influenzare i possibili altri votanti... Comunque per ora sono nella maggioranza... :)


Inviato

anche io ho votato, ma aspetto un altro po per dire cosa ho votato. :P


Inviato

BB - Basta esaminare la testina dell'aquila al r.


Inviato

esamdinando solo la testina io avrei dato un MB, ma il resto era da BB, quindi... qBB :)


Inviato

Ciao FID

ho votato ,,,e sono in media ;)

Sergio


Inviato

Votato, sono stato un po' + generoso :)

Marco


Inviato (modificato)

ma chi è stato cosi' generoso da mettere fdc? :D

Modificato da Fid
Inviato

Votato! :)

Mi pare un ottimo pezzo per la tipologia di moneta


Inviato

E’ arrivata l’ora di svelare il voto:

Ero indeciso tra qBB e BB ma ho pensato di fare il generoso votando per quell'ultima :)

Per essere sincero però,sono ancora indeciso.Forse qBB sarebbe stato più prudente... dai a questo punto facciamo qBB/BB :P


Inviato (modificato)

bene adesso vi svelo una cosa:

la moneta mi è stata venduta come qspl ma malgrado non condividessi la valutazione ho deciso di aquistarla lo stesso xkè il prezzo era ugualmente conveniente.

Come avevo già detto sul topic "Criteri per le Conservazioni, fdc,spl,bb,mb... facciamo chiarezza" http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=9935&st=0

la moneta è secondo il mio parere fra il qbb ed il bb(optando più per il qbb)

Per me è un qbb o bb che prescinde da una valutazione parziale legata al tipo di moneta.Se la si valuta come fanno buona parte degli operatori commerciali il risultato sarebbe differente dato che è consuetudine(secondo me cattiva consuetudine) aumentarne lo stato di conservazione giustificando il fatto che essendo monete in buona parte rintracciabili in pessime condizioni quelle un po' più presentabili devono essere maggiormente "qualificate".

Se fate un giro per alcuni cataloghi o per alcuni negozianti monete simili vengono vendute come spl quando ad esempio sul rovescio sono poco visibili l'occhio dell'aquila o i particolari del piumaggio oppure quando sul dritto non sono nitidi i ricci ed i tanti particolari dei capelli (usure comunissime in qst monete) viceversa c'è da dire che esiste una minoranza di operatori commercianti e di cataloghi d'asta che seguono criteri più severi senza attribuire criteri di valutazione ad hoc

Preciso una cosa,il mio discorso non ricade sulle esagerate valutazioni adottate da molti per vendere ad un prezzo superiore (cosa riguardante qualsiasi tipo di moneta) ma si riferisce a coloro ke pensano che sia più corretto utilizzare una valutazione superiore per qst tipologia.

Alla fin fine però ,fra commercianti che sovravalutano la conservazione

e quelli che non lo fanno,approssimativamente i prezzi sono gli stessi,quindi mi chiedo:

perchè non consideriamo qst monete con gli stessi paramentri con cui si valutano ad esempio le monete borboniche del regno delle due sicilie?

Perchè creare appositi metri di giudizio per qst monetazione?

perchè fare apparire come eccelse monete che chiaramente hanno un buon grado d'usura?

Modificato da Fid
Inviato

Fid parlando per esperienza personale diretta e limitandomi solo ad alcuni anni di coniazione che vanno dal 1795 al 1810 per i 12 tarì portei fare una classificazione come segue:

1795 R si trova in SPL generalmente in BB

1796 C facilmente in SPL

1797 C facilmente in SPL

1798 C facilmente in SPL con sigla N. d' O.V.

1798 RRR raramente con sigla J.U. I. come capita capita

1799 C facilmente in SPL

1800 R generalmente in BB, con molta meno frequenza in SPL

1801 R generalmente in MB / BB molto raramente in SPL

1802 R generalmente in MB / BB molto raramente in SPL

1803 RR quasi sempre in MB/BB, un BB pieno è fuori dal comune

1804 RRR MB è la conservazione standard di questa moneta

1805 RRR MB è la conservazione standard di questa moneta

1806 RR E' reperibile in BB anche se compare generalmente in MB

1807 RRR conservazioni migliori di BB sono quasi impossibili a trovarsi

1810 C si trova facilmente in SPL con sigle V. B.

1810 RRRR pochi pezzi conosciuti del tipo senza sigle.

Mi sono limitato solo alle tipologia primarie considerando le diverse sigle del direttore di zecca o l'assenza di tali sigle.

Mentre per i primi anni di coniazione per il tipo vecchio si trovano con relativa facilità in conetvazione ottimale, dal 1801 in poi la reperibilità dei 12 tarì in conservazione BB diventa già più difficoltosa. Passando poi al tipo "inglese" (come accade per Napoli) dal 1805 lo standard diventa un miserrimo MB. L'ultimo anno di battitura invece è prodigo di monete in bella conservazione, facilmante reperibili in SPL. Quindi chi volesse collezionare per tipologia può acquistare un 1798 e 1810 a prezzi ragionevolissimi in SPL.


Inviato

Ho votato anch'io qBB; non ritengo molto corretto l'aumento della conservazione quando sia difficile reperire la moneta in conservazione superiore, se la moneta presenta segno di usura da qBB, perchè mai bisogna valutarla qSPL? Al limite, se proprio è rara in quella conservazione, aumenterà il valore, ma non certo il giudizio qualitativo su di essa. Discorso diverso quando certi difetti su una moneta nascono in fase di conio: chiaro che una moneta che nasce con rilievi generalmente bassi va valutata con un occhio diverso da una in cui i rilievi sono molto più definiti. Però, ripeto, se i rilievi si sono abbassati a causa della circolazione, non vedo perchè la si debba valutare più magnanimamente.


Inviato (modificato)

Grazie,ho trovato questo elenco molto utile ma mi incuriosiva sapere se lo spl indicato si avvicina maggiormente ad una valutazione simile a quella dei cataloghi varesi oppure no

Se ad esempio si osservano le proposte dell'ultimo catalogo (n.47) sarà evidente un criterio di conservazione severo e differente(da me molto apprezzato)rispetto a molti altri operatori commerciali che valutano qst monete con criteri ad hoc più generosi

Modificato da Fid
Inviato

Sono comunque monete che hanno saggiature o graffi di conio quasi sembre ed il più delle volte colpiscono i massimi rilievi, la testa al D/ e la testa coronata dell'aquila al R/


Inviato
Sono comunque monete che hanno saggiature o graffi di cono quasi sembre ed il più delle volte colpiscono i massimi rilievi, la testa al D/ e la testa coronata dell'aquila al R/

111549[/snapback]

Mi fa piacere questa precisazione da parte di un grande esperto come Picchio. Bisogna evitare di largheggiare (per vendere meglio, in petricolare), e su questo non si può che essere tutti d'accordo, ma i difetti di conio non dovrebbero essere mai considerati usura, mi sembrerebbe ovvio. Ne consegue, ma fu già detto in passate discussioni su monete del tipo un soldo di Mantova del 1799..., che non si dovrebbe giudicare una moneta della classe terza di conio come fosse una moneta della zecca di VEIII. E' bene o no convenire sul fatto che, come dice Picchio, questo 12 tarì non è mai stato come un 5 lire del 1914, neanche immediatamente dopo essere stato coniato. Questo dovrebbe comportare una certa, contenuta ma sicura, differenza di valutazione della conservazione.

Un salutone a tutti,


Inviato

Oplà il mio modesto voto lo avevo gia dato in precedenza.. evitando volutamente il commento perchè di questa monetazione non so praticamente nulla... e d ho fatto bene a tacere ;) adesso invece mi piglio su un bel appunto visto che l'intervento di alcuni utenti vedi Picchio & company han dato un ottima descrizione evidenziando alcuni particolari su come giudicare al meglio questo tipo di moneta.

Saluti al Forum!


Inviato (modificato)

credo che il risultato possa definirsi finale.Secondo i voti degli utenti qst moneta va considerata fra il qbb ed il bb+

Modificato da Fid
Inviato
Mi fa piacere questa precisazione da parte di un grande esperto come Picchio. Bisogna evitare di largheggiare (per vendere meglio, in petricolare), e su questo non si può che essere tutti d'accordo, ma i difetti di conio non dovrebbero essere mai considerati usura, mi sembrerebbe ovvio. Ne consegue, ma fu già detto in passate discussioni su monete del tipo un soldo di Mantova del 1799..., che non si dovrebbe giudicare una moneta della classe terza di conio come fosse una moneta della zecca di VEIII. E' bene o no convenire sul fatto che, come dice Picchio, questo 12 tarì non è mai stato come un 5 lire del 1914, neanche immediatamente dopo essere stato coniato. Questo dovrebbe comportare una certa, contenuta ma sicura, differenza di valutazione della conservazione.

Un salutone a tutti,

Grazie per l'esperto. Una considerazione va fatta per quanto riguarda la monetazione di Ferdinando IV sia a Palermo sia a Napoli, gli alti ritmi di produzione delle monete associati alla numerosa quantità di conii non hanno favorito la qualità del prodotto.

L'unica cosa importante per il maestro di zecca era il peso una volta comprovata la bontà della lega. Da tanta pasta dovevano uscire tante monete che dovevano pesare il giusto, pena la perdita dell'incarico e dei lauti proventi, non solo vi erano vincoli abbastanza stretti sulla produzione pertanto non potevano .... ciurlare nel manico.

La monetazione Siciliana è prodotta con criteri settecenteschi, con un conio relatrivamente basso, ed una pasta d'argento non particolarmente liscia. Avviene quindi che problemi con in macchinari siano assai frequenti e che si necessiti l'intervento manuale, da qui i numerosi strappi di conio.

Va valutato che queste monete sono state prodotte per la circolazione e non per il collezionismo e che la tecnica non può essere comunque comparata alle emissioni decimali del '900.

Se si valuta il contesto di coniazione a cavallo del secolo, notiamo che gli strappi di conio sono comuni in quasi tutte le monetazioni. Carlo Emanuele IV sul mezzo e quarto di scudo, i crocioni del Lombardo Veneto, il 30 soldo della Repubblica Cisalpina, Parma sul Ducato in argento, idem per la monetazione in Toscana di Ferdinando III (francescone), e come già detto in nel Regno di Napoli e di Sicilia.

ora riporto alcuni esempi del R/ di 12 tarì che piacere di commentare.

Prendiamo come riferimento questo R/ per capire i problemi che il 12 tarì ha anche in monete di ottimo stato di conservazione.

Osservando il R/ appare chiaro che anche in esemplari che hanno circolato poco o niente la testa dell'aquila appare schiacciata e consunta, i campi non sono lisci ed hanno alcune impurità di conio, con piccole eccedenze di metallo, il questo esemplare poi vi è una sbavatura del conio a destra che passa sopra la V. Non presenta strappi di conio, incredibilmente ed il tondello è circolare pieno.


Inviato

Passiamo poi ad una coniazione successiva, dove il conio predente al R/ viene associato ad un diverso D/ (che non illustro). In questo caso notiamo, che con l'usura del conio si sono smussati alcuni difetti nel campo, ed in compenso compaiono gli strappi di conio, potrebbe anche essere che l'usura del conio stesso li favorisse. Si osservano delle mancanze nel tondello con una piccola mancanza di metallo nel campo in basso a sinistra. Ciò posto la moneta ha circolato poco ed il piumaggio dell'aquila è sostanzialmente integro.


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