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IGNORED

collaborazioni Pubblico - Privato


numa numa

Risposte migliori

Non so se questa è la sezione giusta per questo topic, nel caso pregherei lo Staff di spostarla.

Come, se lo ritiene utile spostare in questo thread i post dal 124 al 134 nella discussione DOCUMENTO PROGRAMMATICO

L'argomento sul quale si è aperta una direi importante riflessione è quello sull'opportunità di collaborazioni tra istituzioni pubbliche (soprattutto museali) e volontari privati con il fine di assistere le ist. pubbliche a procedere piu' speditamente nella catalogazione degli ingenti fondi numismatici che lo Stato non riesce , o non dispone di fondi, per la catalogazione.

Naturalmente questo è un aspetto particolare, ancorché importante, di un universo di collaborazione ben piu' vasto.

Ma già concentrarsi su questa tematica, particolarmente attuale puo' aiutare di molto a chiarirne alcuni aspetti.

Storicamente , soprattutto nella prima metà del secolo scorso tale collborazione, o meglio un proficuo interscambio di competenze pubbliche e private con professionisti delle due sponde prestati vicendevolmente al contesto opposto non era una rarità.

Cito dalla storia della SNI :

Nel 1907 la Società si fa promotrice Presso il Ministero della Pubblica istruzione del riordino dei Gabinetti Numismatici d'Italia con la nomina di un direttore generale delle collezioni numismatiche che risolva "lo stato di abbandono di tali collezioni riuscendo piuttosto un'inutile ingombro che un vantaggio agli studiosi". Argomento ripreso nel 1909 quando la Società è incaricata di nominare una Commissione per il riordinamento dei medaglieri del Risorgimento; nella Commissione sono eletti i Soci Carlo Stefano Johnson, Luigi Ratti, Serafino Ricci ed Ercole Gnecchi.

....

Nel 1912 la Società è presente al 30 Congresso Archeologico Internazionale di Roma con diverse relazioni; interviene anche per suggerire la creazione di una Cattedra di numismatica e la catalogazione delle pubbliche collezioni da parte delle Direzioni dei Musei italiani.

Ricordo che Lodovico Laffranchi, uno dei direttori RIN era il conservatore delle raccolte milanesi.

Per converso il Prof. Oscar Ulrich Bansa, direttore anche lui della RIN era un ammiraglio , divenuto in età pensionabile professore di numismatica a Padova.

Serafino Ricci era un archeologo che partecipo' agli scavi del Foro Romano , divenuto poi anche lui direttore RIN.

Questi pochi esempi non vogliono tanto sottolineare i fondamentali contributi SNI alla dottrina numismatica, peraltro oggettivi, quanto piuttosto mostrare che un forte scambio di compoetenze e collaborazioni tra funzionari pubblici, prestati al privato, oppure privati prestati alle istituzioni pubbliche, non sia poi questa rarità bensi una consuetudine che ha dato importanti frutti (riordinamento di collezioni, pubblicazioni, insegnamenti universitari) per la numismatica italiana.

Solo in anni piu' recenti (dagli anni '70 in poi) questo rapporto è venuto meno con una contrapposizione dei due campi che non dovrebbe peraltro avere ragione di esistere. Mentre ora parrebbero esserci le condizioni per rinnovare questa cooperazione con la creazione di un rapporto siergico che puo' (e sta dando) ottimi risultati concreti per il progresso della fruibilità del patrimonio numismatico pubblico.

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Più che uno spostare i messaggi da quella discussione a questa, io proporrei una duplicazione dei medesimi, in quanto alcuni di essi rispondono anche ad alcuni quesiti del documento programmatico.

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Sono molto d'accordo con quello che scrive Numa Numa e vorrei provare a dire la mia da Archeologo Fallito.

Credo che la rabbia di @@Vincenzo colpisca però una delle poche cose buone che può vantare questo paese... il volontariato.

So benissimo come ci si sente a pulire per anni i "cocci" del professore di turno senza una prospettiva per il futuro. Ma con chi ce la vogliamo prendere? con i volontari? questo mi sembra veramente un paradosso...

Tu scrivi in un altro topic che sei pronto a rivolgerti verso le sedi opportune per denunciare "CONCORRENZA SLEALE", ma stiamo scherzando?

E' come se l'ordine dei Medici denunciasse la "Croce Rossa".

"Essere volontario o volontaria significa mettere il proprio tempo e le proprie energie al servizio degli altri, senza alcuna costrizione e senza desiderare nulla in cambio. Per alcuni, fare volontariato è una scelta di vita, per altri una vocazione, per altri ancora un modo per dare qualcosa, non solo agli altri, ma soprattutto a se stessi."

Ogni organizzazione seria di volontariato ha poi dei "professionisti" che coordinano, ma il volontariato è fondamentale e per quel che mi riguarda non si tocca, altro che concorrenza sleale.

Senza polemica, da archeologo fallito che oggi fa l'informatico e non certo per colpa dei volontari.

Riprendo da altro post e ribadisco il mio pensiero, essendo stato solo citato.

Se il lavoro del volontario impedisce una crescita professionale(e curricolare) o un'opportunità lavorativa a un professionista, esso è deleterio.

E dato che il volontariato, in questo caso specifico(cioè quello citato da numanuma in altra discussione), presuppone, per un medesimo compito, un non pagamento, a fronte di un compenso previsto per un professionista, è concorrenza sleale.

Che poi trattasi di guerra fra poveri, è un altro discorso, ma sempre di conflitto trattasi.

Inoltre, non è possibile chiedere un'apertura al volontariato, stando in posizione "forte", cioè svolgendo altra attività e prendendo da essa compenso o occupando posizioni già strutturate(in ambito universitario e di soprintendenza) con lauto stipendio fisso.

Cosa pensa della possibile apertura al volontariato andrebbe chiesta a chi è in posizione "debole", cioè a coloro che non appartengono alle sfere su citate, ma che devono lottare ogni giorno per la sopravvivenza e a cui il volontariato stesso farebbe concorrenza.

Le soluzioni? Sono state prospettate. Anche per problemi specifici(vedi catalogazione medaglieri o altro materiale archeologico).

Il mio discorso ti sembra un paradosso?

Sei liberissimo di credere ciò. Il mio pensiero è molto differente e collima con quello della maggior parte delle Associazioni di Categoria, che, da archeologo ben saprai, si battono da anni per il Riconoscimento Professionale, il Giusto Compenso e contro l'Abuso, da parte delle Istituzioni, del Volontariato in sostituzione dell'assunzione dei professionisti.

Senza alcuna polemica, ma è evidente che viviamo su due "pianeti archeologici" completamente diversi...forse il mio è un pò più affollato.

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Probabilmente si, siamo su due "pianeti archeologici" diversi, il mio persegue e lotta magari per le tue stesse cause ma se la prende con un un sistema paese che non investe in ricerca, che non crede nella cultura e che non assume per merito.

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Probabilmente si, siamo su due "pianeti archeologici" diversi, il mio persegue e lotta magari per le tue stesse cause ma se la prende con un un sistema paese che non investe in ricerca, che non crede nella cultura e che non assume per merito.

Che il problema sia un sistema non funzionante, è palese.

Che la soluzione da te prospettata sia quella giusta, su questo, evidentemente, siamo in disaccordo.

Che si debba lottare su più fronti(è già stato discusso non in thread, ma dal vivo) è altrettando intuibile.

Comunque, Reficul, devi concedermi l'Onore dell'Ospitalità.

Nel senso che, ben comprenderai, che la mia posizione(giovane professionista non strutturato) all'interno del Forum è fortemente minoritaria. Forse riconducibile a due soli utenti che hanno palesato un totale accordo di intenti.

Quindi è molto probabile che il tuo discorso riceva, qui, ampi consensi.

Per tal ragione, essendo colleghi, ti invito a palesare quando da te sostenuto sul volontariato presso le Associazioni su menzionate o presso gli Atenei Italiani(studenti, laureati, non certamente baroni), per tastare il polso del pensiero diffuso.

Il "consenso" che otteresti, sarebbe sicuramente differente....e probabilmente, io, al contrario, otterei maggioranza bulgara.

Spero che tu voglia accogliere il mio invito e cordialmente ti saluto.

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Nei decenni in cui mi sono occupato di Numismatica ho avuto modo di conoscere persone del MIBAC, docenti universitari, collezionisti, studiosi italiani e stranieri, carabinieri del Nucleo dei Beni Culturali, giudici e avvocati che si sono interessati a questa materia, giovani laureati non strutturati. Ho conosciuto anche Vincenzo in quel di Vicenza... Ho parlato con loro, conosco le loro idee, conosco i punti di contrasto... Come in tutte le cose umane tutti hanno le loro ragioni e tutti hanno i loro torti.

Si può conciliare tutti gli interessi in gioco? Credo di sì, se ci sarà buona volontà, comprensione del pensiero e delle ragioni altrui e, soprattutto, se ci sarà dialogo fra le parti. Solo parlandoci potremo raggiungere una buona collaborazione tra pubblico e privato. E tutto questo per la comune passione che è la Numismatica.

Arka

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Non cerco il consenso, esprimo solo il mio punto di vista e rispetto il tuo, anche non condividendo la posizione nei confronti del volontariato e delle collaborazioni pubblico/privato.

Arka sono convinto che il dialogo, la partecipazione e le collaborazioni siano gli unici strumenti per uscire da questo periodo buio della nostra storia.

Il problema è l'obiettivo, qual'è?

perché se si pone come obiettivo primario la tutela e la conservazione del nostro patrimonio artistico culturale allora non si può non essere contenti di piccole iniziative come quella del Medagliere o altre di portata e efficacia molto più grandi, come quella del "Herculaneum Conservation Project", tanto per fare un esempio.

Ferrara_Ercolano.pdf

Se invece l'obiettivo è la tutela di una professione allora forse questo non è il luogo adatto.

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Se invece l'obiettivo è la tutela di una professione allora forse questo non è il luogo adatto.

..e neanche il modo.....

Modificato da numizmo
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Non cerchi consensi, ma gli avrai...ho solo giustificato il motivo.

Tu, Reficul, parli di obiettivo.

Bene! Se per te il raggiungimento dell'obiettivo è il solo interesse e si coniuga con il fatto che il "fine giustifichi ogni mezzo" è un tuo machiavellico pensiero.

Io parto da un presupposto molto differente e cioè che il mezzo conta quanto il fine e che bisogna programmare il tutto in maniera consona.

Se per te sacrificare sull'"altare dell'obiettivo", migliaia di giovani laureati professionisti, possa essere una soluzione, allora i pianeti "archeologici" su cui viviamo sono anche posti in galassie diverse.

Quanto al "mio punto di vista", devo riaffermare, che esso è tale nella misura in cui lo riporto, ma non nella dimensione che l'ha prodotto.

Meglio disilludersi dall'idea che sia frutto di una sola mente e, quindi, pensiero singolo.

Chi conosce la situazione, sa benissimo che così non è.

Quest'ultima frase, unito al "modo" di Numizmo, non l'ho capita nella sua interezza e, quindi, cortesemente, chiedo lumi:

"Se invece l'obiettivo è la tutela di una professione allora forse questo non è il luogo adatto."

Cioè si vuole che si discuta dei rapporti volontari/professionisti/istituzioni in ambito archeologico-numismatico o non si vuole che lo si faccia? Si intende valutarne tutte le componenti, comprese quelle professionali, che in quanto tali svolgono il proprio lavoro di tutela verso ciò che viene reputato un attacco alla loro professione? O no?

Basta rispondere in maniera coincisa con un semplice si o no.

Modificato da Vincenzo
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Molto semplicemente espongo le mie idee in merito.

Penso che la disponibilità dei privati a fare volontariato presso Musei e luoghi Istituzionali è importante, vista la scarsità delle risorse economiche che lo Stato riversa ai Beni Culturali, ed aiuterebbe sicuramente l'obbiettivo di arrivare in tempi celeri ad una catalogazione completa del Patrimonio Numismatico, penso che questo sarebbe sicuramente apprezzato da tutte le categorie interessate e secondo me dovrebbe essere pensiero comune e legante tra le categorie stesse.

Concordo però con Vincenzo e Mirko che questa disponibilità non dovrebbe andare a discapito dei tanti "Precari" che purtroppo abbiamo in Italia, specialmente nel loro campo e, come auspica Arka, si potrebbe arrivare ad un accordo o compromesso, chiamatelo come più vi piace, proponendo ed usando la forza volontaria in Medaglieri e Musei solo qualora non vi fossero assunzioni in sospeso o canditati possibili tra i precari residenti in zona.

Ma si potrebbe anche prevedere, ad esempio, come mi sembra qualcuno ha già scritto nell'altra discussione, che ad ogni tot di volontari si unisca la supervisione ed il coordinamento da parte di un professionista ancora non inquadrato, magari a costi contenuti, questo favorirebbe così carriera e curriculum, dando anche la possibilità agli stessi di dimostrare la propria valenza nella materia.

Credo che arrivando ad un equilibrio, sul genere, ho fatto solo degli esempi, si regolarizzerebbero sia la disponibilità privata che gli interessi dei Professionisti non inquadrati per arrivare a quello che dovrebbe essere l'obbiettivo primario per tutti coloro che si interessano di Numismatica: La Catalogazione completa del Patrimonio Numismatico Statale, chiaramente lo stesso discorso si potrebbe estendere in tutti i campi compresi nella Tutela dei Beni Culturali.

Giò

Modificato da giovanna
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Un piccolo chiarimento, io non sacrifico nessuno, ne tantomeno accuso te di sacrificare il "patrimonio artistico culturale italiano" per garantire il tuo stipendio. Ci mancherebbe, personalmente considero tutti gli archeologi e studiosi italiani in generale dei veri e propri eroi del nostro tempo.

Ma mi chiedo se è mai possibile scagliarsi contro i volontari / iniziative private virtuose quando il problema è molto più complesso e chiaramente di altra natura.

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"Un piccolo chiarimento, io non sacrifico nessuno, ne tantomeno accuso te di sacrificare il "patrimonio artistico culturale italiano" per garantire il tuo stipendio. Ci mancherebbe, personalmente considero tutti gli archeologi e studiosi italiani in generale dei veri e propri eroi del nostro tempo."

Sarebbe in effetti paradossale la tua accusa, soprattutto rivolta a un generico me, che ha speso soldi, tempo e salute per la salvaguardia del "patrimonio artistico culturale italiano".

Noto che insisti sul "fattore economico-stipendio", che intuisco dalle tue parole(ma posso sbagliarmi)essere secondario rispetto al problema "obiettivo".

Forse la tua posizione è quella da Archeologo "Fallito"(usando la tua espressione, non mi permetterei mai) che ha trovato per sua scelta e fortuna un'altra strada(intuisco o sbaglio?).

La mia, invece, è quella di chi intende persistere nel voler fare una professione, reputata fondamentale e nella convinzione che questo Paese non debba essere necessariamente come si prospetta ora, soprattutto in ambito culturale.

Se, poi, il tuo vuole essere un consiglio verso i giovanissimi, di non intraprendere la strade, che sia io che te abbiamo fatto, ripiegando su altro e poi, seguitare la propria passione, da volontari, il discorso è diverso. Lo capico. Ma non lo condivido. E comunque per tanti sarebbe troppo tardi.

Uscendo, pur tuttavia, da una logica strettamente pecuniaria, dovuta alla cronica mancanza di fondi ed entrando nel merito di soluzioni alternative al volontariato per la schedatura dei Medaglieri, qualche risposta potrai leggerla nel mio post 125 della discussione "Documento Programmatico".

I soldi sono importanti, ma sono possibili anche altre azioni. Se c'è precisa volonta.

"Ma mi chiedo se è mai possibile scagliarsi contro i volontari / iniziative private virtuose quando il problema è molto più complesso e chiaramente di altra natura."

Rispondo infine a questa tua ultima notazione, come ho già fatto qualche post fa.

Che la "guerra" volontari/giovani non struttura sia tra poveri è indubbio. Che il piatto piange è ancora evidente(mentre pochi si ingozzano).

Il problema è:

Rimanendo un misero chiccho di grano(opportunità di compenso, ma anche sviluppo curriculare), esso a chi debba andare?

Per te, ai volontari.

Per me, ai professionisti.

Ho sintetizzato. Appuntami se ho errato in qualche passaggio.

Modificato da Vincenzo
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Dico la mia anche in questa discussione, più consona all'argomento in cui si era avviata l'altra.

Ripeterò sostanzialmente ciò che ho già detto ma repetita iuvant no?

Sarà che sono cresciuto archeologicamente in un ambiente di volontariato, sarà che il mio carattere diplomatico mi porta sempre a fare ed essere un paciere in tutto e per tutto, saranno tante cose ad avermi strutturato in testa il pensiero che ho oggi riguardo a questo argomento.

Sono oramai sei anni che sono nell'ambiente, una cifra infima in confronto a tanti altri ma abbastanza da potermi giostrare nell'ambiente. Sono esattamente sei anni che prima i professori, poi i colleghi, non fanno altro che deprimerci, avvilirci, ci dicono la verità, per carità, ma se c'è una cosa che ho imparato nella vita è che il bello dei sogni è quello di essere irraggiungibili, più sono lontani più aumenta l'impegno per arrivare in fondo...io a chi mi chiede consiglio dico: "guarda, la situazione è quella che è, ma se hai veramente voglia e volontà entra pure a far parte di questo grande gruppo e vedrai che qualcosa accadrà". Mai mi sognerei di sconsigliare a priori, mai e poi mai.

Passa il tempo, ti laurei, inizi ad entrare nel giro, sì ok, io sono un "piagnucolone" :D come dice numizmo nell'altra discussione, non sto fermo, chi mi conosce sa che stare fermo mi innervosisce, altri magari lo sono di meno e sentono ancora di più le "mancanze", ma vivi sostanzialmente in pace, perché ancora non sei pronto ad affrontare la vera professione, hai tanto da imparare...e quando inizi, quando ti strutturi il pensiero, cosa accade in TV, al TG ti fanno passare l'archeologia come il primo passatempo post lavoro che tutti possono fare e capire. Ragazzi io non ho la scienza infusa, quello che so lo so perché nemmeno ho studiato ma perché ho vissuto sul campo, ho imparato, appreso come una spugna ed è solo grazie alle persone che avevo intorno che posso seguire, adesso, anche il mio gruppetto di persone durante un lavoro.

Arrivo al dunque, chi sono queste persone. Uno è un archeologo, il mio mentore, la persona che non smetterò mai di ringraziare...un mostro di stratigrafia, altri sono amici professionisti nel settore da tempo, archeologi anch'essi e infine, un paio di volontari, dei mostri sacri nei loro interessi, gente che da 40 anni gioca con la ceramica e ne sa più di me e altre centinaia di persone, hanno studiato? No! Hanno vissuto, sì!

La colpa non è di coloro che amano la mia professione che anzi, amo che la gente ami la mia professione, la colpa è del posto nel quale viviamo, e mi fermo qua, parlare di politiche mi annoia.

La vera speranza è che fra di noi piccoli e grandi professionisti ci si aiuti, che ognuno si mantenga sulle spalle dell'altro, si faccia "catenaccio" contro chi tenta di "ucciderci" (e non parlo dei volontari). La speranza è che si parta alla radice del problema, si sensibilizzino le università, si ricreino posti di lavoro e a quel punto sarà tutto più facile, ci sarà il professionista e l'apporto preziosissimo del volontario che come tale si diletta ad aiutare e nel contempo, perché no, studiare anche lui.

La soluzione del problema non è aprire le porte ai volontari a cariche, per quanto onorarie, per professionisti, questi messaggi ci uccidono moralmente; questo messaggio mi fa pensare che un giorno potrei trovarmi "guidato" da una persona che sì ha studiato e che probabilmente sarebbe anche più brava di altri e che senz'altro rispetterei come un Maestro ma che ha tolto una speranza a uno che invece c'è nato e ha donato la sua vita a quella disciplina in tutti i suoi aspetti (penso, per esempio, al mio mentore; che si parli di scavi o che si parli di catalogazioni).

Se per la salvaguardia del nostro patrimonio siamo "costretti" (ma siamo sicuri? Ripeto, perché non ho mai visto un avviso nelle bacheche universitarie?) a contattare volontari, sono d'accordo, facciano loro il lavoro, ma se per disgrazia un avventuriero o un piagnucolone (sempre in stile numizmo) si presenta alla porta, ove vi fosse la possibilità, diamogli speranza, diamogli quei pranzi pagati per coordinare un gruppo di lavoro misto fra volontari e non.

Scusate la prolissità...capisco quanto l'argomento possa essere noioso ma è bene sapere che c'è un mondo di "eroi", come li chiama reficul, che ogni giorno lotta...e siamo in tanti, contro un sistema che ci vuole sostanzialmente morti e sepolti (poi forse ci faranno scavare da qualcuno, chissà)...se non si punta sui giovani, piccoli professionisti, vivremo l'ennesima generazione di archeologi devastata (che già una l'hanno quasi soppressa).

Mirko

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Mirko sottoscrivo in toto il tuo pensiero, la mia fortuna è stata quella di avere due passioni e una sono riuscito a portarla avanti.

E' veramente triste arrivare a vedere dei volontari come "rivali", come persone che tolgono il lavoro a chi a dedicato una vita alla professione.

Vorrei suggerire una piccola riflessione, in questo paese il problema non è la mancanza di opportunità lavorative, non prendiamoci in giro, in Italia chi fa la nostra professione potrebbe avere più lavoro di un'agenzia di pompe funebri.

Solo nella mia zona ci sono decine e decine di insediamenti abitativi mai indagati, nessuno studio, musei con scatoloni che hanno fatto "la patina" (tanto per rimanere in tema), senza personale, scavi abbandonati alle intemperie e ai tombaroli...

Qua il problema è di VISIONE, di progettualità, di obiettivi... fino a quando saranno altre le priorità allora questa triste guerra tra poveri "virtuosi ed eroi" sarà protagonista dell'ennesima brutta pagina di questo paese.
Ci sono immensi campi di grano caro Vincenzo.
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Vorrei suggerire una piccola riflessione, in questo paese il problema non è la mancanza di opportunità lavorative, non prendiamoci in giro, in Italia chi fa la nostra professione potrebbe avere più lavoro di un'agenzia di pompe funebri.

E' tristemente vero...

Solo nella mia zona ci sono decine e decine di insediamenti abitativi mai indagati, nessuno studio, musei con scatoloni che hanno fatto "la patina" (tanto per rimanere in tema), senza personale, scavi abbandonati alle intemperie e ai tombaroli...

E' tristemente vero...così come in tutta Italia...

Qua il problema è di VISIONE, di progettualità, di obiettivi... fino a quando saranno altre le priorità allora questa triste guerra tra poveri "virtuosi ed eroi" sarà protagonista dell'ennesima brutta pagina di questo paese.
E' tutto infinitamente e tristemente vero.
Aggiungo anche io una riflessione, mia personalissima.
Durante il mio percorso iniziale sentivo amici, futuri colleghi, che parlavano dell'estero come una grande opportunità, non che stiano meglio di noi, ma la stragrande maggioranza, almeno fra quelli che conosco io, è là, non dico realizzata, ma quasi.
Mi dicevano..."l'unico neo è lasciare tutto...poi è una pacchia"...e io pensavo "lo farò anche io...non ho problemi".
Poi diventi grande, maturi il tuo pensiero e ti accorgi che l'unica cosa che ti rende patriottico è l'amore per il passato del luogo nel quale sei nato, sì, è vero, dovunque c'è qualcosa, ma l'Italia è una poesia incisa nella crosta terrestre, non scherziamo...e non ti resta altro che lottare per il tuo Paese, a modo tuo, sperando di poter far cambiare, nel tuo piccolo, qualcosa.
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Riprendo da altro post e ribadisco il mio pensiero, essendo stato solo citato.

Se il lavoro del volontario impedisce una crescita professionale(e curricolare) o un'opportunità lavorativa a un professionista, esso è deleterio.

E dato che il volontariato, in questo caso specifico(cioè quello citato da numanuma in altra discussione), presuppone, per un medesimo compito, un non pagamento, a fronte di un compenso previsto per un professionista, è concorrenza sleale.

Che poi trattasi di guerra fra poveri, è un altro discorso, ma sempre di conflitto trattasi.

Inoltre, non è possibile chiedere un'apertura al volontariato, stando in posizione "forte", cioè svolgendo altra attività e prendendo da essa compenso o occupando posizioni già strutturate(in ambito universitario e di soprintendenza) con lauto stipendio fisso.

Cosa pensa della possibile apertura al volontariato andrebbe chiesta a chi è in posizione "debole", cioè a coloro che non appartengono alle sfere su citate, ma che devono lottare ogni giorno per la sopravvivenza e a cui il volontariato stesso farebbe concorrenza.

Le soluzioni? Sono state prospettate. Anche per problemi specifici(vedi catalogazione medaglieri o altro materiale archeologico).

Il mio discorso ti sembra un paradosso?

Sei liberissimo di credere ciò. Il mio pensiero è molto differente e collima con quello della maggior parte delle Associazioni di Categoria, che, da archeologo ben saprai, si battono da anni per il Riconoscimento Professionale, il Giusto Compenso e contro l'Abuso, da parte delle Istituzioni, del Volontariato in sostituzione dell'assunzione dei professionisti.

Senza alcuna polemica, ma è evidente che viviamo su due "pianeti archeologici" completamente diversi...forse il mio è un pò più affollato.

Dici: Se il lavoro del volontario impedisce una crescita professionale(e curricolare) o un'opportunità lavorativa a un professionista, esso è deleterio

Non ti balena per la testa che qualcuno di quei volontari sia professionista non pagato!? Così gira l'italia nel 2013... se oggi vuoi costruirti il curriculum (sempre ammesso che serva davvero a qualcosa...) lavori per 10 anni gratis e tutti felici e contenti, altrimenti passi ad altro.

Così gira l'italia del 2013! prendere o lasciare. Pensa che c'è chi studia e lavora (considerato che in questo mondo il lavoro corrisponde anche a studio - cosa che non avviene in tutti mestieri) su più fronti, affini ma comunque diversi, senza percepire nulla...

Cominciamo a pensare ai tanti candidati a consigliere regionale (se non addirittura a presidente di regione), ai tanti deputati e senatori che senza un diploma di maturità percepiscono mensilmente quanto io mi accontenterei di prendere in un anno... Come potete pensare che possano valorizzare la cultura e i "titoli" conseguiti con sacrifici di testa e di portafoglio se troppi di loro non sono andati oltre un centrostudi!? La prossima volta che votate pensateci! Se l'italia gira in questo modo la colpa è in primo luogo di chi offre il proprio consenso a certa gente.

Modificato da BiondoFlavio82
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Vincenzo, mi sembra di capire, afferma che il volontariato non deve essere un soluzione per ridurre le assunzioni e non deve impedire la formazione di curricula a favore dei giovani professionisti.

In Italia le cose temporanee hanno la spiacevole tendenza a divenire definitive.

Polemarco

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Quest'ultima frase, unito al "modo" di Numizmo, non l'ho capita nella sua interezza e, quindi, cortesemente, chiedo lumi:

"Se invece l'obiettivo è la tutela di una professione allora forse questo non è il luogo adatto."

Per quantomi riguarda, il mio riferimento al " modo" è da intendersi relativo alla contrapposizione che si legge nei tuoi scritti, tra chi dovrebbe " istituzionalmente" avere l'incarico di occuparsi di certe incombenze e chi ne viene incaricato a titolo gratuito perché si propone per fare....

Come ho detto sopra a Mirko, non credo che i vari monetieri rifiuterebbero l'opera dei " cadetti" soprattutto se offerta a titolo gratuito, solo con l'intento di "fare" e fare bene , per mero ritorno culturale...così come le collaborazioni vengono accettate se presentate dai privati, altresì ,penso, sarebbero accettate altrettanto bene se provenienti dallo stesso ambito accademico...

Se questo non avviene, come non sta avvenendo, allora , come ho già detto, o c'0è un problema di comunicazione tra le parti...oppure i termini in cui si offre la disponibilità a certi lavori è diversa tra cadetti e privati, oppure, chi sceglie a chi assegnare certe incombenze, si trova meglio con il volontariato privato..e su questo potrei anche essere d'accordo, perché quando si tratta di "mettere mano" a monetieri non repertoriati, più che un'approfondita conoscenza accademica dell'emissione, serve la capacità di riconoscere al volo o quasi, chi,cosa,come e dove..e in questo, a causa della scarsa contiguità con la parte materiale della numismatica che caratterizza i percorsi di studio italiani, è molto più proficua una lunga esperienza che un titolo...

resta il fatto che siccome non siamo due blocchi contrapposti ma ognuno a suo modo tendiamo allo stesso obiettivo, qualunque commento o dialettica che cerchi di acuire le frizioni tra le due parti ( il "modo" citato) è decisamente fuori luogo e deleteria..

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Càspita non mi aspettavo tanto interesse .. o il tema è veramente sentito oppure.. oggi era brutto tempo in gran parte d'Italia :)

In realtà si comprende che questo tema sia molto sentito e anche delicato.

Non posso non comprendere il "grido di dolore" che si leva da chi, professionalmente e accademicamente , si trova oggi nell'impossibilità o meglio nella scarsa probabilità di poter esercitare come si deve la professione per la quale ha studiato e dedicato tempo e sogni e che , comprensibilmente vede nel "volontariato culturale" un concorrente, un crowding out pubblico che potenzialmente possa spiazzarlo o ridurne le opportunità.

Allo stesso tempo condivido quanto sostenuto da Reficul che il volontariato non puo' (anzi non deve) essere fermato o limitato.

Forse pero' c'è la possibilità che entrambi le realtà convivano fianco a fianco senza necessariamente essere di ostacolo l'una all'altra.

Partiamo dal presupposto che non siano state le istituzioni a cercare volontari ma che essi si siano spontaneamente presentati presso tali istituzioni, ben consci dell'immane lavoro da fare e dell'impossibilità per il Pubblico di provvederne da solo.

Ecco percheé non necessariamente vi debbono essere annunci in bacheche universitarie, bensi accordi bilaterali in cui si delimitano molto precisamente gli ambiti della collaborazione (a titolo gratuito).

Queste collaborazioni dovevano essere offerte in primis agli operatori già formati e strutturati ? Si ma forse si è voluta cogliere queste poche, insperate, occasioni e cio' non toglie comunque che in un prossimo futuro non si possano offrire anche a chi è del settore ma non riesce a trovare sbocco operativo concreto , magari usufruendo , invece del salario, di quelle prerogative elencate da Vincenzo che in qualche modo compensavano il lavoro prestato.

Questo è possibile ma occorre un'attenta opera di convincimento e negoziazione con i funzionari pubblici mettendo da parte particolarismi, gelosie, distinguo, invidie etc. ..cosa che non darei certo per scontata).

Pero' se fosse possibile si innescherebbe un circolo virtuoso che beneficerebbe tutti gli attori del comparto:

a) il funzionario pubblico (direttore museo) vedrebbe finalmente realizzarsi la catalogazione di fondi fermi da decenni e piu' con indubbio prestigio, presso le proprie istituzioni nel rendere fruibile un materiale fermo da tempo e per il quale, oggi in special modo, diverrebbe sempre piu' criticato soprattutto se confrontato con i suoi colleghi d'Oltralpe che si sono mossi ben prima e meglio grazie alle moderne tecnologie informatiche che sveltiscono e semplificano di molto il lavoro

b) l'operatore strutturato benché non percepisca stipendio o compenso, puo' prestare la propria opera e magari accumulare "crediti" o punteggi per eventuali concorsi nel suo percorso di carriera (naturalmente è questa la parte da negoziare e riconosco che sia tutt'altro che facile - ma quale alternativa vi sarebbe se non l'inedia attuale ?)

c) il volontario infine è felice perché puo' prestare una mano a realizzare il sogno che molti di noi numsiamtici abbiamo nel cassetto: vedere catalogati, e quindi fruibili da un punto di vista di studio, i tesori che giacciono magari da 80-90 anni presso i musei che non hanno avuto e non hanno tuttora le risorse per occuparsene e pubblicare quanto da loro detenuto. Partecipare attivamente a questo obiettivo, per chi ci crede, [ una grandissima soddisfazione che si ha persegue senza chiedere compensi, al massimo legando il proprio nome al perseguimento di quest-opera

Sogno ? si pero' senza sogni nella storia di progressi se ne sarebbero fatti ben pochi..

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Non farebbe una piega, in teoria.

Come ha detto Reficul, però, bisognerebbe agire alla base, bisognerebbe riassettare un po' il pensiero riguardo alla cultura in Italia...siamo allo sbando.

Agendo alla base si innescherebbe questo tuo, nostro, sogno...lavoro per chi ha prestato la sua vita alla causa e divertimento, tanto tanto divertimento per i volontari (ancora di più perché seguibili da più persone).

Ricordo che il discorso, nell'altra discussione, è nato perché con quel documento, scritto a quella maniera, si auspicava la possibile entrata di volontari in una carica che dovrebbe essere nostra prerogativa, ma non perché noi siamo brutti e cattivi e vogliamo tutto per noi, ma perché come ogni qualsiasi altra professione ha dei canali chiusi e non. Aprire quelle porte sarebbe uccidere una categoria che già fatica ad esistere.

Per il resto, ripeto, credo anche io in questo rapporto benefico, purché non valichi, in ogni caso, l'opportunità di un altro del settore.

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Awards

Vincenzo, mi sembra di capire, afferma che il volontariato non deve essere un soluzione per ridurre le assunzioni e non deve impedire la formazione di curricula a favore dei giovani professionisti.

In Italia le cose temporanee hanno la spiacevole tendenza a divenire definitive.

Polemarco

Infatti non lo impedisce: molti volontari sono giovani professionisti non pagati o remunerati delle sole spese. Il "grido di dolore" (come qualcuno lo ha chiamato) è più che altro di chi, non volendo (anche giustamente) lavorare gratis, dice "Io gratis non lo voglio fare!". In questa italia per uno che lascia cento sono pronti a prendere, e non è detto che quei 100 siano meno referenziati, meno preparati e meno titolati del primo che ha lasciato. Non so se sono riuscito a farmi intendere.

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Infatti non lo impedisce: molti volontari sono giovani professionisti non pagati o remunerati delle sole spese. Il "grido di dolore" (come qualcuno lo ha chiamato) è più che altro di chi, non volendo (anche giustamente) lavorare gratis, dice "Io gratis non lo voglio fare!". In questa italia per uno che lascia cento sono pronti a prendere, e non è detto che quei 100 siano meno referenziati, meno preparati e meno titolati del primo che ha lasciato. Non so se sono riuscito a farmi intendere.

questo mi sembra un po' poco generoso verso chi si è preparato e, se bravo, potrebbe aspirare a gestire una parte di cultura pubblica ma poi , per i noti problemi che sappiamo tutti - e che in realtà sono risibili in un Paese che dovrebbe se non vivere di cultura - visto i beni che - almeno dedicargli una parte cospicua del proprio bilancio - non riesce a dare uno sbocco professionale decente a tanti giovani in gamba che purtroppo si trovano spesso costretti ad abbandonare le proprie scelte per altre strade piu' economicamente sicure, oppure a lavori nel proprio ambito di ripiego e precari, oppure ancora ad alimentare una corrente di emigrazione intellettuale che gli permette di realizzarsi professionalmente al prezzo di cercare fortuna all'estero.

Chiaro che non per tutti (per fortuna ) è cosi ma altrettanto chiaro che un bel numero (e purtroppo crescente) di giovani con formazione ortodossa in discipline classiche (non mi piace il termine "strutturati") si sta trovando in queste condizioni e capisco il loro grido di dolore e le loro giustissime rivendicazioni.

Che poi si possa anzi si debba fare di piu' (e non solo dal lato dell istituzioni) anche questo è sacrosanto.

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Càspita non mi aspettavo tanto interesse ...

Io invece ci contavo ;)

Perché qui stiamo andando al cuore del problema, stiamo parlando non solo dei problemi di una categoria professionale, ma del futuro del nostro Paese...

Vorrei mettere in evidenza anche un altro aspetto: l'urgenza della tutela. Colui che molti qui considerano un maestro, e che è stato un precursore in questo campo (e finalmente gliene danno atto, anche in pubblico consesso!) ha sempre detto che la priorità è la pubblicazione, perché solo ciò che è stato pubblicato può essere oggetto di tutela (e di valorizzazione, aggiungerei io).

Possibile che nelle sterminate praterie del nostro patrimonio culturale non ci sia spazio per tutti? Io credo che sia nostro dovere di cittadini pretendere, da qualunque governo esca dalle prossime elezioni, che la cultura torni ad essere una priorità di questo paese, che si trovino i fondi per i giovani professionisti dei beni culturali, che questi siano chiamati a coordinare gruppi di volonterosi (volontari privati, studenti, altri giovani professionisti meno "curriculati", poco importa) i quali abbiamo come unico obiettivo quello di far emergere, in modo rapido e completo, tutto ciò che nel nostro patrimonio culturale (e non mi riferisco solo ai beni numismatici) rimane sconosciuto, non inventariato, non catalogato e quindi non tutelabile e non valorizzabile.

Siamo in un momento critico: questa è l'ultima opportunità che ci rimane per reagire al declino, utilizzando l'unica risorsa che abbiamo e che rende questo paese unico al mondo, e utilizzandola ora. L'alternativa è far finta di credere tutti quanti a quelli che dicono che bisogna rassegnarsi a far concorrenza ai cinesi sul costo del lavoro, e continuare, noialtri che abbiamo coscienza della nostra storia, a litigarci una crosta di pane.

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