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Littore Anno V - 1927


Risposte migliori

Ahhhh, i soldi che fanno fare. Complimenti renato :good:

..purtroppo non rientro nella categoria di quelli che hanno i soldi! :unknw: ...per poter prendere questa, ho sacrificato il 100 lire 1912 "aratrice"...mi dispiace un pò, ma quel pezzo sul mercato si trova sempre, in tutte le qualità che si vuole, è solo questione di soldi, un esemplare come questo, appare una volta ogni enne anni....quindi....

Il Gigante cita testualmente: "Il pezzi del 20 lire datato 1927/V, anche se rarissimo, appare spesso nelle vendite, il che fa pensare che gli esemplari coniati siano più dei 100 di cui parla il Lanfranco"

che significa? esistono verbali o movimenti di metallo in proposito?

sulla base di quali prove oggettive si afferma una cosa del genere?

Elledì....aiuto!!!!

Renato

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Guest fabrizio.gla

che significa? esistono verbali o movimenti di metallo in proposito?

C'è il capitolo dedicato a questa moneta nel libro "indagine sulla numismatica".

Esaminando il carteggio, ed incrociando i pareri espressi da altri studiosi, (come quello del D'Incerti riportato a pag. 422) non si può non essere dubbiosi in merito alla nascita di questa moneta.

Verbali e carteggio latitano, sono incompleti e complice anche il tempo trascorso rende il tutto meno chiaro.

Una cosa è assolutamente certa: in zecca ci sono stati movimenti che definire "strani" è un eufemismo.

Sicuramente e indubbiamente questa moneta oggetto della discussione è coeva ed è stata coniata nel 1927.

Ma rimane sempre un "prodotto" di una zecca che qualcosa di poco chiaro ha combinato... e di questo fatto la certezza ce l'abbiamo in modo lapalissiano dalle indagini effettuate dalla gdf (in merito a questa moneta ad esempio, non è mai stato definito il contingente esatto coniato, rimanendo su un vago ed immotivato quantitativo descritto come "centinaio di pezzi". Cosa se ci si pensa, assai strana per una zecca che deve invece registrare perfettamente ogni movimentazione di metallo. Perchè questo? Leggetevi il libro... ;)).

Ci sono molti dettagli che sollevano dubbi, e non per rompere le uova nel paniere dei commercianti, riporto sempre all'attenzione a titolo di esempio, il caso ormai famoso delle 20 lire impero con il contorno del II tipo. Anche se alcuni ancora si ostinano a dire che sono coeve (e che io sono "seguace" del predicatore), i dubbi se vogliamo essere trasparenti ci sono, e fino a prova contraria, non è ancora stato presentato nulla che dimostri come questi movimenti "strani" siano tutte cose campate per aria.

Lo stesso Tevere ha mosso dubbi... per cui, se si devono spendere soldi (e tanti) su una moneta dubbia, pensateci bene ;)

Fate vobis...

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..purtroppo non rientro nella categoria di quelli che hanno i soldi! :unknw: ...per poter prendere questa, ho sacrificato il 100 lire 1912 "aratrice"...mi dispiace un pò, ma quel pezzo sul mercato si trova sempre, in tutte le qualità che si vuole, è solo questione di soldi, un esemplare come questo, appare una volta ogni enne anni....quindi....

Renato

Caro @@renato,

non vorrei contraddirti, ma se avevi in passato una 100 lire del 1912 aratrice, vuol dire che non sei un disperato senza soldi, quindi per me ci rientri in quella categoria :blum:

Ci sono molti collezionisti (in primis io) che pur vendendo tutta la loro umile collezione non riusciranno mai a comprarla.

Scusami se mi permetto di parlare cosi, non voglio in nessun modo farti i conti in tasca e ne tanto meno farmi gli affari tuoi, la mia è solo sana invidia e stima nei tuoi confronti.

E' sempre un piacere vedere le tue monete :good:

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incredibili i dettagli sul collo ed intorno agli occhi, veramente molto bella!

In asta appaiono con maggior frequenza rispetto a monete coniate in esemplari maggiori, tipo le 100 lire 1937 o le 20 lire 1902 ma probabilmente perché determinate monete, almeno a parer mio, oltre al costo attuale, sono state tesaurizzate maggiormente rispetto a prove o simili, come le 20 lire 1927 V.

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Caro @@renato,

non vorrei contraddirti, ma se avevi in passato una 100 lire del 1912 aratrice, vuol dire che non sei un disperato senza soldi, quindi per me ci rientri in quella categoria :blum:

Ci sono molti collezionisti (in primis io) che pur vendendo tutta la loro umile collezione non riusciranno mai a comprarla.

Scusami se mi permetto di parlare cosi, non voglio in nessun modo farti i conti in tasca e ne tanto meno farmi gli affari tuoi, la mia è solo sana invidia e stima nei tuoi confronti.

E' sempre un piacere vedere le tue monete :good:

.... :blum: :blum: ...tranquillo nessun problema!!! sempre povero resto!!!

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C'è il capitolo dedicato a questa moneta nel libro "indagine sulla numismatica".

Esaminando il carteggio, ed incrociando i pareri espressi da altri studiosi, (come quello del D'Incerti riportato a pag. 422) non si può non essere dubbiosi in merito alla nascita di questa moneta.

Verbali e carteggio latitano, sono incompleti e complice anche il tempo trascorso rende il tutto meno chiaro.

Una cosa è assolutamente certa: in zecca ci sono stati movimenti che definire "strani" è un eufemismo.

Sicuramente e indubbiamente questa moneta oggetto della discussione è coeva ed è stata coniata nel 1927.

Ma rimane sempre un "prodotto" di una zecca che qualcosa di poco chiaro ha combinato... e di questo fatto la certezza ce l'abbiamo in modo lapalissiano dalle indagini effettuate dalla gdf (in merito a questa moneta ad esempio, non è mai stato definito il contingente esatto coniato, rimanendo su un vago ed immotivato quantitativo descritto come "centinaio di pezzi". Cosa se ci si pensa, assai strana per una zecca che deve invece registrare perfettamente ogni movimentazione di metallo. Perchè questo? Leggetevi il libro... ;)).

Ci sono molti dettagli che sollevano dubbi, e non per rompere le uova nel paniere dei commercianti, riporto sempre all'attenzione a titolo di esempio, il caso ormai famoso delle 20 lire impero con il contorno del II tipo. Anche se alcuni ancora si ostinano a dire che sono coeve (e che io sono "seguace" del predicatore), i dubbi se vogliamo essere trasparenti ci sono, e fino a prova contraria, non è ancora stato presentato nulla che dimostri come questi movimenti "strani" siano tutte cose campate per aria.

Lo stesso Tevere ha mosso dubbi... per cui, se si devono spendere soldi (e tanti) su una moneta dubbia, pensateci bene ;)

Fate vobis...

...si mi sono letto bene questa mattina le pagine relative a questa moneta (422 e in particolare la 423)...però dal conteggio riportato, nulla fa pensare che siamo più dei 100 pz dichiarati....visto che i pezzi da lire venti contabilizzati tra il 1927 e il 1929 sono in totale 9.541.250

e le tirature in totale dei tre valori emessi dal '27 al '28 per littori e cappelloni sono 9.541.150....mancano giusto quei cento pezzi dichiarati come emissione per il 1927 anno V...o no?!

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..purtroppo non rientro nella categoria di quelli che hanno i soldi! :unknw: ...per poter prendere questa, ho sacrificato il 100 lire 1912 "aratrice"...mi dispiace un pò, ma quel pezzo sul mercato si trova sempre, in tutte le qualità che si vuole, è solo questione di soldi, un esemplare come questo, appare una volta ogni enne anni....quindi....

Il Gigante cita testualmente: "Il pezzi del 20 lire datato 1927/V, anche se rarissimo, appare spesso nelle vendite, il che fa pensare che gli esemplari coniati siano più dei 100 di cui parla il Lanfranco"

che significa? esistono verbali o movimenti di metallo in proposito?

sulla base di quali prove oggettive si afferma una cosa del genere?

Elledì....aiuto!!!!

Renato

Se mi permetti, non avrei scambiato quei 32 1/4 grammi d'oro (con tutto il rispetto per l'opera del Boninsegna) per un '27 V. :)

Saluti,

N.

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Moneta veramente fantastica, sinceri complimenti; a pari possibilità avrei venduto anche io il 100 lire

Una cosa mi preme dire : NESSUNO di NOI, finche abbiamo la possibilità di comprare monete, siano da 20 euro o da 20 000 ;che sono tutt'altro che indispensabili è da considerarsi POVERO, quindi, percortesia , evitiamo di uscircene con esternazioni che sono un pugno in faccia a chi fatica a comprare Pane e Latte a fine mese

Senza polemica alcuna, e rinnovando i complimenti a Renato per questo straordinario esemplare saluto

Sergio

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Il 20 lire anno V e' un R3 ed e' presente in quasi tutte le aste italiane di livello. E' intuitivo condividere che i pezzi in circolazione possano eccedere la tiratura ufficiale. Personalmente non farei confronti con l'aquiletta del 1902 che e' R4 sia con l'ancoretta che senza e che vale quattro volte di più.

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Guest fabrizio.gla

...si mi sono letto bene questa mattina le pagine relative a questa moneta (422 e in particolare la 423)...però dal conteggio riportato, nulla fa pensare che siamo più dei 100 pz dichiarati....visto che i pezzi da lire venti contabilizzati tra il 1927 e il 1929 sono in totale 9.541.250

e le tirature in totale dei tre valori emessi dal '27 al '28 per littori e cappelloni sono 9.541.150....mancano giusto quei cento pezzi dichiarati come emissione per il 1927 anno V...o no?!

A pag 423, al terzo paragrafo, vien detto che nonostante a fronte di un conteggio esatto di cento pezzi, come risulta dal carteggio giunto fino a noi, è sempre stata diffusa l'idea che questi siano stati sempre più di 100 pezzi. Lo stesso D'incerti infatti parla di "circa 100 pezzi".

Il Lanfranco parla di "un centinaio di pezzi". Se sono cento... sono cento. Non un numero vago come.

Il D'Incerti infatti solleva qualche perplessità dai suoi scritti...

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Guest utente3487

Ciao.

Mi chiamate in causa...dico la mia...

La moneta è stata coniata probabilmente in qualche esemplare oltre quota 100, ma non più di tanti..riconi? Brutta domanda...forse no, forse si.

Di certo c'è che il Direttore della zecca del tempo fece qualche piccola scorrettezza per tesaurizzare queste monete e come sapete gli costò poi il posto quando la cosa venne fuori.

Spero che il nostro amico abbia avuto con la moneta una documentazione esauriente circa il passato della moneta. Da quel poco che ho visto mi pare di essere nel certo dicendo che è realmente del 1927. E se non ha tracce di circolazione è perchè fa parte del consistente gruzzolo accaparrato dal Lanfranco....e poi finito sul mercato.

Complimenti comunque..è un esemplare che secondo me è almeno R4.

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Il 20 lire anno V e' un R3 ed e' presente in quasi tutte le aste italiane di livello. E' intuitivo condividere che i pezzi in circolazione possano eccedere la tiratura ufficiale. Personalmente non farei confronti con l'aquiletta del 1902 che e' R4 sia con l'ancoretta che senza e che vale quattro volte di più.

Aquiletta del 1902 e, tanto per rimanere in tema, 100 lire 1937 hanno una tiratura maggiore...ma ne appaiono pochissime rispetto alle 20 lire 1927 V...sai darmi una valida spiegazione?

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..l'unica casa d'aste che continua a proporre sia il 20 lire 1902, il 20 lire 1927 anno V e il 100 lire 1937, in quasi tutte le sue edizioni è una sola....senza far nomi :blum:

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Aquiletta del 1902 e, tanto per rimanere in tema, 100 lire 1937 hanno una tiratura maggiore...ma ne appaiono pochissime rispetto alle 20 lire 1927 V...sai darmi una valida spiegazione?

Ciao Pierluigi

Non ho una spiegazione valida tout court. D'altronde anche il 50 lire di Vittorio Emanuele II vanta una tiratura analoga (103 esemplari), ma vale 25 volte il Littore anno V.....

E il 5 lire 1914 e' dato per battuto in 272.515 esemplari e vale ben di piu' della sua cugina del 1911 cinquantenario, che vanta una tiratura assai inferiore...

Credo sia la legge della domanda/offerta e, quindi, indirettamente, in fondo anche il numero di pezzi effettivamente sul mercato

M

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..purtroppo non rientro nella categoria di quelli che hanno i soldi! :unknw: ...per poter prendere questa, ho sacrificato il 100 lire 1912 "aratrice"...

... scusa Renato, con tutto il rispetto dovuto alle scelte difficili e alle preferenze personali (che non sono solo tue ma potrebbero essere della maggior parte dei collezionisti, forse), mi domando, con tutti i dubbi del caso ma anche, spero, con la necessaria obiettività di chi guarda la questione da una certa "distanza", se un bellissimo argento prodotto in 6.000.000 di esemplari (la "V" o "VI", piuttosto che '27 o '28 di fatto non cambiano nè migliorano la tipologia, nè tantomeno l'ossidazione, pur gradevole) e di cui tantissimi (forse quasi tutti i collezionisti del "regno") hanno un esemplare (della stessa tipologia), valga davvero il sacrificio di un bellissimo oro prodotto in meno di 5000 pezzi. Reperibilità, rarità e investimento a parte, ma solo da un punto di vista estetico, mi pare che davvero non esista il confronto.

So di essere fuori dal coro, come ho già scritto, ma lo sento veramente un come un tributo all'oggettività della questione (spesso travolta dalla legge della domanda/offerta, che segue criteri spesso irrazionali o, peggio, speculativi) e alla bellezza e rarità di questa tipologia (100 oro aratrice) ...

Chissà che scelta avrebbe fatto in un simile contesto lo stesso Vittorio Emanuele III ? :nea:

...e chissà che succederebbe se tutti quelli che hanno un 20 littore volessero fare cambio con la "donna che ara" ... :blum:

Un caro saluto.

L.

Modificato da ihuru3
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Sulla conservazione e rarita' della moneta appena acquistata da Renato non discuto e rivolgo i complimenti al nostro curatore.

Sul fatto di aver rinunciato a un 100 lire aratrice per mettere in collezione questo 20 lire ho delle perplessita'...

Si perde un 100 lire che fa tipologia a se per inserire un terzo littore quando si possiedono gia' altri esemplari di diverso millesimo di questo tipo

Non solo dal lato artistico ma anche da quello commerciale preferisco l' aureo inoltre nella mia collezione privilegio le monete emesse "ufficiali" anche se commemorative a quelle non emesse e/o alle prove & progetti

Modificato da piergi00
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Supporter

A mio avviso Renato ha fatto bene, perché questa moneta, che non è una prova e neanche un'emissione per numismatici, come risulta dai libri della Zecca, ha una patina molto gradevole, inoltre le monete di VEIII sono riproposte a tutte le aste in quantità elevata e basta avere disponibilità e si acquistano facilmente, anche il 100 Lire Aratrice.

Naturalmente rispetto anche chi la pensa diversamente, ma le monetazioni con nominali rarissimi o introvabili sono altre.

Saluti Marfir. ;)

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...io in questi anni, di littori anno V ne ho visti pochi, forse 5 pezzi in otto anni, tutti erano lavati e poco attraenti, al di la dell'esborso economico decisamente importante, non avevo mai preso in considerazione di mettere in collezione questo nominale, avevo tentato con la prova grezza di stampa presentata all'ultima nomisma, ma è volata troppo alta....quando su un tavolo del Circolo di Parma ho visto questo esemplare, io e l'amico Roberto, ci abbiamo lasciato gli occhi.....è insolita la conservazione, per la patina che ha e anche per il fatto che non ha un segno :blum: .... capisco che un oro come il 100 lire "aratrice" è decisamente bello! E' pure vero che trovare una bella "aratrice" non è cosa molto difficile....all'ultimo verona ne ho visti almeno tre esemplari degni di nota....è solo una questione di denaro....e si rimette in collezione in poco tempo!

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renato penso che hai messo in collezione un pezzo più unico che raro nel suo insieme...come dici te le aratrici si vedono sempre.

hai fatto bene.

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Awards

renato penso che hai messo in collezione un pezzo più unico che raro nel suo insieme...come dici te le aratrici si vedono sempre.

hai fatto bene.

... è proprio qui il nocciolo della questione e il mio "grande" cruccio ... può l' "unicità" (includendo in questo termine tutte, ma proprio tutte le componenti che ne determinano caratteristiche e valore, non ultimo il metallo stesso, che al tempo della coniazione già creava una discriminante abissale di valore, di fatto totalmente trascurata (o quasi) dai criteri di valutazione del collezionismo) basarsi sulla sola presenza o meno di una "asticina" ? ... può un elemento accidentale del tutto trascurabile (asticina, appunto), magari dovuto a una "distrazione" (effettiva o, peggio, voluta di proposito dal furbo di turno) conferire un pregio tale da essere superiore ad un altro progetto monetario nella sua totalità (100 aratrice, ad esempio) ? ... con tutto il rispetto e in punta di piedi ... ma mi sembra davvero pochino ...

Modificato da ihuru3
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Supporter

... è proprio qui il nocciolo della questione e il mio "grande" cruccio ... può l' "unicità" (includendo in questo termine tutte, ma proprio tutte le componenti che ne determinano caratteristiche e valore) basarsi sulla sola presenza o meno di una "asticina" ? ... può un elemento accidentale del tutto trascurabile (asticina, appunto), magari dovuto a una "distrazione" (effettiva o, peggio, voluta di proposito dal furbo di turno) essere superiore ad un altro progetto monetario di tutto pregio nella sua totalità (100 aratrice, ad esempio) ? ... con tutto il rispetto e in punta di piedi ... ma mi sembra davvero pochino ...

L'asticina era voluta e se uno colleziona per data deve includere anche questa, d'altra parte anno V e anno VI che piaccia o meno determinano due anni distinti, almeno per quel periodo. Se la moneta è stata coniata prima del 29 Ottobre del 1927 l'asticina non ci poteva essere.

Usando il tuo stesso ragionamento, rispettabilissimo intendiamoci, allora anche il littore del 28 è inutile metterlo in collezione se si ha il 27 hanno tutti e due l'anno VI.

Saluti Marfir. ;)

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Ricordiamoci che il 20 littore 1927 anno V e' considerata una moneta non emessa o campione da diversi studiosi pertanto il normale collezionista di monetazione ordinaria per millesimo difficilmente la include nella propria lista dei desideri

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Supporter

Ricordiamoci che il 20 littore 1927 anno V e' considerata una moneta non emessa o campione da diversi studiosi pertanto il normale collezionista di monetazione ordinaria per millesimo difficilmente la include nella propria lista dei desideri

E' vero.

Però è anche vero che nel libro di Elledi viene illustrato che nel conteggio delle monete del 27 e del 28, compreso l'elmetto, il totale dell'argento utilizzato combacia perfettamente in numero, considerando anche i "famosi" 100 pezzi del 20 Lire anno V.

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Ciao Pierluigi

Non ho una spiegazione valida tout court. D'altronde anche il 50 lire di Vittorio Emanuele II vanta una tiratura analoga (103 esemplari), ma vale 25 volte il Littore anno V.....

E il 5 lire 1914 e' dato per battuto in 272.515 esemplari e vale ben di piu' della sua cugina del 1911 cinquantenario, che vanta una tiratura assai inferiore...

Credo sia la legge della domanda/offerta e, quindi, indirettamente, in fondo anche il numero di pezzi effettivamente sul mercato

M

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