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Manifesto 1564 cambi valute circolanti a Venezia


altrove2000

Risposte migliori

Ciao a tutti, ho trovato questo interessante manifesto del 1564 , presente in foto sul Libro di Otello Bullato "ARCHIVIO STORICO RITROVATO (ed. La Serenissima) Un Millennio di storia nei documenti della Carità Vicentina", dove sono descritti i cambi valutari delle monete d'oro circolanti nel Territorio della Repubblica.

La prescrizione:

"Li Ducati Ongari veramente comprendendo etiam sotto questo nome

ongari quelli de Salzspurgh (Salisburgo) , li Turchi e Aragonesi, debbano

esser valutati e correre a lire sette soldi quattordese (7,14) l'uno."

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Modificato da altrove2000
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Supporter

Buona Domenica

E' molto interessante. Quella riportata è una parte del manifesto che, in copia, è riportato, unitamente ad altri 3, nel libretto scritto da Nicolò Papadopoli nel 1900 edito dalla Tipografia Editrice L.F. Cogliati di Milano, C.so di Porta Romana 17 (estratto dalla R.I.N. Anno XIII, FASC. IV).

Interessante poi che a Vicenza, nel 1500 inoltrato, si facessero atti di compravendita in ongari e non in valuta veneziana (pur ragguagliandoli in troni).....gatta ci cova....chi ci guadagnava?

saluti

luciano

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Supporter

Leggo dal libretto che ho citato sopra, che: "Nel 19 settembre 1547, osservandosi che il rapporto tra le monete d'oro e quelle d'argento non era giusto, si diminuisce il prezzo del ducato che nel 1545 era stato elevato a L. 7, soldi 17, e lo si riduce a sole L. 7, soldi 14, valutando in proporzione lo scudo veneziano e le monete d'oro forastiere"

Si potrebbe quindi dire che non ci fosse sperequazione tra zecchini ed ongari...strano .....comunque .... bisognerebbe sapere a quanto si prendevano gli ongari, perché fissare una valuta diversa da quella che corre nel paese in cui viene sottoscritto l'atto, non mi pare così "normale".

saluti

Luciano

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l ungaro o ongaro era la valuta di cambio del tempo

era simile allo zecchino veneziano e tutti e 2 pesavan 3.5 grammi di oro .916 se non erro

curiosamente anche lo sequim turco pesava lo stesso

attenzione poi ai goldgulden che invece pesavano 3.3 grammi di oro .800 (sempre se ricordo bene)

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Ciao @@rick2

esatto. Credo ci riferisca a quello con l'armigero con i "bragoni", come veniva definito. Abbiamo una incognita, però.

Di che ongaro parliamo? Quello ungherese, quello olandese o quello dei tanti stati, anche italiani (vedi Modena) che lo imitarono? Si dovrebbe fare una cernita metrologica, per vedere quelli che avevano una corrispondenza con il ducato veneziano; anche se io credo che con ongaro, nelle grida veneziane, si intendesse quello "ufficiale".

Luciano

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Discussione intrigante

gli ongari mi hanno sempre incuriosito. Una moneta non solo "estera" agli italiani del tempo, ma addirittura proveniente da una regione allora remota ma dalla quale usciva un nominale che nel '500 e '600 venne addirittura imitato da piccole zecche italiane settentrionali (mi ricordo per esempio Guastalla). Il fatto che rientri in una tariffa veneziana è vieppiù curioso, soprattutto per l'egemonia monetaria che la Serenissima ha sempre voluto imporre non solo nei propri territori di terra e da mar, ma anche -seppure indirettamente- altrove.

Mi piace poi ricordare il ruolo degli "ungari" con l'Italia. Nell'899 d.C. vi fu una terribile invasione di questo popolo che mise a ferro e fuoco il Friuli intero e parte del Veneto. Ci sono codici che raccontano le terribili incursioni di questi "barbari", con le più atroci descrizioni. Da questa tragedia derivò il nome di una strada che percorreva il territorio friulano, che fu chiamata "Vastata Hungarorum", per sottolineare l'effetto di devastazione che si mantenne per decenni, poi modificato dal popolo in Strata Hungarorum. Volendo andare ancora indietro nel tempo, ricordiamo che Attila re degli Unni probabilmente nacque nell'attuale Ungheria e da essa partì per il suo viaggio alla conquista di Roma. Per gli ungheresi, egli è un eroe nazionale, e molti bambini vengono ancora chiamati Attila. Infine, gli Ongari d'oro che a volte compaiono come piccoli gnomi nella numismatica e nella storia italiana. Popolo misterioso e geniale, patria di Bela Tarr (per i cinefili) e con una lingua che viene dallo stesso ceppo del finlandese pur essendone lontana migliaia di km, perfetto miscuglio anomalo dell'europeità

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