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IGNORED

Tremisse anomalo di Ariperto II


giollo2

Risposte migliori

Buon giorno a tutti.

Nel suo studio sulla monetazione di Ariperto II (http://www.ermannoarslan.eu/Contributi/1993-1994-EAA-AripertoII.pdf) Arslan riporta un esemplare "anomalo" riportante un crismon davanti al busto del sovrano e al rovescio la croce astile di S. Michele appoggiata su tre gradini. L'esemplare, ritrovato in Sardegna, dovrebbe appartenere ad una collezione privata e purtroppo è stato illustrato con un'immagine di bassa qualità che non consente la lettura dei particolari:

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Qualcuno ha qualche notizia od opinione in merito?

Qualche anno fa in un'asta Nomisma (n. 22 del settembre 2002) apparve un esemplare riportante la lettera G davanti al busto ma un rovescio molto simile a quello della moneta riportata da Arslan. I gradini non si vedono distintamente (probabilmente per un difetto di conio) ma, a mio avviso, potrebbero benissimo starci:

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Moneta affascinante, quella di Ariperto con il cristogramma... I tre scalini potrebbero essere stati messi da un incisore che aveva visto un solido bizantino di Costante II.

La seconda moneta mi sembra avere una rottura di conio, ma bisognerebbe esaminarla in mano.

Arka

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prendendo per buono quanto riporta Arslan per l'esemplare D15/R21 ovvero che provenga dalla Sardegna, occorrerà credo rivolgersi in quella direzione per avere qualche dato in piu' su altri esemplari di Ariperto eventualmente rinvenuti nell'isola.

In MAGISTRA BARBARITAS pag. 567 vengono riportati alcuni rinvenimenti che potrebbero fare al caso nostro. Purtroppo non conosciamo l'ubicazione di tali pezzi ma tra Cagliari e soprattutto il museo di Sassari non dovrebbe essere difficile reperirne l'ubicazione echiederne ulteriori dati/foto utili ai fini di una ricerca piu' approfondita o eventuale pubblicazione.

Di Ariperto II (701-712) si sono ritrovati due tremissi provenienti da Mandas e da Paulilàtino

A Laerru sono venute alla luce tremissi d'oro pallido, forse imitazioni o falsi antichi , di Cuniperto, Ariperto, e Liutprando

sarebbe interessante soffermarsi su questi ultimi pezzi perché la particolarità evidenziata dal tremisse in questione postato sopra (in particolare i tre gradini su cui poggia la croce astile tenuta dall'arcangelo) potrebbe (ripeto "potrebbe" ) essere derivata da una tipologia spuria imitativa delle monete ufficiali, preparata da falsari riprendendo elementi di monete bizantine coeve. Solo un'ipotesi naturalmente.

sotto Liutprando e Ariperto II il linguaggio figurativo si impoverisce e si ricorre ad immagini stilizzate ed astratte spinte verso soluzioni non figurative.

Anche il titolo dell'oro progressivamente decade allontanandosi dai modelli bizantini che invece mantengono un contenuto di fino, almeno epr quest'epoca, cotsantemente alto ed allineato.

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Grazie Fabrizio!

Ho acquistato il volume MAGISTRA BARBARITAS (non lo conoscevo, sembra molto interessante. Spero mi arrivi presto) e scritto ai musei di Cagliari e Sassari.

Appena ci sono novità le condivido.

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Escludo che il tremisse con il crismon possa essere falso. Per quanto riguarda le monete pallide dovrò cercare le immagini di Laemu, perchè Cuniperto e Ariperto pallidi non ne ho mai visti.

Arka

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attenzione, non si parla di falsi moderni ma di falsificazioni (o forse sarebbe piu' appropriato dire "imitazioni" ) coeve ad opera di maestranze locali.

Il rinvenimento di questi tremissi di imitazione a Laerru è stato riportato da Giovanni Lilliu in Magistra Barbaritas.

Occorre in ogni caso approfondire meglio i dati/foto dei tremissi provenienti dalla Sardegna. Prima di queste verifiche nessuna ipotesi "imitativa" del tremisse oggetto della discussione puo' essere convalidata.

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Ringrazio Numa Numa per l'indicazione. Ovviamente sono andato a rileggermi il passo.A pag. 567 si legge '' Da ricordare, infine, che a Laerru vennero alla luce monete false d'oro pallido imitanti terzi di soldi d'oro di Cuniperto, Ariperto e Liutprando, forse coniate abusivamente:''.

Analizziamo un attimo la questione.

Primo passo le fonti. In bibliografia l'unico accenno a Laerru riguarda lo scavo di una tomba pubblicato in ASSard nel 1905. Proverò a cercarlo, ma intanto posso già intravvedere alcune problematiche.

Prima osservazione: non c'è il nome dell'autore e quindi non sappiamo quanto fosse afferrato in materia di numismatica longobarda.

Seconda osservazione: stiamo parlando del 1905 epoca in cui gli studi sulla monetazione longobarda erano piuttosto acerbi.

Terza osservazione: esistono emissioni ufficiali in oro pallido di Liutprando.

Tenendo conto di quanto sopra penso che l'autore si riferisse genericamente alle emisioni con il ritratto del re e S. Michele, coniate effettivamente dai tre re citati. Le emissioni pallide sono spesso poco leggibili e, quindi, nell'incertezza l'autore ha preferito citarli tutti.

Spero di trovare lo scritto originale per vedere se le mie ipotesi vengano confermate...

Arka

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il problema posto da Arka non è banale.

Sovente riferimenti di autori passati, spesso in connessione a notizie di ripostigli/ritrovamenti etc. vengono posti in discussione.

In altra discussione, peraltro seguitissima, i partecipanti hanno visto il serratissimo confronto sulla plausibilità del denario EID MAR di Bruto, una delle monete romane piu' famos e e popolari di tutti i tempi la cui originalità, come tipo, è stata posta in discussione proprio per la mancanza di riscontri archeologici certi. Abbiamo poi visto come l'evidenza archeologica sia venuta fuori anche se in un contesto lontano e marginale, pur pero' riportato da archeologi professionisti e quindi a rigore dissipatore di dubbi e incertezze riguardo la moneta , già peraltro iper-nota in letteratura e in antiquaria antica elementi che già deponevano a favore di una sua plausibilità.

E' chiaro che con il progresso degli studi numismatici e il loro affinamento progressivo si va sempre piu' verso una contestualizzazione maggiromente professionale e soprattutto "probante" delle evidenze archeologiche. Nulla di male in tutto questo, anzi.. Tra non molto potrebbe essere facile immaginarsi, in occasione del rinvenimento di ripostigkli da scavo, l'intervento di una squadra di archeologi-RIS che muniti degli strumenti del caso rileverebbero ogni minuto indizio pari a quanto esperito sulle sce^ne del delitto dalla polizia scientifica. Ripeto nulla di male perche si avrebbero dei dati piu' certi che aiuterebbero le indagini numismatico-archeologiche ai fini della datazione e del contesto di riferimento delle monete rinvenute.

Come pero' per i delitti veri questi dati non risolverebbero da soli la ricerca del colpevole ed è forse non solo la mia impressione che oggi pur con tanta tecnologia e progresso nelle metodologie di riferimento i delitti, pur ecclatanti, irrisolti sono in numero ben maggiore di quelli di 50 anni fa ove in presenza di indagine scientifiche ancora piuttosto primitive l'intuito di bravi poliziotti pero' suppliva eccoome facendo si che un buon nummero di casi venisse brillantemente risolto.

Chiudo la parentesi di riflessione sul metodo osservando che è necessario sicuramente rivedere criticamente quanto pervenutoci dagli studi del passato maxime in questo campo assai ostico e tuttora poco indagato della monetazione longobarda. Autori eccellenti hanno spesso cambiato idea o preso abbagli come puo' essere esemplificato dal caso del tremisse di Ariperto con Iffo sopra il quale tanto inchiostro , per sostenerlo o condannarlo , è stato versato da autori eccellenti. Le testimonianze di autori passati, ancorché imperfette, mutile, o grezze e poco precise perche formulate in epoche lontane sono comunque da considerare e inquadrare correttamente epr una valutazione d'insieme piu' completa delle emissioni cui si riferiscono.

La seconda osservazione riguarda i dati oggettivi delle monete a noi pervenute. Anche se descritte in precedenza abbiamo visto come spesso alcuni errori vengano prodotti e ripetuti pedissequa^mente nel tempo perché nessuno si era dato la briga di andare a ri-controllare l'evidenza (quanto riportato da Giollo all'inkzio della discussione è illuminante al riguardo). Nulla vale come un buon esame diretto (o almeno di buone foto e dati metrologici accurati) delle monete in questione per potersi fare un'idea e concorrere a formulare delle ipoetsi che ulteriore evidenza potrà poi corroborare o smentire successivamente.

Una buona indagine scientifica procede con questi metodi.

Per Giollo:

grazie soprattutto a te che ci stimoli con questi interessanti, e mai banali, interrogativi e poni all'attenzione di tutti monetazioni meno conosciute la cui storia è affascinante e anche divertente approfondire :)

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Bè, Giollo2 mi sembra avere un interesse specifico in questo... Sbaglio o c'è un bell'articolo su Panorama Nunismatico di Luglio-Agosto riguardante la monetazione di Cuniperto..? :clapping:

Per quanto riguarda le monete di Laerru sospetto che fossero tutte di Liutprando, come sarebbe logico.

Arka

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E' la prima cosa da fare. Tuttavia non essendo a conoscenza di altri sviluppi della cosa, temo che non riusciremo a trovare altre notizie o materiale che confermi l'affermazione. Aspettiamo di vedere cosa ottiene Giollo2 dai musei sardi.

Arka

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Scusate, ma sono stato due giorni in campagna senza computer.

Forse qualche informazione in più la si può ricavare in:

1. F. Guido "Monete longobarde rinvenute in Sardegna" - Annotazioni Numismatiche n.9, pp. 188-189, 1993;

2. Enrico Piras "Un ripostiglio di monete d'oro bizantine. Nuove ipotesi sulla monetazione aurea sardo-bizantina" - Quaderni di numismatica / Associazione numismatica sarda V. Dessi ; n. 6. Pubblicato anche su: Acta Numismatica, vol. 19, pp. 93-108, 1989

Li conoscete? Io ho fatto richiesta al prestito interbibliotecario della mia città ma ci vorranno diversi giorni per averli.

Sì, hai ragione Arka, mi piacerebbe fare il punto anche su Ariperto II prima di tentare di affrontare Liutprando.

Perchè non facciamo insieme, senza fretta, un lavoro a sei mani? Cosa ne dite?

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Per chiudere Laerru riporto una frase di Ermanno A. Arslan a questo proposito: ''Un altro ripostiglio doveva essere a Laerru (SS), dove vennero segnalati ''falsi'' (sic!) Tremissi di Cuniperto, Ariperto e Liutprando.'' Mi sembra piuttosto esplicito.

Se ben ricordo ci fu a Vicenza la mostra sulle monete sardobizantine curata proprio da Piras.

Arka

P.S. La frase si trova a pag. 14 del lavoro di E.A.Arslan segnalato da Giollo2 all'inizio della discussione.

Modificato da Arka
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  • 4 settimane dopo...

Ringrazio Numa Numa per l'indicazione. Ovviamente sono andato a rileggermi il passo.A pag. 567 si legge '' Da ricordare, infine, che a Laerru vennero alla luce monete false d'oro pallido imitanti terzi di soldi d'oro di Cuniperto, Ariperto e Liutprando, forse coniate abusivamente:''.

Analizziamo un attimo la questione.

Primo passo le fonti. In bibliografia l'unico accenno a Laerru riguarda lo scavo di una tomba pubblicato in ASSard nel 1905. Proverò a cercarlo, ma intanto posso già intravvedere alcune problematiche.

Prima osservazione: non c'è il nome dell'autore e quindi non sappiamo quanto fosse afferrato in materia di numismatica longobarda.

Seconda osservazione: stiamo parlando del 1905 epoca in cui gli studi sulla monetazione longobarda erano piuttosto acerbi.

Terza osservazione: esistono emissioni ufficiali in oro pallido di Liutprando.

Tenendo conto di quanto sopra penso che l'autore si riferisse genericamente alle emisioni con il ritratto del re e S. Michele, coniate effettivamente dai tre re citati. Le emissioni pallide sono spesso poco leggibili e, quindi, nell'incertezza l'autore ha preferito citarli tutti.

Spero di trovare lo scritto originale per vedere se le mie ipotesi vengano confermate...

Arka

Scusate se ritorno sull'argomento ma a mio avviso le cose potrebbero stare così:

Vincenzo Dessì, nel suo articolo “I tremissi longobardi – A proposito di un piccolo ripostiglio di monete d’oro di Liutprando, rinvenuto presso il villaggio di Ossi (Sassari). RIN 1908 pp. 295-311 e Tav. VI" scrive testualmente:

“Circolavano in quel tempo tremissi bracteati di oro pallido, con leggende confuse ed indecifrabili, calanti nel peso e titolo, coniati ad imitazione dei terzi di soldi longobardi di Cuniperto, Ariperto e Liutprando.

Possiedo tre esemplari di tali tremissi, che hanno davanti al viso del re la lettera T e che nel peso non raggiungono il grammo. Eseguito l’assaggio di un esemplare (Tav. VI n. 14) rinvenuto con una monetina di bronzo bisantina, negli scavi fatti per lavori agricoli, presso il villaggio di Laerru nell’Anglona (circondario di Sassari), assieme a molti scheletri, armi di ferro, armille d’argento, fibule di bronzo ed osso, di epoca barbarica, si trovò di 478 millesimi di fino……”

E' probabile che Lilliu ("che era una grande archeologo (Sardegna pre-nuragica e nuragica) ma non si intendeva molto di numismatica" come mi è stato riferito) abbia desunto le sue informazioni proprio dall'articolo di Dessì (il quale aveva fatto semplicemente riferimento ai tre sovrani che avevano battuto i tremissi con S. Michele in quanto le monete di oro pallido avevano leggende scomposte e illeggibili) riprendendone testualmente la frase "coniati ad imitazione dei terzi di soldi longobardi di Cuniperto, Ariperto e Liutprando".

A Laerru dovrebbe quindi essere stato rinvenuto il solo tremisse illustrato e analizzato dal Dessì.

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Non solo, ma è senz'altro di Liutprando. Quelli barbarizzanti con la T sono i più comuni. Quindi, come dicevo già all'inizio, niente Cuniperti e Ariperti ''pallidi''.

Curioso poi l'utilizzo del termine tremisse bracteato assolutamente fuori luogo.

Arka

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