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Il collezionista Michel P. Vlasto (1874-1936)


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Prendendo esempio dal nostro buon acraf, che ha aperto la strada col suo thread su Samuel Jean Pozzi, provo a esporre brevemente la biografia di colui che fu il più grande collezionista di monete Tarantine, il cui nome è ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, legato indissolubilmente alla monetazione della antica città magnogreca di Taras. Purtroppo non sono stato in grado di trovare molte fonti riguardanti la vita di Vlasto. Come filo conduttore ho utilizzato la prefazione in Inglese di Oscar E. Ravel dal noto catalogo sulla collezione Vlasto, integrando con altre notizie tratte dal sito del Museo Nazionale di Atene, dal sito della British Museum, da un paio di recensioni su mostre ed esposizioni di pezzi della sua collezione ad Atene (in greco moderno, senza google translate non avrei saputo da dove iniziare!), dalla pagina wikipedia sui fratelli Ralli e dal capitolo sui Vlasto di Chios dal Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea.

Le foto sono tratte dal Ravel-Vlasto, dal sito del Museo Nazionale di Atene e dal Corpus Vasorum Antiquorum.


Il collezionista Michel P. Vlasto (1874-1936)

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Michel P. Vlasto fu discendente di una nota famiglia Greca che nel 1092 emigrò da Bisanzio a Creta. Il Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea narra che Bisanzio mandò dodici arconti e le loro famiglie a Creta, stabilendo una roccaforte nella fertile pianura di Messara, con l'incarico di aiutare la popolazione greca contro gli invasori arabi. Da li la famiglia nel XVI secolo emigrò a Chios, e in seguito a Venezia (dove risulta un Vlasto nominato Cavaliere di San Marco da parte del Doge Pasquale Cicogna), poi a Genova, Livorno, e infine a Marsiglia. Malgrado tutti questi spostamenti i Vlasto mantennero nei secoli uno spirito patriottico puramente Greco.

Micheal P. Vlasto nacque ad Atene il 1 febbraio 1874, secondogenito di Pantaléon Pandély Vlasto (Cavaliere dell'Ordine del Redentore) e Penelope Capari. Dopo aver completato gli studi a Marsiglia il giovane Michel iniziò a lavorare per la ditta dei fratelli Ralli, quella che fu una delle più fiorenti imprese mercantili di epoca vittoriana. La famiglia Ralli, anch'essa di origine Greca, era legata ai Vlasto da matrimoni incrociati ricorrenti sin dai primi dell'ottocento, come era costume tra le famiglie nobili dell'epoca.

Nei primi tempi Michel lavorò a Liverpool, e in seguito fu trasferito ad Houston in Texas. Dagli USA egli tornò a Marsiglia per lavorare come manager del ramo francese dell'Impresa Ralli, posizione che ricoprì fino al 1932, anno in cui il cinquantottenne Michel lasciò il lavoro a Marsiglia e si stabilì ad Atene, città che egli aveva sempre considerato il luogo ideale in cui trascorrere il resto della sua vita. Purtroppo non ebbe molto tempo per godersi la sua Atene, in quanto morì improvvisamente pochi anni dopo, nel 1936. Negli ultimi anni della sua vita fu tra i fondatori della "Associazione degli Amici del Museo Nazionale di Atene", a cui dedicò gran parte del suo tempo e di cui fu eletto presidente dal 1934 fino al 1936, anno della sua morte.. L' Associazione è attualmente ancora attiva.

Nella vita fu un businessman di successo, molto apprezzato da tutti. Ravel lo definisce un "artista nato", un eccellente disegnatore. I suoi schizzi erano eseguiti con estrema abilità, e mostravano una comprensione dello stile greco raramente raggiunta da altri disegnatori professionisti. La sua sensibilità artistica ne fece un vero e proprio adoratore dell'Arte Greca. Vlasto amava dire che, se avesse potuto, sarebbe vissuto in un museo come fosse a casa propria. Aveva un gusto raffinatissimo, Ravel sostiene che qualunque pezzo attirasse la sua attenzione era sicuramente da giudicarsi un capolavoro. Infatti Vlasto non fu solo collezionista numismatico, ma mise insieme una importante raccolta di reperti di arte greca, composta da circa 760 oggetti, tra cui sculture, pitture, vasi ed altri manufatti di pregevolissima fattura.

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Al momento della sua morte tale collezione d'arte passò alla figlia Penelope Giulia, moglie di Giovanni Serpieri. Durante i tragici anni dell'occupazione Nazista la collezione fu nascosta dal Serpieri nel seminterrato della propria abitazione ad Atene, ma la casa venne requisita dai tedeschi, e la collezione fu presa in custodia dalla Croce Rossa Internazionale e restituita in seguito ai legittimi proprietari. Alla morte di Penelope-Julia, nel 1985, la collezione venne donata dal Serpieri al Museo Nazionale di Atene, finalmente rispettando quelle che furono le volontà espresse in vita da Michel P. Vlasto. L'effettiva acquisizione della collezione da parte del Museo avvenne tre anni dopo, nel 1988. Molti dei pezzi sono oggi esposti al Museo Nazionale di Atene nelle sale 60 e 61, con la dicitura di Vlastos-Serpieri Collection. Molti dei pezzi sono andati perduti nelle vicissitudini degli anni precedenti, ed alcuni furono probabilmente venduti dallo stesso Serpieri, ma oggi la collezione del Museo di Atene contiene ancora 452 reperti, dal periodo preistorico al IV secolo a.C. Nella sala 60 sono esposti reperti risalenti all'età del Bronzo, trovati in Egitto, Creta Cicladi e Grecia Micenea (vetrina 1), vasi corinzi (vetrina 2), dalla Beotia (vetrina 3), attici (vetrine 5-8).

Alla morte di Michel P. Vlasto restò incompiuto anche un progetto di Corpus Vasorum Antiquorum, di cui al museo di Atene sono conservati alcuni schizzi preparatori disegnati da Vlasto stesso, nella vetrina 9, insieme ad altri documenti di archivio relativi alla personalità di Michel ed alla formazione della sua collezione.

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Nella sala 61 sono esposti reperti provenienti dal mondo greco dei secoli V e IV a.C. (vetrine 10-17), ed infine le ultime due vetrine espongono reperti dalla colonia spartana di Taras, rappresentati da vasi, antefisse e pezzi di oreficeria (vetrine 18-19).

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L'intenso piacere che Vlasto provava ammirando un'opera d'arte greca era tale da fargli affermare che egli non avrebbe potuto immaginare una vita senza Arte, e che non esiste Felicità senza Bellezza. Il suo studio era una sorta di tempio, in cui Vlasto passava il tempo circondato da perfetti esemplari di arte greca. Pare che non badasse a spese nella sua passione collezionistica. Tuttavia la più grande passione di Vlasto fu senza dubbio la monetazione Tarantina, che rappresentò il suo filone di ricerca principale, sia come studioso che come collezionista. Vlasto conosceva alla perfezione anche la storia della polis magnogreca, avendo letto ogni fonte storica e letteraria che riguardasse Taras. Egli mise insieme una biblioteca personale di argomento storico-archeologico comprendente centinaia di volumi, che fu donata dopo la sua morte al museo Nazionale di Atene. Possiamo senza dubbio considerare il collezionista M. P. Vlasto come un modello di ciò che lo storico dell'arte Federico Zeri definì il "conoscitore", o "ricercatore atipico", ossia un libero professionista dell'arte, che predilige il confronto diretto con le opere, con i materiali e le tecniche, in altre parole quel tipo di collezionista che non si limita ad accumulare ossessivamente oggetti perché attratto principalmente dal loro valore materiale, ma si interessa profondamente della storia e del significato che essi veicolano, studiandoli a fondo e costruendosi, anche in modo autodidatta, una solida cultura sull'oggetto della propria passione, una cultura paragonabile a quella di chi tali oggetti li studia per mestiere, come Storici o Archeologi professionisti. (n.d.a. personalmente credo che il nostro Alberto sia un altro eccellente "esemplare" contemporaneo di questa interessante e sempre più rara tipologia di essere umano).

Nella sua prefazione Ravel aggiunge alcuni particolari sulla conoscenza numismatica di Vlasto da farlo sembrare quasi una figura mitologica onnisciente, testualmente: "Egli conosceva praticamente tutto sulla Numismatica Greca. La sua memoria era sconceratnte; era una sorta di enciclopedia numismatica vivente. Io stesso spesso gli chiedevo aiuto per avere informazioni, ed egli era capace di dirmi immediatamente, e senza alcuna esitazione, dove e da chi una moneta fosse stata pubblicata, in quale asta un esemplare simile fosse stato venduto, chi fosse il conferente e il prezzo realizzato. Se Vlasto non riconosceva una moneta doveva trattarsi certamente di un inedito.".

Ravel riporta che la conoscenza di Vlasto riguardo la monetazione di Taras fosse ineguagliabile, pare che non ci fosse una sola moneta tarantina in collezioni pubbliche o private che egli non conoscesse. Tale conoscenza traspare dalle diverse pubblicazioni che egli produsse nella sua vita (Didrachmes inédites de ma collection, J.I.A.N. 1898; Monnaies rares ou inédites de Tarente, R.B.N. 1899; Les Monnaies de Bronze de Tarente, J.I.A.N. 1899; Les Monnaies d'Or de Tarente I p., J.I.A.N. 1899; Les Monnaies d'Or de Tarente II p., J.I.A.N. 1901; Choix de monnaies rares ou inédites de Tarente, R.N. 1904; Unpublished Coins of Tarentum, N.C. 1907; On a recent find of coins struck during the Hannibalic occupation of Tarentum, N.C. 1909; Taras Oikistes, Contribution to Tarentine Numismatic, N.N.&M. n.15 1922; Alexander Son of Neoptolemos, with the Carosino and Molossian finds, N.C. 1926; The Warren hoard of Tarentine Horsemen, N.c. 1930).

Nei circoli scientifici e numismatici dell'epoca Vlasto era considerato il più grande esperto al mondo sulla monetazione tarantina. Negli ultimi anni della sua vita fu persino invitato dalle Autorità Italiane a recarsi a Taranto, per classificare la collezione del Museo Archeologico. Vlasto fu molto onorato da questo invito, dato che raramente in quegli anni i musei Italiani invitavano studiosi stranieri per la curatela dei loro cataloghi. Purtroppo la morte improvvisa non rese possibile la realizzazione di tale progetto, possiamo affermare che fu una perdita enorme per il mondo della Numismatica, se egli fosse vissuto solo pochi anni in più, oggi probabilmente avremmo a disposizione un SNG-Taranto a firma di M.P. Vlasto!

La collezione di monete tarantine raccolta da Vlasto è stata senza dubbio la più vasta e completa che sia mai esistita, tanto che il catalogo stilato da Ravel si può quasi considerare un repertorio dei tipi tarantini. Numerosi sono gli esemplari unici o di estrema rarità, ma ciò che più stupisce è l'ottimo stato di conservazione della maggior parte degli esemplari. Vlasto confidò a Ravel che per alcuni tipi aveva acquistato fino a sei esemplari, trovandone ogni volta uno migliore del precedente, e nonostante ciò per alcuni tipi non fu mai completamente soddisfatto. Come dichiarato dal figlio Pandély, Vlasto aveva espresso l'intenzione di pubblicare il catalogo della sua collezione, ma la morte improvvisa non glielo permise. Il catalogo a cura di Oscar Ravel fu pubblicato nel 1947, nove anni dopo la morte del collezionista, su richiesta del figlio Pandély M. Vlasto, che lo stesso anno vendette la collezione di suo padre, oggi dispersa. Ravel compilò il catalogo attenendosi all'ordine con cui Vlasto aveva conservato le sue monete, usando per le descrizioni ciò che Vlasto aveva scritto di suo pugno sui cartellini. Una curiosità: Ravel, per sua ammissione, compilò l'intero catalogo senza prendere visione diretta della collezione. Egli si fece spedire dal Dr. W. Schwabacher i calchi di tutte le monete della collezione, di cui produsse le copie per fusione (stiamo parlando di più di 1800 esemplari!) per poi assegnare ad ognuna di esse la descrizione dei cartellini. Dunque, se non ho frainteso la questione, le monete fotografate nelle tavole del Ravel-Vlasto non sarebbero le originali, ma le copie ottenute per fusione.

Una ultima notazione numismatica: pare che Vlasto nella sua vita non avesse collezionato soltanto monete tarantine, infatti nel British Museum risulta una collezione di monete in bronzo della Tessaglia dalla collezione Vlasto, incorporata nella Rogers collection e venduta al Museo nel 1933, quando Vlasto era ancora in vita.

Per concludere cito ancora una volta Oscar E. Ravel, che nella prefazione al catalogo scrisse a riguardo delle monete della collezione Vlasto: "Any collector would be proud to have just one of them in his collection", letteralmente: "Qualsiasi collezionista sarebbe orgoglioso di averne anche solo una nella sua collezione". Non posso dargli torto, credo di non essere mai stato felice (dal punto di vista del collezionismo) come la volta in cui sono riuscito ad aggiudicarmi questa moneta, non la più rara o la più bella della mia collezione, ma sicuramente quella che evoca in me più emozione, pensando a chi sia appartenuta circa un secolo fa (sempre che non si tratti della copia di Ravel!!!):

Vlasto930thiscoin_zps5ef6e871.jpgCALABRIA, Tarentum. Circa 272-240 BC. AR Nomos (19mm, 6.46 g, 10h). Warrior on horseback left / Phalanthos riding dolphin left, holding hippocamp and trident. Vlasto 930 (this coin); HN Italy 1044. VF, toned, some roughness.


From the Ronald J. Hansen Collection. Ex Noble 70 (11 July 2002), lot 3088; ex M.P. Vlasto Collection.

Saluti :)

Nico

Modificato da TARAS
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Eccellente resoconto Taras!

E chi meglio di te, con quel patronimico, avrebbe potuto omorare meglio il grande studioso e appassionato di mumistica tarantina ? :)

Questi contributi andrebbero poi raccolti e messi a dosposizione smche nell 'altro portale, come risorsa biografica/bibliografica

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Caro Taras, sei stato grande e hai narrato benissimo la biografia di Michael P. Vlasto.

Sicuramente dovrai ricavare un articolo da sistemare nell'archivio del forum.

Una sola annotazione. Non mi risulta che la collezione di monete tarentine di Vlasto sia stata venduta intera in asta....

In ogni caso nessuna asta fu fatta con materiale specificato a suo nome.

Sospetto che nel dopoguerra, intorno al 1947, il figlio abbia venduto la raccolta per via privata, ma non so a quale commerciante si sia rivolto (immagino sia Spink).

Infattii le monete che compaiono sul mercato e appartenute a Vlasto hanno un pedigree limitato a collezionisti privati e non a una originaria asta....

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Grazie delle parole di apprezzamento cari amici, sono felice che il mio post vi sia piaciuto.

@@acraf, in effetti mi ero chiesto come mai non riuscissi a trovare nessun riferimento a cataloghi d'asta datati 1947 in cui comparissero monete dalla collezione Vlato. Tuttavia l'informazione l'ho presa dalla scheda biografica del Museo Nazionale di Atene:

http://www.namuseum.gr/object-month/2010/feb/feb10-donor-en.html

"In 1933, when he settled in Athens, he left his numismatic collection in the care of his son Pandelis, who was living in Marseilles. After the death of Michael Vlastos, this unique collection was sold off in 1947 and because it was auctioned it ended up divided among many private collections and museums."

Il sito riporta che la collezione "was auctioned", fu venduta all'asta. Gli ho appena scritto per chiedere riferimenti e consigliarli di correggere la scheda nel caso non ne avessero.

Grazie del suggerimento :)

Ciao

Nico

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Che strano: ho anch'io copia del Catalogo della collezione Vlasto, in una ristampa anastatica americana del 1977 (Obol International) e non avevo mai considerato che non si trattasse di una vendita all'asta. Pensavo semplicemente di non avere stime e aggiudicazioni. ... Ed ho sempre trovato le monete palliducce e senza patina ... senza pensare si trattasse di copie!

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L'unica conclusione è che il Museo di Atene abbia commesso un errore scrivendo "it was auctioned" per dire semplicemente che la collezione è stata venduta e quindi dispersa.....

Mi piacerebbe anche sapere che fine hanno fatto le copie fuse che sono state usate dal Ravel per la riproduzione delle tavole del catalogo. Non mi stupirei che siano finite nell'archivio di qualche museo (Bibliothéque Nationale di Parigi oppure il British Museum?).

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L'unica conclusione è che il Museo di Atene abbia commesso un errore scrivendo "it was auctioned" per dire semplicemente che la collezione è stata venduta e quindi dispersa.....

Sicuramente è come tu dici, ho già corretto il primo post subito dopo la tua precisazione, senza aspettare la risposta del museo.

Possiamo immaginare che Pandély chiese a Ravel di stilare il catalogo proprio con l'intenzione di usarlo per vendere la collezione, se è vero che se ne disfece lo stesso anno della pubblicazione.

Mi piacerebbe anche sapere che fine hanno fatto le copie fuse che sono state usate dal Ravel per la riproduzione delle tavole del catalogo. Non mi stupirei che siano finite nell'archivio di qualche museo (Bibliothéque Nationale di Parigi oppure il British Museum?).

Bella domanda. Nei prossimi giorni proverò a scrivere a entrambi i musei per verificare.

Saluti :)

Nico

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Ti consiglio comunque di scrivere a Spink, con la scusa che stai preparando a una biografia au Vlasto e Ravel.....

Non dimentichiamo che Oscar Ravel pubblicò le sue opere sugli stateri corinzi proprio presso Spink (e dopo il 1948 silenzio....):

Les "Poulains" de Corinthe; monographie des statères corinthiens, par Oscar E. Ravel.

London Spink and son, 1936-1948.

2 v., pls., 25 cm.

Contents: v. 1: De 650 à 415 av. J.C. - v. 2: De 414 à 300 av. J.C.

Credo che questa sia l'ultima opera di Ravel, un anno dopo la pubblicazione, SEMPRE presso Spink, del catalogo sulle monete tarentine della collezione Vlasto.

Descriptive catalogue of the collection of Tarentine coins / formed by M. P. Vlasto , compiled by Oscar E. Ravel.

London : Spink & Son, 1947.

xi, 195 p., : front. (port.), 53 pls., ; 33 cm.

Modificato da acraf
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Ti consiglio comunque di scrivere a Spink, con la scusa che stai preparando a una biografia au Vlasto e Ravel.....

Non dimentichiamo che Oscar Ravel pubblicò le sue opere sugli stateri corinzi proprio presso Spink (e dopo il 1948 silenzio....):

Les "Poulains" de Corinthe; monographie des statères corinthiens, par Oscar E. Ravel.

London Spink and son, 1936-1948.

2 v., pls., 25 cm.

Contents: v. 1: De 650 à 415 av. J.C. - v. 2: De 414 à 300 av. J.C.

Credo che questa sia l'ultima opera di Ravel, un anno dopo la pubblicazione, SEMPRE presso Spink, del catalogo sulle monete tarentine della collezione Vlasto.

Descriptive catalogue of the collection of Tarentine coins / formed by M. P. Vlasto , compiled by Oscar E. Ravel.

London : Spink & Son, 1947.

xi, 195 p., : front. (port.), 53 pls., ; 33 cm.

Scriverò anche a Spink, grazie mille acraf ;)

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