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IGNORED

Un Centurione tristemente famoso


Legio II Italica

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Selva di Teutoburgo ( Kalkriese-Niewedde a circa 150 Km. da Xanten ad Est del Reno , localita’ tra i fiumi Ems e Weser , in piena Germania ) , anno 9 d.C. , tre Legioni romane , la XVII , XVIII e XIX , con gli ausiliari , per un totale approssimativo di circa 25/30.000 uomini , agli ordini di Publio Quintilio Varo , sono quasi completamente distrutte in una imboscata , tesa dai Germani del traditore Arminio ; queste tre Legioni erano composte dai migliori legionari per forza ed esperienza che Roma in quel momento possedeva , ma furono affidate da Augusto ad un uomo con scarsa esperienza di guerra , che principalmente si doveva occupare di problemi amministrativi volti ad istaurare contatti diplomatici con le popolazioni germaniche , di cui Arminio doveva essere il principale intermediario .
Apparteneva a questo sfortunato esercito romano il Primo Centurione della prima centuria , Marco Caelio della XVIII Legione , ucciso nell’imboscata ed onorato postumo dal fratello Publio Caelio probabile commilitone e scampato alla strage , successivamente al probabile ritrovamento delle sue ossa , forse riconosciute in base a particolari dell'abbigliamento o decorazioni di Marco , in quanto la lapide ci dice contenere le sue ossa , o forse , se e’ un cenotafio , solo in senso figurato .
Questa famosa lapide alta 137 centimetri , l’unica riferita alla memoria di un primo Centurione di quell’ esercito , oltre che al ricordo della battaglia , fu trovata nell’odierna Xanten , l’antica Castra Vetera , fortezza legionaria della XVIII sul confine renano .
Marco Caelio e’ raffigurato con le sue numerose decorazioni militari , segni del suo valore e del grado , si notano infatti : corona civica , collana , medaglioni sulla corazza e bracciale , oltre al vitis che tiene in mano quale simbolo dei Centurioni primipili ; ai suoi lati si vedono i ritratti con scritte dei suoi due Liberti , schiavi affrancati , chiamati : Privatus e Thiaminus ; ma vediamo ora cosa ci tramanda l’ iscrizione purtroppo incompleta del pluridecorato primo Centurione Marco Caelio , della Legione XVIII , incisa in caratteri tipici dell’epoca :

M CAELIO T F LEM BON
O LEG XIIX ANN LIII S
CIDIT BELLO VARIANO OSSA
LIB NFERRE LICEBIT P CAELIVS T F
LEM FRATER FECIT.
Che possiamo all’incirca tradurre :

Marco Celio , figlio di Tito della tribu’ Lemonia , nativo di Bologna …….O……della Legione XIIX di anni 53 (e mezzo) ? , fu ucciso nella guerra Variana , (la lapide contiene le sue) ? Ossa e (quelle dei suoi Liberti) ? , pure messe , Publio Celio , figlio di Tito , della Tribu’ Lemonia , fratello di Marco , fece .

Dal testo di questa emozionante lapide , testimone di un tragico evento di guerra di 2000 anni fa , si conosce con certezza che i fratelli Marco e Publio Celio erano originari di Bologna e di probabile etnia Etrusca , in quanto il Cognomen Caelio , e’ tipico Etrusco , vedi ad esempio Caelio Vibenna , un condottiero etrusco che nel VI secolo a. C. conquisto’ Roma .
Sotto la lapide funebre di Marco Celio

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Ciao @@Veridio , come in tutte le battaglie regolari o in seguito ad imboscate , l' esercito perdente non viene mai completamente annientato fino all' ultimo uomo , ma per tanti motivi , parecchi scampano sempre all' eccidio generale . E' anche vero che Velleio Patercolo nella sua Storia di Roma , scritta nell' anno 30 , circa 20 anni dopo la battaglia , scrive che "l' esercito fu massacrato fino all'ultimo uomo" , un po' difficile a credersi avvenire in una unica battaglia , infatti Cassio Dione ci tramanda che la battaglia duro' tre giorni , infine negli Annali di Tacito viene tramandato il fatto che quando Germanico fu inviato in Germania da Tiberio per ripristinare il potere di Roma in quelle regioni e vendicare quell' oltraggio dell' imboscata , fu accompagnato sul luogo del massacro da alcuni sopravvissuti a quella battaglia . Si puo' stimare , perché nessuna fonte storica ci dice quanti legionari riuscirono a salvarsi , che pochi riuscirono a scampare alla morte , forse poche centinaia o anche meno e che in qualche modo , magari marciando di notte , riuscirono in pochi giorni di fuga a raggiungere il Forte legionario avanzato di Haltern , poi abbandonato , a circa 30 Km. ad est dalla base legionaria di Castra Vetera sul Reno, sede della XVIII .

Modificato da Legio II Italica
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Nel corso degli scavi archeologici eseguiti nella zona della battaglia , a Kalkriese , furono ritrovati parecchi reperti riferibili al tragico evento storico , tanto da conservarli in un museo locale , tra cui parecchie monete romane in argento dell'epoca di Augusto con l' effige nel rovescio dei due amati nipoti Lucio e Gaio Cesare , figli di Vipsanio Agrippa e della figlia Giulia , morti entrambi prematuramente in altre circostanze e amaramente pianti da Augusto , ai quali era sua intenzione affidare l' impero , alla sua morte .

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Modificato da Legio II Italica
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Supporter

come già detto, l'esercito di Varo non era affatto entrato in Germania per combattere una guerra.

Si aveva intenzione di annettere la Germania all'impero e si erano avuti diversi contatti e accordi in tal senso.

Varo si stava limitando a spostarsi da una zona all'altra per discutere coi capi germanici, quando fu guidato, dal traditore Arminio, con l'inganno verso la selva di Teutoburgo.

Accompagnavano le legioni, diverse donne, mogli di soldati e anche diversi bambini

Essendo una marcia e non essendo preparati ad un tradimento e alla guerra, l'ala avanzata dell'esercito si trovava a diversi km dai reparti che chiudevano le fila. Fu quindi facile, per i germani, attaccare la lunga fila portandosi in condizioni di superiorità numerica su brevi tratti e assalendo in continuazione le legioni lungo i km dello stretto sentiero nel quale si trovavano.

A questo punto in realtà la Battaglia non era persa,

i Romani erano pur sempre i Romani, ed un buon condottiero avrebbe potuto ribaltare la situazione con ordini precisi e mirati a ricompattare le fila e di diversione per circondare a loro volta gli assalitori. Purtroppo il comandante di esperienza ne aveva pochissima, e così i barbari ebbero vita facile a compiere un eccidio di uomini donne e bambini. Alcuni anni dopo come già detto, una missione di ricognizione ritrovo i resti delle legioni scomparse e si trovo di fronte ad immagini orribili circa le violenze commesse su chi si era arreso. Questa missione fu a sua volta attaccata dai barbari, ma fortunatamente l'abilità del militare riuscì stavolta a ribaltare la situazione, sconfiggere gli assalitori e a permettere il ritiro ordinato entro i confini sicuri dell'impero.

http://www.youtube.com/watch?v=X9QpA1IDHKI

Modificato da azaad
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Quello che mi è sempre piaciuto di questa epigrafe è il suo stile di realizzazione. Dettagliato, con degli ottimi busti e soprattutto, un'armatura eccezionale! Le phalerae sono stupende! Magari ci fosse stato impresso qualche motivo di qualche medaglione conosciuto..........

Qualche immagine in più.

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Awards

Il particolare di questo cenotafio che a me colpisce maggiormente , oltre alla ricchezza dei particolari , e' invece lo sguardo di Marco Celio , che sebbene un po' deturpato dal tempo , esprime ancora tanta fierezza del suo alto grado di comando e di appartenenza alla Legione romana , nonché l' espressione di disprezzo verso il pericolo ; e' con questi uomini di nazionalita' italica che Roma conquisto' l' impero .

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Cosi' ci scrive @@azaad : "Accompagnavano le legioni, diverse donne, mogli di soldati e anche diversi bambini"

Negli scavi archeologici di Kalkriese in effetti sono stati trovati oggetti tipici femminili , che potevano appartenere pero' anche a donne germaniche le quali spesso partecipavano alle battaglie insieme agli uomini ed erano feroci e combattive quanto loro ; ma se erano invece donne al seguito delle Legioni , non erano mogli effettive dei legionari perché all' epoca questi non potevano contrarre matrimoni , piuttosto probabilmente erano schiave , forse affrancate , chiamate hospita e focaria e i bambini potevano essere loro figli . Comunque mi sembra che la presenza femminile e di bambini tra i Romani di Varo e' riportata dal solo Cassio Dione , che se vera , pone dei quesiti forse oggi incomprensibili sul perché di tale presenza al seguito delle tre Legioni in movimento in pieno territorio germanico ; forse Quintilio Varo doveva fondare un nuovo forte avanzato o una colonia a quasi 150 Km.ad Est della base legionaria di Castra Vetera e a 120/130 dal forte piu' avanzato di Haltern ? e lasciare questo nuovo forte o colonia presidiata da una delle tre Legioni piu' ausiliari ? , ma se fosse cosi' , non sarebbe stata troppo lontana dal piu' vicino punto romano gia' consolidato e in piu' in territorio ostile ? e' vero che Quintilio Varo contava moltissimo sulla fedelta' e personalita' di Arminio verso i suoi compatrioti germanici , ma questi come sappiamo , al contrario li sobillava abilmente contro i Romani ; il solo Segeste capo di una fazione di Cherusci favorevoli alla collaborazione con i Romani e suocero di Arminio , saputo del complotto delle tribu' germaniche e di Arminio contro Varo , tento' generosamente di avvisare Varo , ma non fu ascoltato e creduto , anzi credette solo alla rivolta di una piccola tribu' indicata da Arminio , che per soffocarla fece passare l' esercito romano nella direzione svantagiosissima in cui poi fu distrutto ; grave responsabilta' di Varo che cambio il corso della Storia europea .

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Supporter

@@Legio II Italica mi fa piacere approfondire questo tema. Io spesso intervengo più come amatore (ne ho sentito parlare tante volte ma mai approfondito realmente l'argomento) che reale esperto, provando a dare il mio piccolo contributo, ove possibile.

E ogni tanto qualche incorrettezza ci scappa.

Grazie ancora per i chiarimenti.

Modificato da azaad
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Ciao @@azaad , quando qualche utente del forum interviene nei miei post , per la verita' pochi , ne sono felicissimo , qui credo nessuno, compreso me , e' Professore , quindi ben vengano i dibattiti , consigli , opinioni e quant' altro , forse piu' voci intervengono , piu' probabilmente si riesce ad avvicinarsi a chiarire le perplessita' e dubbi , non mi azzardo a dire verita' perché nella storia antica sembrerebbe una presunzione .

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  • 2 settimane dopo...

Il ns. Legio II Italica ha ricordato il famoso centurione bononiense Marcus Caelius, per il quale la "pietas" del fratello ha innalzato lo splendido cenotafio giunto sino a noi.

Da parte mia, aggiungo un cenno ad altri due "miles" indubbiamente altrettanto "nostrani" e caduti nella "clades Variana", tra i pochi per i quali l'epigrafia pervenuta ha permesso di tramandare il ricordo.

Si tratta delle lapidi del tribuno Cneus Lenus Flaccus (CIL,XI,5218), originario di Foligno (PG) e del legionario Caius Sempronius (CIL,V,5126a), originario di Zanica (BG), entrambi appartenenti alla Legio XIX.

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Ciao @@Flavio e grazie , hai per caso la possibilita' di postare le due epigrafi relative al tribuno e al legionario ? sono particolarmente attratto dall' epigrafia antica , un saluto .

Claudio

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Ciao @@Flavio e grazie , hai per caso la possibilita' di postare le due epigrafi relative al tribuno e al legionario ? sono particolarmente attratto dall' epigrafia antica , un saluto .

Claudio

Ahimè no :( .

Le due epigrafi sono citate in diversi testi, ma sempre senza fotografia.

Per altro, quella del legionario Sempronius è inventariata presso il Civico Museo Archeologico di Bergamo, per cui credo sia quella la sua attuale dimora; non sono in grado di dirTi se esposta.

L'epigrafe del tribuno Flaccus fu ritrovata proprio a Foligno, dedicata a lui dai suoi concittadini...ma non so se si trovi ancora in quella città.

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Grazie Flavio , provo a cercarle nei miei tre libri di epigrafia romana , puo' darsi che a suo tempo le abbia lette ma di cui ora non ho ricordo , nel caso fossero presenti le posto , se non fosse consentito riprodurre le foto , spero almeno il testo , ciao .

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Buon giorno al forum...mi meraviglio della meraviglia: Traditore??? Due sono i parametri in gioco: la dabbenaggine di un "capo" ed il "savoir faire" di un plagiatore; vi ricordate l' invasione dell'Est da parte di Crasso terminata con la disastrosa carneficina di Carre; anche in questo caso furono il convincimento di Abgaro e la facile credulità di Crasso a portare nelle mani di Surena, una facile preda: stanca, assetata, distrutta da un caldo torrido inusuale, dopo una marcia estrenuante in terra inospitale, un esercito che si è trovato a combattere in una forma di inferiorità ( non numerica; ma tecnica: lagione contro cavalleria in uno spazio terribilmente aperto, senza riparo alcuno) dovuta all'impossibilità di un contatto diretto, quale la legione romana era preparata a sostenere. Esempi come questo sono abbastanza frequenti nella storia antica e non solo; tutto questo per dire che la parola "traditore" a mio avviso, si addice poco ad Arminio o forse gli e la si è voluta appioppare per alleviare le responsabilità di Vero ( non ci si muove con tre legioni in pieno assetto di guerra solo per andare ad un colloquio di pace) e di chi gli dette l'incarico...anche se questi è stato alla fine un grande imperatore romano.

Nonno cesare ringrazia per l'opportunità offerta ed augura una buona giornata a tutti.

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Inviato (modificato)

Buona giornata a te @@Cesare Augusto , tornando al nostro Arminio , chiamarlo traditore o individuo ingannevole penso siano i termini giusti ed equivalenti ; a parte la mancanza di esperienza militare imputabile a Quintilio Varo , ma non era compito affidato da Augusto a Varo conquistare la Germania , bensi di istaurare contatti diplomatici "forzati" di cui Varo aveva gia' dato prova in altre occasioni di possedere queste capacita' diplomatiche , "forzati" nel senso che , portando al seguito tre legioni perfettamente equipaggiate in pieno territorio germanico , la diplomazia sarebbe stata supportata psicologicamente da tale forza persuasiva .

In quanto ad Arminio occorre ricordare che in precedenza dei fatti esposti , aveva militato nell' esercito romano per diversi anni con i suoi Cherusci , dopo di che per i suoi meriti militari ottenne come premio la cittadinanza romana , divenendo , come cittadino romano , all' epoca di Varo anche ufficiale di Legione , ma quello che non fece mai dubitare dei consigli militari di Arminio , da parte di Varo , fu il fatto che Arminio a tutti gli effetti era ormai cittadino romano e mai avrebbe dubitato dei suoi consigli , tanto da non ascoltare neanche la voce di Segeste suocero di Arminio , un altro capo dei Cherusci , che lo avvisava dell' inganno in atto da parte di Arminio contro di lui e dell' esercito ..........se non fu tradimento questo .

Modificato da Legio II Italica
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Ciao @@Veridio , infatti quello che nocque alla figura storica di Arminio , oltre al fatto in se stesso , fu anche il trattamento inumano subito dai soldati romani e ufficiali delle tre legioni presi prigionieri , meglio per loro fossero morti in combattimento , nonché lo scempio della testa dello stesso Varo ; basta leggere gli storici che trattarono l' argomento .

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Ciao @@Veridio , infatti quello che nocque alla figura storica di Arminio , oltre al fatto in se stesso , fu anche il trattamento inumano subito dai soldati romani e ufficiali delle tre legioni presi prigionieri , meglio per loro fossero morti in combattimento , nonché lo scempio della testa dello stesso Varo ; basta leggere gli storici che trattarono l' argomento .

Puoi citare qualche dettaglio?

Le fonti storiche su cosa si basano?

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Ciao @@Veridio , scrittori classici che trattarono questo argomento furono diversi : Velleio Patercolo il piu' vicino ai fatti ma che poco ci dice della battaglia in se stessa , narra i fatti precedenti e successivi , in particolare del suicidio di Varo e degli alti ufficiali delle tre Legioni quando compresero che ogni resistenza era ormai alla fine , ci narra della decapitazione sul cadavere di Varo e della consegna della testa a Maroboduo re dei Marcomanni , in quel periodo cliente alleato di Augusto , che la restitui' ad Augusto in segno di omaggio , che a sua volta la consegno' alla famiglia per la sepoltura nel mausoleo di famiglia . Dione Cassio , ci narra i preamboli della battaglia , la marcia delle Legioni tra la foresta e la palude sotto una pioggia battente , tuoni e alberi caduti , che rendevano la marcia lenta e difficoltosa , ricordando che Varo doveva raggiungere una tribu' locale , nemica verso la presenza romana , non tanto per combatterla quanto per dimostrare la potenza di Roma con la sola presenza militare e che per raggiungerla Arminio fece transitare Varo in questa trappola fuori percorso ; sempre Dione ci dice che la battaglia o meglio l' agguato , duro' tre giorni perché i Romani ormai intrappolati tra foresta e paludi vendettero cara la pelle , inoltre parla di prodigi nefasti avvenuti a Roma nei giorni precedenti l' agguato , dando la colpa dell' accaduto a qualche Dio incollerito . Lucio Anneo Floro scende nei particolari dei trattamenti fatti dai Cherusci ai morti e prigionieri romani , dicendoci che ai vivi furono cavati gli occhi e mozzate le mani , ad altri tagliate le teste e poi appese alle Quercie alberi sacri dei Germani , che due Aquile Legionarie erano state catturate mentre la terza era stata precedentemente seppellita dall' Aquilifer prima di morire . Infine Cornelio Tacito ci narra della campagna germanica punitiva di Germanico dove venne recuperata l' Aquila Legionaria della XIX , sei anni dopo la battaglia , ci parla della visita dell' esercito di Germanico sul luogo della battaglia del 9 dove trovarono i resti dei tre campi eseguiti dai legionari per cercare di resistere all' agguato , vedono il terreno coperto delle ossa bianche dei morti lasciate insepolte , i teschi dei prigionieri ancora appesi agli alberi e are erette dai Germani a ricordo della vittoria , inoltre ci racconta dei sopravvissuti alla strage che seguirono Germanico nella spedizione punitiva i quali raccontavano dove Varo ferito si era datola morte , dove avvennero i massacri dei prigionieri e le Aquile oltragiate . Chissa' se in questa occasione Publio , il fratello di Marco Celio , forse scampato all' eccidio , seguendo Germanico , trovo' le ossa del fratello morto e le pose nel cenotafio a ricordo del fratello , della battaglia e dei posteri .

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Legio II italica buonasera a te ed al forum; forse, con una più accorta legittima suspicione si poteva evitare il disastro...i segnali di sospetto c'erano tutti; vero è che Arminio era a tutti gli effetti cittadino romano; ma insomma così va il mondo, con la scienza del poi possiamo solo commentarlo.

Per quanto riguarda le crudezze della battaglia, il trattamento ingrato riservato alle donne che sempre seguivano gli eserciti ( i soldati nell'attesa di compiere lo strupo sulle donne del nemico debbono pure aver avuto esigenze, come dire ormonali, da soddisfare)...la turpe carneficina poi era all'epoca e purtroppo ancora lo è all'ordine del giorno, basti pensare ai soldati kuetiani sepolti dai buldozer americani nelle trincee di sabbia o per tornare al povero Crasso, il fatto di avergli colato oro fuso in bocca... in ogni caso era consuetudine tagliare la testa e la mano destra del "capo" a suggello della vittoria ottenuta...paese che vai...usanze che trovi...ed alla fin fine il tempo passa; ma gli istinti peggiori, radicati nell'uomo purtroppo rimangono;

Concludo con l'augurio di una felice serata estiva...pensiamo al mare, al sole e non ad altro...meglio così credimi o legio italica " Si vales valeo" da nonno cesare

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Bona Dies Dominucus @@Cesare Augusto , e' vero , essendo la Storia antica Scienza imperfetta per ovvi motivi , tra cui non ultimo perché scritta in genere , tranne alcune eccezioni , dai vincitori , pone noi postumi nel dilemma di interpretare e cercare di stabilire il confine tra verita' storica e fantasia , per questi motivi possiamo solo confrontarci , secondo il personale pensiero , affidandoci a questi due formidabili capisaldi : classici antichi e reperti archeologici , oltre a questi non abbiamo altro da mettere in campo se non la nostra personale e opinabile interpretazione dei fatti , scevra comunque da presunzione di verita' . Personalmente , ma e' solo una mia opinione , mi affido molto alla verita' storica di quegli scrittori antichi che trattarono la Storia di Roma nel suo lungo evolversi , un po' meno rispetto a quelli che invece trattarono argomenti circoscritti , tipo guerre civili o locali , inevitabilmente potrebbero avere favorito ed esaltato le imprese e la figura del vincitore . E' un piacere dialogare con te , ciao , Claudio .

Modificato da Legio II Italica
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Claudio, buona sera, ti ringrazio per il complimento...fanno sempre piacere, in la con gli anni, pure essendo ancora attivo nel lavoro dedico un pochino di spazio in più alle vicende storiche che da sempre mi hanno affascinato; ma sai com'è, quandi si deve tirare avanti per soddisfare le esigenze della famiglia di tempo poi non ce ne resta poi molto ed anche adesso che la famiglia è cresciuta...lo stato purtroppo ha ancora bisogno dei vecchi nonni, quelli che hanno fatto umilmente la storia dagli anni sessanta in poi e se la sono vista portar via...dai corrotti di tutti tipi edi tutte le "parrocchie" per non dire correnti: pazienza come disse il mio omonimo prima di passare il rubicone e dare così inizio alla guerra civile (Pompeo all'epoca rappresentava l'autorità senatoria...lo stato costitutivo): ...come disse il divo:..."avanti coi carri" un caro saluto da nonno cesare

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  • 8 anni dopo...

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