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Moneta Comitatensis: confronto Postumo/Vittorino


grigioviola

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Volevo proporvi un aspetto interessante - quantomeno per me - della monetazione dei sovrani gallici Postumo e Vittorino. L'argomento ho avuto modo di approfondirlo incidentalmente leggendo questo bel saggio: "Les productions monétaires de Postume en 268-269 et celles de Lélien (269). Nouvelles propositions" a firma di D. Gricourt e D. Hollard.

Il tema riguarda le emissioni riconducibili a "moneta comitatensis" ovvero a quelle emissioni non battute dalla zecca ufficiale allora operante, ma al seguito dell'imperatore impegnato in campagne militari con l'utilizzo del personale e dei mezzi impiegati presso la zecca.

Le emissioni in oggetto, specialmente quelle di Vittorino sono già state oggetto di alcuni quesiti in merito alle legende, alle lettere e alla simbologia presenti al rovescio (vedi da qui http://www.lamoneta.it/topic/116391-stella-stellina/?p=1320617 e post successivi).

Ecco le emissioni analizzate nel saggio che vi ripropongo unitamente alle immagini, laddove recuperabili online:

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A sinistra le emissioni Postumo e a destra quelle di Vittorino.

Già a colpo d'occhio sono evidenti le analogie dei soggetti e, in taluni casi, di un analogo utilizzo delle lettere presenti nei campi sebbene queste siano differenti (rispettivamente la P in Postumo e la V in Vittorino).

Più volte gli studiosi hanno cercato una spiegazione plausibile per dirimere la questione della presenza di queste lettere, sinteticamente Hollard così riorganizza la questione:

E' accertata una svalutazione per Postumo tra le medesime serie senza lettera e quelle con lettera con un passaggio del contenuto di fino dal 15% al 7-8% sottolineando una maggior adesione alle coeve emissioni dell'Impero Centrale (il "Bestiario" di Gallieno è attestato su di un contenuto di fino medio pari al 5%). Dando per assodato il periodo di emissione a luglio-novembre del 268 d.C., queste emissioni svalutate sembrerebbero propedeutiche a una eventuale penetrazione armata nei territori centrali dell'impero in caso di vittoria sulle truppe di Claudio. Qualora ciò fosse avvenuto Postumo disponeva di un quantitativo più elevato di moneta (con lo stesso quantitativo di fino poteva emettere più antoniniani) e avrebbe trovato nei territori conquistati un deciso consenso nell'accettare nuova moneta in quanto migliore (3% di argento in più delle emissioni imperiali ivi circolanti).

Ormai accertata la svalutazione, Besly e Bland nel loro testo sul ripostiglio di Cunetio ipotizzano per la P una sorta di "privy-mark" destinata proprio a distinguere le monete svilite e la P altro non sarebbe che l'iniziale del nome dell'imperatore.

Su questa scia Weder nel 1990 ipotizza un sistema riconducibile a un linguaggio cifrabile dagli esattori per riconoscere la moneta buona da quella cattiva in modo da potersi regolare sul numero corretto di monete da esigere per i pagamenti. Quest'ultima ipotesi Hollard la reputa alquanto improbabile (e mi trova concorde) in quanto anche la popolazione avrebbe presto intuito il valore della P apposta sulla moneta e si sarebbe conseguentemente mossa nell'ambito delle transazioni quotidiane e dei pagamenti di beni e servizi.

Se la P accompagna la svalutazione, ma non la rappresenta, qual è allora il suo significato?

Dopo il 260 hanno fatto la loro comparsa - prima sugli antoniniani di Gallieno - le iniziali delle città che ospitavano la zecca: R per Roma, SI per Siscia (264) e M per Milano (266). Similmente anche Postumo verso la fine del 268 introdusse le iniziali in alcuni suoi esemplari per identificare l'atelier di Colonia (C-A: Colonia Claudia Ara Agrippinensium).

Hollard afferma che il tentativo di ricondurre la lettera P a una ipotetica città è risultato vano sia con una ricerca dei nomi storici delle città galliche che analizzando i vari ripostigli.

Dando per cera la presenza dell'imperatore con le sue truppe alla guardia del confine del fiume Reno nell'attesa di vedere come si sarebbe evoluta la situazione con le truppe comandate da Claudio II ecco emergere la suggestiva ipotesi: Postumo doveva essere acquartierato assieme alla sua legione più importante di cui era capo supremo ovvero la XXII Primigenia.

Questa legione era stanziata presso l'odierna Magonza, futuro teatro degli scontri che successivamente sarebbero sorti con Leliano.

Il legame tra la legione simboleggiata dal Capricorno e dall'epopea di Ercole è ben documentato nella monetazione di Postumo e la lettera P verrebbe ad assumere un significato ambivalente: rappresenterebbe di fatto sia il nome della legione che il nome dell'imperatore creando un suggestivo dualismo.

In quest'ottica andrebbero letti anche i rovesci:

- la PAX AVG sarebbe la rappresentazione della pace mantenuta e/o ottenuta grazie alla forza militare dell'imperatore

- l'ORIENS AVG andrebbe letto come un'ideale volontà, in caso di Vittoria sull'esercito dell'Impero Centrale, di penetrare a oriente nei territori italiani (progetto che però non si verificò).

In questa visione la zecca di Postumo, aperta all'epoca solo a Treviri, dovette subire una chiusura temporanea a seguito dello spostamento a Magonza presso l'imperatore e la sua legione (emissioni con la lettera P) e riaperta successivamente con l'emissione aurea PACATOR ORBIS il cui rovescio dedicato al Sole va visto come una ripresa figurativa/ideologica del rovescio della serie ORIENS AVG.

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Continuando l'analisi, un simile ragionamento può essere applicato anche alla monetazione di Vittorino dove si assiste a un singolare parallelismo come testimoniato nella tabella precedente.

Le emissioni di Vittorino caratterizzate dalla lettera V devono essere considerate in relazione all'assedio della città di Autun (estate/autunno 269 d.C.) - ripresa da parte del sovrano gallico dopo un temporaneo passaggio sotto la protezione dell'Impero Centrale. In quest'ottica le emissioni della PAX avrebbero questa cronologia: senza P (zecca di Treviri), con la P (moneta comitatensis) e la P con palma (moneta comitatensis celebrante la ripresa della città).

La stella presente nel campo delle emissioni di Vittorino, Hollard la ipotizza riconducibile a una delle due officine operanti a Treviri, secondo questa visione a seguire Vittorino e il suo esercito fu solo una delle due officine (quella appunto contrassegnata dalla stella).

La serie INVICTVS venne sempre emessa con le maestranze della medesima officina (simbolo stella) ma nella zecca di Treviri richiamando l'immagine dell'imperatore/sole marciante vittorioso ma accompagnato dalla legenda INVICTVS (vittorioso per la ripresa della città di Autun) e quindi ridimensionando il disegno espansionistico di Postumo che si proponeva come ORIENS AVG.

Contestualmente al ritorno a "pieno regime" della zecca di Treviri, ecco l'analoga emissione aurea - già vista per Postumo - con il rovescio dedicato al busto del Sole e la medesima legenda INVICTVS della serie con il Sole/Imperatore marciante vittorioso.

In quest'ottica, similmente a quanto visto per Postumo, la legione va cercata nella XXX Ulpia che va quindi vista come l'armata di Vittorino (la lettera U in latino viene resa di fatti con la V ed ecco ancora una volta il dualismo nome legione/nome imperatore).

Secondo questa visione le emissioni con la P di Postumo servirono quindi a finanziare la campagna "italiana" condotta contro il successore di Gallieno che nonostante le intenzioni di Postumo fossero su larga scala si scontrò con una ben differente realtà trattandosi alla fine di una campagna di mantenimento dei confini e non di invasione. Le emissioni con la V di Vittorino invece servirono per pagare i militari impegnati nella ripresa della città di Autun.

Che sia chiarita una volta per sempre la questione di queste emissioni forse è prematuro poterlo affermare, tuttavia, in assenza di nuovi sviluppi e di nuove teorie, è quantomeno una visione credibile, possibile, in diversa misura documentabile e di certo altamente suggestiva.

Lascio a voi ulteriori commenti e/o perplessità rimandandovi anche alla lettura integrale del saggio che trovate qui: https://www.academia.edu/2133460/Les_productions_monetaires_de_Postume_en_268-269_et_celles_de_Lelien_269_._Nouvelles_propositions

Modificato da grigioviola
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@@grigioviola,

se ho ben capito, quindi:

- la lettera P nel campo del rovescio Pax di Postumo, indicherebbe, tanto il nome dell'Imperatore quanto il riferimento alla Legio XXII Primigenia;

- La lettera V nel campo del rovescio indicherebbe invece, tanto il nome dell'Imperatore quanto quello della XXX Legio Vlpia,

La stella, invece, sarebbe un segno di zecca.

L'ipotesi è affascinante ed ha una sua consistenza considerando il fatto che Postumo e Vittorino, essendo entrambi usurpatori, ben potevano associare le loro fortune, anche visivamente, con il destino e la forza delle proprie legioni.

Concordo anche sull'evidente similitudine dei coni della Pax degli antoniniani di Postumo e Vittorino, i due, inoltre, sono stati anche consoli insieme.

Purtroppo, non conoscendo il francese, non posso leggere il saggio da Te linkato.

Saluti

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Sì, sinteticamente il succo della trattazione è questo.

Il francese è abbastanza sconosciuto anche per me, diciamo che l'ho studiato tre anni alle scuole medie... quindi la mia conoscenza si può dire alquanto nulla! :D

Tuttavia la sua somiglianza con l'italiano, il costrutto "latino" della frase e un po' di traduttore google... aiutano a capire sicuramente il senso delle frasi se non, spesso e volentieri, a fare una discreta e "credibile" traduzione :)

Per me Hollard e Gricourt hanno centrato il nocciolo della questione, se le cose non stanno proprio così la realtà non dovrebbe essere comunque distante.

Il parallelo tra le emissioni evidenziate è lampante ed è chiaro che queste serie si riferiscono a vicende comuni/similari.

Il ridimensionamento delle mire espansionistiche di Postumo operato da Vittorino è ben evidente da una sorta di "aggiornamento" delle legende che accompagnano i medesimi rovesci e ben si accompagna con le mutata e mutevole situazione dell'impero gallico.

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Ciao @@grigioviola,

Guarda che bellissimo antoniniano che Ti posto

POSTUMO (254-267). Antoniniano, Colonia. Busto rad. a ds. R/ PAX stante a sn.; nel campo lettera P.RIC V, 318. AE I1. Il ritratto è una sintesi perfetta tra Postumo e Vittorino ed, al rovescio, ha la P ed la stella,

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Modificato da eliodoro
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Ciao @@grigioviola,

Guarda che bellissimo antoniniano che Ti posto

POSTUMO (254-267). Antoniniano, Colonia. Busto rad. a ds. R/ PAX stante a sn.; nel campo lettera P.RIC V, 318. AE I1. Il ritratto è una sintesi perfetta tra Postumo e Vittorino ed, al rovescio, ha la P ed la stella,

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Bella lo è... ma è una ufficiale o una ottima imitativa? ;)

Ciao

Illyricum

:)

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Bellissima moneta, sicuramente imitativa di elevata fattura. La "P" al rovescio è chiaramente di stile non ufficiale. Altri indizi che propendono per l'imitazione sono la forma delle lettere della legenda al dritto, la realizzazione poco curata della barba e una certa stilizzazione della veste del busto.

Il tondello "bianco" è realizzato per fusione - si vedono le tracce del cordolo - mentre poi la moneta? è stata coniata oppure si tratta di un pezzo interamente fuso?

Di certo è un bellissimo esempio delle sorprese continue che riservano le imitative.

Modificato da grigioviola
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Diciamo che l'imitativa non porta contributi a favore né, al contrario, intacca l'ipotesi.

Le emissioni "itineranti" nel caso gallico non sarebbero state fatte da maestranze inesperte e/o con risorse limitate, ma dallo stesso personale della zecca ufficiale che, nel mentre, veniva sospesa e trasferita con parte del materiale creatore.

Nel caso di Vittorino l'autore si spinge oltre dando anche un'interpretazione alla stella dicendo che, in quest'ultimo caso, a seguire l'imperatore era solo una delle due officine che al momento operavano nella zecca ufficiale (con Postumo c'era ancora una sola officina).

L'imitativa altro non è che una sintesi degli esemplari che circolavano nel territorio qualche tempo dopo la loro prima emissione. L'incisore distratto e/o analfabeta ha fuso l'immagine dell'esemplare di Postumo con quello di Vittorino realizzando questo interessante rovescio.

Non ricondurrei però l'emissione attualmente in asta a una coniazione di moneta comitatensis

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