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IGNORED

Sora: cavallo di Pietro Giovanni Paolo Cantelmo


Risposte migliori

Peso 1,30 diametro 18mm in rame.


 


Grazie


 


Corallino


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Modificato da corallino
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La leggenda sia al D che al R sono diverse da quelle del MIR, non riesco a classificarlo con precisione, Fedafa, cosa ne pensi?

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Vi sono moltissime varianti, impossibile catalogarlo in maniera univoca.

 

A me pare leggere:

 

D/ K°ROLVS DG ° R ° FRS ° I (E?)

 

R/ PE ° I ° PA ° CAN ° SO ° AL ° (DVX?)

 

Si tratta comunque della tipologia con i tre gigli coronati in campo libero, leggermente più rara della tipologia con lo scudo di Francia. 

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Vi sono moltissime varianti, impossibile catalogarlo in maniera univoca.

A me pare leggere:

D/ K°ROLVS DG ° R ° FRS ° I (E?)

R/ PE ° I ° PA ° CAN ° SO ° AL ° (DVX?)

Si tratta comunque della tipologia con i tre gigli coronati in campo libero, leggermente più rara della tipologia con lo scudo di Francia.

C'è uno studio molto completo delle varianti e dei conii. Tanto da chiamarlo Corpus. Fatto qualche anno fa dall'amico Giona Barbieri

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C'è uno studio molto completo delle varianti e dei conii. Tanto da chiamarlo Corpus. Fatto qualche anno fa dall'amico Giona Barbieri

E' vero ma non l'ho trovata nemmeno lì... a conferma delle innumerevoli varianti e della difficoltà (per non dire impossibilità) di una catalogazione univoca.

Modificato da fedafa
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E' vero ma non l'ho trovata nemmeno lì... a conferma delle innumerevoli varianti e della difficoltà (per non dire impossibilità) di una catalogazione univoca.

Le monete di Sora e Alvito sono sempre rare, nonostante la moltitudine di conii e varianti. Forse perché i cavalli vennero ribattuti dai successivi regnanti aragonesi.

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Le monete di Sora e Alvito sono sempre rare, nonostante la moltitudine di conii e varianti. Forse perché i cavalli vennero ribattuti dai successivi regnanti aragonesi.

Per quanto concerne la rarità di sicuro la zecca del Cantelmo ha lavorato molto meno rispetto ad altre zecche del Regno, quindi la presenza di questi cavalli, tra il circolante dell'epoca, era sicuramente inferiore a quelli di conio aquilano, teatino o sulmonese... Se a questo aggiungiamo la loro successiva ribattitura, la loro fusione, il bando che vietava la circolazione dei "cauallirazzi de rame che haueuano facti lifrancisi conlo signo dela Croce et deli III gigli derame" a cui si deve anche aggiungere anche una loro esportazione verso altri lidi, come recentemente documentato da A. Giuliani, appare evidente che i nominali rimasti siano diminuiti di numero in maniera considerevole. Farei anche un'altra osservazione però, osservando il fenomeno al contrario e nella sua totalità e considerando la relativa facilità di reperimento di cavalli a nome di Carlo VIII, credo sia facilmente comprensibile l'enorme quantità di queste monete battute in un periodo relativamente breve di tempo. Quindi una così elevata produzione è di certo affiancata da un bisogno di un gran numero conii dando così vita alle innumerevoli varianti. Quest'ultimi magari, specialmente nelle zecche più piccole, venivano preparati in maniera non adeguata cercando di far fronte al bisogno di moneta, con il risultato di una durata minore dello stesso... ma qui entriamo nel campo delle ipotesi...

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Ma tutto questo rame, dove lo prendeva in così poco tempo? Da dove lo faceva arrivare?

Il rame doveva essere abbondante nel Regno. Basta considerare che da Napoli nel 1467, quindi prima dell'inizio della battitura del cavallo, ci si permetteva di esportarlo in terra di Sicilia per essere utilizzato per battere moneta nella zecca di Messina.

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Ma tutto questo rame, dove lo prendeva in così poco tempo? Da dove lo faceva arrivare?

 

Il barone ribelle fece certamente incetta di metallo per la coniazione di questi cavalli ............ approfittò della sovranità del re di Francia sul Regno di Napoli per fare i comodi suoi, è una monetazione che mi affascina in particolar modo, vennero prodotti numerosi conii, di questa tipologia di moneta si conoscono numerose varianti, @@fedafa scusa la domanda: hai una foto del bolognino in argento di Giovanni Paolo Cantelmo? L'hai mai visto?    :help:

 

 @@profausto , potresti cortesemente spostare questa discussione nella sezione delle medievali? Grazie mille.

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Il barone ribelle fece certamente incetta di metallo per la coniazione di questi cavalli ............ approfittò della sovranità del re di Francia sul Regno di Napoli per fare i comodi suoi, è una monetazione che mi affascina in particolar modo, vennero prodotti numerosi conii, di questa tipologia di moneta si conoscono numerose varianti, @@fedafa scusa la domanda: hai una foto del bolognino in argento di Giovanni Paolo Cantelmo? L'hai mai visto?    :help:

 

 @@profausto , potresti cortesemente spostare questa discussione nella sezione delle medievali? Grazie mille.

Ciao, se vuoi una foto di questo cavallo in alta definizione te la mando, ha qualche difetto, ma e' meravigliosa in mano.

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Ok, se vuoi puoi postare una foto ad alta risoluzione così la possiamo commentare. Grazie

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@@fedafa scusa la domanda: hai una foto del bolognino in argento di Giovanni Paolo Cantelmo? L'hai mai visto?    :help:

 

Moneta molto rara... 

 

Ogni tanto passa per qualche asta ed a mio avviso anche sottostimata... forse perchè rientra in un collezionismo di nicchia.

 

Questo l'ultimo da me registrato.

 

http://www.deamoneta.com/en/auctions/view/114/396

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  • 2 settimane dopo...

per gli appassionati di cavalli, allego immagini migliori della moneta in questione,

entrata nella mia collezione,

una moneta inedita per legenda

 

Inedito rispetto al CNI o al testo di Barbieri G.?  :help:

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