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Una tipologia rara ed interessante , il " prototipo " che ha aperto , una ventina d'anni prima , la serie Oikistes di Taranto .

 

Stateri a doppio rilievo , che dalla precedente tipologia incusa , ripropongono il tondello piuttosto largo e sottile e , soprattutto , le cornici elaborate ( caratteristiche che a me , ricordano una qualche similitudine con gli stateri attribuiti ai Serdaioi )

 

Unisco i 2 esemplari che mi sono noti , apparentemente dei medesimi coni  :

 

1 -- Franke-Hirmer  " die Griechische Munze "    tav. 103   n. 298

       Vlasto  162   esemplare in Napoli

 

2 -- Asta Leu/MuM  " Eines Kunstfreundes "  ( ex Gillett )    n. 63  ( 2 diverse fotografie )

       Vlasto  162

 

dal  Vergleiche  della descrizione Kunstfreundes allegata , l'esemplare Franke-Hirmer risulterebbe l' 1a del " Taras Oikistes , NNM 15 " di Vlasto  : non so e vorrei rintracciare questo studio per " vedere " il secondo esemplare citato 1b .

 

Unisco infine , in ultimo , un terzo esemplare da  " Magna Graecia Coins "  , classificato  Vlasto 163 = Fischer-Bossert  105a , che non so se appartenente a questi primi "prototipi "

        

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Inviato

In realtà per il tipo Vlasto 162 (= Fischer-Bossert 104) sono noti in tutto tre esemplari. Ai due già censiti da Valteri bisogna aggiungere un terzo esemplare, molto consunto, che era appartenuto alla collezione di Vlasto e proveniente da un ritrovamento a Taranto nel 1910.

 

3 - CNG 81, n. 14  g. 6,33  12h

     Vlasto 162 = Fischer-Bossert 104c

 

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CNG 81, Lot: 14. Estimate $750. Sold for $1083. This amount does not include the buyer’s fee. 

CALABRIA, Tarentum. Circa 470-465 BC. AR Nomos (6.33 g, 12h). Taras as Oikistes seated right, holding distaff and kantharos / Phalanthos riding dolphin right, arms outstretched; cockle shell below. Fischer-Bossert group 6, 104c (V53/R68) = Vlasto, Taras type 1, b = Vlasto 162 = W. Giesecke, Italia Numismatica (Leipzig: Karl W. Hiersemann, 1928), pl. 4, 3 (this coin); HN Italy 843; Kraay & Hirmer 298 (same dies); Kunstfreund 63 (same dies). VF, toned, porous. Extremely rare early Oikistes issue.

From the Colin E. Pitchfork Collection. Ex Vecchi 17 (15 December 1999), lot 476; M.P. Vlasto Collection, 162 [’found in Tarento in 1910’].

This coin is from a very short series, known from one pair of dies, of which only three coins are known (the other two are, respectively, in Naples and a private collection). These dies are regarded as among the finest style in all Tarentine coinage. Vlasto (Taras, p. 25) discusses the issue as "[t]his beautiful and, in my experience, all but unique nomos, was published by Fiorelli (Catalogo del Museo Nazionale de Napoli I, Monete greche, Napoli [1870], no. 1800) when describing briefly the splendid example in the Naples cabinet.... This coin is an admirable example of all that is finest in Græco-Ionian archaic art, and is certainly one of the masterpieces of Magna Græcia's early coinage." Commenting specifically on this coin, Vlasto (pp. 25-6) states that "[t]he obverse of the specimen that I am fortunate in possessing, owing to its worn condition strongly recalls several beautiful early grave stelæ. Sir Arthur Evans has rightly pointed out in his famous monograph (The Horsemen of Tarentum, pp. 18-9), the striking parallelism between the earliest Oikistes of this type and the old Spartan sepulchral reliefs on which the heroized deceased holding out a kantharos, is represented seated upon a similar throne, alone or with his wife. In fact this type gives us the key to the meaning of this new type." A second pair of dies for this issue is recorded by Fischer-Bossert (105, V54/R69), but these are likely the product of a contemporary forger, as the only two coins known from this paring are both fourrée (Vlasto, Taras, pp. 24-5 and 29-30; though Fischer-Bossert, p. 69, only noted one of these as possibly fourrée).

 

Circa il terzo esemplare postato da Valter, Vlasto 163i (= Fischer-Bossert 105a), che proviene da una diversa coppia di conii (con due esemplari noti: Vlasto 163-164), si sospetta che questa diversa coppia di conii, obiettivamente di stile più scadente, sia una falsificazione contemporanea dell'altra. Per Vlasto erano ambedue suberati (in pratica falsi d'epoca), mentre per Fischer-Bossert solo uno dei due era suberato.

Sono fuori casa e non ho al momento il volume di Fischer-Bosset e non so a quale dei due Vlasto si riferiva per la suberatura.

 

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Inviato (modificato)

"suberati (in pratica falsi d'epoca)"

 

sono rame ricoperto d'argento ? come mai Vlasto e Bossert non sono concordi su quali monete sono suberate ? non lo si capisce a vederle dal vivo ?

 

questi falsi d'epoca antica vengono considerati oggi come arte greca o solo come archeologia greca in quanto fatti non da un artista greco ma solo da un falsario che imitava gli artisti greci ?

Modificato da coinzh

Inviato (modificato)

post  2 @@acraf

 

Dunque quello postato , è  il terzo esemplare  citato nel catalogo " Kunstfreundes "  e classificato  nel " Taras Oikistes " di Vlasto al n. 1b

 

A parte i dubbi di originalità , il Vlasto 163 , è considerato parte di questi " prototipi " , ovvero successivo ad essi ?

 

Lo studio di Vlasto ( 1922 ) è forse rintracciabile in rete ?

Modificato da VALTERI

Inviato (modificato)

Ottima segnalazione. Peccato che i libri scansionati nella rete Google spesso mancano di alcune tavole illustrative (evidentemente considerano delicate le immagini fotografiche e spesso le relative pagine sono vuote).

Tornando ai Vlasto 163-164, riporto le parole di Vlasto tratte da quella monografia del 1922:

 

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Le monete erano ambedue in mano a Vlasto, che era un vero competente. Quindi se afferma che erano ambedue suberate (plated) credo che abbia maggiore ragione rispetto a Fischer-Bossert. Il secondo esemplare era un suberato molto evidente, con l'anima di metallo vile bene visibile su ambedue i lati. Il primo, che è poi quello illustrato alla fine del post # 1è più "intatto", ma a bene guardare si possono vedere possibili tracce di suberatura, specie al diritto....

Se sono suberate, significa che avevano un'anima di metallo vile (in genere rame), rivestita di sottile argento. Era quindi un intento truffaldino dell'epoca e ritengo che sia posteriore al prototipo originale, che evidentemente aveva avuto fortuna, pur nella sua breve durata (una produzione molto limitata e con una sola coppia di conii).

C'è da considerare che successivamente sono state emesse varie serie con tipi simili, di modulo leggermente più piccolo, e ritengo che questa falsificazione d'epoca sia stata contemporanea vcon l'inizio di questa successiva produzione di Taras Oikistes.

Modificato da acraf

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