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Inviato

Buonasera,

Da molto tempo rifletto su quale sia verosimilmente la corretta identificazione della divinità fluviale ritratta su un didracma di Selinunte della tipologia riportata dal Rizzo 33, 8 (si vedano gli esemplari NAC 78 n.215, NAC 27 n.107, New York Sale IV n.68 = Gorny & Mosch 133 n.60)

dato che manca ogni riferimento esplicito alla sua identità, a differenza di esemplari dello stesso nominale, ma di serie precedenti e riportanti la legenda Hypsas.

Mentre si ritiene, alla pari delle didracme con legenda, di poterlo identificare con il dio fluviale Hypsas mi è sempre capitato di pensare (spero di non fare fantanumismatica) che quella figura non potesse essere identificata con una sola, ma con due diverse divinità fluviali, unite in una sola figura nel momento di massima necessità per Selinunte, in prossimità della caduta della città nel 409 a.c. probabilmente.

Si può notare infatti che mentre l'altare viene raffigurato in abbinamento col serpente tipico delle didracme con legenda Hypsas, il ramo rituale viene rappresentato rivolto verso l'alto, come sui tetradrammi a legenda Selinos ed in aperto contrasto con le raffigurazioni delle didracme.

È un pensiero che vorrei mettere a confronto con le opinioni di chi ha più esperienza di me, per imparare qualcosa, e ringrazio in anticipo chiunque vorrà condividere le proprie.

..Magari la questione è stata già affrontata e risolta, in questo caso mi piacerebbe ricevere delle indicazioni in merito.


Inviato (modificato)

Benvenuto nel nostro forum e ringrazio per l'interessante ipotesi.

In primo luogo bisogna collocare le varie emissioni di didrammi di Selinunte nel loro contesto storico.

Ad esempio abbiamo questa variante:

 

post-7204-0-45341400-1445118490_thumb.jp

Rizzo tav 31, 16 NAC 78/2014, 14  g. 8,73

 

che risale al 440 a.C. circa. Si legge molto bene il nome del dio fluviale raffigurato al rovescio: si tratta della personificazione del fiume Hypsas (attuale Belice). Questa divinità è raffigurata in maniera praticamente costante: un giovane di forme efebiche, ignudo, che con la phiàle sta dinanzi ad un altare intorno al quale un serpente avvolge le proprie spire. Lo stesso fiume costeggiava molto più a monte, all'interno dell'isola, la città di Entella, sulle cui monete veniva invece raffigurato come un toro androprosopo, una rappresentazione più antica e classica dei fiumi.

 

Passando all'emissione che ti interessa, una delle più belle di tutta la serie selinuntina:

 

post-7204-0-22903900-1445119011_thumb.jp

Rizzo tav 33, 8 NAC 78/2014, 215  g. 8,66

 

post-7204-0-19782400-1445119060_thumb.jp

Rizzo tav 33, 8 New York Sale IV_2002, 68  g. 8,46

 

notiamo che appartiene alla fine della serie selinuntina, poco prima della sua caduta nel 409 a.C. e scompare il nome della divinità. Fondamentalmente è sempre la rappresentazione del dio Hypsas, caratterizzata dall'altare con serpente, mentre sul tetradramma dello stesso periodo c'è una simile rappresentazione, ma con l'altare che reca il gallo e che dovrebbe essere la personificazione dell'altro e principale fiume, Selinos.

 

post-7204-0-04330300-1445119776_thumb.jp

Schwabacher 45 Rizzo tav 33, 11 NAC 82/2015, 51  g. 17,38

 

Sia sul didramma sia sul tetradramma le due divinità hanno simile figura e ambedue tengono il ramoscello in alto.

Sicuramente i tempi erano diversi per Selinunte, che però ancora non immaginava di essere attaccata e distrutta dalle truppe cartaginesi. Nell'ultimo quarto del V secolo a.C. l'arte raggiunse il suo culmine sulle monete siceliote.

Resta il fatto che scompaiono le leggende sul rovescio, forse ritenute ormai superflue dal maestro incisore, dopo circa 30 anni di emissioni simili.

A mio giudizio, le due rappresentazioni di Hypsas e di Selinos si erano ormai sovrapposte, pur conservando ciascuna una propria identità, indicata dal tipo di altare ad essi sacro. Il maggiore, Selinus, sui tetradrammi e il minore, Hypsas, sui didrammi....

Modificato da acraf

Inviato

Ringrazio molto acraf per la risposta, per le immagini che ha pubblicato e naturalmente per il benvenuto.

In effetti è da ritenere forse più probabile una certa continuità di contenuti (didracma/Hypsas e tetradracma/Selinos) sullo sfondo di cambiamenti figurativi e stilistici avvenuti in 25/30 anni circa, dal 440 circa fino al 409.

Anche in considerazione del fatto che stilisticamente il pezzo catalogato Rizzo 31, 16 presenta elementi di origine ancora arcaica (il dritto ha raffigurazioni ancora completamente di profilo per esempio) mentre sulla tipologia Rizzo 33, 8 (il dritto presenta una plasticità dinamica ed elementi sia del toro che di Ercole rappresentati frontalmente o quasi frontalmente) è presente un più maturo stile classico.

Sono rimasto forse suggestionato dal fatto che si tratta a tutti gli effetti (almeno mi pare) dell'unica emissione di didracme col ramo rivolto verso l'alto.

E ancor più affascinato da quella che davvero pare la vetta della serie delle didracme selinuntine.

Tuttavia mi resta un ultimo interrogativo sollevato dalla sua osservazione sul fatto che a Selinunte si ignorasse l'attacco al tempo della coniazione della didracma:

la Nike che ha preso il posto dell'uccello fluviale sul rovescio del didracma è elemento non comune sulla monetazione selinuntina e qui compare proprio in un arco di tempo a ridosso della presa della città; ora, non potrebbe essere un indizio che ormai nella città si era diffusa in qualche misura la notizia di un prossimo e probabile attacco dei cartaginesi?

Dopotutto erano generazioni che i cittadini di Selinunte correvano sul filo del rasoio delle relazioni con gli scomodi vicini Cartaginesi ed Elimi, quindi nella mia mente non sembra improbabile che i selinuntini abbiano

avuto un qualche genere di sevizio di "intelligence" ante litteram volto a comprendere in anticipo e studiare possibili minacce dei sopracitati vicini..

Ed in più si potrebbe ipotizzare una coniazione proprio nei mesi a ridosso dell'assedio e relativa caduta della città forse?

Il che mi viene fatto di pensare in quanto osservando i pochissimi pezzi di cui ho trovato notizia (ed immagine) di vendita pubblica noto una notevole difformità nell'aspetto dei metalli di cui si compongono i tondelli, nonostante tutti gli esemplari siano in conservazioni piuttosto elevate; il che ( ipotizzo sempre alla grande.. ) non potrebbe indicare una raccolta affrettata di materiali di recupero e da altre monete per la coniazione, dato che i promessi aiuti degli altri sicelioti sembravano sempre più lontani (isolando di fatto e completamente la città) e i nemici sempre più vicini?

Forse sarebbe meglio aprire un'altra discussione..?

Essendo nuovo sul forum mi spiacerebbe contravvenire agli usi sensatissimi che ho potuto apprezzare in termini di gestione delle discussioni..

PS: è personalmente una gioia immensa poter condividere questi miei pensieri con esperti del settore come lei acraf, finalmente.


Inviato

Buongiorno,

L'indicazione dell'origine del tetradracma pubblicata riporta un refuso in parte coi dati del primo didracma pubblicato, se non mi sbaglio: il pezzo dovrebbe essere NAC 82/2015, 51 giusto?


Inviato

Buongiorno,

L'indicazione dell'origine del tetradracma pubblicata riporta un refuso in parte coi dati del primo didracma pubblicato, se non mi sbaglio: il pezzo dovrebbe essere NAC 82/2015, 51 giusto?

 

Hai ragione e ti ringrazio! Ho corretto il riferimento sotto la foto.


Inviato (modificato)

Hai fatto un ragionamento molto logico. 

Sicuramente la scelta di un elemento accessorio come la Nike nel didramma dovrebbe trovare la sua spiegazione in un particolare momento storico. Normalmente i Greci non scelgono casualmente i simboli e la Nike occupa un certo spazio ed è molto originale la sua raffigurazione, non nel solito volo sopra, ma quasi aggrappata al polso del dio fluviale.

La Nike sembra quasi angosciata e chiede quasi la protezione al dio Ypsas.

Poi hai ragione ad evidenziare che in questa ultima emissione di didrammi al notevole stile classico, tipico degli ultimi anni del V secolo a.C., si oppone una minore cura del tondello, come se effettivamente l'emissione sia stata coniata in un momento piuttosto concitato.

Se guardiamo agli esatti eventi storici di quegli anni, in effetti Selinunte doveva aspettarsi qualcosa di grosso sul piano militare.

Dopo che Atene era stata sconfitta definitivamente nel 413 a.C., i suoi vecchi alleati elimi di Segesta ancora premevano sulla storica nemica Selinunte, alleata di Siracusa. E proprio il mortale contrasto tra Segesta e Selinunte provocò anche l'intervento dei Cartaginesi, desiderosi di rompere il fronte filosiracusano, specie sulla parte occidentale dell'isola, che ancora godeva della protezione punica.

Nella primavera del 410 a.C. Cartagine decise di accettare la richiesta di aiuto di Segesta e inviò a presidio della città elima 5000 mercenari libici e 800 cavalieri Campani, che erano rimasti a spasso nell'isola dopo avere militato a fianco degli Ateniesi e ai quali furono forniti i cavalli necessari e una buona paga (Diodoro XIII, 44, 1-2). Oltre a questi mercenari, le truppe cartaginesi sbarcarono in Sicilia, forse nel comodo approdo di Capo Boeo (o Capo Lilibeo, dove più tardi, nel 383 a.C., verrà fondata la città punica di Lilybaion) e subito si dislocarono nel territorio elimo. E' probabile che non tutti i suddetti mercenari fossero destinati a presidiare solo Segesta, ma anche altri importanti avamposti e città, come Entella.

Grazie al decisivo contributo dei mercenari forniti da Cartagine, i Segestani riuscirono a infliggere una prima sconfitta a Selinunte, che invocò l'aiuto di Siracusa (Diodoro XIII, 44, 4). Siamo ancora nel 410 a.C. e quindi i Selinuntini erano bene consapevoli della difficile situazione.

Dopo la tregua invernale del 410/409 a.C., le ostilità ripresero, culminando nell'estate del 409 nel drammatico assedio di Selinunte. Tra le file dell'esercito cartaginese, guidato da Annibale di Gescone, nipote di Amilcare che era stato sconfitto da Gelone nella famosa battaglia di Himera del 480 a.C., erano schierati i mercenari Campani. Questi ultimi tentarono una improvvisa incursione nel cuore della città, ma furono respinti dai Selinuntini, con consistenti perdite (Diodoro XIII, 55, 7-8).

Dopo 9 giorni di eroica resistenza, Selinunte fu espugnata e distrutta. La maggior parte dei suoi abitanti fu uccisa (Diodoro XIII, 57-58, ove si dilunga sulle crudeltà commesse dai barbaroi dopo la presa della città). Solo pochi superstiti probabilmente riuscirono a fuggire e a raggiungere la parte orientale dell'isola dove imperava Siracusa (e forse sono loro che, sotto Ermocrate, ritornarono pochi anni dopo nei rari quartieri ancora in piedi della città, per contromarcare con la testina femminile le litre di Selinunte). 

Dopo la distruzione di Himera i Cartaginesi marciarono su Himera, passando forse per la valle del Belice e poi per la punica Solous e conosciamo la triste fine anche di questa città greca.

 

Ricapitolando, mi sembra molto verosimile che questa ultima emissione sia stata coniata al massimo nella primavera del 409 a.C. o almeno poco prima dell'estate, quando venne distrutta.

Sicuramente in quei mesi fervevano i preparativi per la resistenza, forse contando anche sull'intervendo degli alleati Siracusani, che invece non intervennero per tempo. La particolare posizione, quasi supplichevole, della Nike potrebbe riflettere quel particolare clima politico.

Allego una cartina per mostrare la posizione dei due fiumi rispetto alla città di Selinunte:

 

post-7204-0-51584900-1445186612.png

 

Ovviamente Hypsas corrisponde al fiume Cottone (a destra).

Modificato da acraf

Inviato (modificato)

Innanzitutto Grazie davvero per la risposta così esauriente e ricca di particolari, finalmente grazie ad essa riesco ad avere un quadro ben completo della situazione cronologica con dati relativi alle tempistiche delle movimentazioni Cartaginesi ed Elime nell'anno e mezzo a ridosso della caduta di Selinunte, il sentire supportate da questi dati alcune delle mie osservazioni fa crescere ancora di più tutta la mia passione per la numismatica siceliota e per questa particolare emissione!

Anche il solo poter ipotizzare in maniera così credibile una data tanto precisa nell'arco di un certo anno di 2424 anni fa è uno dei motivi per cui sono sempre stato convinto che il vero volto della storia passi sempre sulle due facce di una moneta..!

Il particolare della Nike da lei evidenziato è davvero interessantissimo, una rappresentazione con caratteristiche espressive così peculiari non può che essere un elemento da valutare con la massima attenzione per comprendere a fondo l'emissione di questa didracma.

Sono rimasto inoltre grandemente incuriosito dalla menzione delle litre contromarcate con testina, un argomento che mi interesserebbe approfondire, sono per caso già state aperte discussioni in merito in passato ?

Altrimenti riterrei un'ottima idea affrontarne una a breve.

La ringrazio ancora moltissimo acraf per la sua disponibilità e per le conoscenze che ha condiviso.

Modificato da Archestrato

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