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Annibale e le Alpi , l' eterno dilemma del passo


Legio II Italica

Risposte migliori

Il passaggio delle Alpi da parte di Annibale , che provoco' la seconda guerra punica e l' invasione dell' Italia , ha affascinato per secoli gli storici di tutto il mondo , dai contemporanei dei fatti , fino ad oggi , per l' eccezionalita' dell' impresa annibalica che desto' stupore , meraviglia e quasi incredulita' presso gli antichi .
Nel numero di Aprile de "Le Scienze" forse si e' stabilito il passo delle Alpi presso il quale Annibale transito' : http://www.lescienze.it/

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Alberto  Angela in una trasmissione di Ulisse illustro' tutta la storia di Annibile,il passaggio delle Alpi,la campagna contro i romani con tanti anni di permanenza in Italia e aime' la fine ingloriosa di questo condottiero e anche del vincitore.Legio sicuramente ci delizierai con piu approfondimenti,buon lavoro.

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Ecco la statua in vetroresina per ricordare la battaglia del Trebbia.

 

 

 

http://castellorivalta.blogspot.it/2012/04/elefante-in-vetroresina-per-ricordare.html

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Ecco la statua in vetroresina per ricordare la battaglia del Trebbia.

 

 

 

http://castellorivalta.blogspot.it/2012/04/elefante-in-vetroresina-per-ricordare.html

 

Ciao @@palpi62 , grazie dell' intervento , il monumento e' senz' altro bello e ben fatto , pero' occorre ricordare che un solo elefante sopravvisse alla tremenda traversata delle Alpi , che per questi animali africani dovette essere deleteria , immaginiamo soltanto un elefante a 2000 o peggio 3000 mila metri di altezza , i suoi enormi polmoni e il cuore avranno sofferto tremendamente per la scarsita' di ossigeno , tanto e' che praticamente morirono 36 elefanti su 37 , tanti erano alla partenza da Cartagena , tranne uno , che certamente fu usato per trasportare merci e che non partecipo' sicuramente alla battaglia della Trebbia , né ad altre .

Sul monumento solo una annotazione , sarebbe stato perfetto se fosse stato inserito anche un legionario romano magari in atto di contrastare l' avanzata dell' elefante , dopo tutto Annibale pur nella sua genialita' militare fu solo un invasore e devastatore dell' Italia .

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Supporter

@@Legio II Italica ciao, (estratto da Wikipedia)  Secondo la tradizione popolare, il nome Gossolengo deriverebbe da "osso lungo", il femore di un grosso mammifero rinvenuto in un fossato. Il reperto sarebbe stato ritenuto appartenente al corpo di un elefante africano, animale raffigurato anche nello stemma comunale, in quanto la zona fu interessata dal passaggio delle truppe di Annibale in occasione della battaglia del trebbia.

 

 

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Alberto  Angela in una trasmissione di Ulisse illustro' tutta la storia di Annibile,il passaggio delle Alpi,la campagna contro i romani con tanti anni di permanenza in Italia e aime' la fine ingloriosa di questo condottiero e anche del vincitore.Legio sicuramente ci delizierai con piu approfondimenti,buon lavoro.

 

Ciao @@Liamred00 , grazie anche a te per l' intervento , sono stati scritti varie centinaia di libri su Annibale e la traversata delle Alpi , con la conseguenza di ipotizzare non meno di 5/6 passaggi delle Alpi , tutto dovuto al fatto che né Polibio , né Tito Livio , né Silio Italico nella sua opera "Punica" , hanno mai individuato con certezza il passo scelto da Annibale , questo per due motivi : o era ovvio cioe' conosciuto al suo tempo , oppure tutti non lo sapevano .

Conoscendo l' abilita' strategica di Annibale quasi certamente non scelse un passaggio "ovvio" perché temeva che i Romani lo aspettassero alla discesa del passo e in questo caso il suo esercito sarebbe stato certamente distrutto considerando i patimenti sopportati dai suoi soldati dopo l' attraversamento delle Alpi , quindi avra' scelto un passo non conosciuto se non dalle poche guide alpine del Galli , tanto e' che Tito Livio narra che spesse volte le guide persero il sentiero e che Annibale vide approssimarsi la catastrofe dell' esercito .  

Da questi fatti generazioni di storici si sono scervellati nell' ipotizzare il passaggio seguito da Annibale , tutti i passi alpini presi in considerazione andavano bene e allo stesso tempo nessuno soddisfaceva completamente , quindi la questione rimane tutt' ora aperta ; l' unica soluzione al problema sarebbe quella di trovare qualche reperto punico databile al radiocarbonio , trovato , magari per fortuna , sul breve pianoro che Tito Livio narra essere stato vicino al passo e dove l' esercito cartaginese stremato riposo' per due giorni prima di iniziare la discesa .

Due siti dove si tratta il problema .

http://guide.supereva.it/latino/interventi/2010/04/svelata-la-strada-maestra-che-doveva-portare-annibale-a-roma

http://poliremi.altervista.org/punici6.html

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Il primo scontro tra Annibale e i Romani in terra Italica : Battaglia del Ticino , Novembre dell' anno 218 a.C.
https://books.google.it/books/about/Battaglia_del_Ticino_tra_Annibale_e_Scip.html?hl=it&id=8c4oAAAAYAAJ
Se consideriamo che il primo scontro , principalmente di cavalleria , fu appunto presso le rive del Ticino , tra Vercelli e Vigevano , in autunno inoltrato quando le sue acque sono gia' gonfie di acqua , risulta difficile comprendere perché i Romani attesero Annibale in un territorio cosi' distante dai passi alpini occidentali prima di intercettare Annibale in Italia . Infatti dai passi alpini occidentali al Ticino corrono in media tra i 140 e i 170 chilometri circa , a questo punto la considerazione e' che o i Romani non sapevano assolutamente da quale passo Annibale sarebbe transitato e quindi si tennero distanti dai passi piu' conosciuti per non essere magari presi alle spalle , oppure i Romani sapevano bene le mosse di Annibale dalle tribu' galliche amiche , cioe' che Annibale stava risalendo il fiume Rodano a Nord fino in Svizzera e che si apprestava a transitare per il Passo della Novena da dove nasce il Ticino , che seguendolo in discesa lo avrebbe portato nella pianura padana e qui lo attendeva Publio Cornelio Scipione con il giovane figlio , il futuro Africano , che nel corso della battaglia gli salvo' la vita .
Il passo della Novena e' una ipotesi personale che corrisponde anche alla descrizione del passo fatta da Tito Livio dove esiste ancora il lago sul pianoro , inoltre fino alla breve ma difficoltosa  salita del passo come descritto dallo storico , il tragitto di Annibale fu agevole perché segui il corso del Rodano , fu difficile invece anche la discesa in pianura ; certamente questo passo sembrerebbe troppo a Nord , pero' spiegherebbe perché i Romani intercettarono Annibale per la prima volta al Ticino e non in un punto piu' vicino ai passi occidentali , come sarebbe stato logico fare contro un esercito invasore e stremato dalla fatica del tragitto . 
Queste le frasi di Tito Livio , pronunciate da Annibale , poco prima della battaglia del Ticino : "Ora tutto l' enorme patrimonio che i Romani possiedono , conquistato e accumulato in tantissimi trionfi , sta per diventare vostro assieme a chi lo possiede . Con l'aiuto degli dei è per questa straordinaria ricompensa che vi esorto a prendere le armi . E' giunto il tempo che otteniate guadagni ricchi ed abbondanti , che siate ricompensati per la vostra fatica dopo che avete percorso una strada tanto lunga , tra tante montagne , tanti fiumi , tante popolazioni ostili" 
Sotto il pianoro con il lago al Passo della Novena e la strada moderna che arranca al passo . Chissa se su questo passo sono state fatte delle ricerche geoarcheologiche.

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Modificato da Legio II Italica
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Un' ultima considerazione circa il passo alpino percorso da Annibale . Presupponendo che quanto tramandato dagli antichi scrittori sia la verita' , senza nessun fantasioso arricchimento letterario , dovremmo immaginare che tutto il percorso alpino dell' esercito , dalla salita al passo e dal passo alla discesa in pianura , sia stato costellato di cadaveri di uomini , di cavalli e di elefanti , infatti cosi' ci tramanda Tito Livio quando dice che buona parte degli uomini e dei cavalli dell' esercito , circa la meta' di quanti erano partiti da Cartagena , morirono in imboscate , per cadute dei dirupi , per fame e per freddo , senza contare che dei 37 elefanti , ben 36 morirono lungo il percorso alpino , principalmente per affaticamento dovuto alle alte quote non consone alle caratteristiche fisiche di un elefante . A questo punto sorge automatica una considerazione , sempre prendendo tutto per buono quanto tramandato dalle fonti antiche , e' mai possibile che di varie decine di migliaia di uomini , di tanti cavalli e principalmente di 36 elefanti , non si sia mai trovata nel corso della storia postuma all' evento , alcuna traccia di ossa , nelle salite o nelle discese o nei dirupi prossimi ai piu' conosciuti passi alpini ? Mi sembra strana una mancanza di ritrovamenti di reperti cosi' teoricamente abbondante e anche di grandi dimensioni come quelli di un elefante . Io credo che fino a quando non si trovera' un solo osso umano o animale in qualche localita' sperduta delle Alpi occidentali che datato al radiocarbonio lo riconduca a quell' evento storico , rimarremo per sempre nel campo delle ipotesi su quale passo alpino transito' Annibale . 

Ricordiamo in proposito il ritrovamento , approssimativo al nostro caso , della mummia di Otzi risalente ad oltre 5000 anni fa e conservata integra nel ghiaccio a 3200 metri di altezza .

Mi piacerebbe leggere qualche vostro parere .

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Molto interessante, ma l'articolo non e' pubblicato sulla rivista cartacea ? 

(possiedo il numero di aprile de Le Scienze ma non trovo nulla. Sul sito si trova questo articoletto:

 


 

che rimanda a sua volta all' articolo apparso sulla rivista “Archeometry”:

 


 

dove pero' l'articolo completo e' disponibile solo a pagamento.

 

Molto interessante l'ipotesi del colle delle Traversette (conosco di persona, per aver fatto delle escursioni, alcuni dei principali passi ritenuti i piu' probabili per il passaggio di Annibale, tra cui il col Clapier nei pressi dell'alta val Susa che ho sempre ritenuto, come la gran parte delle opinioni sull'argomento, di gran lunga l'ipotesi piu' plausibile). A dire il vero non sono mai stato di persona al colle delle Traversette, che tra l'altro non e' cosi' agevole da raggiungere, sara' l'occasione per una visita non appena la neve sara' meno alta.

 

Per quanto riguarda eventuali reperti, e il mancato ritrovamento ad ora, dalle fonti non pare sia stato perso alcun elefante dei 37 iniziali, fino al sopraggiungere dell'inverno dove certo perirono tutti tranne uno, ma ormai in territorio italiano.

Questo spiegherebbe la mancanza di eventuali reperti di grandi dimensioni nei pressi dei passi alpini.

Tutti i percorsi non sono di particolare difficolta' alpinistica, sono sentieri percorribili, tranne forse la parte del colle delle Traversette sul versante italiano (il colle si trova su di un punto di confine tra Francia e Italia).

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Ciao @@perporius , l' articolo di testa interessato , abbastanza lungo anche se non completo : http://www.lescienze.it/news/2016/04/07/news/annibale_passo_alpi_sterco_di_cavallo-3043593/

il resto e' scritto nella rivista .

Comunque per quanto riguarda il passo alpino scelto da Annibale occorre notare che per quanto scrive Tito Livio sembrerebbe essere stato il Monginevro , mentre secondo lo scritto di Polibio e di Cornelio Nepote , porterebbe al Moncenisio , al Piccolo San Bernardo oppure ai passi piu' a Nord alcuni dei quali sconosciuti ai Romani . Personalmente darei piu' affidabilita' a Polibio in quanto mentre Tito Livio era uno storico che oggi si definirebbe un "topo di biblioteca" , cioe' uno storico da tavolino , Polibio al contrario visito' e percorse i luoghi della traversata delle Alpi secondo quanto gli dissero le popolazioni alpine locali . 

Pero' i passi alpini del Monginevro , del Moncenisio e del Piccolo San Bernardo erano ben conosciuti dai Romani e quindi mi sembra strano , strategicamente errato , che i Romani attendessero Annibale al fiume Ticino molto distante dai passi , dando cosi' tempo all'esercito cartaginese di riposarsi e riprendere forze ; se al contrario Annibale fosse transitato piu' a Nord , al passo della Noventa , lo scontro del Ticino avrebbe avuto un senso strategicamente logico .

Modificato da Legio II Italica
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  • 4 anni dopo...

Salve a tutti, alcuni optano per il passo della Novena in virtù del presunto scontro avvenuto presso il Ticino, Vigevano, si dice, facilmente raggiungibile dal passo predetto. Lo escludo nel modo più assoluto: Annibale aveva con sè 37 elefanti, non 37 ghepardi e aveva una certa fretta per motivi che non sto qui a precisare. La battaglia del Ticino dovrebbe chiamarsi la battaglia dell'Agogna, tra Lomello, Ferrera e Ottobiano, dove un tempo c'erano i tumuli, poi abbattuti per far posto alle risaie (lo conferma l'archeologia ma anche testi antichi). Escludendo il Monginevro, il Moncenisio e il Piccolo S Bernardo, quest'ultimo percorso da Asdrubale 10 anni dopo con i 10 elefanti, due restano i passi più attendibili: Il Col Savine Coche (200 metri ca. a ovest del Col Clapier e, quindi, il sentiero 806 interessato da antichissime frane, cioè il Rocher Penibles e la curva a est per il "Vallone del Tiraculo", e non il sentiero 805 percorso dai valdesi; oppure il Colle delle Traversette più a sud, pure interessato da più frane e, a differenze del Savine Coche, interessato da stretti passaggi e precipizi da capogiro. La via artificiale fatta costruire da Annibale in 3 gg per far passare gli elefanti, ovvio, non esiste più, in quanto il pietrisco come basamento del passaggio è precipitato per gli agenti atmosferici nati in tutti questi secoli, magari con l'aggiunta di qualche terremoto, ma la foto scattata dal professor William Mahaney misurante 1 metro massimo di lunghezza, a ridosso del Colle, sarebbe l'effettivo passaggio che ha incusso paura ai soldati cartaginesi nel superarlo: il precipizio al lato dx fa immaginare una morte sicura, figuriamoci con la neve fresca su quella ghiacciata dell'anno prima. Il colle delle Traversette per me è il primo indiziato e neanche i consoli romani ci avrebbero scommesso. Annibale è stato depistato dalle false guide galliche essendo il suo obiettivo, dopo aver superato Gap, quello di percorrere la strada che poi sarebbe stata chiamata la via Domitia, cioè quella che devia a nord all'altezza di Mont Dauphin, per poi superare L'Argenterie La Bassee, St Martin Queyrieres, Briancon e il Monginevro. Il depistamento ha invece condotto Annibale per il Queyras, cioè per Chateaux Queyras, poi, al primo bivio, dritto per Aiguille. Annibale non ci ha impiegato molto a capire di essere stato vittima di un depistamento, sapendo ben riconoscere le pietre di direzione del sentiero, quelle emiliane secondo Totò)....Poi il secondo bivio: invece di svoltare a dx per Molines e quindi per il col dell'Agnello, il suo istinto l'ha fatto andare dritto per Abries. Eccoci al terzo bivio: l'istinto non lo ha fatto allontanare dal fiume Guil, incontrato già sotto mont Dauphin, e quindi ha svolto a dx invece di andare dritto per il sentiero più stretto del torrente Bouchet (quello che porta al Col Maleure), ed  ha sostato a "La Monta" dopo aver superato Ristolas: il pianoro è vasto e bello al punto da invitare a una  sosta per riposare e rifocillarsi. Dopo aver superato Echalps, ultima località degna di una denominazione toponomastica, allora inesistente, il percorso si restringe a vista d'occhio: la vista del torrente de la Faito sulla sx, molto più avanti,  sviluppa l'istinto di percorrerlo fino alla cima: il percorso è segnato dalla sigla GDV sulla mappa con un bivio che si affaccia prima del Buco del Viso. La deviazione a dx porta al colle (2947 m) con a dx le rocce Fourion (3153 m). La discesa solo a vederla incute timore per i motivi esposti sopra: si svolta a sx e si scende un poco zig-zagando fino a incrociare e superare l'uscita del tunnel "Buco del viso" del versante italiano, poi il percorso devia a est con il  Monte Granero ben in vista (3170 m). Si percorre una lunga curva fino a incontrarne un'altra più a gomito: quella interessata dalle due frane descritte da Polibio e Livio. Spettacolo, molte cose coincidono e quante belle pietre rotolanti che si sono staccate dalla parete. Subito dopo c'è un'altra curva a sx, una rientranza, che porta fino al bivio con a sx il sentiero V20, la modern route, e il percorso che va diritto, quello percorso da Annibale. Attenzione, c'è subito un altro bivio ancora: non svoltate a dx, per la modern route, ma proseguite dritto, sotto il costone (tutti i percorsi, in epoca pre-romana, seguivano le pareti rocciose): vi ritroverete al Pian de Re, dove il professor Mahaney ha condotto le sue ricerche. Ah, dimenticavo: il comune di Ostana è stato interessato dal ritrovamento di una zanna di elefante alcuni anni fa in occasione di lavori di scavo. E' conservata con una reliquia per volere del sindaco di allora. Saluti! Alessandro Ferrante (Alecs Ferrante on fb)

Modificato da Alessandro Ferrante
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Ciao Alessandro e benvenuto, non entro nel merito del tuo discorso ma vorrei ringraziarti per aver citato il mio paesino situato su un terrazzamento del fiume Agogna sulla via per le gallie  in cui la più recente storiografia pone l'accadimento della battaglia cosiddetta "del Ticino". 

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Salve @Alessandro Ferrante , e' incredibile come la traversata delle Alpi effettuata da Annibale 22 secoli fa susciti ancora tanti affanni e probabilmente lo fara' ancora nei secoli futuri , nel tentare di trovare la strada e il passo alpino raggiunto dal cartaginese .

Ricerca che credo risultera' vana a causa dei secoli trascorsi , dei cambiamenti morfologici delle Alpi e principalmente per un passo di Livio dove scrive che Annibale ad un certo punto della salita al passo si senti' perso non sapendo piu' dove proseguire e senti avvicinarsi la catastrofe sua e del suo esercito , perso/i tra le montagne . Si puo' ben immaginare che non percorse quindi le vie ben conosciute a quei tempi per andare e venire dall' Italia , questo perche' i Romani lo stavano attendendo in Italia alla discesa dei due , forse tre passi conosciuti all' epoca , di conseguenza Annibale transito' per un passo non conosciuto , quale sia stato rimarra' un mistero . Ma se dovessi ipotizzare un passo opterei per il Piccolo San Bernardo , altrimenti rimarrebbe oscuro il motivo per cui Asdrubale lo abbia scelto pur essendo la strada piu' lunga ed alta invece di transitare in un passo piu' facile a raggiungersi pur avendo fretta di raggiungere Annibale asserragliato in Puglia . 

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  • 3 settimane dopo...

Un recentissimo libro su Annibale scritto dal Prof. Giovanni Brizzi sul genere delle "memorie" .

"Un uomo guarda, lontano, le acque dell'Ellesponto; e traccia il bilancio di un'intera esistenza. Annibale ha appena finito di redigere le sue memorie, il testamento spirituale destinato, egli spera, a sopravvivergli e a giustificarlo nell'ora in cui sente approssimarsi la fine. Il Cartaginese ripercorre così il suo passato: l'infanzia in una Cartagine ormai quasi sognata, che non rivedrà mai più; l'agonia di un leone crocifisso visto da bambino; la vocazione militare da subito evidente; l'inflessibile senso del dovere che lo ha spinto su una strada segnata fin dall'inizio. Ora il sogno inseguito da Annibale, nel tragitto dalla Spagna a Crotone, è svanito. Il passaggio delle Alpi, destinato a divenire leggenda, e l'iniziale succedersi di trionfi militari hanno invece rivelato la spaventosa forza di una realtà politica, quella romana, immensamente superiore alla sua Cartagine. Questa forza sta ora dilagando e minaccia di trasformare quel mondo ellenistico che il Cartaginese ama e al quale appartiene. In queste pagine, un vinto nobilissimo ripercorre, con amara sincerità, le tappe di una vita senza uguali"

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  • 1 anno dopo...
Il 14/2/2021 alle 09:50, Alessandro Ferrante dice:
Il 14/2/2021 alle 09:50, Alessandro Ferrante dice:

Salve a tutti, alcuni optano per il passo della Novena in virtù del presunto scontro avvenuto presso il Ticino, Vigevano, si dice, facilmente raggiungibile dal passo predetto. Lo escludo nel modo più assoluto: Annibale aveva con sè 37 elefanti, non 37 ghepardi e aveva una certa fretta per motivi che non sto qui a precisare. La battaglia del Ticino dovrebbe chiamarsi la battaglia dell'Agogna, tra Lomello, Ferrera e Ottobiano, dove un tempo c'erano i tumuli, poi abbattuti per far posto alle risaie (lo conferma l'archeologia ma anche testi antichi). Escludendo il Monginevro, il Moncenisio e il Piccolo S Bernardo, quest'ultimo percorso da Asdrubale 10 anni dopo con i 10 elefanti, due restano i passi più attendibili: Il Col Savine Coche (200 metri ca. a ovest del Col Clapier e, quindi, il sentiero 806 interessato da antichissime frane, cioè il Rocher Penibles e la curva a est per il "Vallone del Tiraculo", e non il sentiero 805 percorso dai valdesi; oppure il Colle delle Traversette più a sud, pure interessato da più frane e, a differenze del Savine Coche, interessato da stretti passaggi e precipizi da capogiro. La via artificiale fatta costruire da Annibale in 3 gg per far passare gli elefanti, ovvio, non esiste più, in quanto il pietrisco come basamento del passaggio è precipitato per gli agenti atmosferici nati in tutti questi secoli, magari con l'aggiunta di qualche terremoto, ma la foto scattata dal professor William Mahaney misurante 1 metro massimo di lunghezza, a ridosso del Colle, sarebbe l'effettivo passaggio che ha incusso paura ai soldati cartaginesi nel superarlo: il precipizio al lato dx fa immaginare una morte sicura, figuriamoci con la neve fresca su quella ghiacciata dell'anno prima. Il colle delle Traversette per me è il primo indiziato e neanche i consoli romani ci avrebbero scommesso. Annibale è stato depistato dalle false guide galliche essendo il suo obiettivo, dopo aver superato Gap, quello di percorrere la strada che poi sarebbe stata chiamata la via Domitia, cioè quella che devia a nord all'altezza di Mont Dauphin, per poi superare L'Argenterie La Bassee, St Martin Queyrieres, Briancon e il Monginevro. Il depistamento ha invece condotto Annibale per il Queyras, cioè per Chateaux Queyras, poi, al primo bivio, dritto per Aiguille. Annibale non ci ha impiegato molto a capire di essere stato vittima di un depistamento, sapendo ben riconoscere le pietre di direzione del sentiero, quelle emiliane secondo Totò)....Poi il secondo bivio: invece di svoltare a dx per Molines e quindi per il col dell'Agnello, il suo istinto l'ha fatto andare dritto per Abries. Eccoci al terzo bivio: l'istinto non lo ha fatto allontanare dal fiume Guil, incontrato già sotto mont Dauphin, e quindi ha svolto a dx invece di andare dritto per il sentiero più stretto del torrente Bouchet (quello che porta al Col Maleure), ed  ha sostato a "La Monta" dopo aver superato Ristolas: il pianoro è vasto e bello al punto da invitare a una  sosta per riposare e rifocillarsi. Dopo aver superato Echalps, ultima località degna di una denominazione toponomastica, allora inesistente, il percorso si restringe a vista d'occhio: la vista del torrente de la Faito sulla sx, molto più avanti,  sviluppa l'istinto di percorrerlo fino alla cima: il percorso è segnato dalla sigla GDV sulla mappa con un bivio che si affaccia prima del Buco del Viso. La deviazione a dx porta al colle (2947 m) con a dx le rocce Fourion (3153 m). La discesa solo a vederla incute timore per i motivi esposti sopra: si svolta a sx e si scende un poco zig-zagando fino a incrociare e superare l'uscita del tunnel "Buco del viso" del versante italiano, poi il percorso devia a est con il  Monte Granero ben in vista (3170 m). Si percorre una lunga curva fino a incontrarne un'altra più a gomito: quella interessata dalle due frane descritte da Polibio e Livio. Spettacolo, molte cose coincidono e quante belle pietre rotolanti che si sono staccate dalla parete. Subito dopo c'è un'altra curva a sx, una rientranza, che porta fino al bivio con a sx il sentiero V20, la modern route, e il percorso che va diritto, quello percorso da Annibale. Attenzione, c'è subito un altro bivio ancora: non svoltate a dx, per la modern route, ma proseguite dritto, sotto il costone (tutti i percorsi, in epoca pre-romana, seguivano le pareti rocciose): vi ritroverete al Pian de Re, dove il professor Mahaney ha condotto le sue ricerche. Ah, dimenticavo: il comune di Ostana è stato interessato dal ritrovamento di una zanna di elefante alcuni anni fa in occasione di lavori di scavo. E' conservata con una reliquia per volere del sindaco di allora. Saluti! Alessandro Ferrante (Alecs Ferrante on fb)

 

Salve a tutti, alcuni optano per il passo della Novena in virtù del presunto scontro avvenuto presso il Ticino, Vigevano, si dice, facilmente raggiungibile dal passo predetto. Lo escludo nel modo più assoluto: Annibale aveva con sè 37 elefanti, non 37 ghepardi e aveva una certa fretta per motivi che non sto qui a precisare. La battaglia del Ticino dovrebbe chiamarsi la battaglia dell'Agogna, tra Lomello, Ferrera e Ottobiano, dove un tempo c'erano i tumuli, poi abbattuti per far posto alle risaie (lo conferma l'archeologia ma anche testi antichi). Escludendo il Monginevro, il Moncenisio e il Piccolo S Bernardo, quest'ultimo percorso da Asdrubale 10 anni dopo con i 10 elefanti, due restano i passi più attendibili: Il Col Savine Coche (200 metri ca. a ovest del Col Clapier e, quindi, il sentiero 806 interessato da antichissime frane, cioè il Rocher Penibles e la curva a est per il "Vallone del Tiraculo", e non il sentiero 805 percorso dai valdesi; oppure il Colle delle Traversette più a sud, pure interessato da più frane e, a differenze del Savine Coche, interessato da stretti passaggi e precipizi da capogiro. La via artificiale fatta costruire da Annibale in 3 gg per far passare gli elefanti, ovvio, non esiste più, in quanto il pietrisco come basamento del passaggio è precipitato per gli agenti atmosferici nati in tutti questi secoli, magari con l'aggiunta di qualche terremoto, ma la foto scattata dal professor William Mahaney misurante 1 metro massimo di lunghezza, a ridosso del Colle, sarebbe l'effettivo passaggio che ha incusso paura ai soldati cartaginesi nel superarlo: il precipizio al lato dx fa immaginare una morte sicura, figuriamoci con la neve fresca su quella ghiacciata dell'anno prima. Il colle delle Traversette per me è il primo indiziato e neanche i consoli romani ci avrebbero scommesso. Annibale è stato depistato dalle false guide galliche essendo il suo obiettivo, dopo aver superato Gap, quello di percorrere la strada che poi sarebbe stata chiamata la via Domitia, cioè quella che devia a nord all'altezza di Mont Dauphin, per poi superare L'Argenterie La Bassee, St Martin Queyrieres, Briancon e il Monginevro. Il depistamento ha invece condotto Annibale per il Queyras, cioè per Chateaux Queyras, poi, al primo bivio, dritto per Aiguille. Annibale non ci ha impiegato molto a capire di essere stato vittima di un depistamento, sapendo ben riconoscere le pietre di direzione del sentiero, quelle emiliane secondo Totò)....Poi il secondo bivio: invece di svoltare a dx per Molines e quindi per il col dell'Agnello, il suo istinto l'ha fatto andare dritto per Abries. Eccoci al terzo bivio: l'istinto non lo ha fatto allontanare dal fiume Guil, incontrato già sotto mont Dauphin, e quindi ha svolto a dx invece di andare dritto per il sentiero più stretto del torrente Bouchet (quello che porta al Col Maleure), ed  ha sostato a "La Monta" dopo aver superato Ristolas: il pianoro è vasto e bello al punto da invitare a una  sosta per riposare e rifocillarsi. Dopo aver superato Echalps, ultima località degna di una denominazione toponomastica, allora inesistente, il percorso si restringe a vista d'occhio: la vista del torrente de la Faito sulla sx, molto più avanti,  sviluppa l'istinto di percorrerlo fino alla cima: il percorso è segnato dalla sigla GDV sulla mappa con un bivio che si affaccia prima del Buco del Viso. La deviazione a dx porta al colle (2947 m) con a dx le rocce Fourion (3153 m). La discesa solo a vederla incute timore per i motivi esposti sopra: si svolta a sx e si scende un poco zig-zagando fino a incrociare e superare l'uscita del tunnel "Buco del viso" del versante italiano, poi il percorso devia a est con il  Monte Granero ben in vista (3170 m). Si percorre una lunga curva fino a incontrarne un'altra più a gomito: quella interessata dalle due frane descritte da Polibio e Livio. Spettacolo, molte cose coincidono e quante belle pietre rotolanti che si sono staccate dalla parete. Subito dopo c'è un'altra curva a sx, una rientranza, che porta fino al bivio con a sx il sentiero V20, la modern route, e il percorso che va diritto, quello percorso da Annibale. Attenzione, c'è subito un altro bivio ancora: non svoltate a dx, per la modern route, ma proseguite dritto, sotto il costone (tutti i percorsi, in epoca pre-romana, seguivano le pareti rocciose): vi ritroverete al Pian de Re, dove il professor Mahaney ha condotto le sue ricerche. Ah, dimenticavo: il comune di Ostana è stato interessato dal ritrovamento di una zanna di elefante alcuni anni fa in occasione di lavori di scavo. E' conservata con una reliquia per volere del sindaco di allora. Saluti! Alessandro Ferrante (Alecs Ferrante on fb)

 

Buongiorno, abitandoci e ricordando i discorsi dei vecchi propendo per un passaggio nelle valli cuneesi ove esistono, sulle Marittime, valichi usati sin dalla Preistoria. 

 

In valle Gesso esiste un passo del Clapier.

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  • 3 settimane dopo...
Il 14/2/2021 alle 09:50, Alessandro Ferrante dice:

Salve a tutti, alcuni optano per il passo della Novena in virtù del presunto scontro avvenuto presso il Ticino, Vigevano, si dice, facilmente raggiungibile dal passo predetto. Lo escludo nel modo più assoluto: Annibale aveva con sè 37 elefanti, non 37 ghepardi e aveva una certa fretta per motivi che non sto qui a precisare. La battaglia del Ticino dovrebbe chiamarsi la battaglia dell'Agogna, tra Lomello, Ferrera e Ottobiano, dove un tempo c'erano i tumuli, poi abbattuti per far posto alle risaie (lo conferma l'archeologia ma anche testi antichi). Escludendo il Monginevro, il Moncenisio e il Piccolo S Bernardo, quest'ultimo percorso da Asdrubale 10 anni dopo con i 10 elefanti, due restano i passi più attendibili: Il Col Savine Coche (200 metri ca. a ovest del Col Clapier e, quindi, il sentiero 806 interessato da antichissime frane, cioè il Rocher Penibles e la curva a est per il "Vallone del Tiraculo", e non il sentiero 805 percorso dai valdesi; oppure il Colle delle Traversette più a sud, pure interessato da più frane e, a differenze del Savine Coche, interessato da stretti passaggi e precipizi da capogiro. La via artificiale fatta costruire da Annibale in 3 gg per far passare gli elefanti, ovvio, non esiste più, in quanto il pietrisco come basamento del passaggio è precipitato per gli agenti atmosferici nati in tutti questi secoli, magari con l'aggiunta di qualche terremoto, ma la foto scattata dal professor William Mahaney misurante 1 metro massimo di lunghezza, a ridosso del Colle, sarebbe l'effettivo passaggio che ha incusso paura ai soldati cartaginesi nel superarlo: il precipizio al lato dx fa immaginare una morte sicura, figuriamoci con la neve fresca su quella ghiacciata dell'anno prima. Il colle delle Traversette per me è il primo indiziato e neanche i consoli romani ci avrebbero scommesso. Annibale è stato depistato dalle false guide galliche essendo il suo obiettivo, dopo aver superato Gap, quello di percorrere la strada che poi sarebbe stata chiamata la via Domitia, cioè quella che devia a nord all'altezza di Mont Dauphin, per poi superare L'Argenterie La Bassee, St Martin Queyrieres, Briancon e il Monginevro. Il depistamento ha invece condotto Annibale per il Queyras, cioè per Chateaux Queyras, poi, al primo bivio, dritto per Aiguille. Annibale non ci ha impiegato molto a capire di essere stato vittima di un depistamento, sapendo ben riconoscere le pietre di direzione del sentiero, quelle emiliane secondo Totò)....Poi il secondo bivio: invece di svoltare a dx per Molines e quindi per il col dell'Agnello, il suo istinto l'ha fatto andare dritto per Abries. Eccoci al terzo bivio: l'istinto non lo ha fatto allontanare dal fiume Guil, incontrato già sotto mont Dauphin, e quindi ha svolto a dx invece di andare dritto per il sentiero più stretto del torrente Bouchet (quello che porta al Col Maleure), ed  ha sostato a "La Monta" dopo aver superato Ristolas: il pianoro è vasto e bello al punto da invitare a una  sosta per riposare e rifocillarsi. Dopo aver superato Echalps, ultima località degna di una denominazione toponomastica, allora inesistente, il percorso si restringe a vista d'occhio: la vista del torrente de la Faito sulla sx, molto più avanti,  sviluppa l'istinto di percorrerlo fino alla cima: il percorso è segnato dalla sigla GDV sulla mappa con un bivio che si affaccia prima del Buco del Viso. La deviazione a dx porta al colle (2947 m) con a dx le rocce Fourion (3153 m). La discesa solo a vederla incute timore per i motivi esposti sopra: si svolta a sx e si scende un poco zig-zagando fino a incrociare e superare l'uscita del tunnel "Buco del viso" del versante italiano, poi il percorso devia a est con il  Monte Granero ben in vista (3170 m). Si percorre una lunga curva fino a incontrarne un'altra più a gomito: quella interessata dalle due frane descritte da Polibio e Livio. Spettacolo, molte cose coincidono e quante belle pietre rotolanti che si sono staccate dalla parete. Subito dopo c'è un'altra curva a sx, una rientranza, che porta fino al bivio con a sx il sentiero V20, la modern route, e il percorso che va diritto, quello percorso da Annibale. Attenzione, c'è subito un altro bivio ancora: non svoltate a dx, per la modern route, ma proseguite dritto, sotto il costone (tutti i percorsi, in epoca pre-romana, seguivano le pareti rocciose): vi ritroverete al Pian de Re, dove il professor Mahaney ha condotto le sue ricerche. Ah, dimenticavo: il comune di Ostana è stato interessato dal ritrovamento di una zanna di elefante alcuni anni fa in occasione di lavori di scavo. E' conservata con una reliquia per volere del sindaco di allora. Saluti! Alessandro Ferrante (Alecs Ferrante on fb)

 

Ciao e grazie per il dettagliato resoconto. Una zanna di elefante ad Ostana??? Hai dei link o le fonti?

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