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Un bell'altare imitativo di Claudio II (DIVO)


grigioviola

Risposte migliori

Volevo mostrarvi questa bellissima moneta attualmente in vendita sulla baia (francese).

Si tratta chiaramente di una imitativa del tipo DIVO CLAVDIO, altare.

 

post-8339-0-66506600-1465371451_thumb.jp

 

AE; 18 mm; 1,59gr

 

D\ IMP CLAVDIVS AVG

R\ PIAR[...]

 

Personalmente non avevo mai visto una simile degenerazione stilistica per l'altare. Davvero curiosa! Come curioso il fatto che al dritto non sia ripresa la legenda corretta della serie (DIVO CLAVDIO), ma la legenda "in vita" dell'imperatore.

 

Il commerciante è un professionista... ma mi asterrò dal fare qualsiasi offerta viste le vicende personali che l'hanno coinvolto.

Per approfondire: http://www.midilibre.fr/2015/10/01/herault-lourdes-peines-pour-les-pilleurs-du-tresor-de-l-epave-du-xviiie-siecle,1221105.php(già se n'era parlato in un'altra discussione).

Voglio comunque precisare che mi astengo dal commentare la vicenda, che non conosco approfonditamente e mi astengo dal dare qualsiasi tipo di giudizio sul venditore (sostengo la presunzione d'innocenza fino alla conclusione di qualsiasi iter processuale).

Tuttavia, vista la materia e visto il mio sforzo nel costruire una collezione "lecita" e alla luce del sole, di questo pezzo mi accontento della foto e del condividerla nel forum :)

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Le fiamme sembrano avvolgere tutto l'altare e non solo bruciare in cima come "dovrebbero", rendendolo un misto fra un'ara e una pira funebre...per certi versi è forse una "interpretazione" dell'incisore che ben si adatta alla circostanza della consecratio...! ;)

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Beh...si tratta di emissioni barbariche che imitano gli antoniniani del periodo; sono zecche non ufficiali dove per forza di cose gli incisori non avevano la maestria dei "colleghi" imperiali..nessuna degenerazione quindi o interpretazioni fantasiose

Modificato da Anniovero
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Beh...si tratta di emissioni barbariche che imitano gli antoniniani del periodo; sono zecche non ufficiali dove per forza di cose gli incisori non avevano la maestria dei "colleghi" imperiali..nessuna degenerazione quindi o interpretazioni fantasiose

Trovo personalmente più congrua la definizione "imitativa" piuttosto che "barbarica".

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DE GREGE EPICURI

@@Anniovero: da parte di qualcuno che stava all'interno dei confini dell'impero. Mentre, se parli di "barbariche", dai per scontato che siano prodotte da popolazioni indipendenti ed esterne all'impero stesso.  Questi radiati imitativi (come poi quelli che imitano monete del Regno delle Gallie) sembrano prodotti in grandissima parte in Gallia, ma in parte anche in Britannia e nell'Italia Settentrionale, per il fatto che mancava il circolante di questo tipo.

Un po' diverso il discorso sulle imitative del IV secolo.

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Esattamente come dice pittini, questa monetazione nasce da zecche locali clandestine o ufficiose nate per sopperire alla mancanza di radiati pre riforma Aureliana. Probabilmente il cambio altamente sfavorevole porto a una tesaurizzazione dei vecchi radiati.

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C'è poi l'accezione "negativa" del termine "barbaro" usato nella storiografia (principalmente passata).

il termine "barbaro", se usato, andrebbe usato con il significato che i romani gli davano come giustamente ricordato da @@Massenzio e @@gpittini.

Quanto al fatto che gli incisori fossero meno abili... non sono del tutto concorde.

Nel panorama delle imitative si assistono a una serie di fattori e di variabili che creano molteplici scenari:

- ha senso parlare di "degenerazione" del tipo ufficiale imitato in relazione a ogni pezzo imitativo analizzato in quanto, a seconda dello stile e della correttezza delle legende il livello di "degenerazione" (inteso come lontananza dal tipo ufficiale espressa da fattori quali stilizzazione, errori in legenda, ecc) può essere maggiore o minore se non, a volte, quasi inesistente

- ha senso anche parlare di "interpretazione" se non addirittura di "libera creazione" in quanto spesso e volentieri capita di trovare (come nel caso qui proposto) delle rese artistiche che non possono essere classificate semplicemente come una degenerazione stilistica. Qui a mio avviso c'è un'alta espressione stilistica dell'incisore che ha reso a suo modo e "sentimento" l'altare trasformandolo, apparentemente, in una sorta di pira ardente. Da notare anche il decoro all'interno dell'altare davvero molto particolare e movimentato. Possiamo dire davvero in questo caso che sia un'esecuzione più rozza rispetto al tipo di altare canonico della serie ufficiale? Secondo me assolutamente no. Ci sono casi poi in cui il rovescio (o anche il ritratto al dritto) non solo non sembrano riprendere tipi ufficiali, ma addirittura appaiono creati quasi ex novo e l'unico "legame" con la serie ufficiale sembra essere la corona radiata del busto al dritto.

Le imitative sono state spesso, in passato, considerate come emissioni minori. Storicamente sono state ignorate dai grandi numismatici del passato. Per avere i primi studi seri dobbiamo arrivare alla fine dell'800 e soprattutto nella prima parte del '900 (il lavoro spartiacque è lo studio di Hill).

In realtà non rappresentano né un fenomeno trascurabile né possono considerarsi emissioni di serie b. Sono a tutti gli effetti un aspetto della storia economico-numismatica con la medesima dignità di tutte le altre emissioni del periodo.

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