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IL CULTO DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE E L'OMONIMA ARCICONFRATERNITA DI AVELLINO


angel

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I medaglioni presentati sono quelli indossati dai confratelli dell'Arciconfraternita dell'Immacolata Concezione di Avellino durante le celebrazioni ufficiali: il primo è del '600 e ha dimensioni 12 x 14 cm (asse orizzontale e asse verticale); il secondo è del 1892 e ha dimensioni 11,5 x 14 cm (asse orizzontale e asse verticale). Entrambi sono in lamina d'argento a sbalzo.

 

Non si conosce la data di fondazione della Confraternita dell'Immacolata di Avellino, ma nel ‘500 già esisteva, in quanto citata in un atto notarile del 1589.

Questa confraternita, come quella di S. Antonio da Padova, aveva il suo Oratorio e una cappella interna alla chiesa, precisamente la prima a sinistra dell’altare maggiore, nel monastero di S. Francesco, che dopo essere stato per sette secoli uno dei simboli della religiosità delle nostre genti, venne abbattuto nel 1939, per ridare una nuova architettura alla ormai Piazza Libertà - già Largo Santissimo, poi, dal XVI secolo, Largo della Santissima Annunziata, poi Largo dei Tribunali fino al 1864.

L’Oratorio, ornato splendidamente e provvisto di artistici sgabelli in legno con inginocchiatoi, era situato in un vano terraneo del chiostro, a cui i confratelli potevano accedere o da una porta di servizio del chiostro posta accanto alla chiesa o dalla porta carraia che si apriva su Via Ferriera.

L’altare dell'Oratorio era impreziosito da una bella icona marmorea della Vergine, come descrive mons. Pierbenedetti, visitatore apostolico nel 1630.

Nella cappella interna della chiesa, si venerava una statua lignea della Vergine, che nel 1597 venne dipinta dall’artista napoletano Giovan Antonio Giordano.

Durante le processioni i confratelli indossavano un sacco bianco con una mozzetta di drappo di colore grigio. Oggi i confratelli per le cerimonie indossano un camice bianco con sulle spalle una mozzetta celeste con i bordi dorati e sopra l'abito il medaglione.

Dopo la ristrutturazione del convento, i frati regolamentarono con convenzioni scritte i rapporti con le confraternite laiche ospitate. Il documento che regolava i rapporti con la Confraternita dell'Immacolata è datato 27 ottobre 1617 ed è costituito da dodici punti.

Nel 1718 venne commissionata a Nicola Fumo (1647 - 1725) di Saragnano di Baronissi, per la somma di 81 ducati, una statua lignea dell’Immacolata, che venne scolpita in un sol pezzo di legno di tiglio cotto nell'olio. Nell'arco di pochi anni questa statua divenne la più venerata dagli Avellinesi, soprattutto per l’impulso del Venerabile Padre Giuseppe Maria Cesa, definito “Apostolo della Immacolata”. Quando agli inizi del ‘700 il complesso di S. Francesco venne nuovamente ristrutturato, anche l’altare della SS.ma Concezione venne rifatto nel 1740 con splendidi marmi.

Dopo la morte del Venerabile Cesa, nel 1744, si aprì una controversia con la congrega della SS.ma Concezione, provocata dalle continue interferenze dei frati nella vita della confraternita e dalle pretese di aumentare lo jus funeris, per cui il padre guardiano Giuseppe Maria Cotone e gli Amministratori della confraternita l’8 giugno 1753 stipularono un atto di concordia in tredici punti, in cui si stabilivano meticolosamente i reciproci rapporti, atto che venne impugnato dai confratelli.

Il 5 ottobre 1753 la confraternita chiedeva l’approvazione delle “Regole”, che giunse il 21 gennaio del 1754.

Il 15 marzo del 1755 il marchese Nicola Fraggianni, Delegato della Regal Giurisdizione, sentenziò l’allontanamento della Confraternita dal monastero.

I frati quando si resero conto che la Confraternita stava per portare via dalla chiesa anche la statua dell’Immacolata si opposero, offrendosi di rimborsare loro le spese sostenute. Tale controversia si trascinò sino al settembre 1768, quando il cav. Vargas Macciucca, Delegato della Regal Giurisdizione, sentenziò che “[...] li detti fratelli e sorelle se ne fussero andati via dalla Chiesa e Convento di detti religiosi con trasportarsi tutto quello che era trasportabile, e tutto quello che era loro intrasportabile si fusse pagato da’ Padri a giusto prezzo”. I frati ricorsero al Re Ferdinando IV, invocando che fosse loro concesso di conservare la statua dell'Immacolata, ma invano.

Il trasferimento avvenne, la sera del 14 settembre 1768, con grande riservatezza,  come riferito da Michele de Nicolais, “officiale della Regal Giurisdizione” incaricato dell’esecuzione della sentenza: “Essendomi conferito nella Chiesa de’ PP. Minori Conventuali di questa Città d’Avellino, con essersi prima avvisate le parti, alle ore tre di notte, ho fatto trasportare la statua della B. Vergine della Concezione, secondo mi viene incaricato con decreto del dì 11 di questo mese dall’Ill.mo Delegato della Regal Giurisdizione, con riserba e senza poma, nella Chiesa Cattedrale di essa Città, luogo designato da’ Fratelli precedente licenza dell’Ill.mo Mons. Vescovo, e perchè non ancora era pronta nella Chiesa Cattedrale l’icona ed altare, si pose nel Seminario, e ciò anche col consenso de’ Capitulari, ed a cautel ”.

Il 7 ottobre del 1768, il Vescovo GioacchinoMartinez (Vescovo della Diocesi di Avellino dal 1760 al 1782) ed il Capitolo diedero il loro assenso all’erezione, nella Cattedrale, della cappella della SS.ma Concezione, la terza sulla sinistra entrando nell'edificio, dove è collocata, tranne che per le festività, la statua di Maria SS. Assunta in Cielo, incoronata il 14 agosto 1966 in Via Matteotti dal Vescovo di Avellino, Mons. Gioacchino Pedicini (Vescovo della Diocesi di Avellino dal 1949 al 1967) alla presenza di numerosi vescovi e sacerdoti, ai confratelli dell'Arciconfraternita dell'Immacolata Concezione, di tutte le autorità civili e militari e del popolo esultante, con una nuova e bellissima corona, si venera nella cattedrale di Avellino.

Da una nota dell'Amministrazione della Confraternita datata 14 agosto 1984 si apprende che era ancora il Comitato del Largo della Libertà, detenuto dal 1768 al 1882 dalla Confraternita, che organizzava la festa dell'Assunta, ma poi i festeggiamenti passarono sotto l'organizzazione del Governato della Città, ma non sempre, ed allora altri comitati rionali e quelli delle varie corporazioni artigiane nel 1880 si costituì un comitato in Piazza Centrale, oggi Piazza Amendola, il quale si adoperava nella costruzione delle “cappelle” che riproducevano in cartapesta e facciate di celebri cattedrali, che resero noti i fratelli Festa col pseudonimo di “Carlantonio”.

Dopo il trasferimento i confratelli dell’Immacolata, ebbero difficoltà nel reperire locali idonei all’erezione dell’Oratorio, così, in via provvisoria, venne stabilita una convenzione con i confratelli della SS.ma Annunziata, per poter usufruire delle loro sepolture.

Con una supplica al Re veniva chiesto ed ottenuto, in deroga ad un ordine regio, di poter acquistare un sito dove costruire l’Oratorio e perciò, dopo un’attenta ricerca, Don Elia Quartulli, nel 1764, per conto della Confraternita, comprò dei locali sul lato occidentale del Palazzo Amoretti, per costruirvi, nel 1780, su progetto dell’arch. Oronzo De Conciliis, l’edificio religioso per ospitare la Confraternita dell’Immacolata Concezione, in cui ancora oggi svolge con grande entusiasmo, calore e fervore le proprie attività.

In detti locali dal 7 al 12 agosto 2016, per la solennità dell'Assunta, è stata allestita dai Confratelli dell'Immacolata, una bellissima mostra degli ori donati negli anni alla Madonna Assunta, tra cui spiccano  la corona dell'incoronazione del 1966, un medaglione donato da S.E. Umberto I, una corona del rosario in corniola e oro, donata dal Monsignor Sergio Melillo, per la nomina di Vescovo di Ariano, e alcuni gioielli donati dal prof. Gino Mazza, compianto e amorevole priore della Confraternita.

Un aspetto particolare delle festività dell’Assunta è riservato alla processione in cui la Statua lignea, seguita dai confratelli dell'Arciconfraternita e da moltissimi fedeli, è portata tra canti e preghiere lungo le strade centrali di Avellino seguendo il seguente itinerario: Duomo, Via M. Del Gaizo, Via L. Amabile, Via C. Del Balbo, Via Circumvallazione, Via F. Guarini, Via W. Testa, Piazza A. Moro, Via C. Colombo, Piazza Cavour, Via Derna, Viale Italia, Corso Vittorio Emanuele II, Piazza Libertà, Via G. Nappi, Piazza G. Ammendola e di nuovo in Duomo.

 

Medaglioni.jpg

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